Dott. Giovanni Sinico

Psicoterapeuta, Psicologo clinico Altro

Ponte San Nicolò 1 indirizzo

Esperienze

Psicoterapia psicoanalitica, psicoanalisi individuale e di coppia. Sono Psicoanalista, membro ordinario SPI . Ho esperienza di oltre 25 anni nel trattare problematiche psicologiche importanti e invalidanti. Fra le vari problematiche mi occupo Di depressione, crisi di identità, sostegno psicologico per genitori e adolescenti , crisi di coppia, burn-out.
Altro
Esperto in:
  • Psicobiologia e Neuroscienze Cognitive
  • Psicodiagnostica
  • Psicologia Clinica
  • Psicologia Clinica-Dinamica
  • Psicoterapia
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Indirizzo

Dr. Giovanni Sinico
via Ugo Foscolo 17, Ponte San Nicolò

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ha risposto a 1 domande da parte di pazienti di MioDottore

Gentili Dottori,
Avevo scritto già tempo fa riguardo alla mia depressione e al sentimento che nutro per la specialista che mi segue. Avevo ricevuto da alcuni di voi risposte molto gentili, espresse con grande professionalità.
Io soffro di depressione maggiore da quasi 5 anni, scatenata da un problema lavorativo, mi ha poi travolto sotto ogni aspetto. Sono in cura con Anafranil presso il CSM di riferimento. Sono seguita da una psichiatra e da una psicologa. Una volta al mese circa. Per cui con la psicoterapeuta quando ci vediamo, difficilmente riprendiamo il filo del discorso. In realtà affrontiamo ciò che è successo nel mese..
Ripeto, le due specialiste si conoscono bene. Il lavoro oltretutto è d'equipe. Purtroppo oltre alla patologia, devo combattere con un sentimento molto forte che provo per la mia psichiatra. Sono ormai quattro anni. So che mi capirete, almeno voi. All'inizio abbiamo pensato al transfert. Ma è un sentimento diverso, forte e tenero. Provo spesso a dirmi che è immotivato, che la conosco superficialmente e non so niente di lei. Ma questo non è poi così strano. L'amore e l'attrazione nascono spesso così. Sono sposata, ho due figlie, ma è nato, verso una donna, senza sapere perché. È una questione chimica. Ogni volta mi emoziona sentire la sua voce da lontano, vederla passare. Vorrei solo abbracciarla, vorrei la sua amicizia, vorrei anche solo che mi parlasse come a una persona normale, non come alla "pazza di turno", paziente del centro.
Bene, una paio di anni fa ho chiesto e ottenuto di cambiare specialista. Volevo chiudere con questo sentimento "sbagliato". Ma essendo lo stesso csm comunque la vedevo. E alla fine mi mancava anche solo quell'ora ogni tanto in cui avevo il privilegio di parlare con lei. Così ho fatto finché non ho ripreso i colloqui con lei. Che comunque sono sempre professionali, niente di più. Sono molto molto timida.
Lei comunque lo sa. Gliel'ho fatto capire, mi ha risposto che è sbagliato, impossibile, che ci sono delle regole. Ma lo so bene!! È che non posso farci nulla..
Come da vostro suggerimento ne ho parlato alla terapeuta. La quale invece di prenderlo come spunto, ha tagliato corto dicendo le testuali parole: è sbagliato, è come se si fosse innamorata di un sacerdote. Non si può nemmeno pensare.
Come se fosse un abominio, come se fosse incestuoso, come se avessi detto un'eresia. Come se volesse "proteggere" la collega (molto più giovane di lei che ha 65 anni) da chissà quale male immondo. È solo affetto, sincero affetto. E non mi colpevolizzo più di tanto.
Allora mi sono chiesta se l'unica soluzione sia allontanarmi definitivamente da quel csm sperando mi accettino presso un altro centro per continuare ad essere seguita.
Purtroppo non mi sento in colpa (di quello no, di tutto il resto sì), è un sentimento vero, forte, resistente, dolce.
Questo si aggiunge al peso terribile della depressione la quale invece non genera altro che pensieri di morte.
Ovviamente non si può chiedere affetto a chi non ne prova.
Sarebbe meglio non vederla più, vero?
Ringrazio per l'attenzione, chiedo scusa se ho scritto sciocchezze.

Credo che lei descriva ciò che è accaduto in terapia e che dunque sarebbe meglio che lei prendesse coraggio per parlarne con la sua terapeuta, sarà sicuramente più di aiuto, le auguro buona riuscita

Dott. Giovanni Sinico

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