Esperienze

Sono uno psicoterapeuta che ha fatto della "messa in continuità" tra mente e corpo, tra stati ordinari di coscienza e non, tra mondi culturali diversi, il proprio metodo di lavoro, nell'offrire una presa in carico rispettosa e attenta. Oggi più che mai c'è bisogno di interventi terapeutici che possano inserire l'ascolto accogliente della persona all'interno di visioni terapeutiche ampie, capaci di dialogare con altri professionisti della cura (dal medico di base allo specilista, dall'agopuntore all'antropologo medico, dal biologo nutrizionista all'osteopata ) in maniera integrata e alla luce delle più recenti ricerche nei vari ambiti disciplinari.
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Colloquio psicologico (descrizione) • 70 €

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Si tratta del primo colloquio conoscitivo, in cui psicoterapeuta e futuro paziente si incontrano per la prima volta. Dal momento che è importante potersi permettere di scegliere il proprio terapeuta e in alcuni casi non è detto che il primo professionista scelto si riveli essere quello idoneo, il prezzo del primo colloquio è fortemente calmierato. Laddove si dovesse presentare una incompatibilità, sarà mio compito aiutare la persona ad essere indirizzata adeguatamente verso un ulteriore professionista.

I professionisti sanitari ed i centri medici sono responsabili dei prezzi mostrati e delle informazioni correlate. MioDottore non determina né influisce sui prezzi che vengono mostrati.

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Risposte ai pazienti

ha risposto a 24 domande da parte di pazienti di MioDottore

Io ho paura di scoprire di non voler cambiare davvero.
Ho alle spalle anni di psicoterapia, tra una settimana ne inizierò una nuova.
Mi sono sentita dire la qualunque:
"Non sei pronta per cambiare"
"Non lo vuoi davvero"
"Cerchi solo attenzioni"
"Torna solo quando avrai davvero voglia di cambiare"
"Chiedi aiuto"
"Parlane con un amico"
"La psicoterapia non è obbligatoria"
"Vai da uno psichiatra"
"Ma cresci una buona volta!"
"Svegliati!"
"Sei una buona a nulla"
"Non servi a niente"
"Poniti degli obiettivi"
"Affronta le tue paure"
"Le paure si superano guardandole in faccia"
Io mi sento così sola, non so più come devo chiedere aiuto, se sto ferma dove sono non va bene, se chiedo aiuto non va bene, cosa devo fare?
Mi parlano di buona volontà, determinazione, coraggio, positività, tutte cose che a me mancano, io mi sento come un sacco della spazzatura, un rifiuto che non serve a nessuno e che anzi da fastidio, pretendono che io mi tiri fuori dai miei problemi, è difficile...e non c'è altro modo.
Ditemi che ho speranza di poter migliorare e uscire da tutto questo vi prego, c'è qualcuno che può darmi una mano sul serio?
Spero che questa nuova psicoterapia mi aiuterà, ma ho tanta paura che possa fare la stessa fine delle precedenti.....
Aiutatemi vi prego!

Cara utente,
mi spiace sentirle raccontare quanto lei descrive. Molte delle frasi che riporta non le ho mai sentite pronunciare da dei colleghi: magari è solo fortuna... ma non tutti i professionisti riescono col buco, un po' come le ciambelle. Se sta utilizzando sempre lo stesso indirizzo psicoterapeutico (stessa scuola o tecnica) il consiglio vivissimo è di rivolgersi a qualcosa di completamente diverso.
Un in bocca al lupo e un caro saluto

Dott. Alessandro Pacco

Salve.39 anni , da un paio d'anni sto affrontando un percorso di psicoterapia con la mia psicologa all'inizio per problemi legati al mio stato di apatia diffusa e al mio stato di totale indecisione e mancanza di voglia di relazionarmi con gli altri . Dopo il COVID questi problemi possiamo dire che si sono amplificati , tuttavia tutte le volte che faccio notare come le misure attuali stiano peggiorando la mia situazione in quanto giustamente sono misure illegittime che costringono la gente a vivere perennemente nello stress, la dottoressa mi scarica da una psichiatra consigliandomi di fare una terapia di psicofarmaci da unire per così dire a quella psicologica classica . Ovviamente di questo parleremo in seduta , anche se mi pare ovvio l'atteggiamento di prendere per pazzi tutti coloro che non accettano misure di questo tipo o comunque per chi manifesta forti disagi psicologici legati ,come causa, proprio a questo clima. Mi sentivo in una condizione di emarginato anche prima , ma dal momento che anche gli psicologi abbandonano chi non si allinea al sistema direi che sono rovinato. Che fare?

Normalmente i momenti di sfiducia vanno riportati nel contesto terapeutico dal momento che, come suggeriscono molti colleghi, fanno da propulsione a possibilità trasformative, prima all'interno del setting terapeutico e poi, ci si augura, nella vita. Quindi anche io la invito a questo primo passaggio. Se tale passaggio non funzionasse, occorre tenere presente che siamo in un momento particolamente complesso, in cui la regola aurea della psicoterapia (il terapeuta può portare il paziente fin doveil terapeuta stesso è arrivato) non è mai stata così valida. La gestione amministrativa della COVID19 ha impattato sul contesto sociale e sul mondo in maniera massiva e, come a tutti, anche alcuni terapeuti possono aver incontrato forti criticità e non averle potute lavorare. Ad esempio alcuni terapeuti che credono che la stanza di colloquio sia staccata dal contesto sociale, possono aver avuto difficoltà ad integrare i cambiamenti recentemente avvenuti; alcuni che non hanno mai avuto esperienza di "sopravvivenza" possono essersi trovati per la prima volta davanti alla paura che il loro mondo possa finire e esserne tuttora in balia; altri possono non aver prima d'ora mai toccato con mano cosa vuol dire la pressione autoritaria di un governo, nel momento in cui, per buoni o cattivi motivi, inizia a farsi sentire. Quindi, se il primo passaggio non andasse a buon fine, la invito a provare a trovare uno spazio in cui si possa ritrovare una adeguata fiducia e una possibilità di lavoro. Cordiali saluti

Dott. Alessandro Pacco
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