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03/02/2024
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Punteggio generale
Una dottoressa che ha saputo mettermi a mio agio sin dai primi minuti, mi sono subito sentita ascoltata e capita. Sono felicissima di aver intrapreso un percorso con lei.
La dottoressa Aruga è stata disponibile, puntuale, dotata di una grande empatia e professionalità. Mi sono sentita accolta e compresa come non accadeva da tempo. Continuerò sicuramente il percorso.
Sa metterti subito a tuo agio. Ha capito le mie problematiche e mi è di grande aiuto
Consigliatissima
La dott.ssa Aruga ha saputo accogliere la mia necessità di ascolto ed indirizzare le mie energie verso maggiore chiarezza e consapevolezza. Ho apprezzato molto l'attenzione e la prontezza di riscontro dimostrati. Consigliata
Il percorso svolto con la dott.ssa Aruga mi ha aiutato a sperimentare un maggior senso di efficacia nella mia vita quotidiana. In lei ho trovato ascolto attento, capacità nel comprendere le mie difficoltà e disponibilità professionale per tutte le mie esigenze.
La consiglio vivamente!
Mi sono rivolta alla dott.ssa Aruga in un momento di grande confusione e carico emotivo. Ho trovato in lei uno spazio di incontro in cui non sentirmi giudicata, accolta e sostenuta anche in ciò che mi faceva sentire fragile. Questa esperienza sta diventando un percorso capace di farmi costruire una vita migliore!
ha risposto a 8 domande da parte di pazienti di MioDottore
Salve sono un papà di un bellissimo bimbo di tre anni, ma c'è una cosa che mi da molta preoccupazione e vorrei confrontarmi con uno specialista. Mio figlio è un bambino fin da piccolino molto interattivo, ha sempre cercato di comunicare con gli altri con il gioco e catturandone l'attenzione, tanto da imparare precocemente a parlare e avere un linguaggio molto più sviluppato rispetto alla sua età (anche all'asilo e alla materna sono rimasti molto colpiti). Soltanto che ho notato assieme a mia moglie che nell'ultimo anno tende ad essere aggressivo con gli adulti e i bambini alla minima frustrazione, quando vuole un gioco e non gli viene dato tende a picchiare e spingere gli altri bambini, oppure se gli si avvicinano ha paura che gli rubino i giochi e quindi li caccia via in malo modo. Certe volte, specialmente con i bambini, sembra entrare in relazione con l'aggressività piuttosto che con la paura... Capisco che i bambini utilizzano l'aggressività in modo più frequente, ma la cosa mi peroccupa perché confrontandolo con altri bimbi è decisamente esagerato. Io non so cosa fare in queste situazioni, certe volte cerco di motivarlo a parlare e a dire i suoi desideri (adesso gioco io poi tu, facciamo a turno, posso giocare io), altre volte provo ad essere più duro e assertivo, magari alzo la voce, non mi arrabbio, ma faccio l'arrabbiato per essere più persuasivo, in entrambi i casi non serve a niente, e ho l'impressione che anzi aumenti l'atteggiamento aggressivo. Io e mia moglie siamo un po' preoccupati, io sinceramente di più, in parte capisco perché anche io da bambino facevo molta fatica a legare con gli altri bimbi per un atteggiamento molto impulsivo e poco competente, poi con il tempo le cose sono cambiate (non con poca fatica e un po' di sofferenza) quindi mi preoccupo che mio figlio possa fare lo stesso percorso... al tempo stesso so che non posso confondere la mia storia con la sua, ma la preoccupazione rimane. Quindi mi chiedevo che cosa fare in questa situazione, se c'è qualcosa da leggere, oppure che tipo di specialista contattare, da una parte i miei percorsi psicologici l'ho già fatti, quindi non so se rivolgermi ad uno psicoterapeuta per adulti, o uno per bambini che possa aiutarmi a leggere mio figlio. Grazie per l'attenzione e la pazienza.
Buonasera, grazie per aver condiviso la sua preoccupazione. È del tutto naturale che lei, come papà, si senta preoccupato di fronte a questi comportamenti, soprattutto se riscontra delle risonanze con la sua esperienza di bambino. Prima di tutto, è importante riconoscere che ogni bambino è unico, e il percorso di crescita può essere molto diverso, anche se ci sono alcune somiglianze con la sua storia. I bambini, soprattutto attorno ai tre anni, possono attraversare fasi di aggressività o frustrazione, che spesso derivano dalla loro difficoltà a gestire emozioni intense e a comunicare i loro bisogni in modo appropriato. L'aggressività in questa fase può essere una forma di espressione del disagio, della frustrazione o della paura di perdere qualcosa di importante, come l'attenzione o un gioco. Quando un bimbo si arrabbia o diventa aggressivo, può essere utile riconoscere le sue emozioni e verbalizzarle. Ad esempio: "Capisco che sei arrabbiato perché vuoi quel gioco. È normale sentirsi così, ma non si picchia. Possiamo trovare una soluzione insieme."
Quando possibile, mostrare alternative concrete all'aggressività, come usare parole per esprimere la frustrazione o chiedere aiuto a un adulto. Ad esempio, dire: "Se sei arrabbiato, puoi dire 'sono arrabbiato' o venire da me."
È importante stabilire regole chiare e coerenti. Ad esempio, far capire che colpire non è mai accettabile, ma offrire alternative per esprimere le emozioni in modo sicuro.
Premiare i comportamenti positivi quando gestisce bene le situazioni o rispetta le regole può essere molto efficace.
Ha menzionato che anche lei da bambino ha avuto difficoltà simili e la preoccupazione è comprensibile. Tuttavia, come ha riconosciuto, la storia di suo figlio sarà diversa dalla sua e il fatto che lei sia consapevole di questi aspetti e stia cercando aiuto è già un enorme passo avanti. Il suo coinvolgimento e la sua attenzione alle necessità emotive di suo figlio possono fare una grande differenza nel suo percorso.
Se sente che la sua esperienza personale la sta influenzando o creando ansia nel gestire la situazione, potrebbe essere utile anche per lei confrontarsi con uno psicologo per adulti per esplorare questi sentimenti, in modo da affrontare le difficoltà di suo figlio con più serenità.
Buongiorno dottori. Avrei bisogno del vostro parere. Sono fidanzata da 3 anni con un ragazzo di 9 più piccolo di me( io 37 lui 28) e la nostra storia è stata travagliata e burrascosa soprattutto il primo anno e mezzo in cui lui usava crack , persona molto possessiva, insicura e paranoica , non gli ho dato mai modo di essere geloso ma aveva sempre da ridere ( per instagram se aggiungevo qualcuno o se facevo un aperitivo con qualche amica ) spiego che lui lavorava a malapena e aveva pochissima vita sociale quindi il suo punto di riferimento ero soltanto io.
Dopo un anno e mezzo la situazione è migliorata un pochino , ha iniziato a diminuire con quella sostanza e aveva più soldi con il lavoro quindi automaticamente si sentiva meglio. ( ha la mania dei soldi ed ora che sta lavorando meno è praticamente " impazzito ", sempre nervoso e alla ricerca di denaro)
Alcuni lati del suo carattere però erano rimasti invariati , il voler stare sempre con me e focalizzarsi su cavolate ( non mi tagghi su instagram mentre prima lo facevi , evidentemente vuoi nascondermi alle persone) .
Da parte dopo il primo anno e mezzo c e stato un raffreddamento e un distacco e lui questo lo ha percepito ma anziché recuperare e capire che mi ci aveva portato lui si è focalizzato sull accusarmi e ripetermi continuamente che stavo con lui per dipendenza affettiva e abitudine. È la stessa cosa che potevo e posso pensare anche io , visto le sue problematiche e il suo attaccamento morboso. Ma vorrei raccontarvi una vicenda accaduta circa un mese e mezzo fa in cui ho rincontrato dopo anni qui nel mio paese un ragazzo che nn vedevo da secoli e che viene qui per trovare la sua famiglia. Ci siamo salutati al parco e scritti un paio di volte su instagram per un saluto , un mese e mezzo fa stavo soffrendo molto per una brutta situazione che avevo in casa e gli ho scritto esclusivamente per sfogarmi con lui visto che il mio ragazzo è sempre stato poco dedito ai miei sfoghi perché focalizzato troppo sui soldi e le sue problematiche.
Questa persona mi ha ascoltato e consigliato e abbiamo parlato soprattutto del mio rapporto con lui. Quindi semplicemente un amico che ha ascoltato quel che avevo da dire e niente più. Da qualcosa ho capito che da parte sua c era anche un " interesse " e un voler capire come mai una persona come me si fosse infilata in una situazione del genere così mi ha fatto una battuta via SMS dicendomi che se un giorno avessi risolto potevo andare con lui in camper a visitare una città visto che sapeva che mi piaceva viaggiare. Si è reso subito conto di aver esagerato ma io sono certa che ha fatto quella battuta per alleggerire la mia situazione e visto anche che è una persona che ha tante amiche donne e che viaggia spesso. C ho dato poco peso e nel giorno del mio compleanno gli ho scritto per offrirgli un caffè ( sempre senza malizia) che lui ha rifiutato perché stava lavorando.
Un pomeriggio sono stata da mia zia a cui ho raccontato questo fatto , così, per parlare , non ero e nn sono interessata assolutamente e per me era ed è una persona con cui parlare e sfogarmi, e lo sa anche lui e niente più. Non mi sono resa conto che in quei giorni avevo una spia sul mio cellulare inserita dal mio ragazzo e quando ho raccontato di questa persona a mia zia il mio ragazzo stava ascoltando tutto ! Ha preso la palla al balzo , accusandomi, dicendo che lo avevo tradito o che cmq avevo avuto il pensiero ! Da lì ne abbiamo parlato molto poco ma siamo cmq andati avanti, ho cercato di rassicurarlo ma è più forte di lui ,ha preso la palla al balzo e se prima aveva delle paranoie infondate adesso è come se per lui fossero diventate vere.
Io so che questa nn è una relazione sana ma nn riesco a staccarmi e inizio a sentirmi in colpa per qualcosa che nn ho fatto e che nn avrei mai pensato di fare ! È convinto che abbia installato quell app perché gli nascondevo qualcosa e anziché preoccuparsi per quel che ha fatto dice di aver fatto bene. Come al solito la colpa ricade sempre su di me.
È passato un mese e mezzo da quando ho parlato con quella persona , io e il mio ragazzo siamo andati al mare e passato dei giorni insieme e ora ad un rifiuto che gli ho dato di accompagnarlo per lavoro a fare dei giri ha ricacciato dopo un mese e mezzo questa storia. Mi blocca, mi sblocca , e sono mesi che lavorando meno mi fa richiesta di denaro ( sempre 10 /15 euro max al giorno o qualche volta a settimana ) io glieli mando perché so che si trova in difficoltà per benzina e per fumare visto che purtroppo è un consumatore abitudinario di hashish.
Ma allo stesso tempo mi maltratta, umilia e dice che sono una poco di buono.
Perché nn riesco ad uscirne? Mi sono comportata male nei sui riguardi ? Ditemi se davvero ho motivo di sentirmi in colpa. Grazie dottori e buona giornata
Buonasera grazie per il suo racconto che, come si evince, evoca una certa sofferenza.
Mi permetta di rigirarle le domande: perché non riesce ad uscirne?
Lei crede di essersi comportata male e, pertanto, meritarsi ciò?
Quello che sta vivendo è davvero il tipo di relazione che la fa stare bene e sentire amata? ci sono, per lei, le condizioni per la costruzione del rapporto che desidera?
Qualora desiderasse indagare questi aspetti e riscoprire i suoi bisogni all'interno della relazione, non esiti a contattare un professionista che la possa sostenere.
Le auguro il meglio.
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