Dott.
Marco Bacciottini
Psicologo
Psicoterapeuta
Psicologo clinico
Altro
Firenze 1 indirizzo
Esperienze
Per esperienze di Vita ho imparato ad aprire la porta con GENUINITA' e PROFESSIONALITA'.
ASSIEME è possibile fare un percorso di CRESCITA e di CONSAPEVOLEZZA e di Qualità di Vita.
Ricevo IN STUDIO. Lavoro anche in VIDEOCHIAMATA, esperienza che ho maturato nel corso degli anni, seguendo pazienti trasferiti che non hanno voluto cambiare terapeuta o facendo interi percorsi online.
Lavoro puntando PIU' SULLO SVILUPPO che sulla crisi: sulla CRESCITA, sull'AUTISTIMA. Anche sulle problematiche, sul trauma, MA non dimentico mai che si può essere profondi e determinati con leggerezza:
"Che leggerezza non è superficialità, ma planare sulle cose dall'alto" (Italo Calvino).
"Leggeri come l'uccello che vola, non come la piuma" (Paul Valéry).
Sono SPECIALIZZATO in PSICOTERAPIA INDIVIDUALE e dei GRUPPI.
Faccio VOLONTARIATO: sono PRESIDENTE del Coordinamento Toscano dei Gruppi di Auto Aiuto, Associazione socia del CESVOT - Centro Servizi Volontariato Toscana.
Sono FORMATORE e SUPERVISORE per Agenzie Formative e Cooperative che si occupano di Sociale: tengo DOCENZE sulla Psicologia, in modo creativo e coinvolgente.
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33 recensioni
Punteggio generale
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Elena Petriglieri
Potrei scrivere almeno 100 ragioni per cui questo Dottore è un eccellente professionista, ma mi limiterò con il dire che mi ha permesso di trovare la forza di scegliere di vivere.
Non finirò mai di ringraziarlo.
Elena
Dott. Marco Bacciottini
Elena carissima, i percorsi come il tuo sono possibili a partire dalla disponibilità di entrambi di indagare e scoprire le risorse dentro. Il viaggio lo si fa assieme: tu sei stata alla guida, io accanto come copilota. È stato bello stare accanto, anche nei momenti di dubbio sull'itinerario da fare, pure nei momenti in cui la strada è stata dissestata o molto in salita. Arrivare alla meta, scendere e vederti ripartire da sola è stata una gioia. Buona Vita, Elena! Elena carissima, i percorsi come il tuo sono possibili a partire dalla disponibilità di entrambi di indagare e scoprire le risorse dentro. Il viaggio lo si fa assieme: tu sei stata alla guida, io accanto come copilota. È stato bello stare accanto, anche nei momenti di dubbio sull'itinerario da fare, pure nei momenti in cui la strada è stata dissestata o molto in salita. Arrivare alla meta, scendere e vederti ripartire da sola è stata una gioia. Buona Vita, Elena!
Mauro
Ottima empatia spiegazioni semplici e dirette si viene via con una leggerezza provata rare volte nella vita.... grazie Marco
Sofia
Marco è sempre puntuale e preciso. Sono stata davvero fortunata a trovare una persona del genere nella mia vita.
M.Gabriela
Persona molto professionale, gentile e molto preparato. Ti fa sentire al tuo agio in tutto momento… Consigliato al 100%
A T
Puntuale, disponibile, ascolta in modo attivo e attento. Riesce a farti sentire compreso e a metterti a tuo agio.
Sonia Corzani
Come primo incontro direi super positivo
Persona molto cortese e alla mano. Mi ha ispirato subito quella fiducia che speravo di incontrare
Ermira
Per me è stato la magia del natale.
Purtroppo per i miei motivi non ho potuto proseguire lui con grade empatia mi ha capito.
Secondo me che la terapia funzini serve avere fiducia e coraggio di chiedere aiuto.
Grazie Marco oltre una bella persona sei un ottima professionista, mi manchi.
Dott. Marco Bacciottini
Ermira carissima,
certo che ho empatizzato con i tuoi motivi per interrompere: ho fatto addirittura il tifo!
La fiducia, per me, ok. Ancor più: la fiducia per te stessa, l'idea di farcela, la fiducia che ce la farai.
E anche il coraggio di chiedere e il coraggio di guardare il passato per lasciarlo dove deve stare: nel passato.
Che bello!
Se si deve parlare di belle persone, tu, nella lista, sei molto prima di me, carissima.
Buona Vita!
Nicoletta
Grande sensibilità ed empatia durante il colloquio. Finita la seduta ,i tuoi pesi sono più leggeri .
Risposte ai pazienti
ha risposto a 9 domande da parte di pazienti di MioDottore
Buongiorno dottori,
vi scrivo per avere un parere riguardo la mia relazione che ormai dura da quasi sei anni.
Sin dai primi momenti ed incontri ho nutrito dei dubbi nei confronti del mio partner, nonostante ciò non l’ho mai voluto allontanare perché sentivo che non era quello che volessi realmente.
Alcune volte pensavo fosse brutto, altre invece ritenevo di voler fare altre conoscenze, quando questi dubbi si insediavano non riuscivo a liberarmene fin quando non ne parlavo con lui magari anche piangendo, fortunatamente mi ha sempre capito e la relazione continuava normalmente.
Dopo un primo periodo di stallo senza paranoie o cose simili purtroppo per cause esterne ci siamo dovuti sperare bruscamente senza poterci sentire per circa 15 giorni, da quel momento sono stato molto male, avendo anche attacchi di panico.
Dopo la riconciliazione la relazione ha continuato la sua strada fino ad arrivare ad oggi, dove ecco che spiego il motivo per cui sono qui.
Quando trascorro tempo con lui sono in ansia, penso continuamente al fatto non possa piacermi e che non è proprio quello che voglio dal mio futuro, quando poi per un litigio o altro si concretizza l’idea di perderlo svaniscono tutti i pensieri che lui non sia la persona giusta e subentra solo il terrore di poterlo perdere.
C’è un alternanza tra queste due fasi che dopo tempo mi hanno letteralmente stremato.
Quando dopo un litigio pesante mi rendo conto di poterlo perdere per via di una decisione o da parte mia o da parte sua di dover chiudere la relazione mi dico quanto io sia stato stupido ad aver pensato di non poterlo amare o di non voler passare tempo con lui.
La situazione alcune volte ha toccato proprio gli abissi, sono arrivato ad avere attacchi di panico e non mangiare per via di tutte queste paranoie e ansie scaturite dalla relazione, tant’è vero andai da una psicologa e disse che avevo un DOC del dubbio, essendo arrivati anche alla conclusione che in linea di massima funzionassi così un po’ su tutto.
Vorrei concludere che ci sono comunque periodi bellissimi che trascorro con lui dove non c’è un momento della giornata in cui penso di volermi allontanare o di volermi prendere del tempo per riflettere sulla nostra relazione.
Secondo voi è normale aver continuato e continuare una relazione nonostante il malessere che questa possa causare?
(Vorrei precisare che sono ossessionato dalla continua ricerca di risposte su internet e sui blog che non fanno altro che aumentare l’ansia, considerando che mi rispecchio in alcune storie come dipendenza affettiva o paura di chiudere il rapporto, o ancora il fatto che sia normale che manchi dopo aver chiuso la relazione)
Suppongo che quando lei chiede: "Secondo voi è normale aver continuato e continuare una relazione nonostante il malessere che questa possa causare?" intenda il malessere che lei causa al suo partner. Ma se a lui piace così, perché porsi il dubbio? Il DOC talvolta lascia pochi spazi agli altri, pur se molto vicini: fa vedere poco oltre se stessi e si centra spesso solo sulle proprie sensazioni...
Salve, sono una ragazza di 23 anni e da più di due mesi, a seguito di un evento stressante (che credevo potesse compromettere la mia vita) convivo con uno stato di ansia grave circa la mia salute psichica e fisica. Ho avuto alcune somatizzazioni, ed è stato inizialmente difficile ricondurle all’ansia, nonostante medici e contro-medici non avessero riscontrato in me alcun problema organico. Non capivo come potesse essere possibile! Quando ho preso atto del mio malessere emotivo che era alla base di ogni sintomo fisico (quindi rassegnandomi all’idea di non essere malata fisicamente), ho iniziato a prestare attenzione a tutta una serie di paure e di pensieri catastrofici e automatici che non avevo mai avuto prima, e che mi stanno “buttando sempre più giù”. La mia vita è cambiata totalmente: al mattino mi sveglio già triste, ho perso la mia verve e sto iniziando a pensare che la vita non sia più “fatta per me”. Sono sempre stata solare e piena di gratitudine, adesso non mi sento più me stessa e nessuno è in grado di darmi una spiegazione! Ho iniziato un percorso di psicoterapia e già so che a breve andrò a sviscerare alcuni fatti del mio passato che, a quanto pare, non ho metabolizzato e che sembrano essere la causa del mio malessere odierno. Non voglio sembrare irrispettosa… ho fiducia in questo processo, tuttavia mi sembra tutto così astratto! È davvero possibile l’ansia provochi anche disturbi visivi? È normale sentirsi in questa situazione in qualche modo “ovattati” rispetto alla realtà e agli altri, in una propria bolla? È normale (in questa situazione) avere delle sensazioni che modificano la mia percezione di me stessa, della realtà? Mi sento in qualche modo disconnessa: non pienamente qui, non pienamente lì, non pienamente me. Ho paura di non ricordare. Ho paura di vivere in modo non-partecipante…e questa sorta di “ottundimento” dei sensi per me è una cosa infernale. Proprio perché ricordo di aver sempre vissuto con leggerezza e naturalezza, a 360 gradi, in modo fedele a me stessa, e adesso pare che io non sia più in grado neanche di rilassarmi sul MIO letto, in camera MIA, nella MIA amorevole casa di infanzia! Come fa l’ansia a rubare la tua personalità? Io riconosco i miei cari, riconosco i miei luoghi, non mi sono mai sentita “fuori dal mio corpo” o estranea a me stessa, ma mi sento costantemente distaccata dal circostante. Come se fossi sorda, ma non sono sorda. Come se fossi cieca, ma non sono cieca. In qualche modo, sento di avere un problema, un qualcosa che in me “non va”, e che non mi consente di vivere a pieno le mie esperienze, neanche le più ordinarie. È triste!!! Sono così triste! Io amo la vita e ho sempre amato me stessa, adesso mi sembra di aver perso tutto!
È chiaro che percepire questo disagio non fa che peggiorare le cose. Sono diventata iper-analitica: in una situazione in cui tutto mi fa temere di poter perdere il controllo, agganciarmi alle singole sensazioni e provare a tentare di capirle e sviscerarle è l’unica cosa che mi illude di ritrovare un “contatto” con me stessa. Quindi passo giorni interi a interrogarmi e a notare ogni mia singola manifestazione mentale e fisica. Ma sono sempre più confusa, confusa, confusa. Cerco dentro me stessa e non trovo risposte! Cerco su Internet e mi angoscio ancora di più! Posso chiedere soltanto la vostra opinione sulla mia situazione? Questo ottundimento dei sensi, questa paura di perdere il contatto con la realtà e di perdere la mia personalità, i miei ricordi, sono sintomi dell’ansia destinati a passare una volta ottenuti dei progressi con la psicoterapia oppure vanno imputati a disturbi più gravi? Passeranno davvero? Sono normali? Sto diventando pazza? È successo qualcosa di chimico all’interno del mio cervello che non mi consente di vivere normalmente? Grazie!
Rassegnarsi all’idea di non essere malata fisicamente fa vivere un lutto: il corpo non è il colpevole. Si apre la strada della ricerca nella mente e nello scorrere dei sentimenti: una incertezza, da risolvere. Cercare fuori, in internet, pare che la spiazzi ancor di più. Anche queste nostre risposte: la aiutano? Guardare dentro sé, con l’aiuto della sua terapeuta, sembra essere la Strada per costruirsi una Casa interiore di serenità, con o senza ansia. Anche io la consiglio di proseguire il percorso iniziato: dentro ad una Relazione significativa potrà ritrovarsi.
Tutti i contenuti pubblicati su MioDottore.it, specialmente domande e risposte, sono di carattere informativo e in nessun caso devono essere considerati un sostituto di una visita specialistica.
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