Esperienze

Sono la Dott.ssa Ilaria Bresolin, psicologa e psicoterapeuta cognitivo-comportamentale in formazione presso l'Associazione Psicologia Cognitiva di Verona.
Ho conseguito la laurea in neuroscienze e riabilitazione neuropsicologica presso l'università di Padova.

Basandomi su un approccio empatico e non giudicante, il mio obiettivo è quello di creare con l'Altro un ambiente sicuro e di fiducia, all'interno del quale offrire supporto e sostegno di fronte ai momenti più critici nel ciclo della vita.
Offro sostegno psicologico per le difficoltà socio-relazionali e difficoltà emotive, tra cui disturbi d'ansia, disturbi dell'umore, gestione dello stress e promozione dell'assertività.

Offro inoltre valutazioni neuropsicologiche rivolte ad adulti e anziani con sospetto decadimento cognitivo o in seguito a un trauma e, se ne risulta necessario, una stimolazione cognitiva pensata ad hoc per la persona e le sue specifiche difficoltà, in modo da rallentare il decadimento cognitivo e sviluppare un sano invecchiamento.
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Ho incontrato la dott.ssa Bresolin in un momento in cui avevo molto bisogno di aiuto, ma avevo anche poca fiducia di poter stare meglio. La dott.ssa Bresolin ha saputo accogliermi e farmi sentire subito a mio agio e non giudicata. Abbiamo impostato fin da subito degli obiettivi su cui lavorare e mi ha guidato con concretezza nel raggiungerli. Già ora vedo i primi cambiamenti e questo mi sta ridando fiducia. Consiglio di rivolgersi a lei per ricevere un valido supporto psicologico.

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Risposte ai pazienti

ha risposto a 3 domande da parte di pazienti di MioDottore

Buongiorno,
Ho 35 anni, sto con il mio compagno da 2 anni, lui ha 40 anni. Conviviamo da un anno e abbiamo grossi progetti.
Sarebbe tutto perfetto e meraviglioso se io, qualche mese fa, non avessi scoperto che lui regolarmente più volte al giorno, naviga su siti per adulti.
Ovviamente abbiamo affrontato l’argomento svariate volte, lui dice che è semplicemente un passatempo, che non ha neanche più reazioni fisiche alla visione di ciò, che non influisce sul nostro rapporto o sulla nostra intimità. È il suo svago, e non ha intenzione di smettere.
Sto cercando tanto di farmi star bene questo suo passatempo, perché lo amo e lui mi ama.
Ma purtroppo faccio molta fatica.
Ogni volta che lui è da solo, so che inizia il suo passatempo, in qualsiasi momento della giornata, a prescindere se abbiamo avuto rapporti o meno… se io ho un impegno e lui è a casa, penso subito a lui che fa questo.. io so questo perché, sbagliando, ho controllato il suo telefono, e ovviamente non sono riuscita a nasconderlo, da qui è partito tutto. Se io non lo avessi fatto, a quest’ora non saprei nulla, e non avrei niente da obiettare nei suoi confronti.
L’argomento è venuto fuori innumerevoli volte, con sempre lo stesso epilogo: non faccio niente di male, non influisce nel nostro rapporto.
Io però ci penso di continuo, non ne trovo il motivo, la necessità.
Penso, ma se lo fa ora che va tutto bene, se avremo momenti difficoltosi, cosa succede?! E se poi non gli bastasse più passare da un sito all’altro come stesse scegliendo un paio di pantaloni?!
E se facciamo un figlio e non gli piacessi neanche più?!
Non so più come gestire questa situazione, mi tormenta. Ho pensato anche che forse non è quello giusto per me, ma se io non sapessi questo, per me sarebbe quello giusto eccome. Di conseguenza, pensare di lasciarlo mi fa stare malissimo, ma anche vivere una vita intera con questo stato di angoscia misto tristezza non è il massimo. M’impegno a non pensarci, o a pensare tutte le cose meravigliose che abbiamo fatto e che facciamo. Per la prima volta mi sento completamente accettata dalla famiglia di lui, cose che in passato con altri partner, non succedeva.
E i con i suoi amici pure. Insomma, non c’è niente di cui io possa lamentarmi, eppure riesco solo a focalizzarmi su questo “vizio”.

Buongiorno gentile utente, comprendo che la situazione di disagio che sta vivendo ha concentrato tutti i suoi pensieri e che tende spesso a rimuginare su di essa durante la giornata. Spesso capita che di fronte a questi meccanismi mentali di rimuginazione si associ anche un pensiero più "catastrofico", che ci può portare erroneamente a pensare che una certa situazione si concluderà nel peggiore dei casi da noi immaginati. Quindi potrebbe esserle utile restare sul presente, concentrarsi sull'oggettività della situazione così come le viene presentata, cercando (non senza fatica) di non colorarla con le paure, ansie ed emozioni negative che sta provando. Non essendo un percorso facile potrebbe esserle utile un supporto psicologico.
Correttamente avete affrontato l'argomento e il suo compagno le ha riferito che questo suo comportamento non influisce sulla vostra relazione. Quindi mi chiedevo, come mai questa cosa non la convince a pieno? Cosa lei vorrebbe ottenere da lui? C'è la possibilità di raggiungere un compromesso? Se lui riducesse il suo accesso a siti per adulti lei sarebbe soddisfatta?
La lascio con queste riflessioni sperando le possano essere d'aiuto e rimango a disposizione.
Un saluto
Dott.ssa Ilaria Bresolin

Dott.ssa Ilaria Bresolin

Domande su colloquio psicologico

Mi sono trasferita nella città del mio ragazzo per stare con lui e per lavoro.
Faccio una premessa: provengo da una famiglia dove le cose si fanno sempre insieme, mia madre non ha amiche e idem mio padre. Vivono in simbiosi uno per l'altro e hanno trovato così il loro equilibrio, e sono certa che questa visione distopica ha influenzato il mio modo di vedere le relazioni.
Prima del trasferimento ho chiuso una relazione di 7 anni, dove l'altra persona "incarnava" gli ideali di mio padre, e i miei. Ci vedevamo SEMPRE, ma a causa della distanza il sentimento è venuto meno, oltre che altri eventi.
Mi sono nuovamente innamorata, come dicevo prima, per poi trasferirmi. Conviviamo da 1 anno. Sono entrata nella sua vita, e gliel'ho sconvolta. Lui però è stato molto bravo a cercare di tenere vive alcuni aspetti della sua vita prima della convivenza, tra cui uscire con amici ecc.
Io so che sbaglio, so che non è giusto, so che in questo modo faccio vivere una relazione tossica, ho bisogno di aiuto, ma lo vorrei quasi tutto per me. Quando esce, non sono serena. Ho bisogno del controllo di sapere dov'è.
So che sbaglio, giuro. So che è dovuto alla mia famiglia.
Ora non posso permettermi sedute dallo psicologo, so che ne gioverei.
So anche che farmi amicizie aiuterebbe, ne ho poche ma sono qui da poco. Ho pochissimi hobby, so che dovrei cercarne altri.
Ma a prescindere da ciò, voglio che mi venga automatico lasciarlo andare, senza poi aspettarlo piangendo.
Vi prego, datemi dei consigli

Gentile utente, grazie per la sua condivisione.
Capisco che si trova in una situazione che vorrebbe modificare e che sicuramente non la fa star bene. Di certo il modello dei suoi genitori può aver influenzato il suo modo di percepire la relazione con il suo partner, così come le relazioni al di fuori di quelle amorose.
A partire da questo però ricordiamo sempre che, se i modelli che abbiamo imparato ad apprendere durante la nostra infanzia non ci sono più d'aiuto ma ci causano troppa sofferenza, possiamo lasciarli andare e sostituirli con modalità di relazione che per noi sono funzionali. Non sarà un processo semplice proprio perché lei ha vissuto per anni con un determinato modello, ma sarà possibile.
Capisco dalle sue parole che razionalmente sa cosa può essere più adeguato per lei, ma fa fatica a sentirlo "suo", a sentirlo anche nella pancia, per capirci.

La lascio con delle riflessioni sperando che possano essere un primo passo per raggiungere il suo benessere: lei ne ha parlato di questo al suo partner? Se sì, cosa le ha detto per farla stare più tranquilla? Se no, perché non provarci? Potrebbe essere un'occasione di apertura e avvicinamento della coppia.
Proviamo poi a trovare dei micro-obiettivi che si possono raggiungere più facilmente, in modo tale che abbiate tutti e due del tempo da dedicare a voi stessi al di fuori della relazione e che inevitabilmente la andrà ad influenzare in modo positivo: dedicare del tempo a lei stessa e a ciò che le piace, oppure ancora come ha detto lei il fatto di farsi delle nuove amicizie e di cimentarsi in nuove attività.
Forse sarà necessario anche modificare un pochino l'obiettivo finale, non è detto che le verrà sempre automatico il fatto di non soffrire quando il partner uscirà con gli amici, ma lo si può rendere sopportabile, accettabile, tollerabile.

Spero di esserle stata d'aiuto,
Dott.ssa Ilaria Bresolin

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