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Dott. Tullio Tinti

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27/02/2024

Esperienze

Dal 1995 mi occupo di aiutare persone in difficoltà. Oggi lo faccio in qualità di psicologo ma, per moltissimo tempo, ho lavorato come educatore e counselor professionale. Sono anche laureato in filosofia e, per oltre 20 anni, ho tenuto docenze dedicate a epistemologia e teoria della complessità.
Come psicologo e psicoterapeuta mi rivolgo ad adulti e adolescenti, singoli, coppie, famiglie e gruppi.
Offro sostegno psicologico agli adulti che stanno affrontando un periodo di crisi a causa di problemi affettivi, sessuali, lavorativi o familiari.
Offro supporto ad adolescenti e preadolescenti che non si sentono capiti, che vivono in famiglie problematiche, che ritengono insensati i discorsi sul futuro o che sentono di essere diversi dai loro coetanei.
A chi soffre d'ansia, attacchi di panico, fobie, somatizzazioni, pensieri ossessivi, disforia di genere, disturbi dell'umore o del comportamento alimentare propongo sedute di psicoterapia che integrino e completino l'eventuale intervento medico e farmacologico.
Alle coppie (eterosessuali o queer) e ai genitori in crisi propongo percorsi di terapia di coppia o di terapia familiare.
Alle persone che soffrono di disturbo post traumatico propongo, tra varie alternative, la possibilità di rielaborare i ricordi traumatici utilizzando il protocollo EMDR.
Ho anche un’esperienza ultraventennale nel campo del coordinamento, della formazione e della supervisione di singoli ed équipe attivi in campo sociosanitario. Mi rivolgo pertanto sia a singoli operatori, sia a gruppi impegnati nel settore, offrendo formazione, supporto psicologico, supervisione individuale e supervisione di gruppo.
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A
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Presso: Centro di Psicologia Il Cavedio - Sanremo psicoterapia

Molto cordiale e puntuale. Lo studio era molto ben arredato e mi ha fatto sentire a mio agio.

A
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Presso: Centro di Psicologia Il Cavedio - Sanremo colloquio psicologico

Serenità, accoglienza e ascolto sono la base di ogni cura psicologica e posso dire che il Dottore le rispecchia completamente.

A
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Presso: Centro di Psicologia Il Cavedio - Sanremo colloquio psicologico

Una persona molto accogliente che alla fine della seduta ha fatto subito il punto della situazione.
Considerando che era il nostro primo incontro....decisamente colpito e soddisfatto. Grazie

S
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Presso: Centro di Psicologia Il Cavedio - Sanremo colloquio psicologico

Mi sono rivolta per la prima volta al dottor Tinti perché stavo vivendo un periodo delicato della mia vita e ho sentito fin da subito la sua delicatezza nel saper ascoltare e la sua forte empatia, oltre alla professionalità. Una grande persona oltre che un grande terapeuta.
Consigliatissimo.

B
Appuntamento verificato
Presso: Centro di Psicologia Il Cavedio - Sanremo psicoterapia individuale

Dott professionale e attento. La puntualità nelle sedute e nelle risposte, non è mancata nemmeno una volta. Con lui ho iniziato il mio secondo percorso dallo psicologo e posso dire di essermi trovata finalmente bene, nelle mani di una persona preparata ed empatica.

M
Appuntamento verificato
Presso: Centro di Psicologia - Ventimiglia sostegno psicologico

Mi sono sentita accolta e supportata nel mio percorso di sostegno e supervisione.

P
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Presso: Centro di Psicologia Il Cavedio - Sanremo sostegno psicologico

Estrema competenza e disponibilità.
Soprattutto, persona ancor prima che dottore.

S
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Presso: Centro di Psicologia Il Cavedio - Sanremo sostegno psicologico

Il dott. Tinti é un professionista serio e preparato, empatico ed efficace nella comunicazione, attento nell'ascolto. Consigliato per chiunque abbia voglia di intraprendere un percorso di conoscenza e comprensione di se stesso.

I
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Presso: Centro di Psicologia Il Cavedio - Sanremo colloquio psicologico

Semplicemente unico. Professionale empatico preparato. Un vero professionista.

S
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Presso: Centro di Psicologia Il Cavedio - Sanremo sostegno psicologico

Il dottor Tinti mi ha accolta con grande gentilezza e professionalità. Con i suoi modi pacati mi ha fatto sentire a mio agio e ascoltata. Nonostante la serietà con cui affronta il lavoro, non mancano quando vi è occasione, scambi di battute per permettere una risata.

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Risposte ai pazienti

ha risposto a 4 domande da parte di pazienti di MioDottore

Buonasera, scrivo per dei problemi con i miei genitori. Da piccola mi hanno sempre educata con abusi di varia natura: mio padre più fisicamente (schiaffi, cintura e botte), mentre mia madre più sulla sfera psicologica (silenzio punitivo, urla, rimproveri, guilt tripping...). Crescendo ho sempre pensato che fosse normale questo tipo di educazione, mi rinchiudevo in camera e scrivevo su un quaderno tutti i miei pensieri dopo le litigate con mia madre. A causa di tutti gli abusi mi ricordo che spesso da bambina fantasticavo molto sull'adozione, dicevo ai miei genitori che se pensavano di mandarmi da un'altra famiglia avrebbero dovuto farlo e molte altre affermazioni che una bambina non avrebbe dovuto pensare. Il tutto è andato avanti fino alle superiori, poi ho iniziato a rispondere e a difendermi. Ora stanno crescendo, hanno problemi fisici di salute, quindi mio padre non alza più le mani, mia madre invece ha smesso con questo comportamento, ma ha assunto un atteggiamento che non saprei nemmeno come definire: è egoista, si vanta "implicitamente" di tutto e non sopporta quando qualcuno fa meglio di lei. È totalmente cambiata e nutro nei suoi confronti un sentimento strano, non la odio, non la amo; le voglio bene ma a volte è insopportabile. Il mio problema è che tendo a capire troppo le persone, non riesco a odiarle quando so la storia che c'è dietro. Non riesco a mostrare affetto ai miei genitori, scherzo con loro e li faccio divertire, perché crescendo ho capito che la strada dell'odio e del rancore non avrebbe portato a nessun beneficio, ma non riesco comunque a provare vero amore nei loro confronti. È normale? Si fanno troppi film e si aspettano un amore incondizionato nei loro confronti, ma non capisco se sono fredda io o se devo cercare di migliorare questo aspetto. Grazie in anticipo delle risposte

Parlando di tua madre hai scritto: "non la odio, non la amo; le voglio bene ma a volte è insopportabile". Gli psicologi chiamano quello che senti dentro di te "ambivalenza". Si tratta di un sentimento sfaccettato, contiene sia affetto, sia quel senso di rifiuto che avverti quando trovi tua mamma "insopportabile". Questa ambivalenza è probabilmente dovuta alla tua ferma volontà di non lasciarti sopraffare dall'odio e dal rancore. Un desiderio ammirevole, direi addirittura saggio, ma che contiene un rischio: quello di farti sentire emotivamente bloccata. Alla tua domanda: "non riesco comunque a provare vero amore nei loro confronti. È normale?" rispondo con un sì convinto. Tuttavia, pur vivendo una condizione emotiva assolutamente normale, dato il tuo percorso di vita, ritengo anch'io che un bel regalo che potresti fare a te stessa sarebbe quello di farti accompagnare da una persona di fiducia, un professionista, in un percorso che ti permetta di fare chiarezza dentro di te e di superare quelli che hai descritto come "abusi di varia natura" (compiuti dai tuoi genitori forse inconsapevolmente ma non per questo meno traumatici). Ti dico questo perché è vero che la strada dell'odio e del risentimento non porta a nessun beneficio, ma è anche vero che quello che hai vissuto va "elaborato", in modo tale da evitare il rischio che la rabbia e la sfiducia siano assenti dalla tua consapevolezza ma comunque presenti dentro di te, a tua insaputa, nelle parti più profonde della tua mente e del tuo cuore. Un caro saluto, Tullio Tinti

Dott. Tullio Tinti

Ciao, vi scrivo per chiedere un vostro parere.
Ho 30 anni e sto da poco con un ragazzo che mi tratta benissimo. Io non sono presa quanto lui, anzi ci sono anche delle cose (fisicamente parlando) che non mi piacciono, ma lui ha insistito per provare a stare insieme e mi sono detta di provarci perché è davvero bravo e ho paura di non trovarne un altro così.

Tuttavia in questi mesi il mio sentimento non è cresciuto, a differenza sua. L'altro giorno i miei dubbi vengono confermati perché subentra anche una preoccupazione economica: mi ha confessato che in 10 anni che lavora ha messo da parte solo 5000 euro. Io sono rimasta allibita perché sapevo che aveva grandi progetti che non si possono affrontare con così poca disponibilità. Secondo voi è normale, dopo 11 anni di lavoro stabile e vivendo coi suoi, aver messo da parte così poco? Mi ha raccontato quali sono state le sue spese, ma a me questa cosa preoccupa non poco. Già non ero molto convinta, questa faccenda ha solo fatto venire la voglia di lasciar perdere.

Al pensiero mi sento malissimo perché lui prova qualcosa di forte per me e farebbe di tutto, ma non posso stare con una persona che mi piace a metà, e in più con questa situazione finanziaria. Cioè voglio dire, se lo avessi amato probabilmente non parlerei così, ma non trovo la motivazione nel cercare di impegnarmi a risolvere la questione (che poi c'è poco da risolvere se non cominciando a mettere da parte).

Io non sono ricca e non sono stata aiutata da nessuno, ma ho fatto dei sacrifici per mettermi da parte una bel gruzzolo in pochi anni di lavoro. Tra poco partiamo per un viaggio e sarà anche il mio compleanno e sto malissimo all'idea di volerlo lasciare dopo il viaggio e dopo che spenderà altri soldi per me. Sto provando a fargli capire che non voglio nulla, e a volte si sente offeso perché non vuole essere trattato da "povero". Io lo capisco e sono molto delicata, non gli ho mai detto delle cose offensive, ma lui capisce perché lo dico e ci resta male. Cosa consigliate?

Gentile utente, la sua domanda contiene già tutte le risposte che le servono. Lei sta con il suo ragazzo "da poco", dunque vi trovate nella prima fase del rapporto, quella dell'innamoramento, in cui ognuno è naturalmente portato a idealizzare il partner e in cui l'attrazione fisica è al suo apice. Eppure, per usare le Sue parole, ci sono cose di lui che non le piacciono (fisicamente parlando), lui le "piace a metà", si definisce non "molto convinta" e infine, rispetto alla situazione finanziaria, lei stessa conclude dicendo: "se lo avessi amato probabilmente non parlerei così, ma non trovo la motivazione nel cercare di impegnarmi a risolvere la questione". Alla luce di tutto questo, per decidere cosa fare con questo ragazzo Lei non ha bisogno di chiedere consiglio a uno psicologo, anzi credo che Lei sappia già cosa dovrebbe fare con lui. Discorso diverso per il senso di colpa, che adesso la sta bloccando, e che forse la farebbe stare male nel caso in cui Lei lasciasse il suo ragazzo. Per affrontare ed elaborare il senso di colpa, il supporto di un professionista potrebbe essere d'aiuto. Cordiali saluti. Tullio Tinti

Dott. Tullio Tinti
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