Dr.
Angelo Raffaele Pagano
Psicologo,
Psicoterapeuta
Psicologo clinico
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Ardea 2 indirizzi
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11 recensioni
Punteggio generale
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Lidia
Ottimo specialista con una grande empatia. Cortese e disponibile. Ero scettica perché ho avuto esperienze brutte con altri in passato, ma mi ha fatto ricredere. Consigliatissimo.
Giordano
Dopo vari specialisti.. lo psicologo giusto per risolvere problemi della mente. Cordiale, attento, capace, diretto e sempre disponibile.
Salvatore
È circa un anno che condivido questo percorso con il Dottor Pagano. Grazie a lui ho sempre piu fiducia in me stesso. CONSIGLIATISSIMO.
Lino
Ottimo impatto, persona professionale,attenta alle mie parole
Davide
È un dottore molto bravo, ti ascolta e tifa delle domande per vedere se hai capito e non quando sei distratto ti sveglia subito e ti fa ritornare subito al discorso. Come prezzi è ottimo 35€ a seduta poi è ottimo a qualunque sistema tu vuoi come ti fa più comodo, lo studio di trova a tor san Lorenzo a a Elosmile
GC
Grazie, già dopo 8 sedute ho ricominciato ad avere appagamento nella mia vita sentimentale! Grazie ancora
Mario
Sensibile, attento e soprattutto molto preparato.
Puntuale negli appuntamenti ed estremamente preciso nella comunicazione.
Con Angelo riesco a sentirmi totalmente libero di condividere le mie paure e le insicurezze, da un punto di vista empatico e della condivisione lo sento molto vicino.
CONSIGLIO.
R.M
Spiccata sensibilità, gentilezza, disponibilità e competenza.
D.M
Ottimo dottore , molto preparato, di grande empatia e attenzione verso il paziente.
Per esperienza personale mi ha aiutata ad uscire da un momento di grande difficoltà psicologica senza il suo aiuto non sarebbe stato così facile capire come disinnescare determinate situazioni. Lo consiglio vivamente
Molto soddisfatta
AM
L'incontro con il dottore è stato inaspettatamente facile, mi ha messo subito a mio agio facendomi delle domande non intrusive, ma che mi hanno permesso di esprimere i miei problemi in un modo semplice. Non mi sono mai sentita giudicata ed ho capito che potevo farcela con il giusto aiuto. Certo ancora c'è strada da fare, ma ora ho fiducia in me e sento di non essere sola
Risposte ai pazienti
ha risposto a 14 domande da parte di pazienti di MioDottore
Buonasera a tutti, domanda forse un po' inusuale. Ho conosciuto un ragazzo (24 anni io, 28 lui) alcuni mesi fa, l'ho frequentato per circa 3/4 mesi non ci siamo visti tantissimo perché lui per lavoro era spesso fuori. Lui ha interrotto la frequentazione dicendo che per il poco tempo non poteva creare una relazione stabile e per non illudermi ha preferito chiudere invece che continuare.
Qualche giorno fa ci siamo risentiti, ci siamo parlati, chiariti e mi ha chiesto di rivederci, nonostante la sua situazione non fosse cambiata.
Con lui mi trovavo bene in tutti gli ambiti.
C'era una forte intesa sessuale ed è per questo molto probabilmente che mi ha chiesto un incontro.
Io vorrei rivederlo anche solamente per avere un incontro di natura sessuale, ma poi il mio pensare troppo mi frena, penso agli effetti negativi che potrebbero uscire fuori da questa situazione. Il fatto è che non riesco mai a godermi i momenti senza pensare ad un "futuro".
In questo caso non so che parte di me dovrei ascoltare, quella che mi dice ma sì che ti frega escici o quella che dice no ma cosa stai facendo?!
Buona sera, nei 3/4 mesi di frequentazione lei si è fatta inevitabilmente delle aspettative sulla relazione come è normale che sia e che, evidentemente, non si sono realizzate se non per alcuni aspetti, si tratta di esplorarle e capire quanto è disposta a modificarle anche in relazione ai suoi bisogni emotivi (più profondi). Grazie per aver scritto
Buongiorno, sono una studentessa di 23 anni e pochi giorni fa ho lasciato il mio ragazzo, uno studente di 25 anni. Ci frequentavamo da circa due anni e mezzo, prima dei quali abbiamo vissuto assieme come coinquilini per due anni con altri ragazzi (ci siamo conosciuti così). È partito tutto da una forte amicizia vedendoci ogni giorno, quindi siamo estremamente legati, è una connessione profonda e sincera ma penso si tratti anche di dipendenza affettiva. Siamo attaccati in modo morboso e litigavamo di continuo. Abbiamo sempre avuto molti problemi, tra cui un suo tradimento all'inizio per cui mi sono vendicata, ma ad ogni tentativo di rottura passiamo giornate a piangere e torniamo subito assieme. Le mie giornate non hanno senso senza di lui, e viceversa. Nonostante ciò sono arrivata al limite, lui ha problemi di rabbia/impazienza e mi tempestava di chiamate, tra i vari problemi. Siamo abituati a scriverci di continuo e a passare quasi tutto il tempo libero assieme, ma è arrivata l’ultima goccia e ora sono sicura della decisione di mollarci. Da poco sono seguita da uno psicologo e ne sta cercando uno/una anche lui, ma abbiamo degli urgenti dubbi. Per diversi motivi, siamo nei periodi peggiori della nostra vita e abbiamo bisogno del sostegno che solo noi sappiamo darci. Abbiamo buoni amici, ma la nostra amicizia è la più bella tra tutte. Abbiamo superato molti dei nostri problemi, imparando ad amarci in modo incondizionato e costruendo una solida fiducia.
Abbiamo tre domande:
1. La rottura è ormai definitiva, ma ci chiedevamo se è sano continuare a scriverci ogni tanto, magari vedendoci una volta a settimana come amici a studiare in biblioteca o fare sport.
2. Lui vuole che gli prometta che riproveremo a tornare assieme tra 6 mesi o un anno, se mi dimostrerà di essere cambiato dopo mesi di terapia. Io non voglio promettere nulla perché non voglio mai più soffrire così tanto, però ha molti lati bellissimi che non ho mai trovato in nessun altro (e ho frequentato diversi ragazzi). Per molti versi potrebbe essere l'uomo della mia vita, ma se non risolve i suoi problemi (tra cui rabbia e insistenza), non ho intenzione di accontentarmi. Lui vuole cambiare anche per se stesso, perché si riconosce nei comportamenti sbagliati di membri della sua famiglia e non vuole ripetere gli stessi errori. Quindi, nonostante penso che cambiare la personalità sia difficile, penso che viste le sue motivazioni e consapevolezza, ci sia una speranza che possa cambiare. Rimango comunque realista: gli ho detto che la probabilità di tornare assieme per me è l'1%. Come posso convincerlo ad accettarlo? Come posso assicurarmi io stessa di non cedere, tornandoci assieme in modo avventato?
3. Può avere senso qualche seduta di terapia di coppia in concomitanza alle nostre sedute singole per aiutarci a superare questa dipendenza? Stiamo soffrendo tantissimo e le continue notti di pianto ci stanno ostacolando anche nei nostri percorsi universitari.
Salve e grazie per aver scritto. Noto che sei determinata a segnare la fine del rapporto ma, per far questo, è di fatto necessario non vedersi ed elaborare il proprio vissuto con il tuo psicologo. Con lo psi, infatti, potrai capire meglio cosa ti manca di lui e perché, fare una esplorazione dei tuoi bisogni emotivi e di come li soddisfi. Tutto ciò per un periodo di tempo congruo, diciamo almeno un anno. Non mi è chiaro, dal tuo scritto, se ancora coabitate, è importante perché in caso affermativo questo renderebbe le cose molto più lunghe e difficili, quindi anche lì con calma dovresti eventualmente trovare una situazione abitativa più consona. Buon lavoro con lo psi e in bocca al lupo!
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