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S.C.
Persona cortese ed empatica, la dottoressa Izzi mi segue da anni, sia per problemi individuali che di coppia, grazie alla sua professionalità e competenza sono riuscita a trovare un equilibrio sia con me stessa che di coppia.
Wb
Medico molto competente ed eccezionale nel capire fino a fondo i problemi anche se non esternato completamente
D.I.
Professionista competente e disponibile. Consiglio un colloquio ed, eventualmente, un percorso psicologico affiancati dalla Dottoressa Izzi a chiunque viva una situazione di disagio in ambito familiare e lavorativo. Se stai vivendo un momento di sofferenza, prendi il telefono e chiedi aiuto, non te ne potrai pentire!
V.S.
La dott.ssa Izzi con la sua semplicita' nell'ascolto attento ti porta a capire chi sei destinato ad essere.
autore
Sono andata dalla dottoressa Izzi per un problema molto intimo.... Avevo anche attachi di panico... Grazie alla terapia con dott.ssa Izzi ho cambiato molte cose nella mia vita. Grazie a lei sto veramente meglio....
Risposte ai pazienti
ha risposto a 12 domande da parte di pazienti di MioDottore
A distanza di ormai poco più di 2 mesi dalla sospensione di un farmaco SSRI (Citolapram) a 20mg, assunto per 3 settimane, ho ancora disfunzioni sessuali. Ho assunto il farmaco per ansia e depressione, la seconda settimana in seguito a un abuso di alcolici e cannabis ho sviluppato i miei effetti collaterali nel giro di una notte (quel giorno non presi la mia dose per paura di interazioni che sono comunque avvenute), ritrovandomi la mattina del 23 ottobre con: deficit erettile, scomparsa di erezioni notturne e mattutine da sempre presenti, frenulo desensibilizzato, calo della libido e leggero fastidio/dolore interno al pene rilevabile già in fase di semi erezione. Ho 23 anni e non ho mai e sottolineo mai sofferto di problemi simili, anzi, al contrario ho sempre avuto una certa ipersessualità se così vogliamo definirla. A distanza di 2 mesi MI SEMBRA di star avendo dei piccolissimi miglioramenti sul vigore erettivo (tutt'ora non potrei avere un rapporto sessuale senza l'uso di farmaci, sia per la difficoltà di avere un vigore erettivo dignitoso sia per l'estrema difficoltà nel mantenerla) e il recupero della libido, anche il dolore che percepivo sembra lentamente scomparire.. ho anche iniziato una terapia riabilitativa proposta dal mio urologo a base di cialis da seguire per un mese, tale farmaco risolve quasi completamente il problema erettile, seppur temo temporaneamente purtroppo. La sensibilità del frenulo è ancora compromessa. Facendo una veloce ricerca sul web trovo solo notizie drammatiche riguardo una sindrome che si chiama PSSD. Se questo fosse il mio caso avrebbe degli impatti talmente invalidanti sulla psiche che potrei sviluppare istinti suicidi per la prima volta nella mia vita. Quali sono le vostre considerazioni in merito? Avete avuto pazienti con sintomi analoghi? Quanto tempo possono persistere questi sintomi? Aggiungo che non ho infiammazioni alla prostata o altri problemi analoghi, il tutto è stato causato fra l'interazione del farmaco e le sostanze abusate
Concordo sulle affermazioni dei colleghi. È possibile che a monte vi sia una problematica emotiva non risolta che spiegherebbe sia l’ipersessualità (non per forza un segno di salute) e l’attuale condizione probabilmente favorita dall’assunzione del farmaco ma più legato a suoi vissuti emotivi. Dalla sua descrizione si evince molta ansia che spesso è alla base di difficoltà erettive. Si rivolga con fiducia ad uno psicoterapeuta dopo aver consultato l’urologo. I miei saluti
Mi presento. Sono un ragazzo di 19 anni, vivo a Milano da due anni, sono al secondo anno di università.
È il mio primo approccio al mondo della psicologia o altro. Il motivo di ciò? Non ne ho idea.
Ok in realtà probabilmente una mezza idea la ho, ma è tutto parecchio confuso attualmente. Nessun trauma familiare, o cause scatenanti particolari.
Solamente sono arrivato a un certo punto in cui mi sono chiesto: come ci sono finito in questa situazione? Ad essere sincero non credo ci sia una precisa causa di questo malumore. Credo sia più una concatenazione di eventi. Causa che diventa effetto, effetto che diventa causa.
Potrei pensare alla mia immensa timidezza, che mi accompagna da quando ne ho memoria.
Oppure alla paura e l’incapacità di relazionarmi con i miei coetanei, l’università e alla continua ansia, il fatto di essere sempre stato un solitario senza nemmeno volerlo, la sofferenza per l’incapacità di mostrarmi non per come vorrei essere, ma per come credo di essere realmente.
Già perché, io come sono realmente? Esiste davvero un io sotto tutti questi strati? Sinceramente non lo so più e vorrei capirlo.
Mi rendo però conto di non riuscire da solo in questa mia impresa. Parlarne in famiglia aiuta relativamente, perché non riesco comunque ad uscire da questa sorta di bolla in cui credo di essermi rinchiuso, estraniandomi dal mondo esterno.
Da studente fuori sede, questo senso di solitudine si è amplificato e con esso le conseguenze.
Mi sta cambiando e non in positivo. Le mie passioni stanno svanendo, e con esse le motivazioni. Ho paura di poter giungere a un punto di non ritorno, oltre il quale possa abituarmi così tanto a questa situazione da renderla “normale”.
Credo che la causa o l’effetto principale che tutto ciò comporta sia una generale mancanza di confronto.
Confronto che potrebbe portare a una maggior consapevolezza su molti aspetti della mia vita ma che, come detto prima, manca.
Per cui, probabilmente è questo il motivo per cui sto scrivendo. Potermi confrontare con un osservatore esterno che non sia un familiare o un conoscente, che quindi possa conoscermi da zero e con cui analizzare aspetti riguardanti la mia personalità, il modo in cui mi relaziono con gli altri, i modi in cui affronto le situazioni della vita. Sperando di poter giungere a una migliore conoscenza e consapevolezza personale.
Gentile ragazzo,
Lei è pronto per un percorso di analisi che l’aiuterà a far emergere chi davvero lei sia. Ha una buona capacità introspettiva che necessita di essere nutrita. Auguri
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