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Primo colloquio conoscitivo gratuito
Mi occupo di coordinazione genitoriale
13/05/2024
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Abbiamo ricorso a Valentina per supportare nostra figlia in un momento particolare, e posso dire che parlare con lei la ha aiutata a superare le sue difficoltà con maggiore fiducia e possibilità di fronte a sé, aiutandola in questo percorso di consapevolezza. Grazie!
ha risposto a 25 domande da parte di pazienti di MioDottore
Buongiorno gentili dottori,
Voglio raccontarvi la mia storia che mi sta causando molto disagio e temo che possa procedere verso scenari ancora più negativi.
Ad Aprile ho cambiato lavoro, sono passato da una multinazionale settore fashion alla concorrenza, con la speranza di trovare un luogo meno tossico.
Così purtroppo non è stato.
Anzi, senza essere troppo prolisso, ho trovato un ufficio con persone molto antipatiche, un capo che vuole fare il mio lavoro (di conseguenza ho poco da fare) e, in generale, un ambiente poco strutturato e confusionario.
Un mese fa ho iniziato un iter con un’azienda, piccola rispetto a dove sono ora ma siamo comunque sui 250 dipendenti e un fatturato poco inferiore ai 100mln.
Al primo colloquio mi fanno vedere già tutta l’azienda e poi, al secondo mi formulano un’offerta.
Numericamente parlando era migliorativa, anche se di poco, rispetto alla mia RAL attuale.
Il vantaggio principale, secondo me, sarebbe stata la vicinanza da casa (pochi km) e l’orario di 37, 5 ore settimanali, con l’uscita al venerdì alle 16.
Rifiuto la proposta nonostante stessi per accettare, perché attualmente sono in un posto veramente grande e riconosciuto a livello mondiale.
Ovviamente il CV ne guadagna, anche se a volte lo stress si fa sentire.
I giorni successivi al mio rifiuto però, sento come un senso di insoddisfazione e quindi li richiamo per sapere se era ancora aperta la posizione.
Mi dicono di sì, ritorno a colloquio, lo passo di nuovo, mi riformulano l’offerta.
C’è da dire che sin dal primo colloquio mi hanno fatto sentire super voluto, e che erano venuti incontro alle mie richieste senza problemi.
E sapete io cosa ho fatto?
Ho rifiutato di nuovo.
Non sono riuscito a dire di sì e a firmare la lettera, mi è preso come un senso di ansia e panico quando ho dovuto scegliere di nuovo.
Ho cominciato con l’iperventilazione e con la tachicardia, di conseguenza ho rifiutato.
Ora sono circa due settimane che ogni giorno che vado a lavoro, facendomi la mia mezz’ora di strada, ripenso che ho buttato via un’occasione d’oro per poter finalmente andare via da dove sono.
Questo sta seriamente influendo sulla mia salute mentale, di notte ho sempre scariche lungo le gambe, non dormo, sono agitato e giù di morale in maniera pesante.
Lo stanno notando tutti e nessuno riesce a svoltarmi, quindi di fatto sto facendo del male anche a chi mi vuole bene.
Provo moltissima vergogna di me stesso per aver buttato via un’opportunità e per aver fatto perdere del tempo a persone molto più professionali di me.
A lavoro, non faccio altro che pensare a quanto sono stupido.
Ho tanta paura per il mio futuro, per la prima volta nella vita mi sento davvero senza una via d’uscita, sono perennemente in angoscia.
Non so neanche cosa domandare, credo di essere prossimo o dentro all’esaurimento nervoso.
Cerco in qualche modo aiuto.
Grazie mille in anticipo.
La psicoterapia è un percorso attraverso il quale decidiamo di ri-narrare la nostra storia mettendo in luce i vincoli e le risorse.
Se è già seguita da un/una collega problematizzi la sua sofferenza in seduta. Se sente che invece sia il momento per riprovare la invito a prenotare dalla mia agenda un primo colloquio conoscitivo gratuito.
Saluti, VD
Buongiorno, da circa 3 anni sto lottando contro una brutta depressione maggiore grave. Ho assunto diverse terapie farmacologiche, ho eseguito anche somministrazione di escketamina. Ho associato la psicoterapia di tipo psicodinamico. Dopo un anno di psicoterapia , la psicoterapeuta ha deciso che è il momento di terminare le sedute contro il mio volere dato che sto un pò meglio ma, nonostante i farmaci, ho una forte ansia quotidiana . La psicoterapeuta sostiene che questa decisione sia importante per la mia crescita, da un lato condivido dall'altro ritengo che se nemmeno i farmaci mi fanno star bene, vuol dire che devo approfondire psicologicamente le cause di questo malessere in alcuni giorni davvero invalidante.
Ora la mia domanda è sarebbe sbagliato iniziare un nuovo percorso di psicoterapia con un nuovo psicoterapeuta ? o devo sforzarmi di cavarmela da sola ,come sostiene la psicoterapeuta, per la mia fase di crescita che forse non ci è mai stata? ma io dei giorni sto così male a causa dell'ansia che mi sembra di impazzire.
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Saluti, VD
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