Esperienze

Sono una psicologa clinica, solare ed intraprendente. Ho conseguito la laurea magistrale in Psicologia Clinica presso l’Università di Torino e sono iscritta all’Ordine degli Psicologi del Piemonte con il numero 10403.
Psicoterapeuta in formazione, continuo ad ampliare la mia formazione presso l’istituto Cipa Meridionale, scuola di psicoterapia ad orientamento junghiano.
Mi approccio a questo mestiere con grande curiosità, ed accolgo le storie di chi incontro priva di giudizio e pregiudizi.
Mi occupo principalmente di giovani adulti, adulti e adolescenti per far fronte a disturbi d’ansia, disturbi dell’umore, difficoltà relazionali o esistenziali.
Accolgo la persona che si rivolge a me mettendo al centro del nostro lavoro la sua richiesta e guardando alla sua unicità.
Se potessi usare una metafora per parlare del percorso psicologico, direi che è un viaggio esplorativo che si snoda attraverso il racconto e l’ascolto. In questo viaggio due persone, il paziente e la psicologa, si impegnano insieme ad approfondire la conoscenza e la comprensione di un disagio o di un dolore, e cercano di mettere in luce le risorse che il paziente possiede per favorire il cambiamento.
Altro
Esperto in:
  • Psicologia clinica
  • Psicologia clinica-dinamica

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Studio Privato Dott.ssa Giulia Burgalassi
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I
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Mi è bastato poco per capire che con Giulia mi sarei trovata bene grazie alla sua capacità di ascolto e di comprensione. Con lei sono riuscita a sentirmi a mio agio senza avere paura di esprimere i miei pensieri o di sentirmi giudicata, spiacevoli sensazioni che invece ho provato con altre persone dello stesso mestiere.
La consiglio vivamente.

M
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Non c'è compenso che basti per quanto ha fatto, e continua a fare, la dottoressa Burgalassi per me. Andare in giro senza quell'opprimente angoscia nel petto, l'inquietudine e l'indecisione continue, libero dal senso di solitudine non ha prezzo. Veramente grazie!

Dott.ssa Giulia Burgalassi

Buonasera,

Sono contenta di poterle essere di supporto in questo modo.

Un caro saluto, e a presto

Dott.ssa Giulia Burgalassi

L
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Persona accogliente e sensibile, mi ha fatto sentire subito supportato e nel posto giusto. Tutto sembra più chiaro adesso.

Dott.ssa Giulia Burgalassi

La ringrazio, sono contenta di poterle essere stata d’aiuto.

C
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Presso: Studio Privato Dott.ssa Giulia Burgalassi colloquio psicologico

La dott.ssa Burgalassi mi ha aiutato e supportato in un momento veramente difficile della mia vita. Nella crisi esistenziale che stavo vivendo mi ha aiutato a vedere oltre quel che c'era e a ricomporre i pezzi che non sapevo bene come mettere insieme. Empatica, intuitiva e secondo me con il dono di vedere OLTRE quel che c'è, non posso che consigliare la dott.ssa a chiunque si trovi ad affrontare un momento duro come è stato per me. Grazie Giulia, ti sarò sempre grato!

Dott.ssa Giulia Burgalassi

La ringrazio per le gentili parole.
Un caro saluto,
Giulia

M
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Presso: Studio Privato Dott.ssa Giulia Burgalassi primo colloquio psicologico

Dopo la mia prima consulenza allo Sportello Psicologico della dottoressa Burgalassi mi sento vivamente di consigliarla. Mi sono sentito subito a mio agio grazie alla sua professionalità e ad uno studio che trasmette sicurezza e tranquillità.
Avendo incontrato diversi professionisti, posso dire che l’approccio della Dottoressa Burgalassi è proprio quello di cui avevo bisogno.
Provare per credere!

Dott.ssa Giulia Burgalassi

Buonasera,
La ringrazio per il suo gentile riscontro.
A presto,
Dott.ssa Giulia Burgalassi

L
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Presso: Studio Privato Dott.ssa Giulia Burgalassi colloquio psicologico

Giulia è una professionista ed una persona davvero competente ! Sa ascoltare e mettere le persone a proprio agio , coglie con delicatezza i bisogni della persona che sta aiutando . Il suo contributo è stato fondamentale per il mio percorso di vita ! La consiglierei caldamente e le sono grata

Dott.ssa Giulia Burgalassi

La ringrazio molto :)
A presto!

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Risposte ai pazienti

ha risposto a 16 domande da parte di pazienti di MioDottore

Salve, sono una ragazza di 24 anni fidanzata da 5 anni con un ragazzo che non mi fa mancare nulla, mi tratta bene e mi rivolge molte attenzioni. Nonostante tra di noi andasse tutto bene, due anni fa conosco un ragazzo che mi attrae molto fisicamente e ci scambiamo alcuni messaggi. Questo mi mette un po’ in crisi, anche perché non era mai successo e decido di interrompere subito la cosa perché non lo ritenevo giusto nei confronti del mio ragazzo. Dopo qualche giorno di mancanza nei confronti del ragazzo che avevo conosciuto, riprende tutto serenamente con il mio ragazzo. A distanza di due anni, per varie coincidenze, questo ragazzo ritorna a scrivermi (abitiamo distanti quindi è difficile vederci) e riaffiora il mio interesse ma anche stavolta decido di chiudere dopo un po’ perché non ritenevo giusta la situazione. Adesso mi trovo in difficoltà perché sento nuovamente la sua mancanza, il modo in cui mi faceva sentire, sto male, e mi chiedo se io provi qualcosa realmente nei confronti di questo ragazzo o è solo il piacere di ricevere attenzioni. Vorrei cercarlo nuovamente ma non ha senso. Mi sono anche allontanata dal mio ragazzo per cercare di capire ma non riesco a lasciarlo, a stare lontano da lui o immaginarmi senza di lui e per questo siamo tornati insieme. Sono estremamente confusa..
Ci tengo a precisare che il nuovo ragazzo non mi ha mai messo pressioni, mi ha sempre detto di vivermi il momento e mi dimostra davvero molte cose

Buonasera cara.

Mi dispiace sentire la sua preoccupazione, e purtroppo (o per fortuna) non c'è una cosa che io possa dire capace di rispondere alle domande che sta iniziando a rivolgere a se stessa.
Una cosa però posso dirla, in quanto lei mi fa riflettere sulla possibilità di sentirsi libere all'interno di una relazione, libere di conoscere persone nuove, di confrontarsi con qualcuno di diverso, e di gioire di ciò.
La ringrazio per il prezioso spunto di riflessione che ci ha dato con la sua domanda.
Un caro saluto,
Dott.ssa Giulia Burgalassi.

Dott.ssa Giulia Burgalassi

FAMIGLIA STREMATA DA SORELLA BORDERLINE

Un saluto ai medici dello staff e grazie per il vostro servizio.
Sono un uomo di 43 anni e Vi scrivo per chiedervi, più che un consulto psicologico in quanto tale, un consulto psichiatrico/legale, su una situazione familiare stremata da mia sorella affetta da grave disturbo della personalità borderline, dove a breve si rischierà la tragedia. Mi scuso già da ora per la lunghezza.

La storia parte da lontano, siamo 3 fratelli, io di 43 anni , mia sorella Border di 38, e un'altra sorella di 30.
Quella di mezzo, la border, é da oltre 20 anni che rovina la vita a tutti.

Era "particolare" e viziata fin da bambina, poi la situazione é peggiorata dopo la morte di nostra madre nel 2002.
Da lì ha cominciato a soffrire di strane e violente crisi isteriche dove a volte può finire in stato di semi-coscienza, ricordano a vederle delle crisi epilettiche ma non hanno origine organica, sono state definite "disturbo di conversione".

Dopo la morte di nostra madre, abbiamo continuato a vivere con nostro padre e nostra nonna, con entrambi mia sorella ha sempre avuto un rapporto conflittuale, arrivando anche ad alzare le mani alla nonna.

Data la situazione sempre più insostenibile, su sua stessa richiesta le abbiamo comprato una casetta dove vivere da sola, salvo poi sentirci accusati di averla abbandonata.

É in cura, per modo di dire, presso il CIM della nostra città, ma va quando le pare e non assume le medicine che le prescrivono per paura di ingrassare.

Percepisce una pensione di invalidità, é diplomata e ha tentato di lavorare in passato, ma si é sempre fatta cacciare da tutti i posti di lavoro per rapporti conflittuali con capo e/o colleghi o tentati suicidi sul posto di lavoro stesso.

Sempre a proposito di tentati suicidi, non basterebbero le dita di un millepiedi per contare quanti ne ha fatti, uno per ogni fidanzato che la lasciava appena si accorgeva della sua pazzia. Alcune volte é stata ricoverata in regime di PS presso qualche reparto psichiatrico ospedaliero, ma, essendo giurudicamente ancora considerata capace di intendere e di volere , quando si scocciava, firmava e usciva.

Economicamente siamo ancora tutti noi ad aiutarla, così come cerchiamo di aiutarla per farla uscire e svagarsi un po', altro che dice che la abbandoniamo (lei non guida e non prende i mezzi sempre per il disturbo che ha, le mettono ansia entrambe le cose).

Nonostante ciò é una accusa continua, anche con minacce e gesti violenti auto ed etero-lesionisti. Ricordo una volta che voleva andare a un centro commerciale, avevamo tutti da fare e non potevamo accompagnarla (io ad esempio ero a lavoro) , le le fu proposto di uscire il giorno dopo, cominciò a spaccare tutto dentro casa, piatti, bicchieri, ecc, furono i vicini a chiamare l'ambulanza, e il personale sanitario ovviamente chiese il nostro intervento, in quanto sempre noi figuriamo come j familiari più stretti.

Mia sorella più piccola é stata lasciata di recente dal fidanzato per questa situazione,e ancora non ha un lavoro stabile, io ci ho rimesso pure una relazione e un lavoro.... perché il tempo dedicato ad assistere nostra sorella border é molto maggiore rispetto a quello che dedichiamo ai nostri partner, e sul lavoro i permessi che dovevo prendere erano troppi, e il mio titolare non mi rinnovò il contratto.

In tutto ciò lei, grazie alla sua malattia, si sente creditrice verso tutti, come se tutto le sia dovuto. Rifiuta di curarsi seriamente e lo psichiatra dice che se non vuole andare in comunità, nessuno può costringerla.

Ma a questo punto, cari dottori, perché dobbiamo sentirci costretti noi?
Nostro padre é anziano e ancora lavora nonostante sia in pensione, per mantenerla.

Io e l'altra mia sorella , pur aiutandola come possiamo, ormai la odiamo, e siamo arrivati a dirle anche frasi molto forti sul fatto (vero) che ci ha rovinato l'esistenza, e che quando morirà forse torneremo a nascere. Dovrei vergognarmi forse a dirlo, e forse ci considererete dei mostri, ma bisogna vivere quello che viviamo noi per capire cosa si prova.

Gli psichiatri la vedono una volta al mese, gli uomini con cui si relaziona, la abbandonano tutti perché non sa gestire una relazione, alla fine chi é rimasto in tutti questi anni, IN TRINCEA annullando la propria vita siamo noi, la famiglia, su cui sputa pure continuamente in faccia.

Per quale motivo se per la legge é capace di intendere e di volere , per noi deve restare un cancro che NON VUOLE FARSI CURARE ma vuole capitalizzare le attenzioni di tutti?

Non rispondete per cortesia di andare dallo psicologo per un aiuto perché dallo psicologo ci siamo già stati tutti noi altri familiari, ed é stato proprio lui a dirci di mollarla.

Ricordo la sua frase: "SE CI SONO ANCHE CIECHI CHE SONO IN GRADO DI VIVERE DA SOLI, PERCHÈ VOSTRA SORELLA NON DOVREBBE?"

Grazie.

Buongiorno caro signore.

Dalle sue parole traspare tutta l'amarezza di una situazione molto delicata.
Mi dispiace sapere che ciò che affligge sua sorella riesca a tenere in scacco tutta la famiglia, ed è comprensibile che allontanarsi da lei non è ciò che desiderate fare.
Ciò che sembra a me è che ognuno di voi abbia un gran bisogno di trovare uno spazio che sia tutto suo, per poter stare sereno e coltivarsi la propria vita. Vi auguro di riuscire piano piano a conquistarlo e a proteggerlo.
Un caro saluto,
Giulia Burgalassi

Dott.ssa Giulia Burgalassi
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