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Pazienti senza assicurazione sanitaria


Colloquio psicologico • 50 €

Consulenza online

Colloquio psicologico di coppia • 70 € +12 Altro

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Roma

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Esperienze

Sono una Psicologa specializzata in disturbi dell’apprendimento (Anastasis) e allieva del corso di specializzazione in Psicoterapia presso la SMIAB - Società Medica Italiana di Self-Analisi Bioenergetica.

Offro consulenza e sostegno psicologico a singoli e coppie
Offro consulenza e sostegno alla famiglia e al bambino con difficoltà scolastiche
Offro orientamento scolastico e lavorativo
Offro sostegno psicologico online o a studio
Offro strumenti pratici e concreti per il raggiungimento del benessere della persona, frutto di continui studi, formazione ed esperienza professionale.
Il mio lavoro si basa sul raggiungere un obiettivo chiaro e concreto che dia realmente risultati.

Conduco gruppi esperienziali focalizzati sulla gestione delle emozioni, sulla respirazione e sulla consapevolezza corporea per ritrovare un equilibrato rapporto con sé stessi, il proprio corpo e le emozioni.
L’intervento è finalizzato alla risoluzione di problematiche emotive che interferiscono con il benessere psicofisico della persona.

Ho svolto sportello di ascolto nelle scuole.
Sono stata volontaria presso l’associazione Psicologi per i Popoli che si impegna nel campo della solidarietà e delle emergenze nazionali e internazionali per offrire prima assistenza a persone vittime di eventi drammatici e che si trovano in uno stato di urgente necessità.
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S
Presso: studio privato sostegno psicologico adolescenti

La dott.ssa è riuscita ad aiutare tantissimo mio figlio adolescente a ritrovare la serenità nel contesto scolastico e nelle relazioni con gli altri. Molto empatica e professionale. Super consigliata!

Dott.ssa Jessica Furlan

Grazie S. sono davvero contenta del percorso fatto insieme.

M
Presso: studio privato colloquio psicologico

La Dottoressa Furlan è sempre in grado di ascoltare e trovare insieme una soluzione e analizzare ogni aspetto con attenzione e cura. Ti fa sentire a completo agio e ti apre gli occhi su te stesso e su come affrontare i problemi sotto un punto di vista diverso dal solito! La super consiglio!

Dott.ssa Jessica Furlan

Grazie M. Oggi viene spesso sottovalutato l' importanza nell' ascoltare se stessi e i propri bisogni. Sono contenta che hai trovato un luogo dove ritrovare il focus su di te.

R
Presso: Consulenza online sostegno psicologico

La dott.ssa è accogliente e professionale. Ha saputo trattare in maniera efficiente la mie difficoltà. Sono soddisfatto e la consiglio

Dott.ssa Jessica Furlan

Grazie Roberto è stato un piacere poterti aiutare


A
Presso: studio privato consulenza psicologica

Dott.ssa professionale ed empatica, qualità ad oggi per niente scontate. Mi sono trovata davvero bene con lei! La consiglio a tutti.

Dott.ssa Jessica Furlan

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Risposte ai pazienti

ha risposto a 2 domande da parte di pazienti di MioDottore

Buongiorno a tutti sono un ragazzo di 27 anni che negli ultimi 3/4 mesi sta vivendo un periodo davvero particolare. Proverò a spiegarmi con “velocità” e descrivere i miei sintomi.. sostanzialmente circa 6 anni fa un mio amico molto stretto fece il gesto più estremo che esiste, lasciandoci tutti senza parole. Io, che sono sempre stato un ragazzo molto emotivo e molto ipocondriaco anche , non ho mai superato questa cosa. Ci penso tutti i giorni. Circa qualche mese dopo nel mio cervello si accese una lampadina con su scritto “e se mi succedesse anche a me?”.. non avete idea di che panico ho potuto provare. Ho passato mesi e mesi con il cuore a mille, e se devo esser sincero non ho idea neanche io di come ho affrontato quel periodo.. forse l’obiettivo di concludere l’università mi ha anche aiutato in questo. Sostanzialmente circa 3 mesi fa nel nostro vicinato esce una notizia di un altro ragazzo di 30 anni circa ritrovato in casa senza vita. Per giorni non si sapeva se avesse fatto anche lui quella roba o per cause naturali, ma quel pensiero, quella sensazione in quei giorni dove vi era il beneficio del dubbio ha risvegliato in me un panico non poco indifferente. Ricordo che ero a Roma a fare un concorso e talmente l’ansia che ricordo perfettamente che cominciai a percepire tutto come fosse finto, come un sogno, come se io c’ero ma non c’ero non so spiegarlo bene. Susseguirono giorni e giorni di disagio fortissimo, paura che quel gesto potesse riappartenermi , ragion per cui ho deciso di iniziare un percorso da una psicologa. Ora mi fermo qui, quel periodo era imbarazzante , ma ad ora ne sta susseguendo un altro che davvero non distinguo. In poche parole mi sento come se io non fossi più io, mi fa strano alcune volte esser me stesso, mi soffermo e dico “sono vivo e perche non mi ci sento?”, ogni mattina apro gli occhi e dico a me stesso “eccoci qui , un’altra giornata da affrontare insieme” quasi come se fossimo in due,3,4 dentro il mio stesso corpo. Sono sensazioni difficilissime da spiegare perché per l’appunto sono pensieri/sensazioni , ma ho il morale a terra completamente, mi sento triste e il solo fatto di esser presente a me stesso mi turba, quasi come se io non volessi più esser io. Vedo i miei pensieri completamente estranei ed è come se volessi vivere senza più pensare. Mi rendo conto che questo non è possibile, mi rendo conto di tutto ciò che mi cambia attorno ed è esattamente questo ciò che mi crea sconforto. Arrivo alla sera (momento migliore della giornata, non so perché) e mi ripeto “anche oggi ce l’abbiamo fatta. È orrendo, quasi come se mi sentissi in pericolo da me stesso h24. Adesso sicuramente alcuni pensieri/sintomi li starò sicuramente tralasciando, ma alcune volte mi sento pazzo sul serio. Eppure fino a qualche mese fa era tutto normale. Nella mia testa è come se non vivessi una vita normale, quando in realtà non c’è nient altro che mi turba se non questo, non riesco a programmarmi una cosa da fare “domani” o tra un mese perché tutto il mio focus è quello di rimanere in vita ora e distruggermi di domande (alcune esistenziali) sul senso della vita e sulla magia della vita, che ci permette di fare ciò che vogliamo noi quando e come vogliamo. Se guardò indietro ripenso a tutte le cose che ho fatto , a quanto ero felice, andavo a dormire e come mi veniva un dolore pensavo “speravo non mi succede nulla”, mentre adesso la sensazione è come se non mi interessasse più niente.. essendo anche molto “critico” verso me stesso ho cominciato a dubitare di me, dei miei pensieri, a volerti tutti quanti avere sotto controllo. È un disagio enorme quello che sto vivendo, perché so di esser vivo ma non mi ci sento, quasi come se io fossi un’anima a cui è stato affidato questo corpo.. spesso mi capita di percepire le cose come “finte”, ed è impressionante come fino a 2/3 mesi fa il mio volere era quello di vivere fuori città , mentre ora addirittura mi fa strano esser me stesso. Delle volte mi domando se esistessi veramente , e se esiste soprattutto una diagnosi/cura , ma ogni qualvolta me lo domando mi sale un panico non indifferente, soprattutto perché non capisco come possano passare dei pensieri. È tutto così “astratto” che mi sembra di vivere per “inerzia” , quasi per dovere morale verso la mia splendida famiglia, ma purtroppo io così mi sento.. anche io purtroppo sbagliando ho cominciato a leggere su internet storie su storie cercando di capire cosa mi stesse succedendo, ad alcuni mi sono ritrovato , ad altri no. La paura più grande mia è quella di sentirmi sempre così, perché davvero credetemi è vertiginoso. Quasi come se L’io o la mia anima fosse una cosa e il mio corpo un’altra. Non so se è depersonalizzazione o derealizzazione , la psicologa me l’ha confermato ed ora siamo a 4 sedute ma abbiamo solo parlato. Leggo di approcci particolari ma non ho idea di cosa siano, so soltanto che mi sento davvero molto strano, i miei interessi non hanno più il peso di prima , non mi interessa più trovare un buon lavoro (cosa a cui ho sempre aspirato) o costruirmi qualcosa. Il mio focus è tutto concentrato su un continuo discorso tra me e me nel cercare di capire cos’ho , addirittura il mio momento preferito della giornata è diventato il dormire , perche così non penso e sto meglio. Che vita brutta può essere se non si è in pace con se stessi? Scusatemi ho cercato di farla più breve possibile, ho frequenti attacchi d’ansia nell ultimo periodo per tutte queste sensazioni che ho, ma ancora non inizio una cura farmacologica, anzi solo concentrati di erbe (che non fanno nulla praticamente). Mi rivolgo a voi in quanto la mia speranza è aggrappata al fatto che esiste una “cura” o un nome, non è possibile che su tutti quelli che siamo solamente io stia vivendo una cosa del genere. Mi rivolgo alla vostra professionalità perché sicuramente sapete darmi una risposta diversa da quella che interpreto io con il mio pensiero. Scusatemi il papiro e vi ringrazio anticipatamente.

Buonasera, è un periodo molto complesso ed emotivamente intenso, la tua reazione alle ultimi notizie è comprensibile dato la tua precedente esperienza che ti ha segnato da vicino. Ora vedi tutto come se stai dentro un grande vortice con soli muri intorno che non ti permettono di venirne fuori e di vedere luce, ma vedrai che con la pazienza e la tenacia nel voler tornare a stare bene, con l'aiuto di un professionista dal quale ti senti compreso e accolto, ne uscirai più forte di prima. Dal mio punto di vista, ti consiglio di non perdere la fiducia nelle tue risorse e capacità, il tuo corpo sta inviandoti dei segnali di aiuto, tu ascoltalo e troverai la strada per trovare nuovamente la serenità e la tranquillità che cerchi. La nostra cultura ci sta portando a normalizzare il fatto di voler sempre tenere tutto sotto controllo, ma così facendo più cerchiamo controllo e più lo perdiamo, sembra assurdo ma è così. Dobbiamo tornare a "riscoprire" il corpo come confine, come rifugio, come casa. In questo modo, non sentiremo più le sue avvisaglie come dei sintomi di pazzia o di intrusione, ma vedremo tutto dalla prospettiva del "sentire", come occasione di ascolto e di conseguenza come strumento di cambiamento. Cito un pioniere del mio approccio: “Senza la consapevolezza delle sensazioni e delle attitudini fisiche una persona viene spezzata in uno spirito privo di corpo e in un corpo disincantato”, afferma Alexander Lowen, padre della Bioenergetica. La consapevolezza del proprio corpo è essenziale per sentirci pienamente vivi e in connessione con il mondo che ci circonda.
Molto spesso accade di essere così immersi nei propri pensieri, ancorati alla testa, da perderci e desiderare la fuga. “Chi sono?” “Che ci faccio qui?” “Cosa voglio?”: domande che non necessariamente devono farci preoccupare ma piuttosto riflettere su quanto ci siamo allontanati dal corpo. Tornare ai sensi e alle sensazioni rappresenta pertanto la via per tornare a casa.
Non so darti delle risposte da una prima lettura del tuo caso, ma ti vorrei lasciare delle domande su cui poter riflettere:
Da quanto tempo non ci accade di ascoltare con totale attenzione e presenza le nostre sensazioni, di goderci pienamente un attimo come se non esistesse nient’altro? Spesso ci spaventiamo di ciò che si muove dentro di noi, considerato un nemico da combattere, un ostacolo per i nostri obiettivi, dimenticandoci che è solo l’ascolto e l’accettazione di ciò che ci accade che ci permette di coglierne il valore e di trasformarlo nel nostro più valido alleato.
E’ proprio nei momenti più difficili che è importante dare spazio alle sensazioni, imparare a contenerle, riservandole una stanzetta dentro di noi dove possano sentirsi accolte, per poi aprire una feritoia e dare a loro la possibilità di far luce sul nostro cammino. Come possiamo riconoscere ciò che ci crea benessere o che ci fa star male se non ci ascoltiamo? Come possiamo perseguire un obiettivo se non sappiamo “contenere” e utilizzare la nostra forza ed emotività?
Perciò ti posso dire: Se non siamo in contatto con il nostro corpo, tutte le nostre sensazioni appaiono confuse, tortuose, prive di confine. Occorre ricentrarci, magari facendoci aiutare dalla montagna che con la sua immensità, riesce a risvegliare tutti i sensi.
Ti auguro di ritrovare il tuo centro.
Dott.ssa Jessica Furlan

Dott.ssa Jessica Furlan

Salve, ho 42 anni e mi trovo in uno stato di confusione totale. Per iniziare, vorrei dire che da quasi un anno sto seguendo delle sedute di EMDR.

Purtroppo, ho vissuto una relazione piuttosto complicata con una ragazza di 35 anni, che ho deciso di terminare lo scorso maggio. Ho preso questa decisione a causa dei frequenti e numerosissimi episodi di rabbia e lamentele da parte sua.
Nonostante sia stato io a porre fine alla relazione, continuo a lottare con forti attacchi di gelosia.

I pochi momenti di serenità che abbiamo condiviso sono stati davvero speciali, ma purtroppo si trasformavano rapidamente in litigi, fraintendimenti inutili e quindi, tantissime discussioni. "Credo" di essere ancora innamorato, poiché (anche se purtroppo sono poche le volte) con lei riesco a comunicare in modo profondo, e la nostra intimità era altrettanto speciale. Tuttavia, non riesco più a sopportare la sua negatività e la sua rabbia. Ho cercato di essere paziente per anni, perché volevo proteggerla, empatizzavo con lei, ma ad un certo punto questi momenti stavano diventando talmente tanti che purtroppo sono pure arrivato a pensare di tenere un diario per segnare tutte le volte che discutevamo per futilità per rendermi conto di quanto stava diventando complessa questa relazione.

Ultimamente, lei mi scrive spesso, perché vuole tornare insieme, e devo ammettere che non sono indifferente ai suoi messaggi, poiché penso che lei sia innamorata. Per essere precisi, lei ammette di avere questo difetto a causa dei suoi trascorsi familiari (padre assente, fratello suicida, incompatibilità caratteriale con la madre, ecc.). Purtroppo, poverina, non ha vissuto una vita serena, ma non riesco più a reggere questa situazione.
Attualmente, mi trovo in una fase mentale in cui desidero conoscere altre ragazze, ma allo stesso tempo ho paura di perderla definitivamente, impazzisco al pensiero di vederla con un altro.
Scusate ma sono in tilt totale perché non so più come si vive una relazione serena.

Buongiorno, la fine di una relazione è sempre un grande trauma e i sentimenti che si porta dietro sono così intensi e invasivi dato che prova un sentimento profondo per questa donna. Il sentimento però in un rapporto d'amore non è sufficiente a far andare bene le cose, serve confronto/scontro costruttivo, ascolto reciproco, altruismo, messa in discussione in primis di sè stessi per capire poi le ragioni dell'altro nel conflitto, la voglia reciproca di mettere da parte l'orgoglio e aprirsi completamente in modo chiaro e sincero verso l'altro, fare sempre chiarezza con se stessi su quello che si vuole dall'altro per evitare di cadere nell'errore di chiedere all'altro di colmare i nostri vuoti riempirli con i nostri desideri. Questi sono solo alcuni degli ingredienti necessari per far crescere il rapporto amoroso e sentirsi gratificato da esso. L'altro ci deve completare e deve aggiungere bellezza nella nostra vita perché se cerchiamo solo conferme e sicurezza finiamo per essere solo richiestivi ed entriamo nel vortice del soccorritore e della vittima e il rapporto diventa non equilibrato e si alimenta di sensi di colpa e dell'idea che l'altro non possa esistere senza di noi. Finendo così in un rapporto trappola.
"Le ragioni del cuore sono i nostri bisogni" e dobbiamo averli ben chiari per evitare di commettere l'errore di confondere i nostri desideri cioè quello che ci piace, con i nostri bisogni, cioè quello che ci serve. Queste mie parole spero le siano utili in questo momento così complesso della sua vita, se persiste il suo malessere e sente di non riuscire a gestirlo, le consiglio di rivolgersi ad un professionista che la aiuti ad elaborare e ad affrontare questo momento. Le auguro buona giornata

Dott.ssa Jessica Furlan

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