Esperienze

Mi chiamo Sara Scaramelli e sono una psicologa clinica. Sono laureata in “Psicologia Clinica e della Salute e Neuropsicologia” presso l’Università degli studi di Firenze e abilitata alla professione con inscrizione all’Albo degli Psicologi della Toscana n. 9194.
Lavoro come psicologa per il centro diurno di socializzazione L.I.D.I., nel quale seguo sia lavori di gruppo che terapie individuali, con progetti volti a favorire la socializzazione, la creatività, l’autodeterminazione, l’autorealizzazione e l’integrazione con persone con disabilità.
Svolgo la professione di psicologa sull’area fiorentina, offrendo supporto psicologico a chiunque si trovi ad affrontare una condizione di difficoltà o sofferenza o senta il bisogno di intraprendere un percorso di crescita personale. Il mio lavoro si basa su una visione integrata di mente corpo ed emozioni, visti come inscindibili e profondamente connessi. Lavoro sul qui e ora dando rilievo al vissuto emotivo portato dalla persona, non concentrandomi solo sugli aspetti patologici e di sofferenza, ma anche sullo sviluppo delle proprie potenzialità. Vedo la salute come l’integrazione tra la sfera biologica, psicologica, relazionale e sociale e mi propongo come facilitatore dei processi di cura e cambiamento già presenti nella persona, all’interno di uno spazio di ascolto attivo, non giudicante ed empatico. Tra le tecniche che utilizzo, oltre al colloquio clinico, ci sono: tecniche di respirazione, training autogeno, consapevolezza corporea e tecniche di rilassamento volte alla diminuzione dello stress e all’acquisizione di una maggiore consapevolezza.
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Indirizzo

Sara Scaramelli
Viale dei Mille 70, Firenze


Pazienti senza assicurazione sanitaria


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Prestazioni e prezzi

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G
Presso: Sara Scaramelli psicoterapia

Seguo un percorso di terapia con Sara da circa 5 mesi. Mi ha aiutato a ritrovare la serenità in un momento molto difficile della mia vita, purtroppo oscurato da un grande dolore. Empatica e disponibile, mi ha messo da subito a mio agio, guidandomi in un percorso di grande crescita personale. Grazie Sara!!

G
Presso: Sara Scaramelli colloquio psicologico individuale

La dottoressa Scaramelli è competente e attenta. Mi sono trovata molto bene con lei, e mi ha aiutato ad affrontare in maniera delicata ma decisa le difficoltà che stavo affrontando. Assolutamente consigliata

A
Presso: Sara Scaramelli sostegno psicologico

Prima di iniziare a essere seguito da Sara ero un vero e proprio ignorantone a livello emotivo. Col passare del tempo però, ho iniziato ad essere meno duro con me stesso, imparando a conoscermi e accettarmi per come sono. È difficile, ma è qui che entra in gioco lei!!

B
Presso: Sara Scaramelli psicoterapia

Grande empatia e attento ascolto la fanno un ottima psicoterapeuta, sono riuscita ad accettare situazioni spiacevoli grazie al rapporto che abbiamo creato durante il percorso!

N
Presso: Sara Scaramelli psicoterapia

Ho svolto un percorso di terapia da Sara per 1 anno. È stata in grado di aiutarmi in tutto il percorso con molta empatia comprensione e supporto. Sempre molto disponibile nel variare gli orari a seconda delle mie esigenze. È molto chiara fin dall’inizio sul tipo di approccio che segue. Assolutamente consigliata!

M
Presso: Sara Scaramelli consulenza psicologica

Sara è un'ottima professionista, disponibile e attenta. Molto empatica e cortese in ogni situazione.
Il mio percorso con lei è molto positivo e mi sta aiutando molto.
La consiglio veramente a tutti.

F
Presso: Sara Scaramelli sostegno psicologico

Sara è molto empatica, cortese e disponibile nell'aiutare in ogni problema, è diretta e ti lascia lo spazio per pensare e per capire quali sono i problemi o semplicemente i propri pensieri.

G
Presso: Sara Scaramelli colloquio psicoterapeutico

La mia esperienza con questa psicologa è stata ed è molto positiva. L’approccio utilizzato è accogliente, cortese e mi rende a mio agio. Grazie a lei ho capito vuol dire sfruttare le proprie risorse e saper accettare i propri limiti. Instaura un buon rapporto con il paziente, è disponibile, puntuale e attenta.

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Risposte ai pazienti

ha risposto a 3 domande da parte di pazienti di MioDottore

Buongiorno, sono una giovane di 30 anni, da poco sono andata a vivere da sola. Vivo in una città lontana dalla mia famiglia di origine, con molta difficoltà lavoro e seguo un corso professionale. Ho da sempre avuto difficoltà a relazionarmi con gli altri e anche le mie relazioni sentimentali dopo un po' finivano. Sono venuta in questa città con un fidanzato con il quale siamo stati un paio di anni ma poi ho lasciato. Dopo ho avuto altre relazioni con convivenze ma che sono andate male. Ho paura a mostrarmi per la persona che sono e ho paura ad essere giudicata. Infatti tendo ad aprirmi con poche persone e capita di consueto di rimanere delusa. In ambito lavorativo, nonostante siano molte le mie capacità che mi hanno portato a collaborare con diverse realtà anche importanti, mi sento sempre inferiore e non meritevole. Infatti, nonostante tutte le esperienze fatte e studi intrapresi, mi ritrovo a essere appoggiata economicamente dalla mia famiglia. Questo mi pesa molto. Credo di soffrire di depressione. Vado dalla psicologa e ho fatto dei miglioramenti, ma ho sempre paura a fidarmi delle persone. Ho un ambiente di riferimento, dove vado e mi sento bene, so cosa mi piace fare, ma nonostante questo, tendo ad isolarmi dagli altri. Quando sto da sola sto bene, e so che posso essere me stessa e fare ciò che mi piace perché non devo scendere a compromessi. Non so come migliorare la mia situazione, come trovare un impiego stabile e delle relazioni di amicizia vere e sincere. Vorrei un consiglio su come migliorare.

Buonasera, hai esposto in maniera molto chiara le tue difficoltà ma, allo stesso tempo, mi arriva molta confusione. Ho la sensazione che tu abbia ben chiaro cosa non vada nella tua vita, senza, però, riuscire a mettere ordine su cosa invece sia rilevante e significativo per te.
Perché ci si possa fidare dell'altro, affinché l'altro non venga visto come "nemico", è importante avere consapevolezza, comprendere chi siamo, cosa vogliamo e cosa non vogliamo. Un aspetto fondamentale, quindi, è capire quali sono i nostri confini, cosa ci distingue e ci separa dall'altro, mettendo al centro noi e le nostre scelte.
Quando queste consapevolezze sono offuscate, può succede di confonderci con l'altro, perdendoci di vista nell'aspettativa di soddisfare le sue esigenze affinché non ci abbandoni. Il problema è che siamo noi ad abbandonare noi stessi.
La scelta di intraprendere un percorso è sicuramente un primo tassello fondamentale per cominciare a mettere un pò di ordine, fare pulizia e chiarezza.
Buon cammino!
Dott.ssa Sara Scaramelli

Dott.ssa Sara Scaramelli

Buonasera,
sono una ragazza di 29 anni e mi trovo in una situazione di conflitto interiore, ansia e confusione.
Premetto che i miei genitori hanno sempre avuto un rapporto conflittuale, a causa di mio padre la situazione in famiglia era molto pesante e non ho avuto buoni esempi relazionali o grande appoggio emotivo fin da bambina. Mi trovavo sempre molto meglio fuori casa o, in ogni caso, al di fuori dell'ambiente famigliare. Mio padre non ha mai avuto rispetto di mia madre ed era molto assente fisicamente e dal punto di vista affettivo.

La mia prima relazione non è andata molto diversamente purtroppo, ero molto giovane (12 anni) e mi sono ritrovata ad entrare subito a contatto con la famiglia di lui, nonostante purtroppo lui ne combinasse di tutti i colori (tradimenti, comportamenti provocatori con altre ragazze anche sotto ai miei occhi, ripensamenti repentini, ecc.). La storia si è trascinata per 4 anni tra vari tira e molla, finché finalmente sono riuscita ad uscirne.

A 25 anni ho conosciuto il mio ex fidanzato, ha 8 anni più di me. Con lui le premesse erano ottime, si è sempre dimostrato disponibile nei miei confronti, mi ha fatta sentire come una sua priorità fin da subito, mi ha sempre capita nonostante a volte le mie reazioni fossero "condizionate" da eventi passati e non mi ha mai fatto pesare nulla. Credevo di non essere in grado di condividere spazi e tempo prolungato con un'altra persona, ma con lui è stato facilissimo. Causa Covid ho trascorso fin dall'inizio molto tempo da lui, ero arrivata a stare da lui 5 giorni su 7 e mi sono per la prima volta sentita a casa. L'unica cosa che mi metteva in difficoltà, era il fatto che spesso esagerava con il bere quando usciva, e gli ho sempre fatto presente che questo aspetto innescava in me una sorta di sfiducia causata dal fatto che anche mio padre ha sempre bevuto molto, troppo, inconsciamente si riaccendeva in me una brutta sensazione. Dopo due anni di relazione ho iniziato piano piano a perdere l'entusiasmo, è subentrata di nuovo l'apatia, e la mia attenzione ha iniziato a spostarsi su un collega che ha iniziato a darmi qualche attenzione in più ed ha 5 anni meno di me.

Morale della favola: non accettavo il fatto di essermi innamorata di questo collega a sua volta fidanzato, mi sentivo in colpa da morire nei confronti del mio ex che non si sarebbe mai meritato una cosa del genere da parte mia e sono finita in una specie di vortice. Esattamente un anno fa ho deciso di interrompere la relazione con il mio ex (che per mesi mi è comunque rimasto vicino nonostante il mio comportamento) e ho iniziato una frequentazione con questo mio collega, con il quale attualmente ho una relazione piuttosto complessa. Per come sono andate le cose, non percepisco questa relazione come stabile, sono piuttosto sfiduciata ed insicura, vivo in uno stato di ansia che non mi permette di percepire bene i suoi gesti. Sono capitate 3 occasioni in cui non è stato sincero con me per questioni di poco conto, e questo mi ha resa ancora più restia pur avendone discusso ed essere riusciti a chiarire la questione. Ho paura che possa ricapitare, ho paura che il rapporto sia superficiale, che alla prima occasione potrebbe rivolgere la sua attenzione verso un'altra persona come ha fatto in passato con me mentre era fidanzato (cosa che so benissimo di aver fatto anche io).
Lui cerca di rassicurarmi, dice di voler stare con me e costruire un futuro, ha espresso anche la volontà di convivere con me il prossimo anno o non appena sarà sistemato con la casa, ma più si comporta così più io mi chiudo. Le nostre discussioni sono spesso pesanti, entrambi gestiamo male l'insicurezza e lui dice di sentirsi sempre messo alla prova da me e vede un continuo peggioramento da parte mia. Provo un sentimento forte per lui ma mi sento bloccata, sto cercando un modo per gestire la cosa sapendo che le problematiche di base sono mie, so molto bene che in un rapporto di coppia può capitare di ferirsi a vicenda in maniera non intenzionale a causa di ciò che ci portiamo dietro dal passato, ma sono giunta alla conclusione di non riuscire ad accettare la possibilità di stare male per lui o per noi, quasi come se come coppia non ci meritassimo una mia eventuale sofferenza emotiva.
Non riesco a vivermi bene la relazione, o riesco a farlo per periodi di tempo molto limitati. Alla minima cosa storta, fosse anche solo una parola, tendo a chiudermi.

Chiedo scusa per il messaggio lungo, che sembra quasi uno sfogo o una richiesta di aiuto un po' disperata, ma non riesco a capire come posso fare per sanare queste ferite che mi porto dietro da sempre e che non riesco a guarire in alcun modo. La mia mente cerca il pelo nell'uovo per potersi convincere che nessun rapporto farà mai al caso mio nella quotidianità, riesco a vivermela bene solo quando penso di poter "scappare" o quando ho una via di fuga, ma in un certo senso pretendo che l'altra persona sia sempre lì per me. Così facendo non riuscirò mai a costruire un rapporto vero.

Buonasera, hai descritto con cura e attenzione quello che stai vivendo e le domande che ti stai facendo, così come la tua situazione familiare. Spesso impariamo a rapportarci all'altro in base ai modelli che abbiamo avuto, così come impariamo a difenderci dai dolori che questi significativi ci hanno provocato. L'ansia è un importante campanello di allarme che ci avvisa di stare vivendo in dissonanza, è un'emozione importante che, però, può diventare invalidante quando domina la nostra quotidianità. Dal tuo racconto sembra che tu abbia comunque una buona consapevolezza dei tuoi vissuti, quello su cui potresti lavorare è la causa delle tue paure e delle tue ansie. Impariamo a mettere in atto dei meccanismi di difesa che in determinati periodi di vita ci salvano da ciò che stiamo sperimentando, spesso però si cronicizzano, attivandosi in automatico anche quando non sono più adatti. Cominciare a prendere consapevolezza di cosa "c'è sotto", su quali dinamiche potresti lavorare potrebbe essere un primo passo.
Buon cammino!
Dott.sa Sara Scaramelli

Dott.ssa Sara Scaramelli
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