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ha risposto a 4 domande da parte di pazienti di MioDottore
Buongiorno, sono una ragazza di 25 anni e vorrei chiedervi qualche consiglio. Due anni fa ho iniziato un percorso di psicoterapia perchè ero in uno stato depressivo che durava da un paio di anni. Ho fatto un anno di sedute e quando sono riuscita a riprendere in mano la mia vita (trovando un lavoro e andando a vivere da sola perchè prima ero dai miei genitori) ho smesso di andarci perchè ero riuscita a superare quel momento critico.
Nell'ultimo anno mi sono successe molte cose positive perchè mi sono innamorata di un ragazzo e a lavoro ho anche ricevuto un aumento. Tuttavia sento che dentro di me le cose non siano così cambiate, continuo ad avere delle insicurezze su me stessa e ad avere pensieri intrusivi di fallimento nonostante non siano così frequenti come lo erano due anni fa. Non so a cosa ricondurre questa insoddisfazione, non so se fa semplicemente parte di me e mi devo "abituare" a vivere con questa senzasione o se esiste qualche altra alternativa. Vi ringrazio in anticipo.
Buongiorno
Senza aver svolto un percorso insieme, è difficile stabilire come e su quali elementi hai lavorato nel precedente percorso psicoterapico. Tuttavia noi tutti siamo il frutto delle nostre esperienze ed è quindi difficile attuare in 2 anni un cambiamento duraturo e completo di tutti quegli schemi di funzionamento forgiati nei 23 anni di esperienze passate. Pur non potendo quindi dare una risposta completa e soddisfacente, penso che le future esperienze positive che farai negli anni a venire ti aiuteranno a mettere sempre più da parte il "senso/paura di fallimento" che ancora ti accompagna. Tutti (chi più chi meno) viviamo esperienze spiacevoli, ma ciò che fa la differenza sta nel mondo in cui le affrontiamo. Spero di essere stato utile e ti auguro il meglio.
Buongiorno, ho difficoltà di comunicazione con una persona a cui voglio molto bene che vive all’estero. Le difficoltà maggiori probabilmente sono dovute a come questa persona concepisce l’amicizia e a come la concepisco io. Più in generale al tempo e all’incostanza nella messaggistica da parte di questa persona. Spesso di fronte a domande significative come sapere se ha il piacere di farsi un saluto in videochiamata oltre là chat non trovo risposte. In realtà nel tempo con la modifica di alcuni miei comportamenti, lo scrivere meno e con meno frequenza, ha portato da soli messaggi a qualche vocale in cui però è sempre generico: parla del lavoro, delle difficoltà nella lingua, mi rasserena dicendomi che un giorno quando tornerà magari me lo farà sapere ma anche se torna è per brevissimo comunque di essere serena. Non ama che si possa accedere a lui in continuazione con messaggi desidera essere poco raggiungibile come persona e spesso si sottrae alla messaggistica il che ha portato spesso me a riscrivere. Ha detto che ha amici stretti che sente una volta all’anno. Sono riuscita a sentirlo in chiamata per gli auguri di compleanno dopo due anni. Nonostante le difficoltà e la lontananza nei suoi vocali mostra di tenerci all’amicizia ma appare evidente la difficoltà a stringerla. Non racconta nulla di sé rimanendo molto generico, mi disse che non ama raccontarsi e preferisce essere riservato. Mi ha detto di essere in un paesino vicino Zurigo, due anni fa mi disse Nord della Svizzera, ma se gli chiedo come si chiama per semplice affetto o amicizia, rifiuta di dirmelo. Non ho gli strumenti per comprendere i limiti che si pone con le persone che definisce suoi amici ma a me ne sta mettendo molti. Come posso favorire dei segnali di apertura che prima erano massimi ora minimi, ma comunque ci sono. Quando lo contatto una volta ogni due settimane si apre con un vocale, ma a volte capita che per mesi si astenga e ci siano messaggi asciutti. Vorrei favorire una apertura che tenga conto della distanza e anche capire i tempi di sviluppo dell’amicizia di questa persona. Mi disse, mi mette a disagio la videochiamata, non ti mentirò, di non chiedergli chiamate o videochiamate ma poi sono riuscita a sentirlo in chiamata per il compleanno. Sono una bellissima persona per lui, ci tiene a me, ma non sembra avere paura di perdermi eludendo domande. Spesso ho mandato foto di dove ero in vacanza e ha sempre apprezzato ma lui non manda sue foto o parlare di sé perché non sente il bisogno né il desiderio di condividere con gli altri. se volessi avvicinarmi al suo modo di essere come dovrebbe essere la comunicazione con lui? Con quale frequenza potrebbe apprezzare il mio contatto anziché ignorarlo?
Salve,
la situazione che descrive mette in luce un rapporto con specifiche dinamiche relazionali, dove lei sembra cercare una maggiore connessione e apertura, mentre l’altra persona adotta un approccio più distaccato e riservato. È importante sottolineare che non esiste un modo "giusto" o "sbagliato" di vivere l’amicizia, ma che ognuno la interpreta attraverso i propri bisogni, esperienze e limiti personali.
La chiave per favorire un equilibrio potrebbe essere quella di accettare il suo stile di comunicazione, trovando un punto di incontro che non la faccia sentire trascurata, ma che rispetti anche i suoi spazi. Ad esempio, potrebbe ridurre la frequenza dei messaggi e preferire contatti più mirati, come condividere qualcosa di significativo o importante, evitando di insistere su aspetti che lui percepisce come invasivi (ad esempio chiamate o domande personali). Questo approccio potrebbe essere più in linea con la sua preferenza per un rapporto meno intenso e più discreto.
Infine, potrebbe essere utile riflettere su quanto questa relazione, così com’è, soddisfi i suoi bisogni di amicizia. Se percepisce che il rapporto le crea più frustrazione che piacere, potrebbe essere necessario rivedere le sue aspettative e concentrarsi anche su relazioni che rispecchino maggiormente il suo modo di vivere l’amicizia.
Spero di essere stato utile e le auguro il meglio.
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