Esperienze

Credo fermamente che la nostra categoria professionale abbia il diritto e il dovere di contribuire al benessere della società, prevenendo il disagio e consentendo alle persone di lasciar emergere le proprie capacità per affrontare la variegata quotidianità. Lavoro per aumentare le probabilità di valorizzare la qualità della vita dei pazienti e metterli in condizioni di riconoscersi nelle cose che fanno e in ciò che sono in funzione di un benessere che va sempre coltivato. Mi occupo di sostegno e supporto psicologici per adolescenti, adulti e anziani. Sono disponibile per videoconsulenze e videocolloqui online.
Ricevo a Roma in Via Ippolito Nievo, 62 e a Latina in Viale dello Statuto, 37.
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Risposte ai pazienti

ha risposto a 1 domande da parte di pazienti di MioDottore

Salve, ho sofferto di anoressia nervosa fino a 3 anni fa, ho smesso di andare dallo psicoterapeuta dopo poche sedute perchè non mi sembrava competente. In questi 3 anni ho provato a risolvere da sola il problema, ho ripreso peso, massa muscolare anche grazie alla palestra, ho reintrodotto determinati cibi ma alcune "fisse" sono rimaste come non toccare più dolci, pesare tutto ciò che mangio, usare app contacalorie in maniera praticamente ossessiva anche se ultimamente mi pesa farlo. Diciamo che ci convivo, non mi pesa, se devo adattarmi a qualche circostanza lo faccio, ultimamente sono riuscita a rimangiare il sushi ad esempio. Un'altra "fissa" che mi è rimasta è controllare cosa e quanto mangia mia sorella che vive con me, come se non volessi che mangiasse meno di me. Ho notato che rispetto a quando ho iniziato la "dieta" prescrittami dalla nutrizionista per riprendere peso comunque sono tornata a mangiare di meno, non meno di quando ero nel pieno della malattia ma ho comunque ristretto le kcal. Succede soprattutto nei momenti d'incertezza. In questo periodo di incertezze appunto sto mangiando di meno e sono combattuta sul "ora smetto di utilizzare applicazioni e contare kcal" al "no, non ci riesco, devo controllare quanto mangio". Sono consapevole del fatto che il problema sia scaricare l'eccessivo bisogno di voler controllare tutto sul cibo. Temo di non poterne uscire facilmente. So che un percorso psicoterapeutico sarebbe la cosa migliore ma nel frattempo cosa potrei fare? Grazie.

Carissima,
è certamente difficile trovarsi nella condizione di sentirsi abbattute, a volte vinte, come se non potessimo mai abbassare la guardia. Chiedi cosa potresti fare nel frattempo, come se volessi prepararti prima a un percorso che ti porti al benessere. Il fatto che tu lo stia domandando è, a mio avviso, già parte del percorso verso lo stare bene, ed è una buona guida. Il mio suggerimento è di ascoltarti profondamente, di lasciare spazio a tutte le tue sensazioni di emergere. Il controllo è una capacità importante e ci consente di fare molte cose, ma allo stesso modo è fondamentale la possibilità di allentarlo. Credo sia importante per te, in questa fase, sapere che è possibile - con un supporto qualificato - recuperare la capacità di allentare il controllo, senza perdere quella di mantenerlo, proprio perchè il tuo benessere può essere oscillare dal controllo all'allentamento adattandoti a momenti e situazioni. Per fare questo sarà preziosa una buona dose di fiducia nei confronti del professionista e di te stessa, superando le prime perplessità che sono naturali, come in qualsiasi relazione. Ti auguro di ascoltarti. La comunità di professionisti c'è. Dott.ssa Martina Becchimanzi (Ordine Psicologi del Lazio n°24767)

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