Esperienze
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Esperto in:
- Psicologia clinica
- Psicoterapia
- Psicoanalisi
Indirizzo
Pazienti senza assicurazione sanitaria
Colloquio psicologico • 65 €
Psicoterapia • 65 €
Supporto psicologico • 65 € +6 Altro
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G. V.
Ero restio a raccontare la mia storia a persona estranee, pensando che non sarebbe servito a risolvere i miei problemi.
Devo convenire di essermi sbagliato, perché ho trovato nella Dottoressa una persona molto alla mano, che sa metterti a tuo agio e che ti ascolta con attenzione, dipanando i tuoi problemi come fossero i suoi. Mi ha ispirato subito fiducia e mi ha fatto vedere la mia situazione da un diverso punto di vista. Mi sento molto più tranquillo e consapevole.
Grazie Dottoressa
L. C.
La Dottoressa è stata molto accogliente. La sua calda empatia e la competenza nel campo hanno reso il mio percorso di terapia molto accogliente. È una professionista che non solo ascolta, ma capisce veramente le preoccupazioni dei suoi pazienti, offrendo un supporto molto centrato sulla propria specifica storia
Mc
Puntuale, professionale ed empatica…ti mette a tuo agio e ti aiuta ad aprirti.
.
molto disponibile e professionale, mette a proprio agio data la forte empatia.
C.M
La dottoressa è molto disponibile e flessibile, guida la seduta lasciandomi spazio per esprimermi. Siamo all’inizio del nostro percorso e mi sento molto meglio, sto riconoscendo alcune parti di me di cui non avevo idea. La suggerisco anche per chi come me ha un carattere introverso.
Dott.ssa Giuliana La Fico
È bello sentire già che si vedano dei cambiamenti, nonostante si inizi da poco. È importante riuscire a stare dentro al cambiamento e non confonderlo con l’arrivo. Quando le carte tornano in movimento tutto ci sembra nuovo e diverso ma dobbiamo dargli il tempo di sedimentare e maturare. Di diventare la nostra nuova normalità. E siamo qui per questo. Sono lieta di poterla accompagnare in questo percorso!
A.M.
Durante il mio percorso, iniziato per un problema personale difficile da superare, la Dott.ssa è stata una professionista eccezionale, sempre disponibile e gentile. Mi sono sentita fin da subito a mio agio, ascoltata e mai giudicata.
Esperienza assolutamente positiva, la consiglio vivamente!
A.C.
Mi sono trovata subito a mio agio. Mi ha aiutata a gestire l'ansia e affrontare temi molto importanti del mio passato. Super consigliata
L.T
Professionista molto preparata ed empatica.
con la sua dolcezza e determinazione mi ha aiutato a superare un problema che mi portavo dietro da tempo.
Ha saputo subito entrare in sintonia e farmi sentire a mio agio.
La consiglio vivamente
Paziente
Professionista empatica e disponibile. Mi ha aiutato a superare un periodo difficile. La consiglio!
Risposte ai pazienti
ha risposto a 3 domande da parte di pazienti di MioDottore
Salve sono ossessionato dal fumo passivo . Ho talmente paura di respirarlo che evito bar , spiagge, luoghi affollati .. eppure lo respiro comunque sul lavoro in pausa fumano e io mangio in macchina . Insomma non vivo piu dovunque io vada a meno che mi chiudi isolandomi becco sempre qualcuno che fuma e quando lo respiro anche di sfuggita vado nel panico . Tutto questo da quando si è ammalato mio zio di tumore polmone per fumo . E l'oncologo mi ha detto di evitare il fumo passivo . Ma è completamente impossibile a meno che ti chiudi in casa evitare il fumo , pure al supermercato fuori dai portoni fumano , allo stesso ospedale medici fumano . Ovunque e di tanto in tanto ti respiri le loro schifezze . Poi da quando so che il fumo passivo fa piu male dell'attivo sono arrabbiato e in panico , ero in panetteria un vecchietto fumava fuori prima di entrare io sono entrato e ho respirato il suo fumo , e uscendo idem . A volte sto dentro se vedo che qualcuno fuma mi prendono per un idiota . Non vivo piu . Che brutto vizio egoistico . Vorrei solo non ammalarmi per colpa degli altri , per colpa del fumo . La mia ragazza mi ha lasciato per questo perchè non si poteva uscire che se vedevo qualcuno che fumava mi tappavo il naso o cambiavo improvvisamente strada o aspettavo ad entrare ecc ma nonostante tutto qualcuno me la fa sempre sotto il naso .
Gentile,
comprendo la situazione di disagio e come questo possa rappresentare un ostacolo nella sua vita quotidiana e nelle interazioni con gli altri. Potremmo ipotizzare che la malattia di suo zio abbia avuto un impatto significativo nella sua vita, destabilizzando un equilibrio che era precedentemente presente.
La malattia oncologica diventa un fantasma invisibile, silente ma potenzialmente mortale. È qualcosa che sfugge al nostro controllo e ci rende vulnerabili agli eventi e alle loro conseguenze. I consigli dei medici diventano quindi imperativi, l'unica soluzione per cercare di recuperare un senso di controllo che altrimenti sentiamo di non avere. Tuttavia, anche in queste strategie di controllo possiamo sentirci inadeguati, poiché talvolta sono troppo sottili o complesse da applicare seriamente.
Se questo è il caso, attraverso uno sguardo complesso e approfondito, basato sulla sua esperienza unica di ciò che la malattia ha significato per lei e come ha influenzato il suo senso di vita, potremmo esplorare cosa significa non avere il pieno controllo. Questo potrebbe permetterci di avvicinarci alla consapevolezza della vulnerabilità umana e della sua imperfezione, comprendendo meglio perché questi pensieri abbiano preso il sopravvento al momento.
![Dott.ssa Giuliana La Fico](http://s3-eu-west-1.amazonaws.com/miodottore.it/doctor/5f7e21/5f7e21eb86edfd3dfccb76784ac886f3_80_square.jpg)
Buongiorno, vorrei raccontare la mia storia e richiedere consigli.
Il mio ex mi ha lasciato qualche mese fa (storia non lunga, ma molto intensa).
Durante la relazione andava tutto bene, c'erano progetti, c'era presenza da entrambi, amore, comprensione reciproca ma ovviamente qualche litigio, soprattutto per la mia gelosia retroattiva a volte manifestata direttamente e altre volte indirettamente (nel senso non davo spiegazione ma andavo via di casa con le valigie dicendo che preferivo stare sola, durava molto poco la separazione, perché poi tornavo da lui dopo qualche ora). Lui diceva che mi amava ma che ci saremmo fatti molto male insieme.
Infine fu lui a lasciarmi, a detta sua per incompatibilità caratteriale. Io dopo la rottura alternai momenti di sconforto a momenti di rabbia e mi sfogavo di tutto ciò con lui.
All'inizio gli chiedevo se fosse ancora innamorato di me, e lui rispondeva che non doveva interessarmi e che aveva deciso che la cosa migliore era continuare per queste strade separate.
Per gli ultimi 2 mesi mi sono umiliata per un suo ritorno, sono stata a volte assillante, alternando però momento in cui non mi facevo sentire perché lui continuava a dirmi che non voleva me.
Se non sono io lui non mi cerca, ho provato a vederlo ma dice sempre di no, tranne una volta che ha accettato mettendo sempre le mani avanti che non avrebbe cambiato idea.
Altre 2 volte purtroppo gli ho imposto la mia presenza andando da lui, dove prima reagì in modo arrabbiato per poi finire solo dopo 10 minuti a letto insieme, e qualche volta a farci le coccole.
In questi incontri, o durante le chiamate io
sento che lui rinnega il nostro passato, anche le cose che mi diceva. Sento che è come se non volesse nemmeno ricordare le cose belle. Ha buttato via le mie cose, le foto. Non riesce a parlare del fatto che stavamo bene insieme.
A volte mi sembra arrabbiato con me.
Ora, la mia domanda è.. dopo due mesi di suppliche da parte mia ( e atteggiamenti che anche lui considera prevedibili da parte mia, esagerati e talvolta soffocanti) sarà mai possibile riuscire ad avvicinarsi a lui nuovamente? Io sento che c'è ancora qualcosa che ci lega.
Dalle vostre esperienze professionali, ci sono state coppie dove lui diceva di non provare più niente e di non volare stare più insieme, che si sono riavvicinate e rimesse insieme?
Ma mi sento impazzire.
Preciso che sto già lavorando su me stessa ma sarà un processo lungo.
Carissima,
dalle sue parole emerge una storia molto intensa, vissuta da parte sua, con sentimenti, passioni ed emozioni forti. Si avverte l'investimento che lei ha messo in questa relazione e poi forse, incrociandolo con gli episodi in cui si allontanava da casa, anche la paura della relazione stessa. Pensando a una dimensione di coppia, in cui due persone si incontrano e si incastrano, i momenti di litigio e allontanamento sono quelli in cui due realtà diverse si scontrano e non trovano immediatamente un compromesso, momenti in cui due punti di vista diversi non riescono a comprendersi reciprocamente nei bisogni e nelle aspettative.
Partendo da questo, allora, proverei a capire questi alti e bassi che hanno caratterizzato la vostra storia e che poi sono emersi anche quando vi siete allontanati. Ovviamente, prendendo in considerazione il suo punto di vista, sarebbe interessante poter capire come sta vivendo questo distacco, cosa ha significato per lei dover metabolizzare questa rottura e quindi cosa l'ha spinta a cercare in molti modi dei riavvicinamenti.
A livello di coppia, bisognerebbe quindi capire se si può ripristinare il benessere della relazione trovando un punto d'incontro tra i vostri due vissuti e quindi una nuova comprensione reciproca. A livello individuale, mi concentrerei nel capire cosa di questa storia la attiva e la motiva, dove sente di averne bisogno e cosa le fa nascere dentro l'idea di doversi allontanare e perdere l'altro. Sono tante domande che potrebbero iniziare un percorso di consapevolezza e comprensione.
Un caro saluto!
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