Cari dottori e dottoresse, sono qui per parlarvi di una situazione che mi affligge da un po' di tempo.
Ritengo però opportuno delineare un quadro più completo prima di esporvi la problematica nel dettaglio. In particolare soffro di disturbo ossessivo compulsivo da quando sono piccolo, indicativamente dall'età di 8/9 anni; disturbo che ha coinvolto numerose tematiche, quali quella religiosa, spirituale, sessuale, medica, e così via. A questa condizione si aggiungevano periodicamente episodi di derealizzazione, causati da una forma di ansia costante, amplificata dal DOC stesso. Tutto ciò ha subito un incremento qualche mese fa: gli episodi di Depersonalizzazione/derealizzazione, che prima si verificavano sporadicamente, con lieve/moderata entità e che duravano non più di qualche ora, hanno iniziato a manifestarsi con estrema intensità e in modo persistente. I pensieri ossessivi e le relative compulsivi hanno invece continuato indisturbati nel loro percorso, senza significative variazioni; anche se mi è venuto da considerare questa stessa ansia relativa alla depersonalizzazione/derealizzazione come l'ennesimo contenuto di matrice ossessiva. Arriviamo dunque alla problematica in questione (ci tengo a sottolineare che quelle che ho esposto finora le ritenga ugualmente di enorme rilevanza): un costante senso di vuoto e insoddisfazione. Mi è già capitato in passato di sperimentare sintomi depressivi, unitamente a sintomi ossessivi; ma in questo caso sento che c'è qualcosa di diverso. Nell'ultimo periodo infatti mi reputo relativamente "felice" (ossessioni e depersonalizzazione/derealizzazione a parte), dal momento che, se consideriamo alcuni parametri fondamentali, fisicamente godo di ottima salute, così come i miei familiari, e dispongo di un'ottima e abbastanza estesa rete di relazioni sociali, con amici fidati a cui voglio bene e che mi dimostrano il loro affetto; oltre a questo i miei studi procedono bene, e i miei obiettivi di vita si stanno realizzando a poco a poco. Tuttavia, ciò che mi rende estremamente frustrato e anche spaventato, è proprio il fatto che da questa apparente "perfezione" io riesca a trarre solo una parziale felicità. Molto spesso provo come una gioia limitata, come se dentro di me avessi una barriera che mi impedisce di raggiungere livelli emotivi più intensi e profondi; o come se ci fosse questo enorme vuoto interiore per cui mi viene da pensare (e questo mi terrorizza), che anche raggiungendo i miei obiettivi più importanti e anche avendo buone relazioni sociali, io comunque non riesca ad essere felice, e che quindi tutto ciò sia completamente inutile, effimero e insignificante. Mi terrorizza perché penso: se neanche questo mi rende pienamente felice e soddisfatto, allora cosa potrebbe farlo? Ho pensato che in parte potrebbe essere dovuto a una forma di cherofobia (per cui io ho spesso paura di provare a lungo e in modo molto intenso momenti di felicità, col timore che poi seguiranno PER FORZA eventi tragici, come a ristabilire una sorta di equilibrio, di karma), o anche a una forma di anedonia, magari provocata dall'ottundimento emotivo che sto provando a causa della mia continua depersonalizzazione. Non so darmi una risposta, e questo mi spaventa, perché quello che vorrei è semplicemente tornare a vivere la mia vita come prima, godendomi i miei momenti di felicità come chiunque altro. Chiedo quindi un parere a voi esperti, per aiutarmi a capire un po' di più quello che potrei star provando e perché. Vi ringrazio molto per l'attenzione e vi auguro una buona serata