Esperienze
Al centro della terapia vive la relazione, elemento indispensabile affinché si costruiscano dei nuovi significati a partire dalla storia di vita. Nel corso delle sedute affianco la persona nella scoperta di parti di sé, del proprio funzionamento, delle emozioni che la attraversano e le risorse che la caratterizzano.
Le mie competenze professionali e personali sono messe al servizio dell'altro, affinché insieme possiamo accogliere, osservare e avvicinare i vissuti condivisi. Condivisione empatica, assenza di giudizio, ascolto incondizionato e partecipazione attiva sono i principi che guidano i miei interventi.
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Pazienti senza assicurazione sanitaria
Colloquio psicologico (descrizione) • 60 €
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Prestazioni suggerite
Colloquio psicologico
Via Martiri della Liberazione 14, Spino d'Adda
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La durata reale del colloquio è di 45-60 minuti.
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Colloquio psicologico svoltosi in modalità online. Durata effettiva di 45-60 minuti.
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La durata effettiva del primo colloquio è di circa 90 minuti.
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La durata effettiva del primo colloquio è di circa 90 minuti.
Altre prestazioni
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La durata reale del colloquio è di 45-60 minuti.
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7 recensioni
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Sara
Accoglienza, disponibilità e ascolto attivo sono stati gli elementi caratterizzanti il primo colloquio. Motivazioni per me valide per continuare il percorso!
Paziente
Ho effettuato un primo colloquio con la Dott.ssa. Il primo approccio è stato positivo. Mi sono sentito a mio agio nel parlare delle mie difficoltà. Mi auguro che il percorso continui in positivo.
Paziente
La Dottoressa Morstabilini é una professionista competente ed empatica, sa ascoltare veramente e fornisce ottimi spunti di riflessione. Grazie a lei sono riuscita ad analizzare e accettare le parti piú fragili e complesse di me.
Consiglio vivamente di iniziare un percorso con lei.
Marti R
Persona stupenda, in gamba. Si distingue per la sua professionalità ed empatia. Molto chiara è disponibile.
La suggerisco, io sono contenta di averla incontrata
Elena Silvia Sisca
La dottoressa Morstabilini è molto professionale e umana. Mette a proprio agio fin dal primo colloquio. L'ora con lei è il mio spazio personale e la ringrazierò sempre per i risultati raggiunti.
G. A.
È una persona molto precisa e disponibile, ti trasmette positività.
Carlo Longhi
La Dott.ssa Morstabilini mi ha accompagnato e guidato in un percorso che ho sempre avuto paura di intraprendere. Ora posso dire di aver acceso la luce dove prima c’era solo buio.
Professionalità, disponibilità e flessibilità sono caratteristiche che ho apprezzato sia umanamente che da paziente. Grazie.
Risposte ai pazienti
ha risposto a 2 domande da parte di pazienti di MioDottore
Buongiorno, ho 25 anni, e a Maggio mi sono trasferita col mio ragazzo in un'altra città, per lavoro. Sono 5 anni che stiamo insieme, ed erano mesi e mesi che volevo andare a convivere perché non riuscivo più a stare lontana da lui (abitavamo lontani e ci vedevamo solo nel fine settimana), ma non potevamo perché studiavamo ancora e non potevamo mantenerci. Arrivata questa opportunità, sono stata felicissima: avremmo avuto la nostra casa, finalmente il lavoro dei nostri sogni, vivere una vita tranquilla facendo quel che più ci piaceva. Il problema è che le cose sono iniziate ad andare male dopo che, iniziato il lavoro, mi sono trovata malissimo lì. Già da prima soffrivo di disturbo di ansia generalizzato, che mi portava a essere eccessivamente preoccupata per il mio ragazzo quando non eravamo insieme, ma speravo sarebbe migliorato conoscendo gente a lavoro e facendo cose nuove, divertendosi, ecc. Invece è peggiorato tutto. Un ambiente di lavoro e colleghi che non mi rendono felice, anzi, in questi mesi hanno aumentato la mia ansia.
Ho fatto soffrire tanto il mio compagno a causa delle mie crisi e i miei attacchi di panico, ma lui mi è stato sempre vicino, pur soffrendo tanto, a volte crollando anche lui, ma ogni volta riprendendosi e dandomi tutta la forza e la motivazione che io non riuscivo ad avere. Avrei dovuto lasciare il lavoro, ma non l'ho ancora fatto per vari motivi, soprattutto economici e perché ogni volta mi dicevo "forse sono io il problema, provo ancora un po' a resistere". Ma i continui attacchi hanno peggiorato la situazione, finché non sono caduta in depressione. Sono in cura da uno psicologo, ma ho iniziato da poco, e prendo da un mese un antidepressivo. Gli attacchi di panico si sono ridotti, ma ho poca voglia di vedere le persone, gli amici, tendo a isolarmi, e soprattutto la cosa che mi fa più paura è che mi sono allontanata dal mio ragazzo.
Ed è questo che vorrei sapere: è normale che di colpo sia accaduto questo allontanamento? Mi spiego: lui mi sta sempre accanto, mi incoraggia sempre, la mattina quando ho poca voglia di alzarmi mi aiuta senza forzarmi, mi coinvolge in un po' di stretching mattutino, mi spinge a fare attività fisica e il corso di canto anche quando vorrei solo tornare a casa a piangere. Una persona perfetta, insomma. Tra di noi non c'è nulla che non va, e ripeto, vivere una vita con lui è quello che ho sempre voluto, ma adesso sento di essermi distaccata e vorrei capire se è normale per la malattia. Distaccata nel senso che improvvisamente è come se tutti i sentimenti si fossero spenti, e mi sento in colpa, perché ho paura di non riuscire più ad amarlo, e non voglio, io volevo vivere la mia vita con lui e voglio che sia così, ma in questo momento di estremo sconforto non riesce ad aiutarmi nemmeno la sua presenza. Questo è il punto: ho paura perché vorrei che soltanto la sua presenza mi rendesse più tranquilla e felice, vorrei che tornare a casa e vederlo e stare assieme la sera riuscissero a cancellare la tristezza e lo stress al lavoro, ma non succede. E quindi mi chiedo, è normale che sia così? Fa parte di ciò che sto attraversando? Questa cosa mi logora, perché da brava paranoica quale sono vorrei convincermi che sì, è la malattia, perché non ho interesse nel vedere neanche gli amici, e invece no, mi instillo sempre da sola il dubbio "e se invece non lo amassi più?".
Continuo a crearmi dubbi e allontanarmi, ad avere paura di vederlo per paura di non dargli amore nè provarlo, è un circolo vizioso, più penso che mi sto allontanando più mi allontano. Vorrei guardare nel futuro per sapere se questi dubbi passeranno una volta guarita, se quando tornerò ad essere felice non avrò più dubbi sul mio amore verso di lui. Leggendo fa fuori la risposta sembra ovvia, ma dentro di me è un subbuglio di ansia e preoccupazione, di dubbio, di paura. Non voglio buttare all'aria quello che abbiamo costruito. Nè i nostri sogni, e soprattutto non voglio che stia male. Ma in questo momento non riesce a tirarmi su nemmeno il suo amore. Dentro di me è un casino perché mi aspetto dei riscontri nella realtà (del tipo, lo vedo e mi sento felicissima, quindi sto tranquilla perché vuol dire che è solo un momento), ma non accade. Vorrei sapere se è normale e come dovrei affrontare la cosa al meglio, per non rovinare il rapporto, in attesa di stare meglio con me stessa. Grazie
La situazione di vita che sta vivendo, con tutti i cambiamenti che ha comportato, ha indubbiamente richiesto un carico di energie notevole. Nonostante le preoccupazioni è riuscita a fare fronte a questi movimenti e mi sento di validare le risorse che ha messo in campo fino a questo momento che, le assicuro, da quanto traspare non sono poche. É assai comprensibile la sua urgenza nel voler osservare presto dei cambiamenti e dei miglioramenti della situazione, tuttavia prima di mettere in atto un cambiamento è indispensabile prendere consapevolezza di quanto accade. La sua spinta a chiedere aiuto è già un passo in questa direzione. Comprendo non sia semplice ma provi a darsi tempo per instaurare con il professionista al quale si è riferita una relazione di cura stabile, all'interno della quale possa esprimere tutte le sue perplessità e gli eventuali timori. Con il tempo imparerà ad osservare anche le sue aspettative e accogliere le sue emozioni con meno giudizio. Il percorso non sarà lineare, ma con l'ausilio della terapia farmacologica e del percorso di psicoterapia avrà modo di aumentare il raggio di osservazione della situazione e comprenderla maggiormente.
Mi piace sempre ricordare ai miei pazienti che se sono arrivati fino a questo punto è perchè i mezzi che hanno a disposizione sono stati efficaci. I sintomi ed i malesseri che li accompagnano in questo momento sono segnali preziosi di comunicazione e, sebbene li facciano sentire male, sarebbe utile mettersi in loro ascolto. Noi psicologi e psicoterapeuti siamo qui per questo.
Abbia fiducia nel suo percorso. Un caro saluto
Dott.ssa Greta Morstabilini
Non riesco a capire cosa realmente vorrei fare nella vita. Attualmente lavoro come cassiera ma il lavoro non mi piace e non mi soddisfa, mi sento schiava di questo lavoro e vado avanti per inerzia. Mi sento sempre insoddisfatta e vedo le condizioni di vita lavorative degli altri sempre migliore della mia. Ho poca autostima in me stessa infatti scelsi di non iscrivermi all'università sia perché non sapevo cosa fare sia per la paura di fallire. Ho comunque il rimpianto di non averci provato, pensando che magari potrei essere in una situazione migliore di adesso. Non so che strada prendere, vorrei trovare un giusto benessere e scoprire cosa vorrei fare veramente. Come potrei affrontare la situazione?
Gentilissima, da queste righe emerge forte la sensazione che descrive, che sembra effettivamente complessa. Il lavoro occupa una parte importante della nostra quotidianità e l'insoddisfazione in questo campo comprendo bene che possa diffondersi anche sulla sua persona o su altri ambiti della sua vita.
Forse sarebbe bene provare a ripercorrere la sua storia di vita e individuare quali momenti siano stati cruciali nella presa di decisioni relative al suo percorso di formazione e professionale. Sono sicura che rivedere alcuni aspetti e prenderne maggiore consapevolezza le permetterebbe di guardarsi con occhi diversi, magari meno giudicanti. Alle volte tendiamo ad essere molto severi con noi stessi e fatichiamo a osservare e riconoscere i passi avanti che abbiamo compiuto con le nostre risorse.
Se lo vorrà, le consiglierei di provare a intraprendere un percorso per cercare di comprendere meglio.
Un caro saluto,
Dott.ssa Greta Morstabilini
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