Esperienze

Mi sono laureata in Psicologia Clinica presso l'Università di Torino e, successivamente, ho conseguito il titolo di
Mediatore Familiare presso l'Associazione Internazionale Mediatori Sistemici (AIMS).
Mi occupo di consulenza e sostegno psicologico.
Offro uno spazio di ascolto a chi si trova a vivere momenti di difficoltà e fatica legati alle sfide che la vita non di rado ci pone, compromettendo il nostro benessere personale; uno spazio e un tempo in cui raccontarsi, condividere emozioni e vulnerabilità, ma al contempo scoprire o riscoprire risorse e potenzialità che sono in ognuno di noi, pronte per essere attivate quando più ne abbiamo bisogno.
Ritengo lo psicologo un "eventuale e temporaneo" compagno di viaggio, impegnato ad accrescere la conoscenza e la consapevolezza di sé, così che scelte, soluzioni e cambiamenti, siano espressione del particolare modo di essere di ognuno.
Come mediatrice familiare mi occupo di accompagnare la coppia che si sta separando o che si trova in una fase di forte conflittualità. Il conflitto non si configura solo in senso negativo, ma, in quanto modalità relazionale, può essere gestito e trasformato in un potente strumento di cambiamento individuale e dell'intero sistema che lo ha generato.
Altro
Esperto in:
  • Psicologia clinica
  • Mediatore familiare

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Già al primo incontro la dottoressa si è dimostrata molto professionale e compente e mi sono sentita subito a mio agio. Ho esposto la mia situazione con molta tranquillità e ciò è stato sicuramente un ottimo inizio.

L
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Ho ritrovato una professionista competente ed empatica che ha saputo aiutarmi nelle mie difficoltà.
La consiglio per la sua capacità di mettere a proprio agio i pazienti e la competenza dimostrata.

G
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Presso: Gentil Centro - Studio Privato consulenza psicologica

La Dottoressa si è dimostrata un'ottima professionista mi ha messo subito a mio agio, dotata di grande empatia e competenza. È molto disponibile e ti fa trovare risorse inaspettate. La consiglio

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Risposte ai pazienti

ha risposto a 2 domande da parte di pazienti di MioDottore

Buonasera, avrei bisogno di un consiglio per quanto riguarda la mia situazione familiare che mi sta abbattendo a livello emotivo. Sono una ragazza di 23 anni, e purtroppo sono cresciuta in una famiglia già distrutta dal principio: quando ero piccola mio padre ha avuto una relazione fuori dal matrimonio, che ha distrutto mia madre in ogni modo possibile. Nonostante ciò decidono di rimanere insieme e provare a tenere insieme la famiglia. Come potrete immaginare l'ambiente in cui sono cresciuta sin da quando ho memoria è complicato. Purtroppo mia madre ha avuto una vita complicata e questa l'ha resa autodistruttiva, emotivamente assente nei miei confronti, ma nonostante ciò ho sempre fatto di tutto per starle vicina e lei ha comunque trovato il suo modo per dimostrarmi affetto. Mio padre con me è sempre stato molto presente, ha sempre fatto tutto quello che poteva per me e gli sono profondamente riconoscente, come lo stesso per mia madre. L'affetto che provo nei loro confronti, ovviamente, è senza limiti, motivo per cui vedere come si distruggono a vicenda mi fa sempre molto male. Sono cresciuta con il terrore di tornare a casa, perché sapevo benissimo cosa mi aspettava: provocazioni, litigi, urla, clima di tensione perenne, vedere i loro sguardi d'odio e sapere tutti i retroscena di loro due come coppia mi ha sempre turbato e continua farlo. Non riesco a gestire la mia paura, nonostante ho dovuto superare tante situazioni difficili, ogni volta che mi trovo davanti a queste scene non riesco a reagire, mi sento nella stessa maniera in cui mi sentivo da bambina e l'impotenza di non poter risolvere questa situazione mi genera un perenne stato d'ansia e di preoccupazione. Vivo da quattro anni fuori casa, studio, sono riuscita a costruire tanto con i pochi mezzi che avevo, ho persone attorno che mi vogliono bene, una relazione stabile e soprattutto molto sana che mi dà molta sicurezza da quel punto di vista. Eppure questa situazione che c'è nella mia famiglia mi condiziona la vita anche quando sono lontana, vivendo appunto in uno stato di perenne ansia, che mi destabilizza e mi fa soffrire. Razionalmente so che non posso fare nulla per risolvere i loro problemi di coppia, ma il non aver mai avuto quel sano distacco genitore-figlio, poiché ho dovuto spesso essere io la figura di supporto (in particolare con i problemi di mia madre con gli psicofarmaci e l'alcol). Questo mi porta a non capire quando è il limite che spetta a un figlio per poter vivere la propria vita senza senso di colpa. Spero possiate darmi qualche buon consiglio, vi ringrazio a tutti.

Gentilissima, il senso di colpa non è mai una buona compagnia, soprattutto se scaturisce da situazioni per le quali non si ha nessuna responsabilità e su cui non si può agire direttamente. Comprendo la sofferenza che l'accompagna da sempre nell'assistere ai comportamenti, che lei descrive come 'distruttivi', dei suoi genitori, e allo stesso tempo mi domando se forse non è giunto il tempo di provare a dire alla sua 'bambina interiore', che ancora fa sentire tutta la sua impotenza, che non può essere suo il compito di risolvere le difficoltà personali e relazionali di mamma e papà. I problemi affrontati non le hanno impedito di costruire una vita ricca di relazioni affettive soddisfacenti, continui a prendersene cura con la capacità e la sensibilità che ha sviluppato, e che le consente di esprimere, comunque, un forte sentimento d'amore e di riconoscenza verso i suoi genitori, per quello che sono riusciti a darle, nonostante i limiti dettati dalle loro problematicità individuali e di coppia.
Un caro saluto

Dott.ssa Paola Consorti

Salve a tutti. Io da poco , ho scoperto il tradimento di mia moglie. Siamo sposati da 6 anni, abbiamo 2 piccoline acasa. Scoprendo il tradimento , ne abbiamo parlato un po i 2 giorni consecutivi, a chiesto perdono ne abbiamo discusso dei motivi. Io adesso l'ho perdonata , ma non riesco a scordare quello che è successo. Ammetto anche , di piangere quasi ,ogni giorno da allora , ovviamente senza farmi vedere dalle mie figlie , o da lei. Io sento ancora forte amore nei suoi confronti. La amo ancora tantissimo ,amo la mia famiglia ,ma sto molto male ogni giorno, ne soffro tantissimo. Vorrei un consiglio , se possibile. Vorrei fare in modo di oltrepassare questo momento, vorrei scordarmi tutto, perché l'ho già perdonata ,ma non ho la forza di scordare ,non ci riesco ,e non so più cosa fare.

Gentilissimo signore, partirei dalla sua frase: 'Amo ancora tantissimo mia moglie e amo la mia famiglia', per guardare al momento che il suo rapporto di coppia sta attraversando in modo generativo. Il tradimento è un evento fortemente traumatico che va a colpire la fiducia che nutriamo verso il nostro partner, verso la relazione affettiva che viviamo e che può minare anche il sentimento di sentirci meritevoli d'amore. Tutto ciò provoca naturalmente una grande sofferenza, e la sofferenza ha bisogno di tempo per essere elaborata e superata. Ma se il legame di coppia e familiare non è messo in discussione è possibile affrontare questa crisi, accogliendo in pieno il senso della parola, che è sì di difficoltà, ma anche di 'opportunità e di cambiamento'. Non si tratta di 'scordare' ma di far emergere e comprendere, in un confronto sincero con la sua compagna, le ragioni che hanno indebolito la stabilità della vostra coppia per ripartire con risorse ed energie nuove da investire nel vostro rapporto e nella vostra famiglia.
un caro saluto,
Paola

Dott.ssa Paola Consorti

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