Sono il Dott. Castello Alfonso, dottore in psicologia dinamica clinica e di comunità presso la Federico Secondo di Napoli. Negli anni faccio esperienza nel sociale in diverse strutture per tossicodipendenze, prima , istituti educativi e centri per minori a rischio, poi. Per alcuni anni mi sono occupato di autismo, infanzia, di adolescenza a rischio e disabilità. Attualmente mi occupo anche di terapia di coppia, disagi esistenziali, di disturbi dell'umore, della personalità e della condotta alimentare.
In parallelo con il percorso universitario, conseguo un diploma come musico-terapeuta presso la scuola Carlo Gesualdo di Avellino.
Seguo e conduco diversi ritiri di autoconoscenza e terapia di gruppo. Dalla Gestalt therapy tradizionale, passando per le Arti terapie, alla psicologia transpersonale e la Psicosintesi terapeutica.
Adoro la filosofia intesa come scienza e arte del saper vivere, e non solo del saper conoscere e domandarsi. Le domande vere sono molto rare, perché oltre a non contenere la risposta al loro interno sono capaci di mettere in moto le coscienze e ridimensionare le corazze caratteriali.
Credo che la psicologia oggi debba occuparsi anche di tematiche sociali e politiche, per educare le masse a non sottostare a condizionamenti, mentalità, ideologie, dinamiche manipolative da cui derivano stili di vita capaci alla lunga di generare il disturbo psichico. Considero la psicoterapia un'arte maieutica, atta a far emergere risorse quanto criticità latenti in ciascuno/a, fino a far esprimere il massimo potenziale.
Sono molto grato alla formazione pluriennale presso la Bottega, Accademia di Gestalt di Mimmo Ciavarelli ,di Napoli, che mi ha trasmesso un'idea ed una pratica terapeutica del qui ed ora, intesa come prassi del divenire. Cosi come alla Società italiana di Psicosintesi terapeutica per l'enorme dono ed eredità di Roberto Assagioli. Ogni seduta è un nuovo incontro, un'opportunità per creare un campo armonico e far emergere nuove scoperte. Sapersi affidare al vuoto fertile di ogni incontro autentico, con quello che si è, e con l'altro da sé. Per imparare a divenire, insieme, quel che si è nel profondo. La creatività non va allenata, piuttosto liberata.
Credo nel mio lavoro, nella mia inclinazione personale e naturale al servizio e alla relazione di aiuto.