Esperienze

www.saramancassola.it - cell. 3701381465 - email. info@saramancassola.it

Sono Sara Mancassola psicologa, psicoterapeuta psicodinamica e operatrice di training autogeno. La mia pratica si svolge sia a Verona, in un ambiente accogliente e riservato, sia online, garantendo accessibilità e comodità ai miei pazienti ovunque si trovino.

Credo fermamente nell'importanza della relazione terapeutica come veicolo di cambiamento. Lavoro in collaborazione con i miei pazienti per esplorare i loro pensieri, emozioni e comportamenti, aiutandoli a sviluppare consapevolezza e risorse interiori.

Mi occupo in particolare di consulenze e sostegno in caso di disturbi d'ansia, attacchi di panico, depressione, stress, disturbi del sonno, disturbi psicosomatici, problemi relazionali (famiglia, amici, colleghi, partner), disagio dovuto a cambiamenti di vita importanti, miglioramento dell'autostima, crescita personale, promozione del benessere, sostegno alla genitorialità, crisi di passaggio nella vita di coppia.

Lavoro con giovani adulti, adulti, coppie e gruppi.
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Esperto in:
  • Psicologia clinica
  • Psicoterapia
  • Psicologia clinica-dinamica
  • Psicologia dell'età evolutiva
  • Psicologia scolastica
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Risposte ai pazienti

ha risposto a 2 domande da parte di pazienti di MioDottore

Buongiorno,
sono una mamma piuttosto sconvolta e ho proprio bisogno di un aiuto per capire come comportarmi per non peggiorare la situazione.
Premetto che sto attraversando un momento personale molto triste del quale non riesco a parlare, una perdita improvvisa mi ha resa molto fragile e disperata e quindi sono sicuramente più sensibile agli eventi che mi si presentano.
Ho una figlia di quasi 18 anni. Ho affrontato con lei un'infinità di problemi. Mia figlia ha dimostrato da sempre di essere fuori dagli schemi, molto intelligente, talmente brava da suscitare il fastidio dei compagni ma anche di molti adulti. Dopo la scuola elementare ci sono stati continui problemi, Ha subito prepotenze, cattiverie...Io ho cercato di starle vicino, ho parlato con docenti e specialisti. Tutti ci davano coraggio, ci invitavano ad essere forti, lei in quanto vittima diretta e io come madre di una ragazzina che continuava a soffrire per qualcosa che, in realtà, era semplicemente una dote, il talento di capire e ricordare informazioni più rapidamente degli altri.
Mi sono molto interrogata durante le scuole medie, Sono una persona poco socievole, o meglio lo sono ma non con chiunque e in assoluto. Sto per i fatti miei e non sono una di quelle mamme che ridono sempre e che vogliono sapere e organizzare di tutto di più. Sono riservata, e lo è anche mia figlia. Non si è mai vantata per i voti presi o per i riconoscimenti ricevuti (ha vinto un concorso e non l'ha detto a nessuno..) ma le ho pensate tutte e magari il mio atteggiamento ha penalizzato mia figlia...Poi però alle superiori è successa la stessa cosa. Il gruppo contro di lei...La classe non voleva fare un compito in classe e mia figlia non era d'accordo? Avanti con gli insulti e con la sua esclusione. Abbiamo cercato di fare anche autocritica, ma anche i professionisti che ho periodicamente interpellato e che hanno incontrato sia me che mia figlia, non riescono a giustificare un tale accanimento e una tale cattiveria solo per delle posizioni diverse su certe dinamiche che si possono creare in classe. Ho pensato, ok, sta antipatica, trasmette antipatia, ma poi penso anche che in ogni gruppo c'è il simpatico, il timido, il prepotente e anche l'antipatico...perché lei non ha neppure una possibilità? E' molto generosa se qualcuno le chiede una mano. Molto corretta e ci si può fidare ciecamente. Eppure niente.L'anno scorso ha iniziato a somatizzare il dolore di non essere mai inclusa in nulla...dolori, tosse, sconforto. Siamo riuscite, (dico siamo perché l'ho aiutata molto, moltissimo...) a reagire, pur mantenendo una tristezza e delusione di fondo, le cose non cambiavano e lei cercava di sopravvivere al meglio sperando e godendo di minuscoli momenti di normalità: mi hanno salutato, non mi hanno urlato contro, ho detto la mia senza che mi insultassero...
In tutto ciò la scuola, nonostante sapesse tutto, è stata inesistente.
Quest'anno la situazione è cambiata. A gennaio ha stretto un legame con un ragazzo di un'altra classe. Questo le ha dato sicuramente fiducia. Non le era mai capitato di provare interesse verso un ragazzo e ne era molto preoccupata. Riesce ad uscire con delle amiche, non ha un gruppetto ma una amica qua, una là... e questo ragazzo. Un ragazzo che ho visto poco, non ho voluto essere invadente. Il problema è che ho scoperto che mia figlia, cresciuta in una famiglia sana, educata, rispettosa, usa un linguaggio esplicito e volgare riferendosi al ragazzo. L'ho saputo perché lei questi messaggi volgari e allusivi li ha scritti pubblicamente sui social e sono apparsi, come tanti altri, sulle pagine di persone che segue e che la seguono. Se scrive certe cose pubblicamente chissà cosa scriverà direttamente a lui! Ho affrontato l'argomento con lei, senza giri di parole, lei non ci vede nulla di male, che può dire ciò che vuole e a chi vuole. Io non la riconosco più...Non so come andare avanti. Mi ha assicurato che non renderà più pubblici certi commenti e certe frasi ma io so che lei le userà normalmente e quando la guardo la vedo con occhi diversi. Tra l'altro sono preoccupata per ciò che potrebbe fare, ero contenta che avesse trovato un ragazzo, ma nello stesso tempo mi auguro che non recuperi e non vada oltre così in fretta, si conoscono da poco, e la mia paura che l'interesse di questo ragazzo sia soprattutto rivolto a come lei si esprime è tanta. Se dovesse tradursi anche questa esperienza in una delusione, non so come potrebbe reagire. Non so cosa fare...Vorrei far finta di nulla ma non riesco a guardarla come la vedevo prima, veramente non la riconosco in quel modo di pensare e esprimersi. Certo se non l'avessi saputo..Grazie per i vostri consigli, li seguirò minuziosamente

Buongiorno, mi dispiace molto per la perdita che ha subito e per le difficoltà che lei e sua figlia avete dovuto affrontare nel tempo. La situazione che descrive è sicuramente complessa e richiede attenzione a diversi aspetti, tra cui, il rapporto con sua figlia, le esperienze di emarginazione vissute e alcuni aspetti legati al suo vissuto personale come mamma e come donna. Potrebbe essere utile, in questo momento delicato, intraprendere un percorso di terapia con un professionista. Un terapeuta potrebbe aiutarla a gestire i cambiamenti legati alla crescita di sua figlia, a rinegoziare il vostro rapporto e a supportarla nel superare la fatica accumulata in questi anni difficili. Rimango a disposizione se avesse bisogno di un approfondimento. Un cordiale saluto, Dott.ssa Sara Mancassola

Dott.ssa Sara Mancassola

Salve, ho 27 anni e sto con il mio ragazzo da 3 anni. In questi anni abbiamo affrontato diversi problemi come la malattia e la morte di mia mamma che mi ha portato a chiudermi in me stessa per un periodo. Insieme e grazie a lui sono riuscita ad attraversare questo periodo di dolore. Dopo quasi un anno ritrovata la mia serenità avevo desiderio di costruire una famiglia, ma lui non si sentiva ancora pronto. Da lì sono iniziati i problemi fino a quando dopo un paio di mesi ho scoperto che questa sua insicurezza di costruire una famiglia con me era dovuta al fatto che si fosse legato ad un’altra donna (una sua collega) con la quale si frequentava e aveva rapporti ormai da mesi. Lui è una persona con tante insicurezze che ricerca sempre attenzioni e complimenti dalle persone e probabilmente ha trovato in lei questo in un momento dove io giustamente non ero presente. Scoperto ho deciso di interrompere la relazione. passati giorni lui mi cercava e diceva grandi parole e per rispetto del mio sentimento ho deciso di perdonarlo. Lui ha chiesto un trasferimento sul lavoro ma ad oggi lavorano ancora insieme e io vivo tutte le giornate come un incubo. Ho paura di non riuscire più a fidarmi di lui e che la mia relazione sia stata ormai marchiata. Mi sono sentita sostituita con un’altra donna che trovo più bella di me e così le mie insicurezze sono aumentate. Vivo con il terrore che una persona una volta commesso questo errore possa ripetersi. Entrambi stiamo seguendo un percorso di terapia individuale. Spero solo che il tempo possa aiutarmi.

Buongiorno, mi dispiace molto per le esperienze dolorose che ha dovuto affrontare e capisco il senso di smarrimento che ne è derivato. La strada per ricostruire la fiducia nel suo compagno è sicuramente impegnativa e richiede tempo. La decisione di intraprendere un percorso di terapia individuale è un passo molto importante: le permetterà di esplorare le sue emozioni, sviluppare nuove risorse personali e riflettere in profondità sulle sue relazioni.
Per comprendere meglio le dinamiche del vostro rapporto e trovare insieme la strada migliore da percorrere, potrebbe essere utile affiancare ai percorsi individuali anche un percorso di terapia di coppia. Questo approccio combinato può offrirvi un supporto più completo e facilitare una comunicazione aperta e costruttiva tra voi.
Le auguro di cuore che questo percorso possa portare serenità e chiarezza nella sua vita e nella sua relazione. Un caro saluto, Dott.ssa Sara Mancassola

Dott.ssa Sara Mancassola

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