Buonasera, ho 28 anni e da diversi mesi ho sviluppato paranoie morbose nei confronti della mia ragazza.
Il nostro rapporto é nato due anni fa come una semplice amicizia di solo sesso che si é trasformato in pochi mesi in amore, intenso, passionale e folle. Ci ha travolto o mi ha travolto.
É stato ufficializzato dopo circa un anno poiché doveva nascondere questa relazione ad un amico, una persona su cui lei poteva contare, ma che aveva palesemente altri interessi nei suoi confronti e che aveva paura di perdere. Ho passato un anno a nascondermi, a restare in sordina, in questo rapporto conteso tra me e lui. Rapporto su cui lei mi ha sempre rassicurato non ci fosse altro e a cui sostanzialmente ho sempre creduto. Ho accettato facessero vacanza insieme, serate passate in casa perché magari organizzati. Abbiamo peró vissuto il periodo del covid in casa, condividendo quasi ogni giornata insieme. Lei aveva attenzioni nei miei confronti e viceversa. L'ho sentita per me indispensabile. Passato il periodo e rientrando nel mondo della realtà ho cominciato a scontrarmi con i miei problemi, le mie difficoltà. Provavo fastidio alle battutine degli altri, a tutte le persone che la contattassero sui social, alle sue foto su instagram, ma piú che altro al fatto che a differenza mia tenesse la nostra relazione sempre un po' nascosta. Da qui la mia autostima é crollata, ho cominciato a vedere qualsiasi persona di sesso maschile come una minaccia, ad essere diffidente ad ogni sua parola.
Abbiamo avuto diverse discussioni, un giorno sí e l'altro pure sfociate in parole denigratorie, gesti violenti (da parte sua), sceneggiate in pubblico. Spesso le ho ripetuto dovessimo allontanarci ma ad ogni allontanamento é sempre stata lei a tornare da me, per chiarimenti in cui lei magari aveva esagerato ma io dovevo accettare i miei sbagli, il fatto che fossi sempre poco attento alle sue esigenze, al fatto che fossi sempre poco organizzativo nelle nostre uscite quando qualsiasi mia proposta non gli é mai garbata tanto e anche questo diventava motivo di discussione. Ad un certo punto, alienandomi da me stesso, per evitare di discutere, per renderla felice, facendo cose anche oltre le mie possibilità ma ammetto il fatto che lei mi riempisse di regali, che spesso abbiamo diviso uscite o altro.
Ho avuto diversi cambi lavorativi in quest'anno, non mi sento completamente realizzato e forse a lei trasmetto delle insicurezze. Da alcuni mesi a questa parte, comunque ho cominciato a notarla distante, meno affettuosa, ho notato che la passione in noi si é affievolita, ed altre cose che mi hanno portato a pensare che mi tradisse, che non fosse piú felice con me. Ho cominciato cosí ad interrogarmi anche sul mio comportamento, e penso di essere stato per lei presente, ogni giorno, per ogni sua esigenza, condividendo ogni momento, ho avuto sicuramente i miei momenti di "down", ma spesso percepivo anche il fatto che mi sono allontanato da me stesso, dalle amicuzia, dalla famiglia, dalle passioni... Non perché me lo proibisse ma per le dinamiche che si sono create, e tutto ció mi ha portato a spegnermi. Ho cominciato ad interrogarla ogni giorno su cosa c'era che non andasse, discutendo puntualmente, lei mi ha confermato il suo distacco, attribuendolo alla mia possessività, alla mia mania di controllo, alle mie paranoie, ma mi ha sempre giurato di non avermi mai tradito e che se io fossi cambiato lei sarebbe stata diversa.
Ad oggi mi ritrovo che dopo ulteriori litigi le ho detto di allontanarci, che non sono sicuro dei miei sentimenti. Lei si é scusata del suo comportamento ma mi dice che sono petulante e che possiamo riprovarci con piú leggerezza perche siamo stati felici, ma la mia mente non riesce a non essere diffidente nei suoi confronti, e vivo in una costante ansia, nonostante lei cerchi di rassicurarmi.
Credo abbiamo entrambi le nostre colpe ma sono in un loop da cui non riesco ad uscire.