Esperienze

Laureata in Psicologia con indirizzo “Clinico e di Comunità” presso l’Università degli studi "La Sapienza" di Roma e iscritta all’Albo Professionale degli Psicologi della Regione Lazio (n° 12419).
Specializzata in Psicoterapia della Gestalt presso l’Istituto Gestalt Firenze, di Roma.
Specializzata come Psicodiagnosta presso l'Istituto di Formazione e Ricerca scientifica del Ceipa di Roma (Test Rorschach, MMPI, DFU).

Svolge attività libero professionale in qualità di Psicologa Psicoterapeuta e Psicodiagnosta presso lo studio in zona Roma nord dal 2003 offrendo sostegno psicologico e psicoterapia individuali per adolescenti, adulti, coppie e famiglia.

Collabora in diversi ambiti di intervento come psicologa e formatrice presso scuole superiori e medie inferiori di Roma e dei Castelli Romani, per progetti realizzati contro la dispersione scolastica, il bullismo e la prevenzione del disagio (spazio di ascolto individuale e conduzione di gruppi).
Docente presso la scuola di Counselling Psico Art di Roma, lezioni e work-shop esperienziali.
Psicologa e Formatrice in collaborazione con la LILA (Lega Italiana Lotta Aids) in progetti, presso scuole superiori di Roma, di Formazione e Prevenzione della trasmissione di malattie a trasmissione sessuale (MTS).

Psicologa presso il "Consultorio Giovani" per psicoterapie brevi rivolte ad adolescenti e famiglie.

Formatrice e Supervisore clinico per associazioni e gruppi educativi.

Responsabile educativo per “Associazione In Famiglia, onlus” che si occupa di accoglienza per minori stranieri non accompagnati.

Collabora con progetti a sostegno dei giovani di strada nei paesi dell'America Latina e minori stranieri non accompagnati (MISNA) ospiti di centri di prima e seconda accoglienza di Roma.
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Studio clinico Nomentana
Circonvallazione Nomentana, 521, Roma

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S
Presso: Studio clinico Nomentana psicoterapia individuale

La dottoressa mi ha seguito per 2 anni e sin dal primo giorno si è dimostrata molto professionale e rispettosa. Mi ha aiutato tantissimo a superare le difficoltà che avevo. La sua umanità mi ha fatto sentire a mio agio dal primo incontro. Consigliatissima!

M
Presso: Studio medico Labaro psicoterapia individuale

Ho cominciato il percorso prima del lockdown continuando gli incontri da remoto . Ad oggi ho ripreso gl incontri frontali e mi sento di dire di aver trovato grande professionalità e competenza. La
Dott.ssa sa metterti a tuo agio in maniera naturale rispettando i tuoi tempi.

C
Presso: Studio clinico Nomentana psicoterapia

Mi sono trovato molto bene con la dottoressa. È stata con me molto professionale e accogliente. Mi sono sentito a mio agio dal primo incontro. La ringrazio per il lavoro che abbiamo fatto e per quello che potremmo ancora fare.

S
Presso: Studio medico Labaro psicoterapia individuale

Sono stato paziente delle Dottoressa per un lungo periodo. Mi era stata consigliata da una mia carissima amica sua paziente. Ho tratto beneficio dalla terapia. Il percorso è stato difficile ma sono alla fine contento dei miei progressi. Lascio quindi un feedback positivo.

S
Presso: Studio clinico Nomentana psicoterapia individuale

Ho intrapreso un percorso terapeutico con la Dr.ssa D’Angelomaria per cercare di ritrovarmi dopo un periodo difficile. Dalla prima seduta mi ha dimostrato empatia, preparazione, sensibilità e disponibilità. Anche durante il periodo di lockdown siamo riuscite a portare avanti, a distanza, la terapia con enormi benefici per me.

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Risposte ai pazienti

ha risposto a 1 domande da parte di pazienti di MioDottore

Potrò sembrarvi provocatoria, ma voglio sapere chi potrà rispondermi senza facili conclusioni cui una media intelligenza può arrivarci da sola.

Genitori che non ti hanno aiutato ad individualizzarti, ad essere autonomo, e che non ti hanno aiutato a creare una buona autostima, fanno sì, come nel mio caso, che alla domanda Cosa farai da grande, io a 49 anni, non sappia rispondere.
O meglio, risponderei ciò che mi piace fare, che ho provato a fare, che poi ho abbandonato perché, non mi valorizzava, perché forse non credevo in me, perché le vicende familiari mi fagocitavano ed ero stanca.
A 24 anni, facevo teatro, mi impegnavo con tutta me ed ero brava, dicevano. Mi trovai pure un agente, e feci cose in TV o cinema ma dentro ero una farfalla e fuori un elefante, vale a dire, sempre problemi di obesità, più o meno alta (diverse diete e risultati altalenanti). Ma la gioventù, il sapermi portare bene il peso, mi facevano per un po', crederci in quel lavoro. Poi a differenza degli uomini, che pure se di peso, possono fare ruoli drammatici, le donne, o sono belle e hanno ruoli rispettabili, o sono macchiette, caratteriste, e vengono derise. Faranno sempre ruoli secondari. Legge della ns società? Ok ma a me non stava più bene. Io volevo esistere e che fosse vista la bravura della farfalla, non usata per l elefante. Ovvio il problema fosse di accettazione e inadeguatezza, pure quando fui più magra, comunque non mi accettavo perché non ero come io volevo essere vista. Le mie energie, sensibilità, capacità erano di chi voleva essere protagonista, non comparsa. Seppur in gergo cinematografico ebbi sempre o per quel poco, pose da attrice, ricordo pure il mio nome e Cognome sul camerino. E le comparse varie, un po' scocciate. Si sa che se sei famoso, non ti sogni di dialogare con un Nome, ma se non sei famoso, il generico si e ti chiede " ah sei un'attrice? “. Stonava pure me, mi sentivo quasi usurpare quel ruolo, e fingevo una sicurezza fuori, rispondendo, si sono attrice. Dentro mica ne ero così convinta, come se una bambina prova a fare l adulta, e le dicono" ehi che fai, sei piccola, non puoi farle queste cose“. E da piccola accadde, mia madre assente, mentre c erano gli ospiti, io mi permisi di prendere un vassoio, e un ospite mi fece sentire inadeguata. Dentro forse si smontó qualcosa. Mi sono permessa di fare una cosa, da grande, non posso.

Detto ciò, poi venne meno la voglia di fingere, che mi sentivo attrice non credendoci fino in fondo, non volevo mortificare mia dignità, per qualche posa su cui fare becere battute e con le varie disgrazie malattie problemi, ebbi l'alibi in parte, in parte la stanchezza effettiva dei problemi, che non vissi più di ciò che mi piaceva. Lo feci in altro modo come autrice, regista teatrale, ma a livello amatoriale. E nel teatro professionistico, per cui anche lì mi dicevano brava, non ebbi più il coraggio, di far provini. Tentai con il doppiaggio, altro sogno, li grazie alla mia voce bella, elefante o farfalla non contavano, ma solo se sei parente o amante di... Senno se non hai conoscenze, le porte in faccia. Poi volevo fare l'organizzatrice di eventi, ma anche qui, basta leggere il pregresso familiare dei nomi importanti. Dietro ci sono soldi e raccomandazioni. Perciò, restavano i lavori tristi, dei call center. Fatti ma ero ancora più depressa. Perché la farfalla e la sua indole artistica, credo non morirànno mai. E quando poi mi dovetti occupare di mamma per anni, restava l elefante, e la farfalla era stanca anch'essa. E con dolore, credo che la malattia materna, seppur la abbia pagata in termini di salute psicologica, mi ha dato l alibi per non diventare apatica con i lavori dei call center e similari. Almeno mi sono illusa e lo sono stata davvero, utile a mia madre. Persa lei, e durante gli ultimi anni di vita, la farfalla si muoveva, ma la memoria uno requisiti di un attore, non ci sta più. E se mi si dice allenala non lo so fare. Se mi si pagasse un corso di memoria, forse gratis lo farei. Dico forse perché, il punto irrisolvibile fino ad oggi è, che la Farfalla non vuole sentirsi elefante, il secondo pure se sta a dieta, magari è più piccolo, ma non può credersi farfalla. E io non posso più fare teatro o cinena, oltre che per il covid, perché ho troppa paura. Nonostante anni luce, quella bimba rimproverata o fatta sentire inadeguata, o autogiudicata, non vuole vedere facce finte, non vuole rifiuti, porte in faccia. Le ha avute troppe volte dalla e nella vita. Idem vale nelle relazioni sentimentali. Si è sentita o solo desiderata ma non amata o non giusta, non bella a tal punto da esser scelta. O ha boicottato lei stessa, perché non vuole abbandoni, rifiuti. Per la legge dei grandi numeri, considerando che il mio problema sia il non esser magra, o vabbe diciamo grassa, senza edulcorare, comunque grazie a Dio, ho bel viso, femminilità, e pure uno fosse, (sinceramente più di uno) me lo ha detto che ero bella, ma fosse pure il Papa, io non ci credo. La prima che dice a sé stessa, guardi non va bene, non è giusta, ecc, sono io.

Solo che ora appunto, ho meno anni di vita del passato alle spalle e voglio vivere, cosa mai fatta. Ma ho paura e soprattutto non importa esser single, che io non potrò mai essere la bella della situazione, ma mi serve un lavoro.

Per Le pulizie? Lo status fisico più tendente ancora all'elefante (leggere grassa) non mi trovano adatta, a meno che fossero nei grandi uffici ecc.

Commesse? Vabe età e taglia mi discriminano. Magari sono brutte di viso, antipatiche ma loro possono ed io no.

Professioni specifiche? Non lo so perché non ho fatto informatica, ingegnera, meccanica, idraulica, ma non le so fare.

Lavori meno depressogeni tipo lavorare in mense, aeroporti in molti tipi di qualifiche richiedono conoscenze e che resta?

Call center? Beh no mai più, non mi basterebbero i soldi per curare la mia psiche.

L'arte? Oh si, che darei per tornare ad esistere ma come sopra, non da elefante piccolo o medio..

Perciò, se mi steste per dire che ho bisogno di una psicoterapia, vi rispondo, che si concordo, ci ho creduto, l ho fatta, ma nessuno ha mai capito che il problema sta alla base. Puoi essere e vabbe io non lo sono comunque, una TG 42 ma se hai la psiche obesa, sarai sempre inadeguata. Poi in Italia, patria della esteriorità più che mai. Perció senza soldi, come pago una psicoterapia? Forse ci vorrebbe un mental coach? Non mi dite ASl, che la mia è fatta di medici matti.
Offro un caffè virtuale a chi può dare una risposta diversa, dal... Le occorre una psicoterapia..

Nb. Pure volessi mettere a tacere la farfalla insoddisfatta, i lavori tristi neppure si trovano e allora che si fa? Mi piglio I farmaci, per non pensare che non sarò mai Cenerentola, neppure la Strega che ha un suo perché, e che non sono e non voglio essere una sorellastra.

Buonasera, ho letto con interesse il suo racconto e del tanto descritto mi colpiscono l'attenzionne al suo aspetto esteriore, la rabbia, la delusione e la sua rassegnazione. La sua richiesta di aiuto arriva forte e chiara ma richiede uno sforzo in più da parte sua per essere accolta e non disperdersi.
Mi viene da dirle che il mondo è pieno di farfalle e altri animali strani che attendono solo di essere visti per quello che sono. C'è un posto per tutti e quindi anche per lei. Non posso darle un consiglio, non sono lei, le posso solo lasciare le emozioni e le sensazioni che ho provato nel leggerla: stati ambivalenti fatti di rabbia, dolore e aggressività, desiderio di conoscerla e nello stesso tempo, desiderio di fuggire. Spero le possano essere utile e che possa trovare quello che sta cercando per potersi prendere cura di sé. Cordialmente dott.ssa Manila D'Angelomaria

Dott.ssa Manila D'Angelomaria

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