Esperienze
Attualmente ricercatore presso l'IRCCS Eugenio Medea (polo di Brindisi). Nella mia attività di ricerca mi occupo principalmente di disturbi del neurosviluppo e di altre patologie congenite o acquisite del sistema nervoso in età pediatrica. Ho collaborato anche con l'Università del Salento occupandomi prevalentemente di malattie neurodegenerative e cerebrolesioni acquisite nell'adulto e nell'anziano.
All'attività di ricerca affianco quella clinica in ottica cognitivo-comportamentale. Infatti sono uno specializzando all'ultimo anno in psicoterapia cognitivo-comportamentale (CBT) presso la scuola APC di Lecce.
Tale approccio si basa sull'idea che i pensieri, le emozioni e i comportamenti siano interconnessi e influenzino reciprocamente il benessere di una persona. Pertanto, mira a identificare e modificare schemi di pensiero e comportamenti disfunzionali al fine di migliorare la salute mentale. Principi chiave della CBT sono:
- le cognizioni, ossia processi cognitivi, come pensieri e convinzioni. Si ritiene che ciò che pensiamo influenzi le nostre emozioni e i nostri comportamenti;
- i comportamenti: la CBT presta attenzione ai comportamenti osservabili, considerando che modificare i comportamenti disfunzionali può avere un impatto positivo sulle emozioni e sulle cognizioni. La CBT, infatti, incoraggia il paziente a sviluppare strategie per affrontare situazioni difficili in modi più adattivi;
- l'educazione e l'autoconsapevolezza, per fornire al paziente strumenti educativi per comprendere meglio il rapporto tra pensieri, emozioni e comportamenti. L'obiettivo è aumentare l'autoconsapevolezza e l'abilità del paziente nel gestire le proprie sfide emotive.
L'approccio cognitivo-comportamentale è utilizzato per trattare una vasta gamma di disturbi, tra cui ansia, depressione, disturbi alimentari, disturbi dell'umore e molti altri e la sua efficacia è supportata da numerosi studi scientifici.
Nella mia attività privata mi focalizzo soprattutto su adolescenti, giovani adulti, adulti e anziani.
Mi sono occupato anche di dipendenze patologiche (uso di sostanze, alcol, gioco d'azzardo, ecc.), lavorando per alcuni anni all'interno di una comunità terapeutica.
Inoltre, eseguo valutazioni neuropsicologiche su adulti e anziani per rilevare l'eventuale presenza (e il relativo grado) di compromissione cognitiva dovuta a patologie neurodegenerative e a cerebrolesioni acquisite.
Ricevo, previo appuntamento, sia online che in presenza a Lecce e a Corsano.
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ha risposto a 1 domande da parte di pazienti di MioDottore
Salve, dati i recenti sviluppi e le dichiarazioni da parte dei capi di stati di ora in ora sto vivendo una fortissima ansia per una possibile guerra atomica. Nessuno si sta risparmiando riguardo a norminare questo genere di apocalisse, e io come normale che sia mi sento impotente e non so perche mi sento gia spacciato. Come posso gestire questo costante e a bassa intensita stato ansioso? Non sono in preda al panico, ma mi sento da giorni triste, un po disperato e soprattutto senza speranza. Penso cose del tipo, adesso spendo un po soldi in cose che mi piacciono e almeno me le godo un po chissa cosa sucedere. Poi penso che sia stupido godersi qualcosa del genere se domani potrebbe essere la fine del mondo. Cosa posso fare per cooperare con questi sentimenti scaturiti da qualcosa che e' piu grande di me e con non posso gestire? Avete anche idee di letture o pagine informative? Grazie mille.
Grazie per aver condiviso i tuoi sentimenti, che sono del tutto comprensibili date le circostanze. È normale sentirsi sopraffatti quando eventi globali sembrano minacciare la sicurezza e il futuro. Prima di tutto, è importante accettare e legittimare ciò che stai provando. La tristezza, l'ansia e il senso di impotenza sono risposte naturali a un mondo che appare incerto. Accogliere queste emozioni senza giudicarle può aiutarti a ridurre il loro impatto. Capisco quanto possano essere profondi questi sentimenti e vorrei offrirti un punto di vista diverso. L’ansia per eventi fuori dal nostro controllo, come una guerra nucleare, può nascere da un conflitto tra il nostro bisogno di sicurezza e la realtà dell’incertezza. In questi casi, invece di combattere l’ansia, potresti provare a darle spazio e osservarla con curiosità: chiediti cosa sta davvero cercando di dirti. A volte, questa inquietudine può essere un invito a riconsiderare cosa conta davvero per te. Parlare con persone fidate delle tue paure e preoccupazioni può ridurre il peso emotivo. Se senti che l'ansia persiste o si intensifica, considerare di rivolgerti a un professionista della salute mentale potrebbe fornirti ulteriori strumenti per affrontare queste emozioni.
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