Dott.ssa
Letizia Turchetto
Psicologo,
Psicologo clinico
Altro
Ponte di Piave 3 indirizzi
Esperienze
Sono Psicoterapeuta in formazione presso la Scuola di Psicoterapia Integrata SPI di Bergamo.
Mi sono laureata in Psicologia presso l'Università di Padova e ho conseguito la laurea specialistica in Psicologia Clinica presso l'Università di Bergamo.
Mi occupo di disturbo d'ansia, dell'umore, ossessivo-compulsivo ed elaborazione del lutto.
Svolgo la mia attività sia in presenza, che online.
Esperto in:
- Psicologia clinica
- Psicodiagnostica
- Psiconcologia
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5 recensioni
Punteggio generale
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MI
Ho avuto il piacere di rivolgermi alla Dott.ssa Turchetto, una professionista altamente qualificata ed empatica. Fin dal primo incontro, mi ha fatto sentire a mio agio, creando uno spazio sicuro e privo di giudizi, dove poter esplorare le mie difficoltà. La sua capacità di ascoltare attivamente e di comprendere profondamente le mie esigenze mi ha impressionato, così come la sua abilità nel fornire suggerimenti pratici per affrontare le problematiche quotidiane.
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Recensione molto positiva della Dottoressa Turchetto. Contattata a causa di un lutto in famiglia è stata subito disponibile per venire incontro alla mia richiesta urgente di assistenza. Mi ha messo subito a mio agio e mi ha aiutata ad affrontare le mie difficoltà, seguendomi in un percorso che da sola non avrei saputo affrontare. Sicuramente consigliata soprattutto per situazioni simili alla mia in quanto molto preparata.
Dario traverso
Grande competenza ma soprattutto grande persona..una figura che sa ascoltare e di gran cuore.la mia dottoressa preferita..ha conquistato la mia fiducia
A.R.
Ho seguito presso la Dottoressa Turchetto una serie di incontri dovuti ad un lutto in famiglia. Mi sono trovato molto bene in quanto la Dottoressa è molto cordiale ed educata. Mette a proprio agio il paziente e mantiene un atteggiamento professionale. La consiglio.
Dott.ssa Letizia Turchetto
La ringrazio per questa recensione e per avermi permesso di accompagnarla in questo momento delicato della sua vita. Qualora ne avvertisse il bisogno, le porte sono sempre aperte e sarà sempre la benvenuta in studio. Vista la distanza, colgo l'occasione per comunicarle che sono reperibile anche online.
M.M
"Cercavo qualcuno che mi aiutasse a comprendere meglio me stesso e ho trovato un professionista attento, empatico e capace di farmi sentire ascoltato. Grazie al suo supporto, ho acquisito nuovi strumenti per affrontare le mie difficoltà e ritrovare un equilibrio. Consiglio vivamente a chiunque cerchi un percorso di crescita personale."
Dott.ssa Letizia Turchetto
La ringrazio molto per questa recensione. Per me è stato un grande piacere averla come paziente ed è con grande gioia che leggo ciò che scrive.
Le auguro sinceramente di proseguire serenamente la sua vita, con una nuova consapevolezza e molti strumenti utili in più nel proprio bagaglio personale. Io resto comunque reperibile e disponibile se dovesse avvertirne la necessità.
Risposte ai pazienti
ha risposto a 13 domande da parte di pazienti di MioDottore
Cari dottori e dottoresse, sono qui per parlarvi di una situazione che mi affligge da un po' di tempo.
Ritengo però opportuno delineare un quadro più completo prima di esporvi la problematica nel dettaglio. In particolare soffro di disturbo ossessivo compulsivo da quando sono piccolo, indicativamente dall'età di 8/9 anni; disturbo che ha coinvolto numerose tematiche, quali quella religiosa, spirituale, sessuale, medica, e così via. A questa condizione si aggiungevano periodicamente episodi di derealizzazione, causati da una forma di ansia costante, amplificata dal DOC stesso. Tutto ciò ha subito un incremento qualche mese fa: gli episodi di Depersonalizzazione/derealizzazione, che prima si verificavano sporadicamente, con lieve/moderata entità e che duravano non più di qualche ora, hanno iniziato a manifestarsi con estrema intensità e in modo persistente. I pensieri ossessivi e le relative compulsivi hanno invece continuato indisturbati nel loro percorso, senza significative variazioni; anche se mi è venuto da considerare questa stessa ansia relativa alla depersonalizzazione/derealizzazione come l'ennesimo contenuto di matrice ossessiva. Arriviamo dunque alla problematica in questione (ci tengo a sottolineare che quelle che ho esposto finora le ritenga ugualmente di enorme rilevanza): un costante senso di vuoto e insoddisfazione. Mi è già capitato in passato di sperimentare sintomi depressivi, unitamente a sintomi ossessivi; ma in questo caso sento che c'è qualcosa di diverso. Nell'ultimo periodo infatti mi reputo relativamente "felice" (ossessioni e depersonalizzazione/derealizzazione a parte), dal momento che, se consideriamo alcuni parametri fondamentali, fisicamente godo di ottima salute, così come i miei familiari, e dispongo di un'ottima e abbastanza estesa rete di relazioni sociali, con amici fidati a cui voglio bene e che mi dimostrano il loro affetto; oltre a questo i miei studi procedono bene, e i miei obiettivi di vita si stanno realizzando a poco a poco. Tuttavia, ciò che mi rende estremamente frustrato e anche spaventato, è proprio il fatto che da questa apparente "perfezione" io riesca a trarre solo una parziale felicità. Molto spesso provo come una gioia limitata, come se dentro di me avessi una barriera che mi impedisce di raggiungere livelli emotivi più intensi e profondi; o come se ci fosse questo enorme vuoto interiore per cui mi viene da pensare (e questo mi terrorizza), che anche raggiungendo i miei obiettivi più importanti e anche avendo buone relazioni sociali, io comunque non riesca ad essere felice, e che quindi tutto ciò sia completamente inutile, effimero e insignificante. Mi terrorizza perché penso: se neanche questo mi rende pienamente felice e soddisfatto, allora cosa potrebbe farlo? Ho pensato che in parte potrebbe essere dovuto a una forma di cherofobia (per cui io ho spesso paura di provare a lungo e in modo molto intenso momenti di felicità, col timore che poi seguiranno PER FORZA eventi tragici, come a ristabilire una sorta di equilibrio, di karma), o anche a una forma di anedonia, magari provocata dall'ottundimento emotivo che sto provando a causa della mia continua depersonalizzazione. Non so darmi una risposta, e questo mi spaventa, perché quello che vorrei è semplicemente tornare a vivere la mia vita come prima, godendomi i miei momenti di felicità come chiunque altro. Chiedo quindi un parere a voi esperti, per aiutarmi a capire un po' di più quello che potrei star provando e perché. Vi ringrazio molto per l'attenzione e vi auguro una buona serata
Gentile utente, buona sera. La ringrazio sinceramente per la chiarezza con cui descrive i suoi vissuti.
Posso immaginare la situazione disagevole che la sintomatologia ossessivo-compulsiva può comportare....per essa, quando la sintomatologia lo richiede, un lavoro corale tra psichiatra e psicologo psicoterapeuta può rappresentare la strada maestra.
Per quanto attiene all'intervento psicologico-psicoterapeutico, i protocolli più recenti definiscono l'approccio cognitivo-comportamentale l'intervento più efficace, e si avvalgono di tecniche di esposizione guidata. Nelle fasi seguenti dell'intervento, il percorso psicologico le consentirebbe di giungere piano piano a definire l'origine del disturbo e il meccanismo di cui esso si nutre per continuare a rappresentare una fonte di disagio.
Posso aggiungere che a volte la comorbilità con tendenze ansiogene e depressive può manifestarsi assieme al DOC, tuttavia il lavoro intrapreso con i professionisti potrebbe giovarle depotenziando anche questi sintomi.
Resto a disposizione per ulteriori chiarimenti, Dott.ssa LT
Salve ho iniziato un percorso di psicoterapia da circa un anno inizialmente erano sedute in presenza poi si è passati per motivi imprecisati a sedute online e credendo che fosse solo una soluzione temporanea avevo accettato di proseguire poi sono diventate sedute sempre online ma con meno flessibilità oraria disponibili solo il pomeriggio e non più la mattina cosa che si mal concilia con il mio lavoro. Mi chiedevo se fosse una cosa comune tra i terapisti e che dunque è spesso il paziente che deve adattarsi agli orari del professionista o se mi sono imbattuto io in una situazione particolare. Inoltre avevo letto in più articoli che la modalità online era più conveniente dal punto di vista economico ma nel mio caso il prezzo è rimasto pure invariato. Devo dire che la modalità in presenza oltre a permettermi una maggiore connessione con la persona che avevo di fronte mi era utile per tante motivazioni: era una scusa per uscire di casa visto che lo faccio molto poco, per approfittare e fare una passeggiata dopo le sedute ma anche per un discorso di prepararmi mentalmente alla seduta riflettere sul percorso e sulla mia problematica al momento di recarmi sul luogo e riflettere su ciò che c’eravamo detti in seduta al termine durante il tragitto per tornare a casa. Non so sinceramente come comportarmi e se esprimere tutto ciò con il terapeuta perché parlare apertamente significa porre fine alla terapia in fin dei conti. Più che il solito consiglio “ne parli apertamente con il terapeuta” vorrei un confronto sulle abitudini degli altri psicologi solo per capire se sono stato sfortunato io con queste “restrizioni” o se solitamente è prassi dare poche opzioni al paziente.
Gentile Utente,
colgo con interesse il suo spirito critico. Porsi delle domande sulle modalità della terapia indica motivazione e modalità riflessive. Sicuramente i suoi quesiti troveranno accoglienza e uno spazio di confronto ad esse dedicato.
Questo per dirle che parlarne con il suo terapeuta rappresenta la via preferenziale sia per scogliere i dubbi che porta, che per decidere insieme il percorso migliore per lei, più adatto alle sue esigenze.
Voglio rasserenarla sull'importanza di sentirsi libero di parlare con il suo terapeuta, non abbia timore di confrontarsi con lui e sappia che è proprio la comunicazione che, in un modo o nell'altro, le porterà giovamento per questi dubbi e, in toto, nel percorso che sta affrontando.
Personalmente utilizzo modalità in presenza e on-line per le sedute concordando lo svolgimento di una o dell'altra modalità con il paziente. Resto a disposizione. Dottoressa Turchetto
Tutti i contenuti pubblicati su MioDottore.it, specialmente domande e risposte, sono di carattere informativo e in nessun caso devono essere considerati un sostituto di una visita specialistica.
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