Esperienze
L’Analisi Transazionale, con il suo approccio umanistico, costituisce il fulcro del mio lavoro. Nel mio studio a Milano, lavoro con pazienti a partire dall'adolescenza, convinto che il valore dell’esperienza – professionale e di vita – sia una risorsa preziosa per chi cerca supporto psicologico.
Offro percorsi di psicoterapia individuale, di coppia e di gruppo, rispondendo con attenzione alle esigenze di ciascun paziente. Mi occupo principalmente del trattamento di disturbi d’ansia (fobie, attacchi di panico, ansia generalizzata), disturbo ossessivo-compulsivo, disturbi depressivi (dalla depressione maggiore a forme più lievi) e disturbi alimentari (anoressia, bulimia, binge eating)
Ho maturato un’esperienza clinica che mi consente di affrontare con competenza situazioni complesse, integrando approcci terapeutici su misura per ogni paziente. Credo nel valore di una relazione terapeutica autentica, fondata sull’empatia e sull’ascolto, che accompagni il paziente verso il benessere psicologico. Offro una prospettiva unica e completa per chiunque voglia intraprendere un percorso di crescita personale e consapevolezza.
Scegliere di iniziare una terapia è un passo importante. Prenota una consulenza per iniziare un percorso che possa rispondere ai tuoi bisogni. Sono lieto di far parte della piattaforma MioDottore, uno spazio che facilita l’incontro tra pazienti e professionisti della salute mentale.
Ti aspetto nel mio studio a Milano, per costruire insieme il tuo benessere psicologico.
Esperto in:
- Psicoterapia Analitica Transazionale
- Psicoterapia bioenergetica
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Punteggio generale
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B. D.
Ho avuto il piacere di essere seguita dal dott. Fabio Ricardi per due anni e non posso che esprimere profonda gratitudine per il percorso svolto insieme. Il dott. Ricardi si è dimostrato estremamente sensibile e attento, sapendo venirmi incontro nei momenti più difficili con grande empatia e professionalità. Grazie al suo supporto, sono riuscita ad affrontare problemi complessi, imparando a osservarli sotto una luce diversa e a conviverci in modo più sereno. La sua capacità di ascolto e il suo approccio equilibrato mi hanno fatto sempre sentire sempre compresa e accolta.
Chiara
Ho conosciuto il dottor Fabio Ricardi presso il centro Berne.
A seguito della prematura scomparsa della mia psicoterapeuta, colpita improvvisamente da una malattia incurabile, ho scelto di continuare la terapia con il dottor Ricardi.
Non è stato facile scegliere la persona con la quale continuare il mio percorso dopo un evento luttuoso cosi doloroso ma il Dottor Ricardi fin da subito mi ha trasmesso fiducia e serenità con la sua gentilezza, serietà e pacatezza.
Col tempo, con l’instaurarsi di una relazione terapeutica solida basata su un’alleanza costruttiva e proficua, ho avuto modo di validare le mie prime impressioni e di crearne altre ancora più positive.
Il suo ascolto empatico ha facilitato la mia espressione di bisogni ed emozioni e mi ha permesso. grazie alla sua professionalità e competenza, di superare un momento difficile della mia vita familiare acquisendo consapevolezze importanti e aiutandomi a costruire, passo dopo passo, nuove prospettive di vita.
G.
Ho seguito un percorso di terapia con il Dott. Ricardi al termine del quale ho avuto gli strumenti per affrontare al meglio quelle che, precedentemente, vivevo come difficoltà insormontabile. Il Dott. Ricardi è un professionista estremamente accorto alle esigenze del paziente, capace di far esplorare con delicatezza tematiche molto profonde. Oltre alla grande esperienza del Dott., ho apprezzato molto anche l’onestà intellettuale nel dirmi quando, a suo giudizio esperto, il percorso stava volgendo in positivo fino a ridurre e poi sospendere gli incontri. Porto tuttora gli strumenti di cui mi ha fornito il Dott. Ricardi per affrontare con serenità la vita.
B.
Sono stato paziente del dott. Ricardi la prima volta all' età di ventiquattro anni. Scettico per natura ho iniziato con poca fiducia a causa dei miei pregiudizi sulla psicoterapia. Il dott. Ricardi mi ha fatto svolgere alcune sedute individuali, e dopo un certo periodo ho iniziato la terapia di gruppo. Questo primo periodo è durato un paio di anni, e si è rivelato per me fondamentale. Sono tornato in terapia altre due volte a distanza di anni, ma per brevi periodi, e sempre con sedute individuali. Ho partecipato inoltre due volte a seminari di terapia della durata di un weekend ciascuno. Nel mio percorso ho potuto apprezzare la grande professionalità e competenza, la certezza del rispetto del segreto professionale, la cura e la dedizione del dott.Ricardi, alla fine divenuto un punto di riferimento per la mia vita, sempre e comunque all'interno del rapporto paziente -terapeuta: ora alla soglia dei cinquanta anni considero questa esperienza come un mio patrimonio personale
Emanuela
Ho avuto il privilegio di seguire un lungo percorso di terapia di gruppo e analisi con lui, che ha arricchito profondamente la mia vita. Questo cammino mi ha permesso di crescere personalmente e di osservare come il suo approccio attento e rispettoso abbia aiutato molte persone a superare difficoltà e a crescere. Ho apprezzato non solo le sue competenze tecniche, ma anche la capacità di mettere la persona al centro del percorso, ascoltando in profondità e cogliendo bisogni spesso inespressi. Grazie agli strumenti dell'analisi transazionale e a un'integrazione sapiente di metodi differenti, ho potuto comprendere e trasformare dinamiche interiori, affrontando il percorso in modo globale e coinvolgendo corpo, mente ed emozioni. Ogni intervento è stato un'opportunità di crescita e consapevolezza, rendendo questa esperienza unica e preziosa.
alessandra zanuso
bravissimo terapeuta, ho fatto con lui molte terapie di coppia perchè condividevo il suo approccio e il rispetto che vedevo esprimere nei confronti dei partecipanti alla terapia. La sua competenza e il suo studio dei vari approcci psicoterapici mi hanno permesso di allargare la mia visuale di Scuole che affrontano il corpo umano, sia sul piano fisico che quello psichico.
Ho saputo apprezzare Fabio quando mi ha intervistato riguardo a una collega e mi ha colpito la profondità delle sue domande che riguardavano non solo la collega stessa, ma anche l’orizzonte del panorama italiano dei vari approcci psicoterapici.
Risposte ai pazienti
ha risposto a 24 domande da parte di pazienti di MioDottore
Buongiorno, ho difficoltà di comunicazione con una persona a cui voglio molto bene che vive all’estero. Le difficoltà maggiori probabilmente sono dovute a come questa persona concepisce l’amicizia e a come la concepisco io. Più in generale al tempo e all’incostanza nella messaggistica da parte di questa persona. Spesso di fronte a domande significative come sapere se ha il piacere di farsi un saluto in videochiamata oltre là chat non trovo risposte. In realtà nel tempo con la modifica di alcuni miei comportamenti, lo scrivere meno e con meno frequenza, ha portato da soli messaggi a qualche vocale in cui però è sempre generico: parla del lavoro, delle difficoltà nella lingua, mi rasserena dicendomi che un giorno quando tornerà magari me lo farà sapere ma anche se torna è per brevissimo comunque di essere serena. Non ama che si possa accedere a lui in continuazione con messaggi desidera essere poco raggiungibile come persona e spesso si sottrae alla messaggistica il che ha portato spesso me a riscrivere. Ha detto che ha amici stretti che sente una volta all’anno. Sono riuscita a sentirlo in chiamata per gli auguri di compleanno dopo due anni. Nonostante le difficoltà e la lontananza nei suoi vocali mostra di tenerci all’amicizia ma appare evidente la difficoltà a stringerla. Non racconta nulla di sé rimanendo molto generico, mi disse che non ama raccontarsi e preferisce essere riservato. Mi ha detto di essere in un paesino vicino Zurigo, due anni fa mi disse Nord della Svizzera, ma se gli chiedo come si chiama per semplice affetto o amicizia, rifiuta di dirmelo. Non ho gli strumenti per comprendere i limiti che si pone con le persone che definisce suoi amici ma a me ne sta mettendo molti. Come posso favorire dei segnali di apertura che prima erano massimi ora minimi, ma comunque ci sono. Quando lo contatto una volta ogni due settimane si apre con un vocale, ma a volte capita che per mesi si astenga e ci siano messaggi asciutti. Vorrei favorire una apertura che tenga conto della distanza e anche capire i tempi di sviluppo dell’amicizia di questa persona. Mi disse, mi mette a disagio la videochiamata, non ti mentirò, di non chiedergli chiamate o videochiamate ma poi sono riuscita a sentirlo in chiamata per il compleanno. Sono una bellissima persona per lui, ci tiene a me, ma non sembra avere paura di perdermi eludendo domande. Spesso ho mandato foto di dove ero in vacanza e ha sempre apprezzato ma lui non manda sue foto o parlare di sé perché non sente il bisogno né il desiderio di condividere con gli altri. se volessi avvicinarmi al suo modo di essere come dovrebbe essere la comunicazione con lui? Con quale frequenza potrebbe apprezzare il mio contatto anziché ignorarlo?
All'ultima domanda con cui si chiude la tua lettera è quasi impossibile rispondere, perchè non conosco la persona di cui parli! Certo, dalla tua descrizione appare una persona che rifugge da ogni contatto intimo e vuole mantenere sempre una "distanza di sicurezza" con le altre persone,anche con chi, come te, vorrebbe davvero una maggior vicinanza."Gli voglio moltissimo bene"e "io sono una persona bellissima per lui"; ma allora perchè tanta distanza? Mi sembra davvero che tu debba ragionare con te stessa e chiederti quante energie e quanto tempo vuoi dedicare a questa persona, che si difende incessantemente da un contatto più intimo.
Salve,
sono una ragazza di 26 anni e sto con un ragazzo da 6 anni e di recente abbiamo deciso di convivere.
La nostra relazione ha sempre avuto degli alti e bassi, come tutti d'altronde, io con lui mi sento felice e bene, molto sicura e protetta.
Però entrambi siamo molto gelosi, lui particolarmente, ed è molto paranoico, non si fida completamente di me. Io ho avuto un passato orribile, con abusi e problematiche mie, non sono cresciuta in un contesto sano, pertanto posso capire che una persona possa avere paura.
Scrivo perchè sono molto turbata, lui ogni tanto mi accusa che io voglio altri, basta solo che uno faccia due parole con me, e lui comincia con le accuse o battutacce che mi fanno stare male. Tra l'altro lavoriamo insieme, quindi siamo sempre insieme.
Lui è una persona un po' anaffettiva, spesso ci sono momenti di distacco che mi fanno soffrire molto, la cosa che più mi fa soffrire sono i suoi dubbi sui miei sentimenti e le "accuse" dirette o indirette. Ieri è successa una cosa al lavoro, è entrato un autista di un corriere per consegnare un pacco, il mio collega dell'amministrazione ha pagato il contrassegno, e l'autista si è fermato a parlare con il mio collega. io lavoro al centralino, quindi ero seduta alla mia postazione per continuare con il mio lavoro, però questo signore ha cominciato a parlarmi e mi ha chiesto se dov'ero nata, io ho risposto perchè in quel momento non sapevo come gestire la cosa, la cosa mi ha creato enorme disagio, e questo autista ha cominciato a fare il cretino, tanto che gli ho risposto che ero impegnata e se n'è andato via. Il mio collega ha cominciato a dire a tutto l'ufficio che mi aveva difesa dall'autista, e anche questo mi ha dato fastidio perchè io mi difendo da sola e non ho bisogno che lo facciano gli altri. Il mio ragazzo però si è arrabbiato, ha cominciato a dirmi che devono essere sempre gli altri a difendermi, che io "flirto" con la gente, che io do corda alla gente, e mi ha detto che le ragazze serie già alla prima domanda mandano via i tipi, non rispondono alle domande, tanto più se è uno sconosciuto. Io in quel momento, non ho pensato che questo signore fosse malizioso e avesse quelle intenzioni, altrimenti avrei agito subito diversamente. Il mio ragazzo ora dice che vuole lasciarmi, perchè io non sono una ragazza seria, che gli fa stare male che io flirto o do corta agli uomini, che deve spigarmi lui di mettere apposto la gente altrimenti io di mio non lo faccio. Io gli continuo a spiegargli che non è vero che io non flirto con le persone, io sono sempre molto professionale e seria al lavoro. E sono seria anche fuori dl lavoro, a me non interessano gli altri, perchè io sono innamorata di lui e non di altri. Non farei mai vigliaccate del genere, mai, è veramente una cosa becera. Lui ora mi accusa di cose veramente brutte dicendo che a me interessano le attenzioni degli uomini, ecc. Che io do confidenza agli sconosciuti, io semplicemente faccio il mio lavoro, ed essendo a contatto diretto con clienti e autisti, delle volte si vedono veramente delle miserie, è già molto stressante doversi sempre difendere da tutti, perchè non si sa mai cos'hanno in testa certe persone ed ora devo pure difendermi dalle accuse del mio ragazzo, anche se penso che sia molto arrabbiato e non completamente lucido per capire il tutto. Scrivo comunque qui per capire cosa dovrei fare e come dovrei gestire il tutto, ieri gli ho detto che non succederà mai una cosa simile, e lui si è arrabbiato ancora di più, continua a dirmi che vuole stare con una persona che agisca perchè sente queste cose e non perchè glielo dicono gli altri, io non faccio le cose perchè me lo dicono gli altri, io sono una persona seria e non voglio fare la stupida o cavolate varie con nessuno, mi viene uno schifo terribile al solo pensiero, io non capisco perchè lui non lo capisce, inoltre tira fuori il mio passato e mi elenca tutti i miei errori, e mi dice che io sono sempre stata quel genere di ragazza e non una seria. Grazie
Capisco il tuo sfogo. Sinceramente, penso che tu abbia tutte le ragioni. Fai un lavoro di relazione col pubblico, cosa dovresti fare, metterti una maschera e non sorridere mai? Come facciamo a convincere il tuo fidanzato ad avere più fiducia in te? Forse, parlandogli con molta apzienza e delicatezza, ci riuscirai!
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