Dott.ssa
Paola Martinelli
Psicologo,
Psicoterapeuta
Psicologo clinico
Altro
Brescia 1 indirizzo
Esperienze
Sono la Dott.ssa Paola Martinelli, psicoterapeuta a indirizzo cognitivo-comportamentale. Mi occupo, in studio e on line, di sostenere i genitori e promuovere benessere in minori e adulti.
Le difficoltà riportate dai genitori sono scoppi di rabbia, pianto, paure, comportamenti di opposizione, difficoltà di addormentamento, alimentazione, scolastiche e controllo degli sfinteri nei figli e separazioni conflittuali tra partner.
Mi occupo inoltre di ansia, depressione, bassa autostima, scarse abilità sociali, attacchi di panico, disturbi del comportamento, disturbo post traumatico da stress, difficoltà relazionali.
Clicca su questo link e leggi un mio articolo: facebook.com/paola.martinellipsicologa.9
Esperto in:
- Psichiatria forense
- Psicoterapia cognitivo comportamentale
- Psiconcologia
- Psicologia giuridica
- Psicologia forense
- Psicologia della salute
- Psicologia scolastica
- Psicologia perinatale
- Psicologia dell'età evolutiva
- Psicologia del lavoro
- Psicologia cognitiva
- Psicodiagnostica
- Psicoterapia
- Psicologia clinica
- Psichiatria pediatrica e adolescenziale
- Psicoterapia delle Dipendenze Patologiche
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15 recensioni
Punteggio generale
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Dott.ssa Febbrari Mariachiara
La dott.ssa Martinelli è una professionista curiosa e appassionata, in grado di offrire un ascolto autentico e professionale.
R.M
La dott.ssa Martinelli è una collega attenta, scrupolosa e molto accogliente con cui collaboro da tempo e a cui mi rivolgo frequentemente quando mi viene chiesto di suggerire colleghi stimati per intraprendere un percorso di terapia.
A.
Ho iniziato da poco un percorso con Paola e sono davvero felice di averlo fatto. Paola mi sa ascoltare ed è sempre capace di darmi consigli e strumenti pratici per risolvere i problemi che condivido con lei. La sua empatia e professionalità mi hanno colpito fin da subito e per questo continuerò il mio percorso con lei.
M.S
Dottoressa molto competente ed empatica, mi ha fatta sentire subito a mio agio e libera di parlare tranquillamente, abbiamo iniziato da poco il percorso dandomi spunti concreti su cui lavorare.
I.M.
Parlo come collega: Paola è una professionista preparata, disponibile ed empatica. Abbiamo collaborato per diversi casi e c'è sempre stata un'ottima sintonia. La capacità di ascolto, di accoglienza e rielaborazione sono aspetti importanti nel nostro lavoro e li ritrovo tutti in Paola.
Chiara
Studio molto accogliente ascolto attento e ritorno dettagliato. Nessuna fretta di concludere il colloquio . Si riescono ad esternare dubbi e difficoltà molto tranquillamente
Risposte ai pazienti
ha risposto a 15 domande da parte di pazienti di MioDottore
Salve, sono la mamma separata di un bimbo di 5 anni e mezzo. Io e suo padre siamo separati da qualche mese. Riscontro nelle ultime settimane un atteggiamento di forte opposizione del bambino verso una qualsiasi attività che gli propongo o verso il rispetto di regole molto semplici. Inoltre mostra un attaccamento eccessivo all’uso del telefono e un atteggiamento che mi sta preoccupando fortemente: tutte le volte che io gli vieto alcune cose oppure cerco di insegnargli i modi corretti di porsi verso gli altri, senza prepotenza e senza pretendere ogni cosa che vuole, lui esprime il desiderio di voler andare da suo padre perché li può guardare la tv o giocare al telefono senza limiti. Purtroppo capisco che lui stia attraversando un periodo di frustazione e insoddisfazione dovute alla situazione della nostra famiglia. Inoltre penso che risenta in maniera molto incisiva della mia condizione di dolore per la separazione che per quanto possa io stessa nascondere a lui , in alcuni momenti emerge. Chiedo consiglio su un approccio relativamente più corretto da avere con lui quando si manifestano capricci esasperati e situazioni di confronto con il padre perché anche se cerco di comunicare il più possibile purtroppo questi atteggiamenti di ripetono in maniera consistente.
Grazie
Buongiorno, la separazione è fresca quindi è normale che suo figlio esprima il suo disagio testandola come mamma. Per portare suo figlio a rispettare delle regole o a mettere in atto certi comportamenti le scrivo alcuni consigli pratici che può attuare: prima dia un solo comando in modo chiaro e senza utilizzare il "non" ad es. "Riordina un gioco" e gli dica che se lo farà otterrà un premio gradevole deciso insieme a lui (non per forza qualcosa di costoso, basta un gioco da fare insieme o 5 minuti in più del videogioco). Se il bambino non riesce a fare ciò che gli chiede l'importante è non sgridarlo e non dargli il premio, il giorno dopo avrà l'occasione di riprovarci. In questo modo suo figlio sarà incentivato a fare ciò che gli chiede.
Immagino poi che possa essere difficile comunicare con il papà, lei può provare a dire che vede il bambino agitato e non sereno e può dirgli che strategie sta mettendo in atto lei. Tuttavia se questo non serve si ricordi che lei può agire sul rapporto con suo figlio e che il bambino piano piano imparerà cosa si può fare a casa di mamma e a casa di papà.
Se dovesse riscontrare ancora difficoltà con il passare del tempo può rivolgersi a uno psicologo per un sostegno genitoriale anche solo per lei o per entrambi i genitori se il papà di suo figlio fosse disponibile. Cordiali Saluti, Dott.ssa Paola Martinelli
Buonasera, mia figlia ha 19 mesi. Bimba felice, serena, tanto sveglia e intelligente. Fino ai 12 mesi è stata sempre con me e con mia madre che mi aiutava. Poi io sono tornata full time e la bimba mi rifiutava molto quando rientravo. Ora le cose si sono stabilizzate e non fa più così. A settembre ha iniziato il nido e ci va super volentieri. In vacanza, prima di iniziare il nido si era molto attaccata a me e così ha fatto per un paio di mesi. Non mi lasciava mai e rifiutava il padre. Ora il contrario, io non esisto più. Non si è mai fatta consolare da me ma solo dal padre, o dalla nonna con la qualche ha un legame fortissimo. Nei momenti di malattia, o tristezza o rabbia della bambina cerca SOLO il padre o la nonna. Se cerco di consolarla io piange ancora di più, mi spinge via e urla papà. Io da quando torno da lavoro a quando vado a dormire mi dedico SOLO a lei. Sono una mamma che gioca tantissimo, la porto al parco, le dedico tutto il mio tempo ecc.. io so di perdere di più la pazienza di mio marito quando lei urla o piange ma addirittura non farsi proprio toccare da me lo trovo anormale. Ora è tanto tempo che mi rifiuta. Come posso recuperare il rapporto? Inutile dire che ci sto malissimo e piango tutti i giorni. È come se abbiamo un ottimo rapporto ma quando si tratta di cose serie non si fida di me..non si sente protetta…io così non mi sento sua madre ma la baby sitter!!
Buongiorno, immagino che essere rifiutati da una figlia sia straziante. Io le consiglio di chiedere aiuto al papà e alla nonna della bimba in modo da incoraggiare la bimba a stare con lei. Potete iniziare essendo presenti mamma papà e bimba per esempio e il papà può coinvolgere la mamma in un momento tranquillo come il gioco fino ad arrivare a momenti di fatica emotiva della bimba. Così sua figlia capirà che tutti si fidano di lei e questo potrebbe aiutarla piano piano ad avvicinarsi a lei. L'importante è non forzare la bimba a stare con lei ma farle capire che lei è presente come segno di affetto verso la bimba che potrebbe sentirsi abbandonata per via del lavoro o altro. Se continuerà a faticare nella gestione delle sue emozioni e dei comportamenti della sua bimba potrebbe esserle utile una consulenza genitoriale per capire quali strategie attuare a fini del benessere di tutti. Buona giornata
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