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31/12/2024
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Punteggio generale
Nonostante le mie iniziali perplessità trattandosi di una donna alla quale avrei dovuto confidare le mie problematiche di "natura maschile" l'empatia con cui mi ha ascoltato mi ha permesso di mettermi a nudo. Continuo il mio percorso di terapia con risultati già positivi. Brava, veramente brava la giovane Dottoressa. La consiglio vivamente.
La dottoressa, tramite empatia e ascolto, è riuscita a farmi aprire e a cogliere gradualmente i miei disagi e a trasformarli in qualcosa su cui lavorare insieme. Stiamo facendo un bel percorso. Consapevole di aver fatto la scelta giusta consiglio vivamente.
La Dottoressa é stata empatica dal primo momento ed é stata sicuramente la prima cosa che mi ha colpita. Ha saputo ascoltarmi anche sugli aspetti più delicati del mio racconto mettendo a fuoco le criticità che non avevo colto, mostrandomi sotto una nuova luce la realtà e sciogliendo alcune delle mie insicurezze.
Mi sono sentita accolta e ascoltata senza nessun giudizio.
Ho avuto il piacere di intraprendere un percorso di consulenza con la dott.ssa e posso dire che è stata un'esperienza positiva. La sua empatia e capacità di ascolto mi hanno messo subito a mio agio, permettendomi di esplorare e comprendere meglio le mie esigenze e preoccupazioni. Grazie a questo percorso ho acquisito maggiore consapevolezza e serenità riguardo alla mia sessualità.
ha risposto a 7 domande da parte di pazienti di MioDottore
Mi piacerebbe parlare di una situazione in cui mi ritrovo ora all'età di 20 anni . Non è la mia prima domanda su questo sito, e quasi tutte le domande che faccio si basano quasi sempre sul periodo che sto passando. Ormai sono settimane che mi logoro per sensi di colpa ho avuto molte risposte che mi hanno aiutato quindi spero che lo facciano anche questa volta. Vorrei parlare di una cosa che mi è tornata alla mente ultimamente e che non ha più abbandonato la mia testa. Succedeva ogni tanto quando ero più piccolo avevo circa 16 anni , mentre stavo in una relazione , di praticare autoerotismo su fantasie di ragazze che conoscevo , li si fermavano perché poi non nutrivo nessun interesse per queste ragazze. Ora a distanza di tempo crescendo ho smesso di fare quelle cose e le trovo anche molto brutte e contro tutti i valori che ho. Ora non riesco a togliermi più dalla testa questa cosa perché penso che qualsiasi ragazza lo sapesse non vorrebbe avere a che fare nulla con me. E i sensi di colpa mi logorano .Penso ultimamente, sempre più spesso di avere qualcosa di sbagliato dentro di me ,nonostante cerchi in tutti i modi di non fare male alle altre persone . Nell'ultimo periodo ho avuto sempre più pensieri intrusivi e più non voglio pensare a qualcosa più ci continuo a pensare e la cosa sta diventando insostenibile in piu non riesco a perdonarmi . Sono così spaventato da questi pensieri e sensi di colpa da non voler avere più relazioni amorose per paura che possano succedere le stesse cose e avere ancora più sensi di colpa anche solo per pensieri che passano per la testa a cui non so dare spiegazione logica .
Gentile paziente, grazie per quanto condiviso.
La prima cosa che vorrei farle notare è che le fantasie erotiche non sono legate in nessun modo con la moralità o con la fedeltà. È assolutamente normale avere fantasie su altre persone: queste non danneggiano nessuno, proprio perché restano confinate ad una sfera mentale (c'è da sottolineare che fantasia e desiderio sono due cose diverse: la fantasia è un'immagine mentale che non richiede necessariamente di essere messa in pratica, ma ci dà la libertà di vivere le esperienze erotiche fuori dalla realtà; desiderio invece ha a che fare con il voler mettere in pratica qualcosa che, appunto, si desidera).
Non esistono fantasie giuste o sbagliate, è una sfera intima e personale, e per ognuno di noi è giusta quella che ci porterà al provare piacere. Inoltre, non definiscono assolutamente chi si è come persona.
È comunque evidente quanto questi pensieri e sensi di colpa non le stiano permettendo di essere sereno. Giudicarsi così duramente per pensieri che fanno parte della sua sessualità e che si riferiscono ad una fase della vita passata e di scoperta di sé tipica dell'adolescenza, può portarla ad amplificare i sensi di colpa.
Se nota che questi pensieri intrusivi e sensi di colpa influenzano troppo la sua vita, impedendole ad esempio di avere relazioni, sarebbe opportuno parlarne con un/una professionista che possa darle gli strumenti per imparare a gestirli.
Salve, vorrei raccontarvi la mia situazione attuale con il mio compagno perché vorrei capire una volta per tutte qual’è il motivo del suo comportamento e come dovrei approcciarmi per farlo finire. Solitamente quando io e il mio compagno litighiamo, lui attua un silenzio nei miei confronti che dura diversi giorni, anche per banalità, è come se io fossi completamente inesistente e capita spesso che questo silenzio venga fuori all’improvviso senza che io ne capisca la motivazione, e devo intervenire per chiedere. Fino ad ora nella maggior parte dei casi sono sempre stata io quella che ha cercato un confronto e dialogo, ho spiegato tantissime volte che questo comportamento non va bene perché io sono la sua compagna, viviamo nella stessa casa, abbiamo una bambina, e non è normale trascorrere il tempo come se nessuno dei due esistesse, posso capire qualche ora, un giorno di arrabbiatura, ma addirittura sfiorare la settimana mi sembra eccessivo anche per cose stupide, ma nonostante io gli dica queste cose, lui puntualmente attua sempre lo stesso comportamento, al che nelle discussioni avute negli ultimi tempi ho deciso anch’io di fare come lui, perché non può essere che debba essere sempre io quella che manda il messaggio e cerca di parlare,raramente è stato lui a fare il primo passo, tra l’altro quando parliamo di ciò che accade se non la penso come lui non va bene perché non è in quel modo e quella che sbaglia sono io e il suo comportamento è causa mia. Questa cosa mi sta stancando, a maggior ragione perché lui sa che non mi piace ma nonostante ciò se ne frega, e mi sta causando del distacco… Questa situazione è in atto adesso, vi spiego come stanno andando le cose. Sabato sera, precisamente 6 giorni fa, eravamo tranquilli, ma prima di uscire il suo atteggiamento nei miei confronti è cambiato all’improvviso è diventato freddo e a malapena mi rivolgeva la parola, io l’ho notato ovviamente, ma ho continuato ad essere normale perché non ho detto o fatto niente nei suoi confronti a mio parere… durante la serata mentre facevamo un gioco con amici chiamato Nomi-cose-città ha scritto un nome di una persona per la quale varie volte abbiamo avuto discussioni, una sua ex ragazza… tra milioni di nomi possibili da scegliere ha scritto il suo, e io mi sono tanto infastidita, ma più che per il nome stesso, per il modo, perché è una persona per la quale abbiamo discusso più volte, sa benissimo che questo nome posso collegarlo a lei e può causarmi fastidio, ma nonostante ciò ho avvertito una mancanza di sensibilità e non ci ha pensato per niente, o forse era consapevole ma l’ha fatto di proposito… ovviamente dopo questa cosa mi sono infastidita e ho attuato anch’io freddezza nei suoi confronti, e fino ad oggi siamo così, senza parlarci, senza sentirci, nonostante viviamo nella stessa Casa, il bello è che lui sicuramente sa che c’è stato qualcosa che non mi è piaciuta, ma non ha proferito parola su ciò, come se niente fosse. Facendo alcune ricerche su Internet ho letto che questo silenzio può essere di natura punitiva, può essere così? Io nel frattempo mi sto comportando allo stesso modo, non sto cedendo sto resistendo a non fare dei passi perché io non sento di aver sbagliato in qualcosa, lui non parla io non parlo, non mi saluta pazienza, ma fino a che punto posso fare cosi? Secondo voi devo continuare? E se lui non molla?
Aspetto la vostra risposta, grazie mille in anticipo
Buonasera, intanto la ringrazio per la condivisione. Da quello che lei descrive sembrerebbe trattarsi di silenzio punitivo. Il silenzio punitivo è una forma di trattamento passivo-aggressiva abbastanza comune che genera nella persona che la riceve frustrazione e disagio emotivo. Inoltre, è una forma sottile di abuso psicologico utilizzato per punire la persona cui si rivolge, che si ritrova in uno stato di confusione e disorientamento, di non comprensione del motivo per cui viene ignorata, o del perché ha sbagliato generando sensi di colpa spesso infondati e il sentirsi in dovere di risolvere e di rimediare.
Riconoscendo che si tratta di un atteggiamento disfunzionale, l'importante è non cadere nella trappola del meccanismo e avere consapevolezza che una relazione si dovrebbe basare su stima e rispetto reciproco.
Non esistono indicazioni universali e assolute che possono a tutti gli effetti dare piena risposta al suo quesito, perché andrebbe approfondito il caso specifico. In linea generale l'indicazione che si può dare è cercare di non sforzare la comunicazione, perché probabilmente non funzionerà (come detto anche da lei) e si rischia di cadere nel circolo vizioso dei sensi di colpa e della frustrazione.
Ignorare questa dinamica, come sta facendo, potrebbe portare a lungo andare a far desistere il partner dall'attuarla, ma non rispecchia una comunicazione che si possa definire matura e costruttiva, oltre al fatto che può rivelarsi logorante da sostenere.
Quello che si può fare è stabilire dei limiti per mettere lei stessa in protezione, dichiarando al partner che questo atteggiamento non è accettabile, che non porterà ad un miglioramento della relazione o delle dinamiche di coppia.
Se la situazione persiste, sarebbe consigliabile una terapia di coppia, che fornisca ad entrambi gli strumenti necessari per affrontare la comunicazione nella relazione in modo efficace.
Se dall'altra parte non dovesse esserci la volontà, potrebbe essere utile comunque un percorso individuale.
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