Esperienze

Mi occupo di sostegno psicologico, prevenzione, diagnosi e valutazione grazie a strumenti di intervento e conoscitivi idonei all'ambito psicologico. Il sostegno è rivolto a tutte le fasce d'età, potenziando le risorse, lavorando sulla comunicazione e accompagnando le persone nei momenti di difficoltà e cambiamento.
All'interno del mio percorso i temi con cui lavoro più di frequente sono il lutto, anche laddove debba essere comunicato a minori, di sostegno al caregiver. Mi occupo di pazienti con demenza senile, declinate nelle sue molteplici sfaccettature, e di sostegno a quelle figure che considero fondamentali che sono i caregiver.
Mi occupo inoltre, e sono in formazione, per quanto riguarda la doppia eccezionalità. Parliamo dunque di neurodivergenza e alto potenziale cognitivo, sviluppando i training per il sostegno delle aree che vengono compensate creando però notevole affaticamento nel soggetto.
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Jennifer Saias
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Visita accurata, in perfetto orario. Dott.ssa dotata di forte empatia, entra subito in sintonia con il paziente.

Dott.ssa Jennifer Saias

Grazie mille Laura,
è sempre piacevole avere un riscontro positivo rispetto all'inizio di un percorso.
Dott.ssa Jennifer Saias

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Consiglio la Dott.ssa, preparatissima e molto disponibile. Ho subito avuto un'approccio positivo, lei è quella giusta. Consigliatissima

Dott.ssa Jennifer Saias

Grazie mille, sono contenta che il nostro percorso sia stato da subito positivo per lei.
Dott.ssa Jennifer Saias

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Puntuale ed altamente professionale, mi sono trovato a mio agio durante le sedute, ottime esperienze

Dott.ssa Jennifer Saias

Grazie mille,
è un piacere poter rendere la stanza di terapia un luogo in cui sentirsi a proprio agio.
Dott.ssa Jennifer Saias

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Risposte ai pazienti

ha risposto a 23 domande da parte di pazienti di MioDottore

Buongiorno.
Ad Halloween ho incontrato dopo moltissimi anni circa 7 un mio ex fidanzato di quando ero più piccolina. È stata una storia sciocca, durata un mese e che conclusi io non ricordo nemmeno il motivo.
Avevo completamente dimenticato la sua persona dato che erano anni che non ci vedevamo o sentivamo. Abbiamo fatto una semplice chiacchierata durata due ore, si è offerto di accompagnarmi a casa ma io ho rifiutato.
Sono fidanzata da 3 anni ma nonostante ciò, da quel giorno, sogno questo ragazzo spessissimo. I sogni sono di carattere amoroso o sessuale, insomma, quel genere lì. Quando mi sveglio ho nostalgia di quel momento e passo la prima mezz’ora del mio risveglio a ripensare e rivivere il sogno. Sono combattuta perché pensavo sarebbe durata davvero poco come cosa, prendendola come passeggera. Non mi capita mai di pensare a lui (al di fuori dei giorni in cui mi capita di sognarlo) e non ci incontriamo mai. Abbiamo due vite completamente opposte e lui non ha influenza in qualche modo nella mia. Nonostante questo i sogni su di lui sono ricorrenti e per quanto piacevoli in quel momento iniziano a preoccuparmi un po’. Ne sono tormentata e non so proprio più come fare, dato che la cosa continua da 7 mesi. Cosa dovrei fare? Rivolgermi a uno psicologo? Parlare di più con lui per svincolare la mia mente dall’immagine che si è costruita? Ho bisogno del vostro aiuto.

Gentile utente, chiaramente non è possibile dirle cosa stia succedendo in così poche righe, sicuramente il consiglio migliore che mi sento di darle è di intraprendere un percorso psicologico per poter riflettere insieme su quello che sta succedendo e sul perchè questa conversazione, che lei stessa dice essere stata di poco conto, le ha smosso così tanto. Dott.ssa Jennifer Saias

Dott.ssa Jennifer Saias

Sto scrivendo questo messaggio perché vorrei intraprendere un percorso per stare bene. Nella mia vita ho attraversato diversi periodi, ma non ricordo nessuno di questi come un periodo felice. Fin da bambina ho dovuto affrontare situazioni difficili, sia a casa che a scuola, ho persino dovuto fare da madre a mia madre, mentre io ero completamente sola. A scuola venivo bullizzata, e quando ero a casa passavo il tempo a piangere e cercavo di tirarmi su con le mie stesse forze, perché al mio fianco non c'è mai stato nessuno. La situazione è assai più travagliata, ma forse non è il caso di allungare così tanto il brodo solo con questo messaggio. Ho poi trascorso un periodo meno triste, perché in preadolescenza ho sviluppato nuove amicizie, nonostante ciò ricordo ancora la paura che avevo, perché sebbene un po' meno amplificata, ancora oggi la porto dentro. Per spiegarmi meglio, riporto un evento che ricordo particolarmente bene. Ero uscita con i miei amici, ad un certo punto, senza alcun motivo logico, mi sono sentita malissimo, come se in realtà tutti lì mi odiassero, sono fuggita via in lacrime. La mia migliore amica mi ha seguito, io ho pianto a dirotto tutto il pomeriggio. Successivamente, per alcune vicende familiari mi sono trasferita a casa dei miei nonni. Ho passato un periodo di estrema rabbia, qualsiasi parola mi faceva scoppiare, c'è un evento in particolare che però non mi sento di raccontare in questo messaggio. Odiavo mia madre, odiavo mio padre, odiavo il mondo. E non vorrei che si pensasse che fosse una semplice crisi adolescenziale, perché non è così, perché sono dovuta crescere prima del previsto, perché ho dovuto prendere in mano faccende da adulti che non mi spettavano, perché ho dovuto lottare affinché mia madre si comportasse in maniera responsabile e non come una bambina, e neppure sono riuscita a far si che accadesse. Ho dovuto lottare con l'idea di non avere un padre come gli altri, in generale ho dovuto lottare con l'idea di non avere una famiglia normale che ci tenesse a me e a mio fratello, per il quale sono stata altrettanto male siccome veniva cresciuto in maniera inopportuna dai miei genitori e la cosa mi ha fatto male. Nello stesso periodo a scuola non riuscivo a stare bene, non sopportavo il modo in cui i miei compagni si comportassero in maniera così superficiale. Non sopportava quei discorsi frivoli e privi di sostanza, non sopportavo neppure il modo in cui si comportavano con i professori in maniera irrispettosa. Non ero gentile con loro e per questo mi odiavano. Adesso invece mi trovo in uno stato di apatia. Vivo le mie giornate come se fosse tutto ok, ma alcune volte poi scoppio. Dalla rabbia, dalla tristezza, e quando non provo queste emozioni e sto nel mio stato di apatia, sento comunque che questo non va bene perché ad ogni modo sebbene io non sia arrabbiata o triste non sono neppure sicura di essere felice. Io non so se in realtà mi sto sbagliando, perché a dire il vero non sentirsi così tristi o così arrabbiati mi rende confusa anche nel pensare -sto bene o sto male?- Mi rendo conto però di quando io non vada bene in alcune situazioni come ad esempio le amicizie. Che continuano ancora oggi ad essere travagliate. Quando infatti sviluppo una nuova amicizia tendo ad auto sabotarmi, cerco di portare l'altro all'estremo per vedere se resta o se ne va e sono molto gelosa delle persone che mi piacciono (come persone non in senso amoroso). Talvolta mi comporto davvero in maniera estrema anche in modo inconsapevole. Mi rendo conto però poi a casa di quello che faccio, più che altro del perché, ma non so comunque come comportarmi. Io vorrei solo stare bene, vorrei solo vivere una vita più serena. Quindi io chiedo a voi per favore di espormi le vostre ipotesi, il modo in cui avete intenzione di lavorare con me, perché io ho avuto dei trascorsi con degli psicologi, i quali mi hanno solo peggiorato la situazione, quindi prima di intraprendere un nuovo percorso voglio vedere il modo in cui ragiona la persona a cui mi affido e l'approccio scelto.

Buongiorno, rispondere alla sua domanda è complicato, ma credo che lasciarla senza risposta lo sarebbe ancora di più. Ha passato una vita complessa e sicuramente i traumi che porta con sè sono radicati, talmente tanto da influenzarla ancora oggi. Non è difficile da credere, la famiglia sono il nostro primo nucleo, lì dovremmo imparare a regolare le emozioni, a fidarci, a sentirci amati senza un motivo concreto e quando non succede la ferita è enorme.
Non è nemmeno mai stata una bambina, l'adultizzazione nella sua vita arriva quasi fin da subito e anche questo è un trauma.
Purtroppo però, devo essere sincera, nessuno di noi potrà venire qui e dirle cosa farebbe con lei, quale percorso fareste perchè lei non conosce noi e noi non conosciamo lei.
Sono certa che già il fatto di scrivere qui, chiara richiesta d'aiuto, sia il primo passo per un percorso che può aiutarla. Se avesse bisogno sono a disposizione, Dott.ssa Jennifer Saias

Dott.ssa Jennifer Saias
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