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21/11/2024
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Punteggio generale
La dottoressa è gentilissima e mi sintonizzo perfettamente con lei !
Sono molto soddisfatta del percorso in quanto sono state centrate le mie problematiche..ho trovato ascolto empatia e capacità di risolvere..consiglio vivamente la dottoressa ..G.M
Ho avuto il privilegio di essere seguita da un professionista che si distingue per la sua serietà, competenza e grande empatia. Sin dal primo incontro, ho percepito un'atmosfera di accoglienza e ascolto autentico, qualità rare e fondamentali in un percorso di psicoterapia.
La capacità di comprendere a fondo le mie difficoltà e di guidarmi con strumenti concreti e riflessioni profonde ha reso il nostro lavoro insieme estremamente utile e arricchente.
Non posso che consigliare vivamente chi cerca un supporto psicologico serio e professionale, sapendo di trovare una persona che si dedica con passione e dedizione al benessere dei propri pazienti.
Mi ha aiutata molto ad aumentare la mia autostima e a gestire meglio l’ansia da prestazione in certe situazioni. Nonostante le mie difficoltà comunicative, piano piano siamo riuscite a scavare all’interno di alcune dinamiche. Il percorso è ancora lungo, ma in un anno e mezzo di terapia il mio stato d’animo e la mia vita è totalmente cambiata grazie al lavoro svolto insieme
La Dottoressa è molto gentile e disponibile, mi ha fatto subito sentire a mio agio. Per ora il percorso non è stato ancora definito, lo si farà strada facendo.. ma sono fiduciosa che riusciremo insieme ad analizzare la situazione!
Grande Professionalità ed empatia. La dottoressa sa mettere a proprio agio rispettando i tempi e le emozioni della persona che ha di fronte. Mi sono trovata benissimo e mi sta aiutando moltissimo.
Ampiamente soddisfatto sia dei benefici ricevuti che della maniera con cui ci siamo arrivati insieme. Felice di aver iniziato con la
dottoressa un meraviglioso viaggio alla scoperta di me stesso!
Non smetterò mai di ringraziarla. Avevo bisogno di intraprendere un percorso con una psicologa da tanto tempo e per altrettanto tempo ho rimandato con scuse banali. Poi, quando proprio ho toccato il fondo, perdendo di vista me stesso e vedendo attorno e dentro me solo caos, ho deciso di prendere in mano la situazione affidandomi alla professionalità della Dott.ssa Belgiovine. Mi sono sentito, sin dal primo momento, a mio agio. La sua empatia, solarità, profonda capacità di ascolto e abilità a farmi vedere le cose anche da un’altra prospettiva mi rendono sempre più convinto e sicuro di aver preso la giusta decisione. Finalmente sono riuscito a riprendere la mia vita in mano e non smetterò mai di ringraziarla!
Cortesia ed empatia. Ha saputo cogliere il mio problema e darmi indicazioni utili.
ha risposto a 25 domande da parte di pazienti di MioDottore
Buongiorno gentili dottori,
Voglio raccontarvi la mia storia che mi sta causando molto disagio e temo che possa procedere verso scenari ancora più negativi.
Ad Aprile ho cambiato lavoro, sono passato da una multinazionale settore fashion alla concorrenza, con la speranza di trovare un luogo meno tossico.
Così purtroppo non è stato.
Anzi, senza essere troppo prolisso, ho trovato un ufficio con persone molto antipatiche, un capo che vuole fare il mio lavoro (di conseguenza ho poco da fare) e, in generale, un ambiente poco strutturato e confusionario.
Un mese fa ho iniziato un iter con un’azienda, piccola rispetto a dove sono ora ma siamo comunque sui 250 dipendenti e un fatturato poco inferiore ai 100mln.
Al primo colloquio mi fanno vedere già tutta l’azienda e poi, al secondo mi formulano un’offerta.
Numericamente parlando era migliorativa, anche se di poco, rispetto alla mia RAL attuale.
Il vantaggio principale, secondo me, sarebbe stata la vicinanza da casa (pochi km) e l’orario di 37, 5 ore settimanali, con l’uscita al venerdì alle 16.
Rifiuto la proposta nonostante stessi per accettare, perché attualmente sono in un posto veramente grande e riconosciuto a livello mondiale.
Ovviamente il CV ne guadagna, anche se a volte lo stress si fa sentire.
I giorni successivi al mio rifiuto però, sento come un senso di insoddisfazione e quindi li richiamo per sapere se era ancora aperta la posizione.
Mi dicono di sì, ritorno a colloquio, lo passo di nuovo, mi riformulano l’offerta.
C’è da dire che sin dal primo colloquio mi hanno fatto sentire super voluto, e che erano venuti incontro alle mie richieste senza problemi.
E sapete io cosa ho fatto?
Ho rifiutato di nuovo.
Non sono riuscito a dire di sì e a firmare la lettera, mi è preso come un senso di ansia e panico quando ho dovuto scegliere di nuovo.
Ho cominciato con l’iperventilazione e con la tachicardia, di conseguenza ho rifiutato.
Ora sono circa due settimane che ogni giorno che vado a lavoro, facendomi la mia mezz’ora di strada, ripenso che ho buttato via un’occasione d’oro per poter finalmente andare via da dove sono.
Questo sta seriamente influendo sulla mia salute mentale, di notte ho sempre scariche lungo le gambe, non dormo, sono agitato e giù di morale in maniera pesante.
Lo stanno notando tutti e nessuno riesce a svoltarmi, quindi di fatto sto facendo del male anche a chi mi vuole bene.
Provo moltissima vergogna di me stesso per aver buttato via un’opportunità e per aver fatto perdere del tempo a persone molto più professionali di me.
A lavoro, non faccio altro che pensare a quanto sono stupido.
Ho tanta paura per il mio futuro, per la prima volta nella vita mi sento davvero senza una via d’uscita, sono perennemente in angoscia.
Non so neanche cosa domandare, credo di essere prossimo o dentro all’esaurimento nervoso.
Cerco in qualche modo aiuto.
Grazie mille in anticipo.
La storia che porta qui è ricca di spunti per indagini sul suo funzionamento che direziona le sue scelte.
Probabilmente non ha sentito un terreno sostenente per questo salto lavorativo, sulla carta migliorativo e se ne è preso tutte le responsabilità come denota il "senso di colpa".
Il nostro organismo tende ad un equilibrio omeostatico, quindi se ha optato per questa scelta è per difendere altre parti che magari ad oggi non avrebbero retto, la paura dell'ignoto e di fare la scelta sbagliata possono mettere davanti a quesiti più antichi.
Quindi se ha fatto questa scelta avrà le sue motivazioni, ora è il momento probabilmente di prendersi cura di come sta prima di ricercare un altra situazione, che potrebbe riconnetterla con queste sensazioni che ha ben descritto e che sta vivendo.
Con un professionista a facilitare questi processi, sono sicura riuscirà a trovare un senso e a dare dignità a questo momento che sta vivendo. Un caro saluto
Buonasera sono un ragazzo ho 26 anni.
Da diverso tempo convivo con dei pensieri ossessivi focalizzati sul "controllo del respiro"
Avevo scritto già un messaggio qualche mese fa su questo sito
Il mio problema è molto difficile da spiegare per messaggio
In pratica purtroppo faccio troppa attenzione al respiro arrivando a controllarlo.
Questo potete immaginare mi fa stare veramente tanto male, sia perchè mi riempio d'aria sia perchè mi causa molta ansia e stress e soprattutto non so bene come fare ad uscirne.
La cosa che più mi preoccupa di questa cosa è che ormai ho proprio la convinzione che sia un problema vero e proprio, come se ormai questa cosa si fosse instaurata dentro di me e mi identifico in essa.
Al momento sto facendo un percorso di psicoterapia ma senza nessun beneficio evidente.
Praticamente io non riesco a sentirmi piu forte di questo pensiero che poi ormai piu che pensiero è quasi diventato un meccanismo, come non saper piu come si sta senza questa sofferenza.
Sto prendendo da tempo rimedi omeopatici, anche in questo caso senza aver però risolto il problema.
Alterno molti alti e bassi, però sono sicuro che i miei alti sono come "bassi" per persone che non hanno questi problemi.
Inoltre credo o meglio ho paura di aver bisogno di uno psicofarmaco, tanto da convincermi di questa cosa, però ancora non ho fatto questo passo perchè ho molta paura poi di non riuscire piu a toglierlo e doverlo prendere per sempre.
Inoltre ho paura che quel farmaco vada a cambiare qualcosa nel mio modo di fare e pensare, cosa che non voglio assolutamente, vorrei solo eliminare o dimenticare questi pensieri e questa sofferenza.
Io volevo chiedere se qualcuno di voi aveva già avuto a che fare con problemi identici o simili al mio cosi focalizzati sul respiro.
Faccio questa domanda perchè mi piacerebbe inziare un percorso di psicoterapia con chi ha avuto a che fare con questi problemi, così da avere anche piu fiducia nel percorso
Vorrei chiedere se possibile anche dei consigli, in questi casi come se ne esce da questi problemi?
Qualcuno ha gia avuto a che fare con questi probelmi?
La meditazione può aiutare? Perchè ne ho sempre sentito parlare bene ma non saprei da dove inziare
Grazie mille per il tempo dedicato al mio messaggio e per le risposte
Gentile Utente, il respiro è un mezzo molto potente per sentire il proprio corpo anche se, nella fattispecie che porta, è vissuto probabilmente come un pensiero ossessivo in un circuito che genera ansia.
Innanzi tutto invece di prendere aria, sarebbe meglio svuotare (come per riempire d'aria un sacchetto).
Per la terapia farmacologica, la situazione migliore sarebbe andare dallo psichiatra con cui collabora e si confronta la sua terapeuta, così da svolgere il lavoro insieme e sentirsi più contenuto dal campo intorno a lei, ad oggi non mi sembra ci sia molta fiducia nel curante e questo magari ci dice qualcosa della sua storia, potrebbe servire altro tempo, un confronto su questa tematica con la terapeuta o magari altro.
Se posso condividere la mia esperienza tutti i pazienti che hanno avuto bisogno di un supporto farmacologico (anche inizialmente presi da molte paure come quelle descritte da lei) negli anni hanno ridotto, con il benestare dello psichiatra, fino ad eliminare i farmaci e il momento dell'assunzione ha giovato a loro e alla terapia.
Un caro saluto
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