Esperienze

Mi chiamo Monica Rebez, sono psicologa e psicoterapeuta.
Lavoro come libera professionista, ricevendo in presenza a Trieste e online (su piattaforme Google Meet e simili).
Mi occupo di sostegno psicologico e psicoterapie individuali con adolescenti e adulti.
Il mio obiettivo è quello di aiutare le persone a ritrovare uno stato di benessere psicologico.

Mi sono formata come Analista Transazionale ad approccio integrato. La formazione 'integrata' mi consente di utilizzare in modo congiunto diverse tipologie di terapia, adattando metodi e tecniche a ciascuna persona in base alle sue peculiarità, creando così un percorso su misura utilizzando metodologie scientifiche efficaci.

Negli anni, ho coniugato le esperienze teoriche apprese nel percorso di studi con quelle cliniche presso diversi servizi di psicologia e psicoterapia, operando dapprima a Torino presso un reparto di Psicologia dell'Età Evolutiva, poi a Trieste presso un Consultorio Familiare rivolto all'età adulta. Inoltre, ho maturato esperienza pluriennale in ambito educativo, lavorando presso servizi rivolti ai minori (dalla prima infanzia fino all'adolescenza).

Cosa accadrà durante il primo incontro?
Durante il nostro primo incontro avremo modo di conoscerci reciprocamente: ti ascolterò, ti porrò delle domande per metter luce su ciò che ti crea difficoltà e ti darò un rimando sui possibili percorsi terapeutici utili ad affrontare al meglio il problema.
Dopo questo incontro conoscitivo, sapremo decidere se intraprendere questo percorso di crescita insieme.

Richiedere un primo consulto può generare sentimenti difficili o contrastanti (ansia, preoccupazioni, ecc.), e questo è del tutto normale.
Sappi solamente che non ci sarà nessun giudizio da parte mia, perché ciò che offro è uno spazio di ascolto e comprensione, per ritornare a stare di nuovo bene, con te stesso e con gli altri.

Cosa accadrà (in breve) se deciderai di proseguire

Durante il percorso imparerai ad osservarti nei tuoi modi unici di pensare, di sentire e di agire. Capita spesso di non essere pienamente consapevoli del modo di relazionarci a noi stessi e al mondo circostante. La psicoterapia può essere utile per mettere luce su questi automatismi e dinamiche -poco consapevoli- che spesso sono alla base del disagio e della sofferenza psicologica, concorrendo alla manifestazione dei sintomi.
Osservarsi e ascoltarsi diventa così il presupposto necessario per comprendere i propri bisogni e imparare a soddisfarli, nel rispetto di sé e degli altri, dandosi la possibilità di mettere in pratica nuove competenze emotive e relazionali nella vita di tutti i giorni.
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M
Presso: Dott.ssa Monica Rebez - Psicologa Psicoterapeuta Trieste psicoterapia

Soffro di ansia e attacchi di panico,la dottoressa mi sta aiutando a riprendere in mano la mia vita. Sempre puntuale negli appuntamenti e disponibile a venire incontro alle mie esigenze!la consiglio!

I
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La dottoressa mi sta aiutando moltissimo, sono felice di aver intrapreso questo percorso insieme a lei. La consiglio vivamente!!

C
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Molto competente. Dialogo costruttivo e fluido che mette il paziente a proprio agio.

E
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Ho conosciuto la dottoressa in un momento molto complesso della mia vita. Anche se le nostre sedute non sono ancora terminate, posso affermare di star meglio e di aver trovato in lei una professionista valida e competente

M
Presso: Dott.ssa Monica Rebez - Psicologa Psicoterapeuta Trieste psicoterapia

Grazie al percorso ho capito molte cose su di me e ho migliorato il mio rapporto di coppia. Grazie di cuore per la sua pazienza e presenza!

L
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Mi sono rivolto alla dottoressa per risolvere i miei problemi di insicurezza. All’inizio ero molto ansioso, non essendo mai stato da uno psicologo, ma devo dire che mi sto trovando molto bene! La consiglio vivamente!!

G
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Il suo supporto è stato prezioso per affrontare il mio problema. Mi ha permesso di comprendere meglio me stessa, fornendomi strumenti pratici per superare i miei blocchi.
Sono grata per la sua dedizione, gentilezza e accoglienza: mi è stata di grande aiuto.

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Risposte ai pazienti

ha risposto a 9 domande da parte di pazienti di MioDottore

Il mio ragazzo soffre di depressione da qualche anno ed è sotto terapia farmacologica da qualche mese. Stiamo insieme da circa un anno. È seguito anche da uno psicologo. La depressione gli ha portato un’importante apatia che si è intensificata negli ultimi mesi, l’ha portato a dire che mi amava meno ma che sapeva che io ero la persona giusta, che è felice con me e che vuole stare con me. Lo psicologo lo definisce una persona cinica, razionale, estremamente logica che non si lascia guidare dai sentimenti ma che li sopprime. All’inizio della relazione mi diceva che mi amava. Poi ha smesso. Qualche settimana fa ha detto che forse mi amava ancora perché i farmaci stavano facendo effetto. Qualche giorno fa gli ho chiesto se provasse ancora amore per me e mi aveva dato una non risposta, super razionale e logica. Lui è convinto di voler stare con me per una serie di ragioni, sa che sono la persona giusta ecc ecc. Mi ha anche detto che lo psicologo gli ha detto che deve “trovare una sua identità, trovare risposta a domande esistenziali come ad esempio che cos’è l’amore e maturare che questa è una relazione sana. Che l’incertezza è sbagliata”. Nella relazione precedente le emozioni erano più forti perché provava dipendenza per questa persona in quanto c’era e non c’era. Io invece ci sono sempre. Ho passato la notte a non dormire e piangere.
Io lo amo immensamente, credo che farei qualunque cosa per lui, mi prenderei anche la sua depressione e i farmaci pur di vederlo felice ma lui farebbe davvero lo stesso con me? Sto davvero vivendo questa relazione nella speranza che un giorno possa amarmi? Cosa devo fare per farmi amare? Cosa mi rimane di questo rapporto se non ho l’amore? Non so davvero come comportarmi e cosa fare, mi sento tremendamente in colpa ogni volta che ritorno sull’argomento “amore” perché lo metto in crisi ma ho bisogno di sentirmi amata.

Gentile utente,
Condivido pienamente il parere dei colleghi: è fondamentale riconoscere che la depressione può avere un impatto profondo sulle emozioni e sulle relazioni. Il suo ragazzo sta affrontando una lotta interna e, mentre cerca di comprendere i suoi sentimenti e la sua identità, è comprensibile che questa fase possa comportare incertezze e confusione. È evidente che tiene a lei e riconosce la sua importanza nella propria vita, ma le sue attuali limitazioni emotive possono rendere difficile per lui esprimere affetto come lei desidererebbe.

Tenga presente che potrebbe essere necessario per il suo ragazzo dedicare del tempo a lavorare su questi aspetti prima di sentirsi in grado di manifestare emozioni più profonde. Nel frattempo, le consiglio di continuare a comunicare con lui in modo aperto e onesto, evitando di forzare la questione dell'amore, ma esprimendo i suoi bisogni emotivi. Parli dei suoi sentimenti e delle sue paure senza accusarlo, così che lui possa comprendere il suo punto di vista. Cerchi di fare domande che lo aiutino a esplorare i suoi sentimenti, anziché costringerlo a fornire risposte definitive.

Ricordi che il suo amore e il suo supporto rappresentano già un grande dono per lui, ma non è responsabile del suo stato emotivo o del suo processo di guarigione. Il percorso di chi soffre di depressione può essere lungo e tortuoso, e mentre lui lavora su se stesso, anche lei merita di sentirsi amata e valorizzata. Non esiti a mettere al primo posto il suo benessere emotivo: si assicuri di avere il tempo e lo spazio necessari per esplorare le sue emozioni e ricevere supporto, anche attraverso un percorso terapeutico.
Un caro saluto

Dott.ssa Monica Rebez

Salve dottori, sono una ragazza di 28 anni e da circa 2 anni ho iniziato ha soffrire di attacchi di panico ed in seguito mi hanno diagnosticato la sindrome ansiosa depressiva, sono in terapia sia farmacologica che psicologica, rispetto all'inizio adesso riesco più a gestire l'ansia e il panico ma non riesco ancora a vivere, a tornare a quella vita di prima, e soprattutto vivo male il contesto familiare ed il posto in cui vivo motivo per cui la mia psicologa mi ha consigliato di fare un viaggio per andare a trovare la mia migliore amica che è stata l'unica persona che mi ha supportato e vorrei passare del tempo con lei. anche perché da quando sono iniziata a stare male mi sono ancora più isolata, l'unico problema è che lei vive in Sicilia ed io in Puglia ed ho paura di viaggiare, di stare male, di non sapere gestire la situazione, perché ho bisogno del controllo, di sapere che posso prendere aria quando ne sento la necessità ma soprattutto da quando ho avuto gli attacchi di panico e come se avessi bisogno di imparare tutto di nuovo e tra queste cose anche viaggiare e non volevo farlo da sola.
vorrei davvero andarci, ma la paura mi blocca, tutto il contorno mi blocca.
Gradire un vostro consiglio grazie mille


Gentile utente,

La ringrazio per aver condiviso con noi la sua esperienza.
È comprensibile sentirsi bloccati di fronte all'idea di viaggiare, soprattutto dopo aver vissuto attacchi di panico e sentimenti di ansia. Spesso le persone che hanno affrontato tali situazioni sviluppano una certa paura nei confronti di esperienze che percepiscono come fuori dal proprio controllo. L'idea di viaggiare, in particolare, può sembrare intimidatoria, ma vi sono alcuni passi che può considerare per rendere questo processo più gestibile.

Innanzitutto, La invito a prepararsi mentalmente e logisticamente per il viaggio: potrebbe discutere di questo tema con la sua psicologa, la quale potrà suggerirle strategie specifiche da utilizzare durante il viaggio per fronteggiare eventuali ansie: praticando tecniche di rilassamento, come la respirazione profonda, la meditazione o la visualizzazione.

Consideri la possibilità di intraprendere un viaggio più breve o di soggiornare in un luogo a Lei familiare prima di dirigersi verso la Sicilia. Questo potrebbe aiutarla ad abituarsi all’idea di viaggiare senza la pressione di un lungo spostamento.

Inoltre, è importante riconoscere che provare ansia è normale. Non cerchi di combattere la paura, ma accetti questa emozione come parte del processo. Potrebbe scoprire che affrontare le proprie ansie, senza tentare di evitarle, potrebbe ridurne l’intensità nel lungo periodo.

Infine, si conceda tempo e sia gentile con se stessa. La guarigione è un processo, e ogni passo, anche il più piccolo, è significativo. Speriamo che, seguendo questi consigli e con il supporto della sua amica, possa godere del viaggio tanto desiderato. Se ha ulteriori paure o dubbi, non esiti a discuterne con la sua psicologa; insieme potrete affrontare queste sfide. Le auguro il meglio nel suo percorso.
Un caro saluto.

Dott.ssa Monica Rebez
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