Esperienze
Dopo la laurea ho svolto sei mesi di tirocinio in una Struttura Residenziale Riabilitativa e Centro Diurno, che mi ha permesso di entrare in contatto con utenti portatori di patologia psichiatrica, condividendo insieme a loro ogni esperienza della quotidianità e potendo toccare con mano la meravigliosa abilità umana di adattarsi e svilupparsi anche nelle condizioni più avverse.
In seguito la mia esperienza di tirocinio si è spostata alla "trincea" del Dipartimento di Salute Mentale, il Centro di Salute Mentale - CSM di Urbino. Qui ho affiancato lo psicologo-psicoterapeuta nei primi colloqui con i pazienti, avendo numerose occasioni di confronto con il mio tutor e con gli altri professionisti del Centro, momenti per me di grande crescita professionale.
Attualmente mi sto specializzando in psicoterapia presso la Scuola di Psicoterapia Cognitiva di Ancona.
La scelta di questa professione è stata la naturale conseguenza delle mie personali inclinazioni e della graduale scoperta che la relazione empatica - autentica e profonda - che si viene a creare nell'ascolto del racconto personale di ognuno è sempre stata per me fonte di inestimabile nutrimento. Proprio da quel racconto, prestando attenzione, emergono le radici da cui la persona può far sbocciare una nuova prospettiva su di sé e sulla propria esistenza.
Nelle fiabe - che nella loro saggezza di secoli descrivono il viaggio e le imprese dell'Eroe attraverso un processo di trasformazione e crescita - c'è sempre un Aiutante: può essere un amuleto, un animale, un elfo dei boschi... ha il compito di sostenere l'Eroe, mostrargli il sentiero che non ha notato e ricordargli di estrarre la spada dal suo feretro, quando occorre.
Allo stesso modo, il mio ruolo è di accompagnare la persona nella comprensione di sé nella sua interezza, nell'accettazione delle sfaccettature e contraddizioni che fanno parte del nostro "essere umani", per poi accrescere le sue conoscenze sul funzionamento della mente (e delle complesse relazioni fra più menti), potenziarne le risorse e accompagnarlo così nel suo percorso alla ricerca di serenità e benessere.
Esperto in:
- Psicologia clinica
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Colloquio psicologico di coppia (descrizione) • Da 90 €
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19 recensioni
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Marco
Ho affrontato un percorso psicologico con la dottoressa Jessica, e mi ha aiutato in tutto e per tutto ad affrontare le mi problematiche, accompagnandomi passo dopo passo. La consiglio davvero di cuore, perché oltre ad essere super preparata, ci mette anima e corpo in ciò che fa, e riesce a trasmetterlo anche al paziente. È stato l'aiuto di cui avevo bisogno. Grazie.
C.C.
Cortese e empatica. Grande capacità di prendersi cura dell'altro. Massima serietà, disponibilità e professionalità.
Maria Grazia
La dott.ssa Maranza mi ha aiutata a sentirmi accolta ed ascoltata. Sin da subito è stata in grado di mettermi a mio agio, con ascolto proattivo e sempre attento alla persona. E' molto precisa e scrupolosa nel suo lavoro, consiglio vivamente!
I. D.
Empatia, professionalità e competenza le parole d'ordine della dottoressa. Mi ha Resa una donna più sicura e ciò ha modificato la mia vita migliorandola. Le sarò sempre grata
E. L
Ascolto partecipe e grande disponibilità sono le qualità che rendono la dottoressa preparata e professionale. Incontro positivo e molto utile.
Gt
La dottoressa Maranza è una persona attenta, competente e scrupolosa.
È sempre molto puntuale e disponibile per qualsiasi chiarimento.
Silvia
Professionalità, ascolto, empatia, disponibilità e amore per il proprio lavoro. Consiglio davvero a chiunque la Dott.ssa Maranza!!
MLC
La Dott.ssa Maranza è stata una piacevole e valida scoperta: preparata, attenta con una grande capacità di mettermi a mio agio anche nei momenti di maggior difficoltà.
Il suo supporto nel mio percorso di cambiamento è stato davvero fondamentale.
S.P.
Mi sono rivolta alla dottoressa perché stavo affrontando un periodo della mia vita in cui mi era richiesto di prendere delle decisioni difficili. Durante i colloqui mi sono sentita compresa e supportata, e questo ha fatto sì che io mi fidassi dei miei desideri e scegliessi la mia strada. Grazie dottoressa!
S.M.
Sono molto contento del percorso che ho svolto con la dottoressa, è stata disponibile e attenta durante i nostri colloqui e mi ha aiutato a trovare il modo di superare le mie difficoltà. La consiglio!
Risposte ai pazienti
ha risposto a 64 domande da parte di pazienti di MioDottore
Sono una ragazza di 24 anni, adottata all'età di 1 anno e mezzo, che vive ancora a casa per motivi di studio.
scrivo per via del difficile rapporto con mia madre che oramai da anni mi assilla.
Fin dai miei dieci anni la mia vita è costellata da battibecchi con mia madre, ero una bambina testarda, non ascoltavo molto e ho ben presto iniziato a rispondere male.
Una volta adolescente ho sviluppato una forte insicurezza riguardo al mio aspetto, capacità relazionali e scolastiche. Ho un brutto trauma all'età di sette anni e parecchi episodi di bullismo ed isolamento risalenti ai miei 12 anni, il che non ha aiutato la mia insicurezza.
Mia madre è sempre stata un'importante confidente, ho sempre vantato questo aspetto della relazione: tra noi c'è sempre chiarezza e onestà. Tuttavia non posso non evidenziare la sua ambivalenza.
La vita di mia madre è segnata dalla povertà vissuta in famiglia quando era bambina e a sua volta ha vissuto forti insicurezze riguardo al suo aspetto: non ha memorie sotto i 17 anni e appena ha potuto si è rifatta il naso e cambiato il suo stile di vita frequentando parecchi corsi in palestra.
Durante la mia adolescenza non ha fatto altro che insistere sul fatto che avessi preso peso (sono una ragazza muscolosa, ho sempre fatto sport molto fisici e tonificanti, 1.68m x 58kg) e che fossi soggetta ad acne. La sua "fissazione" per l'aspetto fisico è sempre presente e piuttosto invadente "Come ti sei vestita?" "Ma puoi andare in giro con i capelli così?" "Smettila di toccarti la faccia, ti riempi di brufoli" "Smettila di mangiare così tanto, vuoi ingrassare?". Tutt'ora quando chiedo un parere mi critica e alle mie lamentele in merito risponde "Sei mia figlia, non ti faccio andare in giro come una disgraziata" (Solitamente perchè ho lasciato una ciocca di cappelli fuori posto o non ho abbinato perfettamente una maglietta).
Come ho già detto, ho 24 anni: ho vissuto da sola per sei mesi in erasmus, con un mio ex ragazzo per tre mesi e in generale mi hanno sempre lasciata da sola quando andavano in vacanza, anche per mesi a volte. Non è mai stato un problema, ho sempre potuto soddisfare il mio senso di indipendenza. Tutto questo però viene sempre seguito da un suo costante controllo "Non hai fatto questo, non lo fai mai" "Non hai fatto quello, perchè non fai?", queste frasi escono spesso mentre parliamo di altro, quando cerco di tenere il limpido rapporto che abbiamo raccontandole eventi della mia vita: ho la sensazione che non mi ascolti perchè ogni volta che parlo mi interrompe per dirmi cosa devo fare.
Quando provo a parlarle di cose in altri momenti più tranquilli si mostra sempre indisponente "Sto facendo altro, non posso ascoltarti" per non parlare di due anni fa, quando a pranzo, parlando con la famiglia e spiegando una mia curiosità mi interruppe per dire "Ma non ti senti? Quanto sei noiosa.. come fanno i tuoi amici a sopportarti?".
Chiede, chiede e chiede, se non viene ascoltata subito non fa che diventare aggressiva, se ne va borbottando quanto sono incapace.
Negli anni ho sviluppato un senso di costante attenzione a ciò che dice e questo mi causa una buona dose di frustrazione che risolvo innervosendomi, cerco una comunicazione pacata, cerco di riflettere con lei dicendo che pretende sempre che tutto avvenga in un attimo ma non è fisicamente possibile. Ogni volta interpreta i miei toni, non nego che a volte siano un pò duri, come una mia costante rabbia nei suoi confronti.
Le spiego che mi sento come se lei mi desse dell'incapace ogni volta perchè sente il bisogno di dirmi ogni singola cosa da fare, non mi lascia il tempo di farlo da sola, me lo ripete più volte e poi si arrabbia perchè non viene fatto immediatamente.
Quando cerco di spiegarle come mi fa sentire il fatto di essere così controllata risponde che "Sei tu che hai un problema, interpreti tutto come una critica, devi andare da uno psicologo perchè non sei normale, sei prevenuta, ti arrabbi subito senza motivo"
Ho avuto forti scariche di rabbia negli anni, ne ho parlato con uno psicologo e il problema era proprio questo: La frustrazione che mi crea il suo estremo controllo che tramuto nel timore di non essere ascoltata, capita e apprezzata.
Le ho detto che ogni tanto potrebbe cambiare tono nel chiedermi le cose e che basta chiedere una volta, lei risponde "Sono fatta così, non posso cambiare"
La cosa mi innervosisce, devo sempre essere io ad essere tranquilla e rilassata ogni volta che lei ripete più e più volte in maniera passiva-aggressiva "Rifai il letto, come fai a vivere da barbona?" "Metti via la crema.. anche se tanto non la usi mai, ti riempirai di rughe".. tutto il tempo così, lei parla, aggiunge una critica alla fine del discorso, a volte più o meno pesante, io mi innervosisco, lei ribadisce, io esclamo il mio disappunto verso i suoi modi, lei si offende e grida, gridiamo entrambe e poi lei dice sempre così "Io ho paura a parlarti perchè sei sempre arrabbiata con me a priori, sei una persona rabbiosa, sei fatta di rancore, non ti posso mai parlare, devi andare a farti curare"
Oramai sono prevenuta, si. A volte ho preso seriamente l'idea di andare a parlare con qualcuno di nuovo e lei risponde sempre "Ci sono problemi più gravi, non spendo soldi per queste stupidate".
Mi sento sminuita, sottovalutata, incapace, non ascoltata, mio padre ha provato a dirle "Lei è prevenuta perchè la tratti sempre da bambina, dalle fiducia, devi lasciarle fare ciò che riesce" e di tutto questo mi sembra che abbia capito solo la parte del "Sei prevenuta".
Le parlo con calma, con rabbia, con tranquillità, in lacrime.. è tutto uguale "Sei te che non sai comportarti, sei te che hai una percezione sbagliata di me, sei rabbiosa, vai a parlare a qualcuno".
Non riesce a fare un minimo di introspezione, ho provato a dirle che riguardo al nostro rapporto io rifletto, mi faccio domande: stessa risposta "Ma sei te che fai così, sei te che arrabbi con me, ti arrabbi senza motivo".
Sembra mancare di sensibilità, parla senza riflettere, si giustifica dicendo che è una cosa da madre ma io oramai ho capito che tutto questo va ben oltre il rapporto madre-figlia, certe cose cattive e spiacevoli una madre non dovrebbe dirle.
Chiedo chiarezza, chiedo come risolvere tutta questa situazione, non voglio svegliarmi un giorno e non avere più un briciolo di rapporto con mia madre.
Gentile ragazza, spero non ti offenderai se ti darò del tu. Le tue parole sono cariche di sofferenza e di tentativi di ricucire continuamente un rapporto per te fondamentale. Si sente quanto questo sforzo sia per te doloroso e necessario allo stesso tempo, ed emergono anche molte delle risorse che tu possiedi. Nel raccontare questa delicata situazione dimostri infatti di avere una grande capacità introspettiva, di essere flessibile nel tuo modo di sentire e di comportarti, e queste sono risorse importantissime che spero tu riconosca a te stessa. Purtroppo ho la sensazione che al momento non ti siano sufficienti, e che il tuo desiderio di ricominciare un percorso psicologico dovrebbe assolutamente trovare il modo di realizzarsi, in modo che tu possa trovare l'ascolto di cui hai bisogno e il supporto nella ricerca di un equilibrio all'interno di questo rapporto così burrascoso. Non esistendo soluzioni preconfezionate, posso solo consigliarti di dirigere le tue forze verso questo primo obiettivo, valutando se nella tua zona ci sono servizi pubblici o associazioni che ti permetterebbero di affrontare la spesa, se i tuoi genitori non volessero contribuire.
Ti faccio i miei migliori auguri, dott.ssa Jessica Maranza
Buonasera. Per farla breve ho scoperto che mesi fa quando io e il mio ragazzo ci siamo presi una pausa, lui ha avuto un interesse per un’altra ragazza perché ha detto “che in quel momento non eravamo niente e che cercava qualcosa, che non si sentiva più importante. Ha detto anche che voleva vedere fino a dove arrivasse”. Io li per lì non ero consapevole di questa cosa. Però mi voglio chiedere se sia giusto accettare e perdonare una cosa del genere in un relazione o se non sia giusto. Questa persona tra l’altro gli ha riscritto in questi giorni per sapere come fosse andato l’esame e lui le ha risposto freddo e schietto. Però quando si parla di sta cosa si incazza e dice che è mesi che gli chiedo cose. Bo è normale accettare una cosa così? Anche se non ci ha fatto nulla ma è normale accettare un’attrazione nei confronti di un’altra persona.
Gentile utente, penso il suo dubbio sia comprensibile, e immagino che non le permetta di vivere serenamente la relazione. Mi domando però - e domando anche a lei - come si possa stabilire se sia giusto o meno "accettare e perdonare", quali dovrebbero essere i criteri per deciderlo e chi eventualmente potrebbe prendersi il compito di giudicare all'interno di una relazione. Probabilmente sarà d'accordo con me che questo è un compito molto difficile per chi non fa parte della relazione, visto che lo è già abbastanza per chi la relazione la sta vivendo!
Detto questo, quello che mi sento di suggerirle è di affidarsi all'ascolto di sé, magari ricorrendo al supporto di uno psicologo, per provare a sentire non tanto ciò che è "giusto" ma piuttosto ciò che va bene per lei.
Con i miei migliori auguri, dott.ssa Jessica Maranza.
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