Esperienze
Mi sono laureata in Psicologia Criminologica e Forense presso l'Università di Torino e specializzata in psicoterapia cognitiva-comportamentale presso la CBT Academy di Torino.
Al mio percorso di studi ho affiancato diverse esperienze lavorative in comunità psichiatriche ed educative (area adolescenti e genitore-bambino); sono stata tirocinante presso il reparto di Neuropsichiatria infantile dell'ASL AT, sede di Nizza Monferrato e presso la Psicologia Clinica di Asti.
Nella pratica clinica adotto un approccio costruttivista che prevede l'esplorazione del significato profondo che il paziente attribuisce alle sue esperienze, guidandolo alla scoperta delle sue emozioni nel corpo, elementi fondamentali per accedere alla consapevolezza e al cambiamento.
Offro attività di consulenza e percorsi terapeutici per i principali sintomi di disagio psicologico: ansia, fobie, attacchi di panico, depressione, bassa autostima, problemi relazionali e/o contestuali a particolari fasi di vita.
Gli interventi di sostegno e supporto psicologico sono rivolti ad adolescenti, adulti e giovani adulti.
Ricevo su appuntamento presso l'associazione "La compagnia del Cambiamento" ad Asti.
Indirizzi (3)
Pazienti senza assicurazione sanitaria
Colloquio psicologico • 60 €
Consulenza psicologica • 60 €
Psicoterapia • 70 € +5 Altro
Colloquio psicologico clinico • 60 €
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Sostegno alla genitorialità • 60 €
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Colloquio psicologico • 60 €
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Consulenza online • 60 €
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6 recensioni
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g.g
La dottoressa è stata molto gentile e comprensiva, la consiglio.
A.G.
Ciao Martina. Grazie di tutto! Con la tua solarità e gentilezza hai saputo mettermi a mio agio, allontanare il mio imbarazzo e creare in me la fiducia che meriti!!
A.L
Era la prima volta che iniziavo un percorso terapeutico, temevo di bloccarmi e di sentirmi in imbarazzo. Invece la dott.ssa Bernusso ha saputo accompagnarmi e guidarmi in ogni fase, facendomi sentire accolta e a mio agio.
M. G.
Sono molto contenta del percorso intrapreso
Con la dottoressa Bernusso. Mi sono sentita da subito accolta e a mio agio. Un’ottima professionista.
G.R.
La dottoressa è brava a creare una zona comfort per poi accompagnarti in un percorso fatto di soluzioni e prese di coscienza. Sono felice di continuare questo percorso. Grazie
Risposte ai pazienti
ha risposto a 11 domande da parte di pazienti di MioDottore
Buongiorno.
Qualche mese fa io e mio marito abbiamo avuto dei problemi con i vicini di casa, che non ci permettevano di riposare facendo chiasso. Ci abbiamo discusso, ma la situazione è rimasta la medesima. Mio marito ha iniziato a sentirli parlare di noi, come se ci ritenessero responsabili di rumori notturni che impedivano loro di dormire, e questa situazione ci ha portati a cambiare casa in quanto ogni sera li sentiva lamentarsi e pertanto non riusciva a riposare. Da allora abbiamo cambiato altre due abitazioni, e in tutte e due si è verificato il medesimo episodio, ovvero mio marito sente qualche vicino che si lamenta di noi/di lui accusando di recare disturbo di notte fino a fatti molto più gravi del tipo che lo accusavano di essere un ninfomane e cose di questo genere. Io inizialmente ho dato credito con una certa titubanza a ciò che asseriva di sentire (siamo persone molto silenziose e rispettose, quindi queste lamentele mi sembravano strane in partenza), ma dopo la questione della ninfomania mi è sorto il dubbio (essendo un periodo molto difficile e stressante per noi, l’attività sessuale non sta rientrando tra le priorità della vita di tutti i giorni) e oggi ho avuto la conferma perché asserisce di avere sentito dire alla vicina che ha sentito me che parlavo di mio marito con un’amica al telefono, cosa mai avvenuta. Ciliegina sulla torta, da bimbo ha avuto episodi di sonnambulismo e ha ammesso che qualche giorno fa si è svegliato in piedi accanto al letto intento a fare cose. Come ho già detto è un periodo difficile per noi, stiamo ristrutturando casa nostra da 15 mesi e sono quasi due anni che siamo sballottati da un appartamento a un altro già prima di questo problema delle voci. Una ristrutturazione peraltro molto onerosa e con tutti i problemi derivanti dai vari bonus statali, che hanno ulteriormente rallentato l’iter. Lui è davvero a pezzi, dorme forse due ore per notte, è molto confuso circa la situazione, preoccupato e rammaricato per la questione e si rende conto ad oggi che le voci che sente, a questo punto, non sono reali. Io faccio l’infermiera, gli ho fatto ridurre tutte le bevande stimolanti (come caffè ed energy drink) e gli ho proposto di andare a parlare con il mmg ma al momento rifiuta. Non gli ho proposto la psicoterapia perché non credo che sarebbe disposto a parteciparvi. L’unica cosa che dice di poter accettare è una terapia per os che lo aiuti a risposare, come ad esempio le benzodiazepine, che lui non ha mai preso, anche se come ha già detto rifiuta una visita del mmg, avendo il timore di ricevere una richiesta di consulenza psichiatrica. Io vi chiedo aiuto qui perché sono davvero molto preoccupata. Sono quasi certa che questa sintomatologia una volta ottenuta casa nostra, regredirà come è venuta, ma ho davanti ancora due mesi di lavori e vederlo così mi distrugge e distrugge lui. Grazie per qualsiasi opinione vogliate avanzare.
Gentile, mi dispiace per la situazione stressante che state vivendo. sicuramente la mancanza di sonno e lo stress sono elementi importanti, ma come le hanno suggerito i miei colleghi penso che il problema debba essere affrontato su più livelli e in primis le suggerirei un consulto con uno psichiatra. Provi ad affrontare il discorso con suo marito esprimendo le sue preoccupazioni al riguardo. Se ne sente la necessità si prenda una spazio psicologico anche per Lei per portare le fatiche di questo periodo, potrebbe anche essere di esempio per suo marito. rimango a disposizione, cordialmente Dott.ssa Martina Bernusso
Buonasera, avrei bisogno di un consiglio per quanto riguarda la mia situazione familiare che mi sta abbattendo a livello emotivo. Sono una ragazza di 23 anni, e purtroppo sono cresciuta in una famiglia già distrutta dal principio: quando ero piccola mio padre ha avuto una relazione fuori dal matrimonio, che ha distrutto mia madre in ogni modo possibile. Nonostante ciò decidono di rimanere insieme e provare a tenere insieme la famiglia. Come potrete immaginare l'ambiente in cui sono cresciuta sin da quando ho memoria è complicato. Purtroppo mia madre ha avuto una vita complicata e questa l'ha resa autodistruttiva, emotivamente assente nei miei confronti, ma nonostante ciò ho sempre fatto di tutto per starle vicina e lei ha comunque trovato il suo modo per dimostrarmi affetto. Mio padre con me è sempre stato molto presente, ha sempre fatto tutto quello che poteva per me e gli sono profondamente riconoscente, come lo stesso per mia madre. L'affetto che provo nei loro confronti, ovviamente, è senza limiti, motivo per cui vedere come si distruggono a vicenda mi fa sempre molto male. Sono cresciuta con il terrore di tornare a casa, perché sapevo benissimo cosa mi aspettava: provocazioni, litigi, urla, clima di tensione perenne, vedere i loro sguardi d'odio e sapere tutti i retroscena di loro due come coppia mi ha sempre turbato e continua farlo. Non riesco a gestire la mia paura, nonostante ho dovuto superare tante situazioni difficili, ogni volta che mi trovo davanti a queste scene non riesco a reagire, mi sento nella stessa maniera in cui mi sentivo da bambina e l'impotenza di non poter risolvere questa situazione mi genera un perenne stato d'ansia e di preoccupazione. Vivo da quattro anni fuori casa, studio, sono riuscita a costruire tanto con i pochi mezzi che avevo, ho persone attorno che mi vogliono bene, una relazione stabile e soprattutto molto sana che mi dà molta sicurezza da quel punto di vista. Eppure questa situazione che c'è nella mia famiglia mi condiziona la vita anche quando sono lontana, vivendo appunto in uno stato di perenne ansia, che mi destabilizza e mi fa soffrire. Razionalmente so che non posso fare nulla per risolvere i loro problemi di coppia, ma il non aver mai avuto quel sano distacco genitore-figlio, poiché ho dovuto spesso essere io la figura di supporto (in particolare con i problemi di mia madre con gli psicofarmaci e l'alcol). Questo mi porta a non capire quando è il limite che spetta a un figlio per poter vivere la propria vita senza senso di colpa. Spero possiate darmi qualche buon consiglio, vi ringrazio a tutti.
Buongiorno, grazie per aver condiviso la sua storia.
Il contesto in cui è cresciuta è tutt'altro che semplice, possiamo comprendere come sia impattante per una bambina essere inserita in dinamiche disfunzionali responsabilizzanti e come possano averla fatta sentire impotente.
l'unico consiglio che sento di darle è di dedicarsi uno spazio in cui affrontare i suoi vissuti, rielaborarli e dare un senso e un significato ai sintomi che sta riscontrando.
Rimango a disposizione. Dott.ssa Martina Bernusso
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