Esperienze
Sono il dottor Alessio Aloi, ho 41 anni e sono uno psicologo e psicoterapeuta, con specializzazione post-lauream in Psicologia Clinica. Come psicoterapeuta mi occupo da più di dieci anni della diagnosi e cura dei sintomi e delle sofferenze di adolescenti, giovani adulti e adulti e coppie genitoriali.
Ricevo su appuntamento presso il mio studio in piazzale delle provincie, 8. Lo studio si trova a 100 metri dalla fermata metro B Piazza Bologna ed a 150 metri dalla fermata Metro ed FS Tiburtina. Si può prenotare un appuntamento su miodottore.it o tramite contatto telefonico al numero 339 3847193.
Mi presento brevemente:
Nella mia pratica clinica considero importanti due aspetti nella fase di conoscenza: una corretta diagnosi ed un progetto di cura condiviso:
- La diagnosi, così come in altre discipline sanitarie, include la necessità di individuare correttamente e dare attenzione ai 'sintomi' che i pazienti portano come motivo della loro sofferenza, di qualunque natura essi siano (fisici, emotivi, relazionali, comportamentali, di pensiero, psicosomatici). Ciò consente di poter condividere con il paziente inizialmente una conoscenza più ampia e dettagliata possibile delle 'etichette diagnostiche' dei sintomi stessi e delle loro possibili evoluzioni.
- il progetto di cura condiviso concerne la comprensione e la definizione delle modalità di risoluzione delle cause all'origine di tali manifestazioni sintomatologiche. Ciò significa poter trovare insieme modalità efficaci e sufficientemente tempestive di risoluzione dei sintomi, che rappresentano spesso l'elemento principale della richiesta di aiuto poiché fortemente dannosi per la qualità della vita, ed al contempo creare le condizioni per evitare che tali esiti sintomatologici si possano ripresentare in futuro sotto altra forma.
Mi sono occupato nel lavoro con i pazienti di differenti problematiche, quali ad esempio:
- disturbi d'ansia, disturbi da attacchi di panico, fobie specifiche (da contagio, di guidare, di volare, da contatto, ecc.).
- pensieri o comportamenti ossessivi, compulsioni
- episodi depressivi, umore disforico, oscillazioni dell'umore
- ritiro sociale e/o scolastico
- disturbi del comportamento in adolescenza
- problematiche scolastiche (comportamenti oppositivi, difficoltà di studio, di frequenza)
- sostegno genitoriale nel rapporto con i figli
- problematiche relative all'ambito universitario (ritardo o blocco della carriera)
- disturbi dell'adattamento
Formazione ed esperienze professionali:
Ho potuto fare esperienze formative e professionali in diverse istituzioni pubbliche e private, accomunate dalla passione per il lavoro clinico:
Mi sono laureato nel 2007 in Psicologia Dinamica e Clinica con voti 110/110 e Lode presso la “Sapienza” Università di Roma, con una tesi sulla valutazione dei disturbi di personalità in adolescenza.
Nel 2009 ho vinto una borsa di specializzazione presso la II° Scuola di Specializzazione in Psicologia Clinica, diretta dal Prof. Vittorio Lingiardi.
Nel 2012 ho conseguito la specializzazione post lauream con voti 70/70 e Lode presso la stessa scuola..
Mi sono iscritto nel 2009 all’Ordine degli Psicologi, con la successiva notazione di Psicoterapeuta.
Dal 2008 al 2012 sono stato cultore della materia presso la Cattedra di Psicologia Dinamica della Facoltà di Psicologia e Medicina dell’Università “Sapienza” di Roma.
Dal 2015 al 2020 ho svolto attività di psico-diagnosi, presso strutture accreditate con il Ministero della Giustizia per il collocamento di minori sottoposti a misure da parte delle AA.GG.
Sono Socio della Cooperativa “Rifornimento in Volo”, che si occupa di aiuto psicologico ad adolescenti e alle loro famiglie, per la quale ho svolto:
- dal 2013 al 2020, psicoterapie individuali e genitoriali presso il centro clinico
- dal 2018 ad oggi, coordinatore di un gruppo di Operatori Compagno Adulto.
- dal 2016 ad oggi, coordinatore (e dal 2024 responsabile) di un progetto di G.I.L. Autorità Giudiziaria su un Municipio di Roma, in implementazione delle attività dell'ufficio Minori.
- dal 2021, Responsabile dell’area epidemiologia
- dal 2016, Collaboratore dell'area ricerca.
Ho collaborato con Servizi Territoriali ASL, Municipi del Comune di Roma, Associazioni del Privato Sociale e Tribunale per i Minorenni di Roma.
Ho affiancato al lavoro clinico, una passione per la ricerca in psicologia e psicoterapia i cui ambiti principali di studio e ricerca sono stati la valutazione dei disturbi di personalità, la diagnosi in adolescenza, il lavoro clinico con casi complessi.
Indirizzo
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Psicoterapia individuale • 60 €
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Sostegno alla genitorialità • 80 €
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ha risposto a 2 domande da parte di pazienti di MioDottore
Gentili Dottori,
mi rivolgo a voi professionisti per alcune delucidazioni.
Circa 3 settimane fa, ho avuto un fortissimo attacco di panico a seguito di alcune giornate di lavoro molto stressanti che stavo attraversando che mi avevano immerso completamente in un clima di negatività. Erano già giorni che non riposavo bene ed ero molto agitato finchè il tutto non è sfociando in questo enorme evento che ha generato in me un forte trauma.
Il mio dottore di base, il giorno successivo, vedendomi fortemente provato e conoscendo già una mia piccola storia con l'ansia che ciclicamente mi creava periodi personali di tensione, tristezza e minima depressione, che però passavano senza però mai arrivare ad un aiuto farmacologico (per fortuna), mi ha prescritto lexotan 3mg da prendere al bisogno. L'ho preso per i primi due giorni, ricevendo si un effetto calmante, ma niente di veramente utile.
Per timore del farmaco, pensandolo anche come una sconfitta personale, non l'ho più preso per una settimana finchè non è tornata nuovamente una forte agitazione immotivata ed un forte senso di ansia accompagnato da un nuovo attacco alla quale spesso associavo la cosidetta ansia anticipatoria. Non riuscivo a mangiare, non riuscivo a dormire, avevo forti crisi di pianto etc.
Naturalmente ho preso la cosa di petto volendo cercare di combattere questo mio demone una volta per tutte, ed alleggerendo un po il carico di lavoro mi sono rivolto ad uno psicoterapeuta (con il quale però ho solo tenuto due sedute in cui per il momento ho spiegato un po la mia situazione e stop). Circa una settimana fa, ho avuto di nuovo una fortissima crisi di pianto associata ad una forte agitazione e di comune accordo tra, me la mia famiglia e la mia dottoressa mi hanno portato ad eseguire una "curetta" di 7/8 giorni, sempre con il lexotan: Una compressa da 3mg la sera prima di andare a dormire.
Ammetto che, anche in virtù di un lavoro che sto facendo su me stesso, lettura, dialogo con persone fidate, forte motivazione dal voler uscire, migliore inquadramento degli obiettivi e della dimensione delle tasks lavorative, insieme a questa pilloletta di sera, sono ritornato ad essere sereno è tranquillo. Ho dei piccoli momenti in cui i miei pensieri si "inscuriscono" ma sto riuscendo, alla mano dei risultati degli ultimi giorni a combattere velocemente i sintomi di agitazione. Tra l'altro, motivato anche dal percorso appena intrapreso con lo psicoterapeuta e con la voglia di uscirne il prima possibile.
A fronte di questa introduzione (che vi chiesto scusa sia stata lunga e sicuramente potrebbe avervi annoiato) vi faccio due domande:
- Prendendo il lexotan alle 21 delle ultime 4 sere, è possibile che già dal giorno dopo, il mio benessere fosse totalmente associato per 24 alla compressa? Mi spiego meglio, è possibile che anche io abbia contribuito al sentirmi più tranquillo o è tutto merito della compressa? (per cultura generale ho letto diverse informazioni sull'emivita, per cui non riesco, non essendo del mestiere a darmi una risposta).
- Vorrei, dopo 4 sere, visto che comincio a sentire una ENORME differenza rispetto alle brutte 3 settimane scorse che ho passato, avendo anche inquadrato una minima tranquillità ed un principio di crescita in quello che mi è successo, fermarmi qualche giorno prima con la cura (anche da domani). Secondo voi, potrei a seguito di questi 4/5 giorni, poter già subire gli effetti di uno stop del farmaco, e quindi ritornare ad avere ansia/insonnia/agitazione e crisi di pianto?
Mi hanno detto che, la strada che sto perseguendo tra, forte motivazione , propensione allo stare più tranquillo, una visione migliore del mio carico di lavoro e l'inizio di un percorso con lo psicoteurapeuta, sia la migliore che potevo intraprendere. Posso sapere la vostra opinione?
Grazie per chiunque avrà solo modo di leggermi e grazie a chi vorrà darmi una risposta.
gentile utente,
i sintomi da lei descritti sembrerebbero riguardare in generale l'area dei disturbi d'ansia certo; la comparsa di attacchi di panico, d'altra parte, rappresenta un sintomo molto significativo poiché evidenzia forse la presenza di una non più integrabile integrazione tra mondo interno (ad es. pensieri, aspettative, immagine di sé, desideri, paure, responsabilità) e mondo esterno (lavoro, ecc.). Inoltre, molto spesso, gli attacchi di panico sottendono problematiche e tematiche personali difficilmente risolvibili solo con la riduzione dello stress nel presente della vita.
La cura farmacologica con benzodiazepine può essere un utile alleato per ridimensionare e tenere a bada gli episodi acuti, ma (ormai la letteratura sul tema è ampiamente confermata) non può rappresentare da sola il trattamento di elezione per la risoluzione della problematica e per il miglioramento stabile della qualità della vita.
Le consiglierei dunque di continuare con fiducia il lavoro di psicoterapia all'interno del quale potrà insieme al suo terapeuta trovare le cause scatenanti di tali sofferenze. La sua descrizione mi fa pensare che abbia una estrema sensibilità ed una ottima capacità di osservare sé stesso e il rapporto con il suo ambiente di vita; queste risorse le saranno utili nel percorso psicoterapeutico per poter acquisire gli strumenti necessari a trovare e risolvere ciò che ha dato forma agli attacchi di panico.
Riguardo la sua domanda, le consiglio un consulto psichiatrico farmacologico per capire meglio la funzione delle benzodiazepine e del loro utilizzo nella terapia dei disturbi d'ansia; tali molecole hanno certo un effetto di immediato sollievo, ma non è opportuno interromperne l'assunzione senza particolari motivi di natura medica o clinica. Le continui a prendere e concordi con il suo psicoterapeuta tempi e modalità di scalaggio del farmaco.
Vedrà che riuscirà, senza avere troppa fretta e proseguendo un percorso di cura psicoterapeutico, a trovare le cause che hanno prodotto i suoi sintomi e risolverle in modo pieno e duraturo
Se la persona ha avuto crisi psicotiche, può sottoporsi ad ipnosi?
gentile utente,
le crisi di tipo psicotico possono avere differenti manifestazioni sintomatologiche, e di conseguenza possono appartenere a cause di diversa natura ed eziologia. Dunque, in primis andrebbero individuate e circoscritte nel tempo e nelle modalità, in modo da poter avere una iniziale diagnosi di riferimento. A partire da questa, si possono individuare le soluzioni clinico/terapeutiche più adatte al trattamento delle crisi.
Detto ciò, qualora si trattasse di crisi caratterizzate dalla perdita di contatto con l'esame di realtà. tra le tecniche terapeutiche possibili non riterrei l'ipnosi l'intervento elettivo primario, poiché rappresenta un metodo molto specifico che necessita di alcuni presupposti, quale ad esempio e più banale, l'essere svolto all'interno di un percorso psicoterapeutico definito e concordato tra specialista e paziente.
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