
Sai qual è l'unica prigione da cui non puoi evadere?
Quella costruita nella tua mente, fatta con le sbarre invisibili delle emozioni sospese.
Mi capita spesso, lavorando con imprenditori e professionisti, di vedere persone intelligenti e capaci, intrappolate in vecchi momenti passati.
Come astronauti che provano a camminare, ma ancora legati con un cavo alla navicella del loro passato.
Ti è mai successo di ritrovarti sveglio alle due del mattino a rimuginare su una discussione avvenuta anni fa?
Una relazione finita male, un fallimento lavorativo, una critica dolorosa...
Queste emozioni sospese sono come un software in background, che ruba costantemente energia e risorse preziose.
Martin Seligman, padre della psicologia positiva, lo afferma chiaramente:
«Le persone capaci di gestire efficacemente le proprie emozioni negative hanno tassi significativamente più bassi di depressione e ansia e livelli più alti di benessere generale.» (Seligman et al., American Psychologist, 2005)
Ma allora perché è così difficile liberarsi dalle emozioni bloccate?
Te lo spiego con una metafora che uso spesso con i miei clienti:
Immagina di tenere una bottiglia d’acqua in mano per un minuto. È leggera, no?
Ora prova a tenerla per un'ora intera. Inizi a sentire un po’ di dolore.
Prova per tutto il giorno... ti sembrerà insopportabile.
Le emozioni bloccate sono proprio così:
Non pesano per la loro intensità, ma perché non le lasci mai andare.
Le porti con te giorno dopo giorno, finché non diventano insostenibili.
Uno studio della Stanford University (Gross & John, Journal of Personality and Social Psychology, 2003) mostra chiaramente che reprimere e non gestire le emozioni aumenta significativamente stress, ansia e disturbi fisici correlati.
Il punto è semplice:
La libertà emotiva non è "non provare emozioni negative".
Significa essere in grado di sentirle, osservarle e lasciarle andare con eleganza.
Questa libertà è la differenza tra vivere bene e sopravvivere male.
Tu cosa stai facendo?
Vivi o sopravvivi?
Nel mio lavoro insegno agli imprenditori e ai professionisti strategie concrete, basate su metodi scientificamente validati (terapia breve strategica, mindfulness e psicologia positiva), per tagliare quel maledetto cavo con il passato.
Perché, come diceva saggiamente Paul Watzlawick:
"La vera soluzione di un problema avviene soltanto quando smettiamo di tentare ripetutamente soluzioni che non funzionano."
E allora smettila di combattere battaglie già concluse, smettila di tenere in mano quella bottiglia.
È arrivato il momento di scegliere:
Restare bloccato a guardare dietro di te oppure camminare finalmente libero, verso una vita vissuta davvero.
Se hai deciso, sono pronto ad aiutarti.
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A presto,
Mario
20/03/2025