Esperienze

Da sempre, mi occupo di persone, sia in ambito privato che aziendale, con un approccio olistico che mira a considerare ogni aspetto della persona. Ogni individuo ha una sua unicità, ed è per questo che il mio lavoro si concentra sul prendersi cura del benessere di se stessi e della coppia in modo globale: dalla vita sociale e familiare, al corpo, alla mente, fino all’emotività.
Quando una persona si rivolge a me, mi impegno a comprendere non solo le difficoltà immediatamente percepibili, ma anche quelle più profonde, che a volte sono legate a stress, ansia, problemi relazionali, o anche a disagi psicologici e fisici. Il mio obiettivo è lavorare insieme per rafforzare il benessere nel presente, per fare in modo che tu possa affrontare il futuro con serenità e fiducia.
In particolare, mi occupo di ansia, stress, problematiche adolescenziali, difficoltà nelle relazioni di coppia, problemi sessuali, dinamiche familiari, autostima e definizione degli obiettivi. Lavoro anche con bambini e famiglie che affrontano difficoltà legate al Disturbo Oppositivo Provocatorio lieve.
La mia formazione come NLP Coach certificata dalla Federazione Internazionale di Coaching mi consente di affrontare, con competenza, una vasta gamma di tematiche, rispettando sempre l’intuizione e il percorso individuale del cliente, nel pieno rispetto del Codice Deontologico.
Sono inoltre specializzata nella consulenza per LGBTQIA+, sia in ambito privato che aziendale, e come Trainer Mindfulness iscritta all’Albo Nazionale della Federmindfulness, posso unire le pratiche di consapevolezza a un percorso che integra corpo e mente, contribuendo a risolvere i malesseri fisici e psicologici in modo completo e profondo.
Il mio approccio è improntato all’ascolto empatico e alla creazione di un ambiente sicuro e accogliente, dove ognuno possa sentirsi libero di esplorare le proprie difficoltà e crescere. Sono qui per aiutarti a ritrovare il tuo equilibrio, rafforzare la tua resilienza e costruire il benessere che meriti.
Non esitare a contattarmi. Sarò felice di accompagnarti nel tuo percorso.
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Esperto in:
  • Psicologia cognitiva
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Ho avuto la dottoressa come coach è ho rivalutato questa figura professionale che é molto risolutiva e immediata per alcune criticità.

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La dottoressa è molto dolce e accogliente ma molto ferma nel metterti davanti alla realtà di ciò che dici senza timore di perdere il paziente. É una che non ci gira intorno tanto che potrebbe essere difficile da accettare il suo temperamento per chi vuole essere coccolato.

L
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Faccio parte del gruppo LGBTQIA+ che si incontra di sabato mattina. Io ero scettico anche dell'assistenza on line e invece ho potuto fare una delle esperienze più belle della mia vita fino ad adesso. Linguaggio semplice e chiaro, risposte a tutte le domande. E' stata brava anche a scegliere gli elementi che potevano stare insieme nel gruppo. Non vedo l'ora che arrivi il prossimo appuntamento. Luca

Dott.ssa Luisa Muto

Caro Luca grazie di cuore. Quando mi incontro con voi sono la prima a crescere e a migliorare me stessa.
Gli incontri dovrebbero essere sempre uno scambio continuo di elementi migliorativi.
Grazie ancora


M
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La dottoressa ha un approccio molto empatico e spazia in vari ambiti per poter capire ed affrontare nel modo migliore il problema. E' stata una vera sorpresa.

Dott.ssa Luisa Muto

grazie, questo è uno sprone per quanti non provano un colloquio neanche una volta per timore di non trovarsi bene. In ogni caso il professionista si può cambiare in ogni momento e il primo incontro serve anche a capire se il cliente pensa possa rispondere alle sue esigenze. Grazie ancora


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Risposte ai pazienti

ha risposto a 7 domande da parte di pazienti di MioDottore

Salve a tutti, ringrazio anticipatamente chi mi aiuterà in questa circostanza.
Avrei bisogno di un parere esperto in merito a delle circostanze.
Convivevo fino a qualche giorno fa con la mia ex fidanzata. Abbiamo avuto una relazione di 2 anni e un paio di mesi, dove dall'inizio ci sono sempre sta...Altro
te molte difficoltà a causa dei nostri caratteri molto forti.
Cercherò di non prolungarmi molto, il primo anno è stato caratterizzato da molti litigi, dovuti soprattutto a causa di traumi passati che caratterizzavano il modo di vivere una relazione da parte sua. Dal canto mio mi sono sempre sentito attaccato e purtroppo, di conseguenza, ci sono state delle reazioni eccessive da parte mia (spesso ero pronto ad andarmene, a chiudere). Lei insisteva sempre ma io mi sentivo sempre oppresso dalle sue richieste. Dopo aver risolto questi problemi tra di noi, le cose sono iniziate ad andare bene, sempre con qualche sfaccettatura, ma da parte di entrambi tanti miglioramenti e soprattutto tanto sentimento. Ad un certo punto decidiamo di Convivere. Quest'ultima procede senza intoppi, ha rafforzato veramente tanto il nostro rapporto su tanti versi, siamo stati molto uniti. È capitato però, da parte mia, in un altro paio di occasioni che, a causa del sentirmi sempre criticato e sminuito, di rifare il gesto di farmi la valigia e dire di andarmene, ma alla fine non me ne andavo mai. Arriviamo a quest'ultimo periodo, dove lei ha deciso di mettere un punto alla nostra relazione per i motivi che seguiranno, per questo credo che tutta questa premessa sia importante. Cercherò di essere il piu oggettivo possibile nel descrivere come sono andate le cose.
Purtroppo lei subisce 2 lutti in famiglia a distanza di poco tempo, uno a dicembre ed uno ad inizio marzo.
Quest'ultimo soprattutto la tocca profondamente. Uno degli episodi chiave che hanno portato alla rottura avviene in conseguenza a questo. Qualche giorno lei viene avvisata dalla famiglia che da lì a breve la nonna ci avrebbe lasciato. Decidiamo di partire in giornata stesso, io però faccio il biglietto di ritorno in quanto sarei dovuto tornare a lavorare. Lei mi chiede il giorno della partenza se fossi potuto rimanere cercando un cambio al turno di lavoro. Io inizialmente rispondo "No" secco, in quanto, senza spiegarmi con lei, sul luogo di lavoro non vi era in quel momento una condizione di tranquillità nel chiedere questo cambio. Poi me lo richiede di nuovo ed io rispondo di nuovo di no secco. Il motivo per la quale dicevo di no è stato perchè, conoscendola, non volevo darle una speranza sul mio poter rimanere lì e poi magari sentirmi dire un no a causa di colleghi particolari presenti in quel momento, insomma non ero proprio tranquillo e propenso a chiedere questo cambio, ma comunque era in programma di farlo, in testa mia, con modi che non avrebbero permesso un No come risposta. Dopo un paio di ore eravamo in ospedale ed il padre di lei mi fa una sorta di discorso per provare a convincermi sul chiamare per chiedere il cambio, ed io gli rispondo dicendo che era gia mia intenzione farlo, ma spiegandogli la mia non serenità e quindi stavo cercando il modo ed il momento giusto. Faccio la mia richiesta e per fortuna mi viene data la possibilita di rimanere fino a qualche giorno dopo. Durante questo periodo mi sono impegnato molto a dare supporto a lei in primis, ed alla sua famiglia, andando a fare la spesa per loro (a spese mie), cucinando per loro e passando ogni momento possibile vicino a lei, anche passando giornate intere in ospedale. Una settimana dopo lei mi dice di esserci rimasta male in quanto mi hanno dovuto "convincere" di rimanere lì, inizialmente accusandomi di non voler rimanere. Io rispondo spiegandole che quello che sta dicendo per me è assurdo,lo testimonia quello che ho fatto mentre ero lì. Oltre a questo, in altri casi lei ha avuto la tendenza a sminuire spesso i miei gesti, anche a livello di attenzioni. Lei dice che io di carattere sono sempre stato freddo, e di tendenza io sono una persona che è molto piu propensa ai gesti che alle parole, ma per lei ho cercato di modificare anche questo mio lato, perche alla fine credo ci sia sempre margine di miglioramento, soprattutto dinanzi ad un sentimento forte. Dopo varie "critiche" subite, tendenti spesso a sminuire i miei gesti, arriviamo ultimamente ad un ulteriore litigio molto pesante, dove io ho reagito molto male, alzando la voce molto e, dopo aver visto una sua freddezza, dando un calcio forte ad un borsone che mi sono trovato davanti mentre uscivo dalla stanza. Le ho chiesto subito scusa per questo mio gesto e lei per questo ha deciso di chiudere in quanto dice di non fidarsi piu di un mio possibile cambiamento. Non sono entrato nei dettagli in quanto non vorrei provare in nessun modo a "giustificare" le mie reazioni, ma ho inizialmente insistito con lei dicendole che sono tutte cose risolvibili proprio perche lei sa di cosa siamo capaci insieme e che avremmo potuto superare anche questa. Insomma, lei ha messo un punto definitivo in quanto dice di non fidarsi piu su un mio possibile cambiamento. Io non sono d'accordo con lei in quanto credo che si, sicuramente la mia reazione è stata eccessiva, ma che di recente anche lei ne aveva avuta una simile e che, da questo, potevamo porci un ulteriore obiettivo di miglioramento. Io credo che, nonostante le tante difficoltà, in questa relazione eravamo molto affiatati e molto felici insieme. Infatti anche lei ha ammesso molti suoi errori scusandosi. Non sto insistendo e sto accettando la sua decisione, anche non essendo d'accordo.
Grazie a chiunque perderà questo poco tempo per aiutarmi sulla cosa migliore da fare, perchè credo sia veramente insensato chiudere una relazione con un sentimento così forte, ma per rispetto suo lo sto accettando Meno

E' difficile trattare una situazione da lontano perché io avrei mille domande da farle al fine di farle vedere delle cose che magari non vede o che le sfuggono per qualsiasi ragione.
Mi dispia...Altro
ce essere così dura, penso di poter consigliare a lei e alla sua ragazza, vista la mia esperienza, prima un percorso psicologico da soli e poi come coppia.
Una tale situazione non può essere mai risolta con una risposta.
Prenoti il primo colloquio ne resterà entusiasta.
LM Meno

Dott.ssa Luisa Muto

Sera, dal punto di vista sociologico da cosa può dipendere che la gente, benché consapevole esprimendolo anche verbalmente della malignità che una persona riserva a un'altra e che quest'ultima per loro stessa ammissione reputano una persona perbene, loro amica e che stimano a dismisura, a parità ...Altrodi eventi vissuti da entrambi tenda a essere di SUPPORTO della persona criticata e di non curanza della persona "stimata"? Porto degli esempi, intervento del marito di quella criticata, informano quella stimata che sarebbe il caso di farsi vivi. Intervento del marito della persona stimata, lo tengono per se senza informare quella criticata, nonostante si conoscessero. Altro esempio, si ritrovano a una cena, quella che loro dicono di stimare non viene invitata, quella criticata viene invitata e quando gli viene fatto notare la discrepanza ti dicono "se vuoi venire che ti posso dire, aggiungiamo un posto, però sappi ti pensiamo sempre". Quelle rare volte che sono usciti (entusiasti) con quella stimata si promettevano di non farlo sapere.. quando escono con quella maligna non hanno peli sulla lingua nel diffonderlo. Con la persona maligna non hanno coraggio di tenerla lontana o di darle possibilità di inquinare i loro rapporti con altre persone mentre con quella che stimano, una volta che si è stufata e ha cambiato aria, si permettono di darle della matta (solo perché non più disponibile nei loro confronti come li ha abituati). Se vedono la persona maligna fare un dispetto a quella stimata vanno da quest'ultima in privato con la pacca sulla spalla "ci dispiace per quello che ti sta capitando" , se quella stimata regala la sua totale indifferenza alla maligna, li vedi correre in soccorso di quest'ultima sussurrando a denti stretti a quella stimata "non ci si comporta così..". Essendo non una sola persona a comportarsi così, ma un gruppetto ampio, ergo non si tratta di carattere personale ma un discorso più ampio.. cosa induce questa gente a comportarsi in modo così ambiguo come se quella stimata non avesse diritto a essere riconosciuta mentre quella schifata viene rispettata? Potreste darmi qualche spunto comportamento per far si di invertire lo schema o quanto meno di spezzarlo? O l'unica cosa che si può fare è scappare lontano da costoro e crearsi nuove relazioni più appaganti, traendo dalla storia che nella vita per poter essere riconosciuto/rispettato è necessario solo essere infami e non gente per bene? Meno

Salve sig. Anonimo
si, come ha già capito da solo sono argomenti di psicologia sociale e antropologica, pertanto coinvolgono più soggetti ma soprattutto definiti e in un contesto diverso da quest...Altro
o. La sua curiosità non può essere soddisfatta in una risposta, visto che è oggetto di studi approfonditi accademici. Non si chieda il perché gli altri si comportano in un certo modo ma si chieda perché a lei da fastidio o perché frequenta queste persone o perché si trova in queste situazioni.
Lavori su se stesso, dobbiamo partire sempre da noi.
A presto LM Meno

Dott.ssa Luisa Muto
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