Esperienze

Mi sono laureata in Psicologia presso l’Università di Parma nel 2011, discutendo la tesi: “Indagine Psicofiosiologica e Analisi dei tratti di Personalità in un campione di studenti universitari”. Relatore: Prof.Carlo Pruneti.
Ha collaborato con il dipartimento di Psicologia dell'Università nella sezione di Psicofisiologia Clinica, svolgendo attività di psicodiagnostica. Mi sono poi perfezionata in Psicologia Clinico Forense frequentando il corso “ Esperto in audizione di minori vittime di abuso sessuale e maltrattamento” promosso a Parma dall'Accademia di Scienze Comportamentali e Cognitive in collaborazione con IESCUM Istituto Europeo, presentando la tesi “Testimoni invisibili: la violenza assistita in famiglia”, Relatore Prof. Carmelo Dambone.
Nel 2018 mi sono specializzanda in Psicoterapia presso l' Accademia di Scienze Comportamentali e Cognitive ASCCO a Parma. Ho partecipato ad alcuni workshop sulle diverse applicazioni dell'ACT (Acceptance and Commitment Therapy) basata sulla Mindfulness, Accettazione e Valori.
Attualmente svolgo la libera professione a Lucca: collaboro con lo sportello di ascolto del Centro Antiviolenza, collaboro con alcuni istituti scolastici in attività di ascolto e prevenzione del disagio per adolescenti, e, inoltre collaboro con studi legali privati e con il Tribunale di Lucca per le perizie in ambito psicologico. Svolgo la mia attività clinica presso il Centro di Psicoterapia Cognitivo Comportamentale “Pandora”.
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Attenta, dolce, delicata empatica incoraggiante puntuale e professionale

Dott.ssa Elisa Tenucci

Grazie, cerco di essere sempre attenta alle persone che si rivolgono a me!

M
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Persona disponibile,cortese, puntuale e sensibile.

Dott.ssa Elisa Tenucci

grazie, sono contenta che vi siate trovate bene!

A
Presso: Centro Studi Cognitivi Pandora psicoterapia individuale

È stato un bel percorso, che mi ha aiutata a ritrovare me stessa

Dott.ssa Elisa Tenucci

Grazie Anna, ne sono felice!

E
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Professionista preparata e di grande empatia. Comunicazione semplice e diretta.mi sono trovata molto bene.

Dott.ssa Elisa Tenucci

Grazie a te per esserti affidata!

B
Presso: Centro Studi Cognitivi Pandora psicoterapia di coppia

Professionale, attenta ai dettagli ed ai sentimenti, cruda e diretta quando serve senza mai essere offensiva, molto empatica, coglie anche ciò che non si riesce a volte ad esprimere, vuoi per emozione vuoi perché in quella situazione non riesci a descrivere il tuo stato d’animo. Ti mette davanti spunti su cui riflettere. La consiglio vivamente.

Dott.ssa Elisa Tenucci

Grazie Barbara, mi fa piacere che arrivi questo!

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Risposte ai pazienti

ha risposto a 2 domande da parte di pazienti di MioDottore

Buonasera
Sono una ragazza di 25 anni e ho una domanda riguardo il tema maternità.
Premetto che quando avevo 16 anni ho iniziato a fare la babysitter, fortunatamente con una famiglia in cui mi sono trovata benissimo sia con i genitori che con i figli. Il tempo mi volava con loro e mi ci sono affezionata tanto.
Dopo di loro ho iniziato a tenerne altri, con alcuni andavo più d'accordo, con altri meno, alcuni proprio non li sopportavo (e quando non sopportavo i bambini puntualmente non sopportavo nemmeno i genitori). Altra premessa, ho fatto il liceo delle scienze umane e dopo di che ho fatto 2 anni di scienze dell'educazione, che poi ho lasciato perché ho capito anche grazie a un tirocinio svolto in un asilo nido (esperienza che ho odiato, letteralmente, non vedevo l'ora di uscire) che non mi piaceva il mestiere di educatrice, in nessuna forma. Ora sto studiando tutt'altro, e sono molto felice della mia scelta. Tuttavia, purtroppo in questi anni ho dovuto e devo tuttora lavoricchiare mentre studio e, tranne in qualche occasione in cui ho trovato qualche lavoro diverso, quello che mi ritrovo sempre a fare sia per maggior elasticità di orari che di facilità nel trovare il lavoro, è la babysitter.
Ora dopo tutta questa premessa la mia domanda è: dato che ho notato che in questi anni il mio interesse/amore per i bambini è diminuito sempre di più, fino ad oggi in cui mi sembra quasi di non sopportare i bambini, è possibile che questo voglia dire che io non voglia/debba avere figli? Fino a qualche anno fa mi piaceva anche stare con i bambini, ma ora mi viene male al solo pensiero di dover fare ciò che faccio per qualche ora, per tutta la vita (e nel frattempo lavorare, occuparmi di tutto il resto, e via cosi). Non ho voglia di giocare con i bambini, a volte, suona strano dirlo, ma mi stanno quasi antipatici nei loro modi di parlare e giocare. Mi stupisce questa cosa anche perché sono sempre stata brava con i bambini, e soprattutto ho sempre desiderato ardentemente una famiglia numerosa, e ora invece ho davvero grossi dubbi sul mio desiderio di maternità. Oltretutto io e il mio ragazzo con cui stavo da parecchi anni ci siamo lasciati anche perché lui non voleva figli e io si.
Tutto questo mi confonde e mi spaventa, cosa ne pensate voi? So che non potete dirmi voi cosa voglio o penso io, ma magari potete aiutarmi a fare chiarezza.
Vi ringrazio molto in anticipo

Carissima, mi sento di dirti che non esiste un dictat per cui bisogna scegliere a priori se vogliamo diventare genitori oppure no. I nostri valori, ovvero le scelte di vita che si riferiscono alla qualità delle azioni e dei comportamenti che intraprendiamo nei diversi ambiti della nostra vita, dalle relazioni intime, al lavoro, alla famiglia, a noi stessi, etc, variano nel corso della nostra vita, non sono immutabili. Quindi ci può stare che prima tu sentissi più forte il desiderio di maternità, vuoi per la presenza di una relazione stabile, vuoi per la presenza della passione e naturalezza nel lavorare con i bambini, e poi che tu sia stata esposta ad una sorta di "Burnout", non gradendo alcune famiglie o non riconoscendoti nella struttura dove hai svolto il tirocinio. E quindi? in questo momento hai altre priorità, ed è giusto e sano, viviti con maggior serenità questa nuova fase della tua vita, qualora ti si presenti la necessità di scegliere se diventare genitore o meno, rivolgiti nuovamente la domanda e potresti sorprendere della naturalezza con cui ti verrà la risposta, ma ad oggi, se non è necessario avere oggi una risposta, perchè dedicarci tutto questo peso? Ascoltati e accogli i tuoi bisogni nel tuo presente.
Se tu avessi bisogno rimango a disposizione.
Dott.ssa Elisa Tenucci

Dott.ssa Elisa Tenucci

Buonasera,
circa due mesi fa conosco un ragazzo con cui si avvia molto naturalmente una frequentazione. Prima di incontrarlo sono stata sola quasi 3 anni, più o meno volontariamente, quindi ci metto un po' a lasciarmi andare emotivamente, ma poi tutto procede bene, anche sul lato fisico.
Iniziano ad esserci piccole proposte e idee a breve termine per fare esperienze insieme ecc.

Purtroppo circa 3 settimane fa inizia ad avere problemi di ernia discale (ne soffre da anni, ma prima bastava stare a riposo un paio di giorni sotto antinfiammatori). È ancora in fase acuta e i medicinali non fanno effetto. È già in contatto con i professionisti del caso, tra qualche giorno dovrebbero fargli la prima infiltrazione di cortisone.
Lui è un tipo molto dinamico (escursioni, sport.. ) e la sta vivendo male.
Se leggo su internet pare che sia un problema sì diffuso ma anche invalidante a diversi livelli... chi "guarisce", chi convive col dolore cronico, chi perde il lavoro ecc.

Io sono completamente spiazzata. Ne ho passate parecchie nella vita e adesso mi sembra solo l'ennesima batosta. Mi dico che ho avuto un mese di serenità, di aria nuova, di entusiasmo, e adesso questa.

Lui si è inevitabilmente raffreddato, vuole vedermi ma è anche annichilito dalla situazione, preoccupato e frustrato. Non sa quando potrà tornare a lavorare e non ci sono i criteri per l'operazione (che comunque lui non vuole, ad oggi, fare).

Io in tutto ciò quando lo vedo cerco di portargli leggerezza, ma non ci conosciamo da anni, non sono la sua compagna e conoscersi in queste circostanze mi porta ad avere timore che tutto finisca o che ci saranno mesi di sofferenza.
Come si fa ad andare avanti così? So che è lui quello che soffre ma io oscillo tra la paura di perdere il bel feeling instaurato, la paura che si allontani, la paura di non sapere come stargli accanto.
Possono due persone conoscersi in una fase come questa?

Grazie per chi vorrà darmi qualche spunto di riflessione o qualche incoraggiamento.

Maura

Buonasera Maura, grazie per la sua condivisione. Quello che, a mio parere, è più funzionale chiedersi, non se sia giusto o se sia possibile conoscersi una fase di vita in cui uno dei due affronta una "malattia", ma piuttosto, cosa comporta per lei affrontare e approfondire la conoscenza in questo momento? Come vive questa cosa? Vuole andare o restare? Cosa sente più giusto per lei in questo momento? Non voglio istillare altri dubbi ma fornire uno spunto di riflessione e/o un punto di vista diverso da quanto espresso dagli altri colleghi. Resto a disposizione, nel mentre le auguro il meglio! Dott.ssa Elisa Tenucci

Dott.ssa Elisa Tenucci

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