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Esperienze

Psicoterapeuta familiare, Psicologa e Psicodiagnosta e oltre al lavoro in Studio porto avanti il mio progetto di -“Check-up psicologico” nei centri benessere/poliambulatori, dal momento che mi sono ritrovata a lavorare non solo con utenti con disturbi alimentari ma anche utenti con diverse problematiche, come violenza domestica, abusi sessuali infantili, disturbi depressivi e d’ansia.


Psicologa clinica e di comunità, ho conseguito la prima specializzazione in psicodiagnostica sui test di Rorschach e i proiettivi, presso la Scuola Romana Rorschach, con cui ho avuto il piacere di collaborare per due anni.

Mi sono specializzata in Psicoterapia familiare con la Scuola Romana di Psicoterapia Familiare “S.R.P.F.” di Carmine Saccu, ho lavorato come specializzanda per quattro anni presso l’ospedale Fatebenefratelli, Isola Tiberina a Roma.
Ho sempre lavorato anche durante il corso di laurea con le cooperative sociali, a scuola e in casa famiglia.

Ho attivato un progetto “Check-up psicologico” di prevenzione dei disturbi alimentari, presso un centro benessere e quattro centri sportivi, e proprio lavorando in queste strutture mi sono resa conto di quanto sia importante la presenza dello psicologo, più vicina alla gente comune, più “user friendly”.

Altre esperienze importanti, ho lavorato con la Provincia di Roma in qualità di tutor al Seminario di Aggiornamento: “La Relazione educativa ed il ruolo dell’educatore”.

Consulente FormezPA Centro servizi, assistenza studi e formazione, nella stesura dei test di psicologia per il concorso Ripam di Napoli.

Membro della commissione in qualità di docente di psicologia del concorso Ripam di Napoli per la selezione e l’assunzione di docenti e istruttori della scuola d’infanzia.
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Risposte ai pazienti

ha risposto a 1 domande da parte di pazienti di MioDottore

Buongiorno.
Scrivo per chiedere consiglio e eventuale indirizzamento al professionista adeguato, se necessario, per mia figlia ha 4 anni.
Spiegherò nel dettaglio più sotto, ma il problema è la sua difficoltà a socializzare con altri bambini.

Premetto che causa pandemia ha avuto poche occasioni di frequentare bambini (quindi nel periodo 2020-21). Inoltre, per scelta di mia moglie, legata anche alla paura del virus in circolazione, la bambina ha iniziato l’asilo a 4 anni (quindi ha saltato il primo anno di asilo e ha iniziato a sperimentare la vita fuori di casa senza genitori da 4 mesi). Altra premessa: la bambina è bilingue (io italiano mia moglie coreana) e poiché io sono fuori per lavoro dalla mattina fino alle 17:30 circa, trascorre la maggior parte della giornata con la mamma parlando in coreano/vedendo video in coreano e, avendo appunto iniziato l’asilo a 4 anni, è al momento più forte in coreano (riesce a esprimersi e a farsi capire anche in italiano, ma in coreano è più fluente e con vocabolario più ricco mentre in italiano a volte deve pensare a cosa vuole dire ed è un po' sgrammaticata e limitata nel vocabolario).

A casa la bambina è solare e vivace. Corre, parla, urla, scherza, gioca, è molto curiosa, sa usare tablet/mouse del pc/telecomando, è autonoma nell’uso del bagno, esprime le sue esigenze e preferenze su cibo/giochi/video, sa anche imporre la sua volontà (ad esempio, se la nonna parla mentre sta guardando un cartone animato le dice scocciata a voce alta “nonna, stai zitta”). E’ molto intelligente e appunto bilingue (sa già scrivere entrambi gli alfabeti, italiano e coreano).
All’asilo, invece, è timida e riservata. A casa parla dei suoi amichetti e cerca gli altri bambini, ad esempio nomina spesso i nomi dei compagni, ma poi al parco vuole che ci siamo noi accanto a lei, o all’asilo preferisce fare attività “solitarie” tipo disegnare o modellare la creta.

L’inserimento all’asilo è stato difficile, ha pianto per due settimane. Sembrava ormai abituata e felice di andare, anche continuando a preferire nelle ore di asilo attività individuali come il disegno e, da quanto riferivano le maestre, a volte diventando un po' triste dopo pranzo in attesa dell’arrivo della mamma per andare a casa. Poi dopo essere stata a casa per una decina di giorni per l’influenza ha ripreso a piangere all’asilo (credo si sia riabituata a stare a casa).

Le piace molto ballare, a casa chiede di mettere delle canzoni che le piacciono e balla a ritmo di musica, e ha chiesto di andare a una scuola di ballo. L’abbiamo accontentata, era molto entusiasta all’idea della scuola di ballo, ma una volta entrata non ha voluto staccarsi dalla mamma. Abbiamo riprovato ma niente. Abbiamo così provato anche con una scuola di ballo all’interno di un circolo culturale, quindi meno formale e con atmosfera più giocosa, tra l’altro frequentata anche da una sua amica. Purtroppo alla lezione di prova la sua amica non era presente perché malata, quindi anche quella volta ha pianto e non ha voluto staccarsi dalla gamba della mamma. Vogliamo però riprovare.

Insomma, a casa è un vero ciclone, a scuola il contrario. Noi genitori siamo preoccupati, ci chiediamo se abbiamo sbagliato qualcosa, se il suo essere bilingue la fa sentire inadeguata e non a livello dei compagni, mia moglie si sente in colpa per averla tenuta a casa fino a 4 anni. Soprattutto ci dispiace vedere che, nonostante sia piena di interessi ed energie, fuori casa si chiude e quindi limita le sue possibilità di godersi la sua età.

Cosa possiamo fare? Grazie.

Buonasera, comprendo la sua preoccupazione perché noi genitori pensiamo sempre di dover essere perfetti. Da come descrive la sua bambina è matura sia da un punto di vista evolutivo sia da un punto di vista emotivo. Non è assolutamente il bilinguismo anzi a questa età si possono imparare anche cinque lingue. Tutto ciò farà parte del bagaglio culturale e a mio modo di vedere è un vantaggio per vostra figlia. Quindi il mio consiglio è quello di abbassare il vostro livello di ansia e proporre sempre di più situazioni in cui vostra figlia possa sperimentarsi e socializzare con i coetanei. Inoltre penso non sia positivo per voi come coppia focalizzarsi essenzialmente su vostra figlia. Concedetevi più spazio per la coppia prendendovi anche un paio d'ore da passare insieme senza parlare di vostra figlia. Buon lavoro

Dott.ssa Rosanna Bocchino

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