Esperienze

Nata e cresciuta fra i boschi e le montagne della Valsesia, dimensioni nelle quali ancora oggi mi rigenero e trovo una profonda pace, mi laureo in psicologia presso l’Università di Torino. In seguito mi specializzo in psicoterapia della Gestalt, che per me non è solo una grande passione, bensì proprio una filosofia di vita. Nella mia vita quotidiana è diventato importante rimanere sempre più in connessione con me stessa, portando l’attenzione a quanto mi accade dentro, all’effetto che mi fanno le cose che vivo e succedono intorno a me, per potervi rispondere nel modo che più mi consente di mantenere la mia spontaneità, il fluire morbido della mia energia. E questo è il nodo essenziale del mio modo di lavorare: sostenere la persona nel contatto con le proprie emozioni, nella consapevolezza di sé, affinché riesca sempre più ad esprimersi in modo allineato e fedele a se stessa. I condizionamenti, le rigidità, i movimenti (fisici e non) che ci impediamo, sono tutto ciò che causa la nostra sofferenza e la mantiene, dal momento che, lasciato libero di agire, il nostro organismo ha in sé la saggezza per tornare all’equilibrio. Dobbiamo “solo” aprirgli la via, al resto penserà lui, con la sua creatività e la sua bellezza proprio così com’è.
Se vuoi saperne di più, visita il mio sito www.fermatierespira.it
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Esperto in:
  • Psicologia Clinica
  • Psicoterapia
  • Psicoterapia della Gestalt

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Stefania Merlo - Psicoterapeuta della Gestalt
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Presso: Stefania Merlo - Psicoterapeuta della Gestalt colloquio psicologico individuale

Prima esperienza durata circa un anno e iniziata a 33 anni. Mi ha permesso di accorgermi di tante, troppe cose che mi impedivano una vita serena. Tutt'ora utilizzo l'approccio appreso grazie a Stefania per far fronte a situazioni altrimenti scomode e trarne nuova energia e cognizione.
Ho sempre pensato di non avere bisogno di un supporto psicologico ma col senno di poi mi sono piacevolmente ricreduto. Vorrei averlo intrapreso molto prima. Assolutamente consigliato!

M
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Presso: Studio LG psicoterapia individuale

Una professionista esemplare e una persona fantastica. Sempre attenta ai bisogni altrui, disponibile, empatica e molto preparata. La consiglierei a chiunque voglia intraprendere un percorso di questo tipo.

A
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Presso: Studio LG psicoterapia individuale

Ho fatto un percorso terapeutico di un anno con la Dott.ssa Merlo, è stata un esperienza trasformativa durante la quale mi sono sempre sentita accolta e supportata da una professionista preparata e da una persona empatica, sensibile e intuitiva. La consiglio assolutamente.

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Risposte ai pazienti

ha risposto a 4 domande da parte di pazienti di MioDottore

Salve, ho un problema di cui non riesco a liberarmi. Sto con una donna di 42 anni che è uscita da una relazione di 7 anni con la sua ex, di cui era molto innamorata. Loro due vivevano insieme, sono due persone che hanno gusti uguali, fisico uguale, ritmi di vita uguali, priorità uguali. Dopodiché ci siamo incontrate noi, che siamo persona TOTALMENTE diverse. Siccome lei è una persona molto più rigida di me, mi trovo a dover adeguarmi a molte cose sue e inevitabilmente penso continuamente alla sua ex, come se lei volesse ricreare la sua relazione precedente con me e come se non le importasse davvero di chi sono io. E poi siccome lei dice che in quella relazione non c'è mai stata una lite, che andavano d'accordo su tutto, che le proposte che una faceva veniva immediatamente accolta dall'altra, mentre noi non facciamo che fraintenderci e finire in discussioni logoranti. Vorrei togliermi dalla testa questa ossessione della ex ma non ci riesco, sicuramente ha a che vedere con le mie insicurezze e non vorrei dover attaccare la sua fidanzata sulla sua relazione precedente ogni volta che discutiamo, non vorrei fare continui paragoni nella mia testa. So che non è una cosa da risolvere adesso, ma mi sapete indicare magari un metodo utile nell'immediato giusto per scacciare il pensiero della ex e mantenere la calma?

Ciao, piacere di leggerti! Ti prego di partire dal presupposto che tutto quello che scriverò è frutto di impressioni/fantasie che mi posso fare rispetto alla tua situazione, e non costituisce necessariamente la realtà, dal momento che avrei bisogno di una tua conferma rispetto alle assunzioni che faccio su di te e quanto senti. Inoltre ti rispondo aggiungendo qualcosa in più rispetto alla tua domanda, nella speranza che possa comunque esserti di sostegno. Sono d’accordo quando dici che probabilmente quello che stai vivendo affonda le radici nelle tue insicurezze, ovvero nel modo in cui tu dai valore a te stessa, ti apprezzi per come sei, e quindi con che disposizione incontri il mondo. Per farti capire: se non do valore a come sono, è come se incontrassi le altre persone stando in piedi su uno sgabello molto instabile, per cui basta poco perché un tocco di qualcuno che si avvicina a me possa farmi cadere. In questo modo su quello sgabello facilmente ci starò con la paura di cadere e magari anche poca fiducia di essere in grado di rialzarmi qualora cadessi. Dunque una cosa che posso fare è iniziare a confrontarmi con gli altri, cercando in cosa loro sono più “stabili” di me, nel tentativo di “aggiungere una gamba allo sgabello, che mi dia più solidità per affrontare quella situazione”. Tuttavia non appena trovo qualcosa del genere probabilmente mi accorgo al contempo che si tratta di qualcosa che non ho/di cui non sono capace/che non sono in grado di mettere in pratica/che neanche mi piace ma in quella situazione sembra funzionare e quindi forse vorrei… E qui si stabilisce questo circolo vizioso.
Detto ciò, quello che potresti fare come pronto soccorso, per abbassare l’ansia del sentirti inadeguata nei momenti in cui la senti salire di più, è ricorrere a delle strategie che aumentano il senso di radicamento nel presente: puoi sederti tenendo entrambi i piedi appoggiati a terra, sentendo il sostegno che ti dà il pavimento sotto di te. Puoi portare l’attenzione a tutti gli appoggi che il tuo corpo ha con le superfici con le quali sei in contatto. E poi osservare il tuo respiro, senza modificarlo, facendo caso a quanto è profondo, alla durata dell’inspirazione, e poi dell’espirazione, se in alcuni momenti si blocca… Puoi poi portare l’attenzione ai rumori che senti in quel momento, o al gusto che senti in bocca. In alternativa puoi dedicarti ad attività manuali che siano piacevoli per te, che allo stesso modo sostengono nel radicamento nel presente, e se ne hai la possibilità puoi dedicare un momento alla cura delle tue piante, se è necessario anche lavorando con la terra a esempio trapiantandole o facendone delle talee. E in tutto ciò puoi accorgerti del fatto che in questo momento lei sta scegliendo di stare con te, nonostante tutti questi aspetti che ora stai portando come “punti di debolezza”, che stai giudicando come negativi. Probabilmente hai più a fuoco tutti i difetti, che i pregi di questa situazione: dunque ti invito a fare il contrario. Potresti ad esempio, una volta al giorno, riconoscere qualcosa che di te apprezzi e che ti piace (andando anche a cercare fra le cose più piccole: una sfumatura dei tuoi capelli, le tue mani, qualcosa che ha a che fare con il tuo modo di muoverti, di parlare, di rispondere agli altri…), in modo da cambiare un po’ rotta, e portare l’attenzione a ciò che hai di buono, e non solo a quello che ti manca. Infine, non so se è qualcosa che già hai fatto, potresti confrontarti con la tua compagna sui dubbi che hai (ho ad esempio l’impressione che tu abbia l’idea che essere uguali nella coppia sia un vantaggio, che lei desideri che tu sia uguale alla sua ex, se per lei è importante conoscerti…), perché molto spesso quando non abbiamo risposte alle domande che ci facciamo tendiamo a risponderci da soli, e pure nel modo peggiore possibile! (d’altronde il nostro cervello è fatto per essere il più previdente possibile rispetto ai pericoli, per i nostri antenati era meglio “vedere” un leone e scappare magari inutilmente, piuttosto che rimanere lì e rischiare di essere catturato!). Poi magari capisci che le tue idee erano corrette, oppure per alcuni aspetti scopri qualcosa di nuovo che riguarda la tua compagna, in quest'occasione di incontro che vi siete date. Ti invito infatti anche ad aumentare la comunicazione con lei, in modo da non fare tutto da sola!
Ti abbraccio.

Dott.ssa Stefania Merlo

Buonasera, nel mio caso è utile andare da uno psicoterapeuta/psichiatra? diciamo che so gia che la risposta è sicuramente si, ma volevo un vostro parere:
Più di un mese fa mi sono sentito male (pressione-pulsazioni forti sulla testa e sugli occhi, fiato corto ecc.. e da li è iniziato un calvario per me, ogni giornata, ogni minuto è diventato faticoso, ho dei sintomi che avendo fatto le visite negative non si riescono a spiegare, ho problemi nella visione, come se avessi la vista sempre confusa con fastidi fissi tipo stordimenti agli occhi accompagnati da mal di testa in diverse zone del capo con pesantezza su questo punti della testa, testa e visione confusa, il sintomo piu invalidante è quello agli occhi, non posso piu fare niente, guidare, vedere un film, cellulare, e fare qualsiasi cosa, la mia vita non ha piu un senso sono chiuso in casa a deprimermi per via di questi sintomi che credo mi abbiano portato alla depressione, il problema che anche stando fermo sento tutto ciò quindi è una cosa fissa non mi lascia in pace e ci sono momenti dove faccio brutti pensieri... Penso che la terapia può aiutarmi sull 'umore... Ma se non vanno via i sintomi non cambierà niente secondo me.. Grazie per il vostro parere.
Ho un po paura dei farmaci.. Non ho sintomi di ansia tipo tachicardia sudorazione ecc...

Buonasera a te! Innanzitutto è importante che dal punto di vista fisico/neurologico non ci siano problematiche, in modo tale da poter escludere questa parte. Nel caso in cui effettivamente le visite continuassero a dare esito negativo, i sintomi che descrivi mi fanno naturalmente pensare a qualcosa di natura psicologica. Dunque, quello che mi colpisce a prima vista della tua descrizione è come questi sintomi ti abbiano portato a ridurre quasi del tutto la tua vitalità e capacità/possibilità di muoverti nel mondo.
Devi sapere che il modo in cui io guardo ai sintomi (fisici o psicologici/emotivi che siano) è nell’ottica di comprendere innanzitutto il senso che hanno in questo momento della tua vita, ovvero che conseguenze e ricadute molto pratiche stanno avendo per esempio sulle tue relazioni (le persone intorno a te sono ora più presenti, si sono avvicinate, oppure vi siete allontanati e le senti più assenti? Riesci a mantenere una vita sociale, o le difficoltà che hai sono tali da portarti più verso l’isolamento?), sugli impegni che hai quotidianamente (i sintomi ti impediscono di lavorare/studiare/assolvere i tuoi doveri?), sul tuo modo di stare con gli altri e le conseguenze che questo ha ora (partendo da quello che sta succedendo a te, il fatto di non riuscire più a fare nulla come viene preso dalle persone con cui interagisci? Sono diventate più comprensive, o al contrario si stanno irritando? O stanno cercando soluzioni per te? E come stai tu con loro ora?)… Tutto questo perché non esistiamo come individui isolati, ma siamo sempre inseriti in un contesto, siamo sempre un organismo che vive in un ambiente con cui è in costante interazione. Questo fa sì che tutto ciò che ci succede che abbia una base psicologica (come sintomi fisici, o emozioni che diventano forti e invalidanti) dal mio punto di vista debba essere letto in questi termini: come la soluzione migliore che stiamo riuscendo a trovare per affrontare una difficoltà che nasce nel momento in cui come individui incontriamo il nostro ambiente. Sembra un’assurdità questa, dal momento che questi ci creano sempre molta sofferenza, tuttavia però pur sempre minore di quella che ci creerebbe affrontare la situazione per la quale stiamo trovando questa soluzione. Per questo nel mio modo di lavorare l’obiettivo primo non è quello di togliere i sintomi a prescindere, ma di guardarli un po’ come alleati, per comprendere il senso che hanno nel momento di vita in cui si sono manifestati, che cosa ci stanno consentendo di ottenere e di evitare. Dunque è molto importante arrivare a comprendere quale problema ti stanno paradossalmente aiutando a risolvere, in modo tale da poter trovare una via che sia meno costosa per affrontarlo (la sofferenza che ti stanno causando i sintomi che presenti è per me il prezzo che stai pagando ora). Riuscire ad incuriosirti sul senso che hanno i tuoi sintomi ora è la cosa migliore che puoi fare per te, a mio parere. Iniziare a considerarli come una spia che ti sta segnalando una difficoltà più profonda che in questo momento dal profondo sta iniziando a premere e ha bisogno di essere risolta.
Per tutte queste ragioni credo che sì, un percorso di psicoterapia possa essere molto importante per te, perché fare tutto questo da solo direi che è pressocché impossibile. Mi auguro che tu scelga di cogliere l’opportunità che questo periodo di sta offrendo, per intraprendere una strada che ti porterà verso una bella crescita. I miei migliori auguri!

Dott.ssa Stefania Merlo
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