Esperienze
L’utilità delle emozioni ai tempi del COVID_19
1) In questi giorni si è sentito spesso parlare di “epidemia emozionale”, di cosa si tratta?
- Sicuramente l’epidemia del corona virus ha portato con sé una forte ondata di emozioni che possono arrivare a creare un sovraccarico emozionale importante. Le emozioni si trasmettono facilmente, in particolar modo nei tempi dei social media che permettono la diffusione in tempo reale di pensieri, e di conseguenza di emozioni. i social diventano una cassa di risonanza che amplifica e trasmette le emozioni e le persone arrivano ad influenzarsi l’una con l’atra e si verifica dunque un vero e proprio “contagio emotivo”. Non bisogna pensare però, che questo contagio emotivo possa avere solo un risvolto negativo, in quanto le emozioni, siano esse positive che negative, hanno sempre un’utilità, non esistono emozioni senza uno scopo. Le emozioni ci informano sul rapporto con il ns ambiente di vita e sono sempre in relazione agli scopi che vogliamo raggiungere. Le emozioni dunque hanno una funzione adattiva e regolativa che ci permette di affrontare nel modo più adatto tutte le situazioni in cui ci possiamo ritrovare aiutandoci a compiere delle scelte sul nostro comportamento. Per cui possiamo affermare che il dilagare delle reazioni emotive sono l’espressione della capacità di risposta del ns organismo, e se vogliamo rappresentarci la società come un organismo vivente, il contagio emotivo può essere considerato come la risposta dell’organismo sociale.
2) Quali sono le emozioni che più facilmente possono sorgere in questa situazione di difficoltà?
- naturalmente in una questa situazione di incertezza e preoccupazione possono sorgere facilmente emozioni negative come l’ansia, la tristezza e la paura, per cui è normale che davanti ad un pericolo come l’infezione da coronavirus si possano sperimentare emozioni di questo tipo. Come ho detto prima però dobbiamo pensare che non esistono emozioni senza uno scopo, e in un momento di emergenza come questo, la parte del ns cervello emotivo diventa il ns sistema di difesa, dunque vivere ansia e paura ci può creare disagio, ma nello stesso tempo permette di tenerci lontano dal pericolo. Se l’essere umano non avesse paura di nulla, non sopravviverebbe, la paura e l’ansia ci mettono in allerta, ci rendono attivi e pronti a reagire al pericolo, sono funzionali alla preservazione della specie umana, potenziano la ns capacità di difesa sollecitando attenzione e cautela.
3) Quale è la differenza tra l’emozione dell’ansia e della paura?
- Come abbiamo detto in precedenza queste due emozioni sono quelle che possono sorgere più facilmente di fronte a questa situazione difficile e incerta, la differenza la possiamo trovare nella diversa rappresentazione del nemico, quando proviamo paura è perché abbiamo ben chiaro in mente di cosa abbiamo paura, dunque sappiamo bene quale è il nemico da cui ci dobbiamo difendere o fuggire o evitare, l’ansia invece può essere definita una paura anticipatoria, in quanto l’oggetto reale da temere non c’è, proviamo paura prima che il nemico si manifesti, il nemico ci è ignoto, è invisibile, non sappiamo cosa o chi è. Questo periodo di emergenza sanitaria è particolarmente caratterizzato da instabilità che crea ansia perché nessuno sa ancora quanto questa situazione di allarme possa durare effettivamente, inoltre il corona virus può essere definito “ignoto” perché non sappiamo ancora come sconfiggerlo e da dove deriva, e per di più è un nemico invisibile. Dunque ansia e paura, in questo caso, hanno lo scopo di proteggerci dalla minaccia del contagio del Covid-19, e ci aiutano a mettere in atto i comportamenti più opportuni per evitare il contagio, anche attraverso il rispetto delle norme che ci sono state imposte dal governo per non propagare il contagio.
4) Quali possono essere i pericoli o le degenerazioni di queste emozioni?
- Quando si entra nel ciclo dell’ansia è necessario fare attenzione a due attività mentali che possono far in modo di rimanere agganciati ai nostri pensieri in modo patologico, queste attività mentali sono il rimuginio e la ruminazione che consistono in processi di pensiero ripetitivi, negativi e molto spesso inconcludenti. Per quanto riguarda il rimuginio è un tipo di pensiero che è rivolto al futuro, si pensa continuamente a cosa succederà a cosa si potrebbe fare per affrontare o evitare fatti spiacevoli, la ruminazione è invece rivolta al passato, si pensa a cosa si sarebbe potuto fare o come ci si sarebbe dovuti comportare per evitare una certa situazione. La cosa importante da avere bene in mente è riconoscere che questi pensieri si inseriscono nella nostra mente in modo automatico e sono frutto di emozioni come l’ansia o la paura e diventa necessario cercare di allontanarsi da questa attività mentale aggrappandosi alla parte razionale del nostro cervello. Diventa importante inoltre riuscire ad evitare 2 di quegli errori che possono essere messi in atto in questa situazione di incertezza, cioè sottovalutare il problema negandolo, oppure sopravvalutare il problema facendosi prendere dal panico.
5) OMS ha parlato di “infodemia” di cosa si tratta?
- Per infodemia si intende “epidemia di informazioni” cioè un eccesso di informazioni che diventa un mare in cui diventa difficile discernere le notizie corrette da quelle che non lo sono. In aggiunta, non tutte le persone hanno gli strumenti per fare un’analisi critica e può diventare difficile capire come comportarsi. Questa mole enorme di notizie può contribuire all’aumento di ansia e paura, ma è necessario cercare di riconoscere le cosiddette fake news da quelle vere.
6) Come si può affrontare questo aspetto?
- Rimanere costantemente connessi ai social o anche solo alle trasmissioni di informazione o di dibattito televisivo, ci si ritrova sommersi da continue informazioni, e molto spesso queste informazioni non sono convergenti tra loro e quindi contribuiscono in modo sostanzioso all’aumento della sensazione di smarrimento. La continua informazione ha un forte costo emotivo. La prima cosa da fare è quella di evitare la ricerca compulsiva di informazioni. Abbiamo visto che provare paura o ansia per sé o per i propri cari davanti ad un rischio nuovo come il coronavirus è normale e funzionale, per cui un controllo continuo delle informazioni in cerca di una rassicurazione è un comportamento legittimo e comprensibile, ma la cosa importante da fare è quella di documentarsi e di diffondere notizie basandosi solo fonti informative ufficiali e affidabili che risultano essere aggiornate e accreditate, ad esempio fonti come il Ministero della salute, oppure l’Istituto Superiore della Sanità, la Protezione Civile, o il Sistema Sanitario Nazionale o Regionale, sono tutte istituzioni all’interno delle quali lavorano con rigore e attenzione persone specializzate ed esperte per diffondere notizie sulla situazione e sui suoi sviluppi. Questo aspetto dovrebbe essere recepito come una responsabilità personale e può diventare un servizio davvero utile e importante per la collettività. Diffondere notizie false, anche se non consapevoli, può contribuire ad aumentare il senso di smarrimento e di ansia e di paura, in particolar modo in quelle persone che sono già predisposte a questi vissuti, ma anche in tutti noi che ci troviamo in una situazione davvero nuova, incerta e fuori dal normale. Un consiglio è quello di evitare di tenere la tv costantemente accesa e restare costantemente connessi al problema, prendersi una pausa di almeno due o tre ore tra un momento informativo e l’altro, il nostro cervello ha bisogno di elaborare le informazioni che riceve, e per questo ha bisogno di tempo, non deve solo immagazzinare informazioni, ma deve anche individuare strategie per affrontare i problemi o le situazioni.
7) Qualche consiglio dal punto di vista psicologico?
- A questo proposito, l’Ordine degli Psicologi Nazionale ha elaborato un vademecum sui comportamenti da mettere in atto in questo momento così delicato per la nostra società. Vuole essere un contributo per riflettere ed orientare al meglio i nostri pensieri, emozioni e comportamenti individuali e collettivi di fronte al problema Covid-19. Sono dunque consigli sui comportamenti da adottare che potrebbero fungere da “contagio positivo” se tutti noi li adottassimo. Questo vademecum si può trovare facilmente in internet, invito tutti a cercarlo e farne tesoro, come si suol dire.
Un aspetto importante che vorrei sottolineare, e che troverete nella parte finale del vademecum, è quello della ricerca di aiuto, molto spesso le persone si vergognano a cercare un aiuto, pensano che andare da un professionista come lo psicologo, sia un segno di debolezza di carattere e che devono farcela da soli per dimostrare chissà cosa o chissà a chi. Io faccio spesso questa considerazione, quando abbiamo un problema che riguarda le nostre ossa, andiamo dal medico specializzato in ortopedia, quando abbiamo problemi con il cuore andiamo dal cardiologo, allora perché quando abbiamo problemi con i ns pensieri o con la nostra mente non andiamo dallo psicologo? In generale, ma specialmente in questo momento per quanto riguarda che la paura o l’ansia se si pensa siano eccessive e creano disagio non bisogna avere timore di parlarne e di chiedere aiuto ad un professionista. Gli Psicologi conoscono questi problemi e possono essere di aiuto in modo competente. Ci sono momenti in cui chiunque può avere bisogno di un sostegno, anche solo per avere le idee più chiare su ciò che proviamo e gestire meglio le nostre emozioni, o anche solo per conoscerci meglio. Questo non deve farci sentire “deboli”, bisogna pensare che stare bene con noi stessi ci permette di stare bene anche con gli altri, e ci permette di conseguenza di far stare bene anche le persone che ci stanno vicino e che condividono i nostri vissuti e le nostre esperienze.
8) Cosa si può fare in pratica?
- Oltre a non farci sopraffare dalle informazioni, come abbiamo già detto in precedenza, che rimane un consiglio importante, si può cominciare a guardare alla realtà dei fatti con uno sguardo fiducioso facendo lavorare la parte cognitiva del ns cervello, ad esempio pensando al Governo e al personale sanitario come i medici o gli infermieri che stanno lavorando e mettendo in atto una serie di azioni e precauzioni per contenere il contagio e salvaguardare la nostra salute. Queste persone si stanno muovendo in modo sensato e corretto dal punto di vista scientifico, e la decisione delle misure di contenimento del contagio ha proprio questo scopo.
E’ importante anche cercare di non trasmettere ansia ai bambini, raccontare loro cosa sta succedendo con parole semplici e chiare. I bambini hanno una buona capacità di elaborare le informazioni che gli vengono proposte, ma hanno anche una buona capacità di distrarsi facilmente con giochi e attività, per questo motivo è una bona pratica quella di sfruttare il tempo che abbiamo a disposizione in questo momento, che spesso nelle famiglie non si ha, per giocare e fare attività anche manuali, dando spazio alla creatività dipingendo, facendo bricolage, cucinando o fare giardinaggio insieme a loro.
Utilizzare in modo consapevole la tecnologia per non sentirsi soli, fare videochiamate o chat con skipe o whatsapp con amici, parenti, i social diventano un ottimo mezzo di socializzazione in una situazione di isolamento come questa. Insomma riscoprire il valore delle relazioni, è possibile e forse è anche più facile nei periodi di difficoltà.
9) Come possiamo concludere questa ns chiacchierata?
- Concluderei con l’affermazione che l’uomo è un essere razionale, ma nello stesso tempo emotivo, la sua razionalità ha però dei limiti che sorgono in situazioni di incertezza, in queste situazioni la parte emotiva potrebbe prevalere, è necessario avere la capacità di gestire le emozioni con la consapevolezza dello scopo che hanno e cercare un equilibrio tra la razionalità e l’emotività.
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Racconto la mia storia, primo episodio nel 2015 un tunnel buio, decisi di curarmi con daparox nel giro di due mesi, mi sono rimesso in sesto, nello stesso anno (autunno) ho avuto una ricaduta, riprendo il farmaco è sotto Natale sparito tutto, per poi arrivare nel 2017 ricaduta curata sempre nel giro di un paio di mesi, primavera 2019 stessa cosa, riprendo la cura dopo un peggioramento dovuto al farmaco come giusto che sia, rivedo la luce, durante questo periodo ho avuto un lutto a settembre mia mamma, un male in due mesi L'ha portata via, pensavo di esserne uscito definitivamente, invece ora sono un paio di giorni che è tornato il pensiero/paura nel momento in cui penso al futuro, sarà dovuto anche a questo periodo di clausura, da premettere che riesco a fare tutto e ci sono momenti in cui non penso e sono sereno, vorrei superarlo una volta per tutti cerco un disperato aiuto grazie
Carissimo, la sua sofferenza arriva in modo forte e chiaro, come già accennato dai miei colleghi, l'azione farmacologica è importante ma non può bastare, in particolar modo in questo momento difficile per tutti. Sarebbe sicuramente necessario seguire un percorso di supporto psicologico mirato ad affrontare la situazione di difficoltà che sta vivendo in solitudine.
Salve,ho 24 anni e da un mese soffro di insonnia.Preciso che lavoro spesso di notte e quindi ciò ha influito ad accentuare il disturbo a cui poi si è aggiunto uno stato d'ansia e paura di non dormire.Prima d'allora non avevo alcun tipo di disturbo dell'umore, ma da due settimane comincio ad essere depresso,vedo tutto nero,sono profondamente triste e mi sento disperato.Sembra che più nulla possa darmi piacere.Secondo voi è una conseguenza del poco sonno e della frustrazione dovuta alla situazione oppure è un caso di depressione endogena?
Sono d'accordo con tutti i miei colleghi che mi hanno preceduto. Ma sicuramente sarebbe opportuno parlare con uno psicologo/psicoterapeuta per indagare sulle sue sofferenze che hanno come conseguenza i problemi del sonno.
Un caro saluto
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