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Esperienze

Sono il dott. Mario Salinas, Psicologo ad orientamento breve-strategico. Il mio metodo si concentra sul presente, offrendo strategie pratiche e rapide per affrontare i disagi psicologici. Oltre al colloquio clinico, integro tecniche come la meditazione mindfulness, l'ipnosi ericksoniana, il training autogeno e le visualizzazioni guidate, per potenziare il benessere psicologico dei miei pazienti.

La mia filosofia di lavoro si basa su un ambiente accogliente e su un ascolto attento e non giudicante. Insieme, esploreremo le tue esigenze e i tuoi obiettivi, individuando il percorso più adatto a te.
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Presso: Dr. Mario Salinas consulenza psicologica

Ho intrapreso il mio percorso con il dott. Salinas e la sua straordinaria capacità di ascolto attivo e privo di giudizio mi ha permesso di aprirmi completamente, affrontando anche tematiche difficili con maggiore serenità. Le sue spiegazioni chiare e concrete mi hanno aiutato a comprendere meglio le radici dei miei problemi, e grazie al suo supporto, sto acquisendo una crescente consapevolezza di me stessa. Inoltre, la sua disponibilità oltre l'orario delle sedute, sempre pronto ad ascoltare i miei pensieri, è un ulteriore valore aggiunto. Consiglio vivamente il dott. Salinas a chiunque stia cercando un supporto per il proprio percorso di crescita personale.

D
Presso: Dr. Mario Salinas consulenza psicologica

Il dottor Salinas è un Professionista empatico, attento , mette a proprio agio già dai primi incontri, si entra in sintonia senza difficoltà. il suo approccio porta alla risoluzione del problema già dalle prime sedute attraverso strategie ad hoc. Consiglio vivamente

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Risposte ai pazienti

ha risposto a 6 domande da parte di pazienti di MioDottore

Gentili dottoresse e dottori,

sono un uomo di 32 anni, non sposato e senza figli, che attualmente si sente vuoto ed in balia degli eventi della vita.

Credo che la mia attuale sensazione di vuoto o di inadeguatezza nella vita derivi principalmente da due circostanze: un lieve bullismo che mi ha impedito di vivere appieno la mia adolescenza, se e quando la confronto con quella vissuta dai miei coetanei, e l'improvvisa perdita di mio padre a causa di un male incurabile, quando il Covid-19 stava imperversando ovunque nel 2020.

La prima circostanza, infatti, mi ha trasformato da un ragazzo piuttosto estroverso e spensierato in un uomo introverso, sovrappensiero e risentito, mentre la seconda ha portato scompiglio nella mia vita di tutti i giorni, in quanto ho perso bruscamente una delle persone più importanti a cui ero legato in una fase in cui tutti dovrebbero sistemarsi, sia a livello personale che professionale. Il cancro è stato come avere a che fare con una bomba a orologeria di cui non si vede il timer e che ci mette in un istante di fronte alla precarietà della vita.

Questi eventi mi hanno profondamente segnato, dal momento che ho praticamente trascorso la mia adolescenza per la maggior parte del tempo da solo, concentrandomi sugli studi, e gli ultimi anni cercando di sistemarmi professionalmente, affrontando grandi difficoltà sia nei rapporti con le persone (lavorando in ambito commerciale) sia nella vita quotidiana stessa. Ci sono giorni in cui mi sento completamente assorbito da quello che sto facendo e quindi riesco a portare a termine le cose come previsto e altri in cui mi sento travolto da un uragano di pensieri e sensazioni negative su me stesso e sul futuro che mi aspetta e che, a volte, mi fanno piangere silenziosamente sul cuscino appena torno a casa a fine giornata.

Rimpiango profondamente il fatto di non aver potuto sperimentare l'amore nella sua natura sbocciante e intensa durante la mia adolescenza, a differenza dei miei coetanei, il fatto che quei tempi e quei luoghi di ritrovo non torneranno mai più, lasciando così una profonda cicatrice nel mio cuore e, infine, il fatto che molto spesso mi troverò a disagio in contesti sociali quando conoscenti/colleghi ecc. parleranno della loro famiglia, dei loro figli e delle loro prospettive di carriera. Allo stesso tempo ho anche ridotto drasticamente la quantità di tempo che trascorro sui social media, perché mi sembra che le persone condividano solo le cose belle della loro vita, ma cerco sempre di cogliere ogni occasione per frequentare i miei amici e familiari, anche se alcuni di loro stanno mettendo su famiglia e questo mi fa sentire a disagio, come ho spiegato in precedenza.

Uscire a cena, andare al cinema, andare a teatro da solo è davvero troppo per me e, francamente, al momento è umiliante. Uscire casualmente a bere qualcosa o viaggiare, invece, sono attività più gestibili, ma comportano comunque una certa tensione.

Vorrei diventare più ottimista e resiliente, trovanodo più autostima, per non ritrovarmi tra qualche decennio definitivamente solo e senza speranza.

Vi ringrazio

Gentile utente, grazie per aver condiviso la sua storia, comprendo perfettamente la sofferenza che possono derivare dagli eventi che ha descritto e la relativa sensazione di vuoto e inadeguatezza. Elaborare questi eventi (in particolar modo il lutto per suo padre) non è semplice, la buna notizia è che lei ne è consapevole e può usare questa consapevolezza per trasformare la sofferenza in una risorsa, una sorta di carburante che può usare per raggiungere i suoi obbiettivi. Resto a Disposizione per ulteriore supporto, cordialmente Dott. Salinas Mario

Dott. Mario Salinas

Ciao, sono un ragazzo di 27 anni e sono in totale "crisi" da mesi. Proverò a spiegarmi e spero di non dilungarmi troppo:

Faccio l'università da 5 anni, dopo un esperienza andata male in un'altra università, a 22 anni, ho deciso di riscrivermi ad un'altra facoltà.
Ho sempre voluto fare l'università, ho sempre voluto laurearmi e sarò sincero, non tanto per un lavoro migliore o per chissà cosa, ma principalmente per me, è sempre stato un mio sogno. Ho sempre avuto interessi diversi (qualcuno più forte e duraturo qualcuno un po' meno), quindi anche per la scelta universitaria questa cosa non ha aiutato molto, però alla fine ho deciso di iniziare una facoltà di lingue e linguistica (precisamente mediazione linguistica, impegnativa ma non impossibile) ho sempre amato le lingue e lo studio attorno ad esse.
In parallelo ho più o meno sempre lavorato cercando di mantenermi il più possibile facendo diversi lavori (qualcuno di questi mi ha anche dato piccole soddisfazioni che vanno anche oltre il lato economico) e ho portato avanti la musica (di base è la mia più grande passione) ed è, con alti e bassi, andato tutto bene fino a quest'anno.

Premetto che non sono mai stato uno studente modello, inoltre lavorando ecc non ho potuto frequentare molto tutte le lezioni, però nonostante tutto, con diverse difficoltà come credo ognuno di noi, sono arrivato a 4 esami dalla laurea, tirocini e altri corsi vari tutti fatti. Insomma, di base mi trovo nella classica situazione del "ho quasi finito".

Nel corso di questi anni, studiando e lavorando piano piano ho sviluppato nuove passioni e interessi, e questo mi ha portato col tempo ad avere anche un idea molto chiara sulla magistrale che vorrò fare dopo (a differenza di quando mi sono iscritto alla triennale oggi ho le idee molto più chiare su quello che voglio fare ed essere in futuro, il che si distanzia un po' da quello che sto studiando). Di base gli esami che mi piacevano li ho finiti lo scorso anno, e quest'anno sono riuscito a passare due esami molto pesanti che mi portavo dietro da un po'.

Ovviamente col passare del tempo vedi che pian piano iniziano tutti a laurearsi, ad andare avanti, tutti iniziano a raggiungere quel che volevano e tu resti indietro (si, ci sono stati periodi dove mi sono impegnato meno o per colpa mia o per problemi personali anche grandi che ho dovuto affrontare), però ho fatto mea culpa e sono andato avanti rimediando.
I miei genitori, amici, e la mia ragazza non mi sono mai venuti contro, ma piuttosto mi hanno sempre supportato e spronato, tutta la pressione che ho nasce principalmente da me stesso.
A gennaio del 2024 provo a dare uno di quei 4 esami che mi rimanevano (esami propedeutici e la mia università ha una politica molto severa a riguardo) e non l'ho passato, ci ho riprovato a giugno e non l'ho passato e a settembre stessa cosa. Purtroppo questi esami puoi darli solo 3 volte all'anno e ciò ha portato a slittare tutto.
In tutto ciò aumentava la mia frustrazione, insoddisfazione e il mio paragonarmi agli altri (cosa che fino a un po' di tempo fa non facevo mai) gia da questa estate mentre preparavo per la terza volta questo benedetto esame ho iniziato ad avere attacchi di panico.
Inoltre quest'anno ho avuto problemi personali che mi hanno cambiato molto e hanno inciso sul mio andamento accademico.

A settembre dopo esser stato bocciato per la terza volta, in preda alla rabbia ho pensato di fare un trasferimento in un'altra università che mi piace molto di più (sempre lingue, ma un corso completamente diverso e che si allinea di più alla magistrale che vorrei fare). Mi son fatto fare il riconoscimento esami ecc e quindi ora la decisione toccava a me.
Lati positivi di quella università: salute mentale, argomenti che mi appassionano di più, politica un po' meno severa (le facoltà linguistiche sono un po' particolari)
Lati negativi: si allungherebbe un po' per laurearmi.

Lati positivi di rimanere nella mia: solo 4 esami.
Lati negativi: ad oggi ho il totale rifiuto di ristudiare per quell'esame, ci sto provando a studiare con un approccio diverso ma ho il rifiuto tale che non mi era mai successo prima, non sopporto più quello che faccio, le prof di quell'esame hanno una reputazione non rosea per come si comportano con gli studenti.

Sono due mesi che sto in questo limbo, mi sveglio e penso a questo, mi addormento e penso a questo, non esco più, non sono più attivo come prima e sorrido molto, ma molto meno. Il mio senso di insoddisfazione è arrivato alle stelle e la mia frustrazione idem e sento come se avessi sbagliato tutto. Mi sento vecchio a 27 anni, come se fossi in perenne ritardo.
Tutto questo, più un anno difficile alle spalle, mi hanno portato a riflettere molto su me stesso, e per certe cose sto anche migliorando, ma per quanto riguarda questa scelta non riesco a decidermi.
Sono in bilico nemmeno dovessi decidere tra la vita e la morte e mi sento anche in colpa perché so che non sono questi i problemi della vita. Ma al momento è questo che mi tormenta perché non sono mai stato bravissimo a prendere scelte giuste, e ho paura di rovinarmi tutto il futuro. Ne ho parlato molto con i miei e con le persone a me molto vicine, tra chi mi consiglia uno e chi mi consiglia l'altro. Ma so che la scelta posso farla solo io.

Ho scritto qua nemmeno io so il perché, probabilmente per aver l'ennesimo parere da qualcuno, o semplicemente per mettere nero su bianco quello che provo.
Scusate la lunghezza.

Buon lavoro

gentile utente, come ha ben detto la scelta spetta solo a lei, e ha fatto bene ad utilizzare la scrittura per mettere ordine ai suoi pensieri. La situazione che sta vivendo con questi ultimi esami è estremamente comune, lo sanno bene gli sportivi che a pochi metri dal traguardo improvvisamente sentono le forze venir meno, è come fosse quasi un inconscia paura di vincere che si presenta quando siamo molto vicini al raggiungimento dei nostri obbiettivi. Quello che ha vissuto quest'estate è una condizione paradossale che si verifica quando, erroneamente, per aumentare la sua sicurezza in merito all'esame in questione, ha concentrato tutte le sue forze esclusivamente allo studio dello stesso, e appunto, paradossalmente, piu si studia una materia meno si è sicuri delle proprie conoscenze, questa sensazione di insicurezza le ha portato anche ad avere attacchi di panico e al fallimento della prova a settembre. Ora se lei riflette sugli altri esami che ha passato senza difficoltà, mentre li preparava non era concentrato unicamente sugli esami, ma lavorava, suonava, usciva con gli amici, questo dimostra che se vogliamo portare a termine un compito in maniera ottimale, non dobbiamo ossessivamente concentrarci solo su di esso, ma dobbiamo dare il giusto spazio alla nostra mente anche per rilassarsi ed impegnarsi in altro. Se vuole può fare una prova, una specie di esperimento, provi ,magari, prima di prendere in considerazione la scelta definitiva di cambiare percorso, a dare per un ultima volta l'esame in questione, ma questa volta senza aprire libro, si presenti "impreparato" con la consapevolezza che tato ha un piano b e che non è mai troppo tardi per cambiare percorso, è importante che nei giorni che intercorrono prima della prova non solo non deve studiare ma si deve concentrare su latro, ad esempio sul lavoro o sulla musica. Resto a disposizione per ulteriore supporto (effettuo consulenze anche online)e le auguro di trovare con serenità la sua strada. Cordiali saluti.

Dott. Mario Salinas
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