Esperienze

Mi chiamo Giorgia Toresi, sono una psicologa e una psicoterapeuta a orientamento psicoanalitico.
Svolgo la mia attività a Roma.
Mi dedico alla professione con passione ormai da molti anni, al termine di un lungo e rigoroso percorso formativo iniziato con la laurea, conseguita con il massimo dei voti, e proseguito con l’iscrizione all’Albo dell’Ordine degli Psicologi del Lazio dopo il tirocinio post lauream e l’esame di stato.
L’ascolto e l’accoglienza sono, per me, gli strumenti fondamentali della mia professione, attraverso i quali cercare di cogliere la ricchezza e l’unicità presenti in ogni essere umano. Ho voluto affinare questi strumenti con un’ulteriore formazione specialistica, che mi ha fornito anche le basi teoriche con le quali comprendere e inquadrare le molteplici forme in cui si manifesta la sofferenza individuale.
Ho scelto di formarmi e specializzarmi in psicoterapia presso la SIPP, Società Italiana di Psicoterapia Psicoanalitica.
La psicoanalisi è la più conosciuta delle cosiddette psicologie del profondo, ovvero quegli approcci teorici che ritengono che ci siano diversi livelli di consapevolezza nella nostra psiche.
Essa concepisce l’essere umano come diviso al suo interno tra diverse istanze, ognuna delle quali agisce in modi di cui solo in parte, talvolta minima, egli è consapevole.
Molto spesso sentiamo di non riuscire a liberarci di comportamenti o convinzioni che ci fanno soffrire, nonostante il desiderio di cambiare. Talvolta ci rivolgiamo a un professionista perché non riusciamo a rompere un circolo vizioso nella vita, come legarci sempre a uno stesso partner, anche se queste relazioni fanno soffrire, o come affrontare alcuni eventi sempre nel modo ‘sbagliato’, come se fossimo preda di un destino a cui non si può sfuggire.
La psicoanalisi ha messo in luce come questo possa accadere a causa di forze e dinamiche profonde di cui non siamo consapevoli.
L’approccio psicoanalitico ha, tra i suoi obiettivi, cercare di renderci consapevoli di questi conflitti e di queste parti di cui siamo fatti, consentendo una maggiore comprensione di noi stessi e una maggiore comunicazione e integrazione, non solo di queste parti ma anche di ricordi e idee che, presenti ma in modo inconscio, condizionano le nostre scelte e le nostre convinzioni.
Questo porterà gradualmente a una maggiore capacità di comprendere noi stessi, a un maggior senso di controllo sulle nostre azioni e a una maggiore libertà.
L’approccio psicoanalitico sottolinea l’ascolto rispettoso e partecipe delle comunicazioni del soggetto e dei suoi tempi, cogliendo in quanto portato nella seduta, sia a livello verbale che non verbale, quegli elementi preziosi per una sua maggiore conoscenza.
In particolare, la psicoterapia a orientamento psicoanalitico, rispetto alla psicoanalisi classica, consapevole dei cambiamenti nella società contemporanea, nelle forme di disagio e nella richiesta che i pazienti fanno agli psicoterapeuti, impone delle modificazioni agli assetti terapeutici classici, portando a nuove modalità di psicoterapia, sempre nel rigore e nell’ottica psicoanalitica, e avendo sempre come obiettivo il benessere del paziente realizzato attraverso una maggiore comprensione di sé.

Durante gli anni della formazione specialistica, gli approfonditi studi teorici sono stati completati e arricchiti dalle esperienze di pratica sul campo.
Il lungo tirocinio dopo la laurea, condotto secondo l’ottica sistemico-relazionale, mi ha permesso di iniziare a confrontarmi con colleghi e tipi di psicoterapia di orientamento diverso da quello da me successivamente scelto, arricchendo la mia conoscenza delle varie tecniche del colloquio psicologico.
In base all’approccio sistemico-relazionale, un aspetto centrale per comprendere gli individui è tenere conto del contesto relazionale in cui sono immersi e in cui sono cresciuti, a partire da quello più significativo e prossimo al soggetto, ovvero la famiglia, allargando progressivamente la prospettiva fino a includere tutti i contesti o ambienti (sistemi appunto) di cui l’individuo fa parte.
Per il nostro benessere centrali sono le dinamiche relazionali e le modalità di comunicazione che legano gli individui tra loro all’interno di questi contesti.
Grazie alla mia esperienza con questo approccio, ho potuto confrontarmi non solo con la psicoterapia individuale ma anche con quella della coppia e della famiglia e nella mia pratica clinica tengo sempre in considerazione, oltre all’individuo, anche i contesti in cui si trova a vivere, soprattutto la famiglia.

Un’esperienza di fondamentale importanza è stato il tirocinio presso un Centro di Salute Mentale di Roma.
Qui ho potuto fare esperienza di conduzione di psicoterapie individuali e ho partecipato attivamente a gruppi terapeutico-riabilitativi e gruppi di psicoterapia multifamiliare, a fianco di colleghi psicologi e psichiatri di diverso orientamento. Questa esperienza mi ha enormemente arricchita da un punto di vista umano e professionale mettendomi a confronto con realtà sociali in cui il sostegno psicologico è di importanza fondamentale.
Mi ha offerto, inoltre, la possibilità di acquisire e consolidare le competenze nella gestione di gruppi psicoterapeutici.
Un’altra esperienza decisiva durante gli anni della formazione è stata quella di baby observation in cui una volta a settimana per un anno, da prima della nascita, ho potuto osservare la crescita di un bambino, attraverso una partecipazione silenziosa ma allo stesso tempo emotivamente molto intensa.
Dal termine della formazione accademica, l’aggiornamento teorico e il confronto con i colleghi attraverso seminari, gruppi di studio, supervisioni ed intervisioni mi permette di vivere un processo di formazione continua professionale e umana, fondamentale per la mia professione.
Dall’inizio della mia attività professionale accolgo presso il mio studio la domanda di adulti, giovani adulti, coppie.
Ho esperienza, inoltre, di interventi di sostegno psicologico e psicoterapia domiciliari.
Dal 2019 al 2021 sono entrata come volontaria e poi sono diventata socia dell’associazione di psicologhe e psicoterapeute Donna Ascolta Donna presso la Casa Internazionale delle Donne di Roma.
Nel 2022 ho fondato, insieme ad altre colleghe, l’associazione “La stanza tutta per sé”.
Sono tra gli Autori dell’articolo ‘Spazio e tempo nei processi creativi tra psicoanalisi e arte’, pubblicato sulla rivista scientifica online Aracne.
Ritenendo parte essenziale della prassi psicoterapeutica una formazione e un aggiornamento continui, ho partecipato ai corsi di formazione di I e II livello (unici riconosciuti e certificati a livello internazionale) tenuti dall’Associazione EMDR Italia, certificata da EMDR Europe Association e dall’Istituto di Francine Shapiro, psicologa statunitense fondatrice di questo approccio.
Shapiro scoprì l’importanza dei movimenti oculari nel processo di elaborazione dell’informazione e dei ricordi in particolare.
Inizialmente impiegata nel trattamento del Disturbo Post Traumatico da Stress, grazie a una mole di ricerche scientifiche condotte negli ultimi decenni che ne hanno dimostrato l’efficacia, l’ EMDR oggi è utilizzata nel trattamento dei più diffusi disturbi psicologici che vanno dai disturbi d’ansia, agli attacchi di panico, alla depressione, ai disturbi sessuali e di personalità, ai disturbi della condotta alimentare (DCA), al lutto, alle fobie, all’ansia da prestazione (per citarne alcuni).
L’EMDR lavora promuovendo l’elaborazione di ricordi traumatici o eventi particolarmente stressanti, e agisce contemporaneamente a livello cognitivo, emotivo, corporeo e neurofisiologico
Il processo innescato dall’EMDR, inoltre, porta non solo a una elaborazione e integrazione del ricordo traumatico ma anche a un rafforzamento degli elementi positivi.
Un aspetto centrale è che i risultati sono conseguiti in un tempo più breve rispetto alla maggior parte delle altre psicoterapie.
La terapia con EMDR non determina, quindi, solo una riduzione clinica dei sintomi ma rafforza la persona e agisce migliorando la qualità della vita; dopo l’elaborazione, molti pazienti presentano la cosiddetta ‘crescita post traumatica’, ovvero non solo recuperano ma c’è un generale miglioramento e progressione evolutiva.
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Esperto in:
  • Psicologia clinica
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Professionista preparata e attenta a ogni sfaccettatura, puntuale.
Consiglio vivamente

B
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Sono molto contento di aver iniziato questo percorso. Quello che mi ha sorpreso è stata la capacità della Dott.ssa Toresi di porre domande molto semplici eppure efficaci, che mi hanno aiutato moltissimo a riflettere su me stesso e sui motivi per i quali ho deciso di fare questo percorso. Sono entusiasta.

G
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Presso: Studio via Illiria, 19 colloquio psicologico

Mi sono trovato bene da subito con la dottoressa Toresi, mi ha fatto sentire ascoltato e non giudicato. È la prima volta che esco da una seduta di psicoterapia con il desiderio di ritornarci. La consiglio decisamente.

G
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Presso: Studio via Illiria, 19 psicoterapia

Dottoressa professionale ed empatica, mi ha accolto e messo a mio agio per parlare dei miei problemi che fino ad ora non ero riuscita neanche a verbalizzare. Anche se il percorso è all'inizio mi sento già meglio e pronta ad affrontare tutto il resto

Dott.ssa Giorgia Toresi

La ringrazio per le belle parole.

Dott.ssa Giorgia Toresi

G
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Presso: Studio privato Appio-Tuscolano primo colloquio psicologico

Ottima impressione. Puntualità, accoglienza, gentilezza e soprattutto ascolto, empatia e grande capacità di mettere a proprio agio

Dott.ssa Giorgia Toresi

Giulia la ringrazio molto per la sua recensione.
Trasmettere accoglienza e ascolto sono per me requisiti fondamentali del mio lavoro.

Dott.ssa Giorgia Toresi

V
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Presso: Studio privato Nomentana sostegno psicologico

Professionista empatica e attenta. Ho da poco iniziato con lei un percorso che sono certa darà molto frutti. Estremamente consigliata

Dott.ssa Giorgia Toresi

La ringrazio per le sue parole, Valeria.

Dott.ssa Giorgia Toresi

F
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Presso: Studio privato Nomentana primo colloquio psicologico

A primo impatto l’ho vista molto professionale e attenta

Dott.ssa Giorgia Toresi

La ringrazio Maria Concetta.

Dott.ssa Giorgia Toresi

A
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Presso: Studio privato Nomentana sostegno psicologico

Mi sono sentita da subito accolta dalla dott.ssa Toresi con la sua umanità. La sua professionalità mi ha aiutata in un momento difficile. Consigliatissima

Dott.ssa Giorgia Toresi

Parole come le sue, Arianna, sono di grande motivazione per me, la ringrazio.

Dott.ssa G. Toresi

C
Appuntamento verificato
Presso: Studio privato Nomentana consulenza psicologica

Mi sono sentita da subito al mio agio. La consiglio certamente.

Dott.ssa Giorgia Toresi

La ringrazio Claudia. Che il paziente si senta a suo agio per me è molto importante.

Dott.ssa G. Toresi

F
Appuntamento verificato
Presso: Studio privato Appio-Tuscolano colloquio psicologico

Ho iniziato da poco con la dottoressa ,e mi sto trovando bene. È veramente un'ottima ascoltatrice ed è alla mano,sa metterti a tuo agio. È riuscita a farmi parlare di cose che non pensavo di poter riuscire a dire. Esci dallo studio con un po' di leggerezza e consapevolezza. Consigliatissima!

Dott.ssa Giorgia Toresi

Francesca la ringrazio per le sue splendide parole.
Il benessere dei miei pazienti è, per me, l' obiettivo più importante.

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Risposte ai pazienti

ha risposto a 4 domande da parte di pazienti di MioDottore

Buonasera,
Vorrei chiedere una opinione. Circa un anno fa ebbi una forte cervicalgia, una sera ebbi quasi un mancamento a causa dei giramenti di testa, a seguito del quale presi moltissima paura, tanto da aver un attacco di panico (terrorizzato dal tutto mi recai al pronto soccorso, dove fui visitato da uno psichiatra che, non riscostrando nulla se non un attacco di panico dalla mia descrizione, mi prescrisse delle benzodiazepine "al bisogno", che non mi diedero nessun sollievo, se non una sensazione di stordimento). Decisi quindi di rivolgermi a uno psicoterapeuta (terapia breve strategica), con cui per mesi ho attuato esercizi (mezz'ora della paggior paura, diario di bordo) con i quali ho affrontato alcune mie paure non strettamente collegate all'episodio (molte del passato), ma non ho risolto del tutto quella sensazione che definisco "ansia" - pressione a livello diaframmatico che si irradia fino ai cervicali e alla zona oculare provocandomi giramenti di testa e a volte vista sfocata. Dopo mesi di sedute, la psicologa sostiene che non ci sia nulla più da risolvere ma che sia ormai un mio modo d'essere, che solo io potrò risolvere. Mi sono quindi iscritto a un corso di Yoga e ho iniziato a praticare la meditazione mindfulness, tutte cose che aiutano ma sembrano essere scollegate a questa sensazione (sono tranquillo ma ho comunque questa sensazione). Ho eseguito analisi di ogni tipo, nessun tipo di problema. Ho iniziato ad essere seguito da un fisioterapista ( ho sollievo quando vado, ma dura per pochi giorni) e ho iniziato un percorso nuovo di psicoterapia psicodinamica. Anche qui, la psicoterapeuta, dopo circa 8 incontri, non ha notato nulla di rilevante se non la mia preoccupazione rispetto a questa sensazione e mi ha proposto di continuare con mindfulness e yoga, "lei sta bene, non noto nulla se non la sua preoccupazione, che comunque non la sta fermando" ... Non so bene più da che parte andare... Due psicologi affermano che non c'è nulla di importante... Io continuo a sentire questa sensazione in momenti random, anche quando non sono sotto stress... Ora ormai sono spaventato da questa sensazione e temo di aver un po' creato una montagna da un sassolino... Non so se intraprendere un altro percorso psicoterapeutico (e i relativi costi) o andare ad approfondire altro.
Pospongo che non sono in una situazione di difficoltà e che vivo comunque la mia vita, a volte sforzandomi, ma non mi sono mai precluso nulla e mai lo farò.

Buongiorno.
Mi dispiace che lei avverta questo malessere. Ritengo che un percorso che possa dare un significato ai suoi sintomi di ansia e panico possa esserle di aiuto.
Cordiali saluti.

Dott.ssa G. Toresi

Dott.ssa Giorgia Toresi

Buongiorno a tutti.
Prima dell'estate ho interrotto la mia relazione con la mia ex. Una storia definitiva tossica, burrascosa poiché ha sempre dimostrato di avere della forte gelosia nei miei confronti, abilità nel manipolarmi, non sono una santa ma si arrabbiava anche per cose da poco sfociando in liti assurde. (Come una foto messa su Instagram, una foto normale. Come un'uscita da sola con un'amica, lei si sentiva messa da parte, cose di questo genere o anche più stupide o più serie giusto per riassumere) abbiamo anche affrontato periodi più intensi perché io sono stata con un uomo in una volta che ci siamo lasciate, a modo mio volevo "scappare" così per chiuderla ma dopo aimé sono tornata da lei in ginocchio. Ma questo ha fatto sì che lei avesse il totale controllo sulla mia persona e sulla mia vita, è arrivata a manipolarmi su tutto facendomi sentire in colpa su tutto quello che è successo di negativo nei totali 4 anni di relazione.
Ci sono stati momenti terribili, anche con violenze fisiche. Lei spesso arrivava al punto di picchiarsi da sola, a me arrivavano schiaffi spinte o addirittura un calcio o dei morsi. Non sono da meno se qualche volta ho tirato schiaffi anche io. Dopo però prendevo copia mi picchiavo sola.
Ma io pensavo fosse tutta colpa mia . Mi ritenevo responsabile di ciò che le capitava, mi sentivo sbagliata . Mi diceva sempre che era colpa mia se lei reagiva così perché iniziavo io o perché io avevo causato il tutto. ( Fisicamente ho iniziato poche volte reagendo quando mi bloccava o mi parlava ad un millimetro dalla faccia, le ho sempre detto che dalla mia esperienze passata con un ex, non voglio più essere messa all'angolo quando mi si parla, o non voglio più essere bloccata o chiusa in una stanza)
Ho sempre vissuto questa relazione con un grandissimo senso di colpa, con una sensazione perenne come se pensassi " la amo, lei mi ama... Ma c'è qualcosa che non funziona, sento che c'è qualcosa di sbagliato che sto subendo ".
Non ce l'ho più fatta e nel periodo di luglio ho iniziato a dire No , dopo una litigata furibonda anziché chiudermi in casa come solitamente tendevo a fare, ho iniziato ad uscire, non facevo nulla di male, uscivo e basta. C'era una ragazza che ho conosciuto ma era con noi nel gruppo, non ci avevo fatto assolutamente nulla. Anche lei usciva con tanta gente.
Lei ha preso questo come un atto egoista e ha reagito come al solito con aggressività e vittimismo.
Anziché cercarmi in maniera dolce, mi sono ritrovata una persona che mi teneva per il collo e che mi diceva che sono un mostro e che le avevo rovinato la vita.
Non sono più tornata da lei, l'ho lasciata in pace fin quando ho ceduto quasi fine estate con un msg , non per tornarci ma per dirle che mi mancava nonostante avessi capito il male che mi aveva fatto, la risposta è arrivata da una sua amica insultandomi in modo brutto, e dicendomi di lasciarla in pace. Non l'ho più considerata, ne lei ne i suoi amici. Ho fatto la brava e non l'ho più guardata nemmeno in faccia.
Fin quando però lei ha provocato una mia amica qualche settimana fa (un'amica con cui aveva litigato già da inizio relazione) ridendole in faccia e parlandole di me.
Non mi sono trattenuta dallo scriverle dicendole che non si doveva permettere perché io l'ho lasciata in pace e non poteva fare come voleva proprio adesso.
Mi sono sentita come un oggetto, e credo che lei lo abbia fatto per farsi considerare da me, perché non l'avevo più fatto.
Ma perché fare così? Leggo di persone narcisiste continuamente ma non pensavo fosse il mio caso.
Leggo di manipolazione, leggo di vite devastate perché non se ne esce più da questi loop con questo soggetti, ed io mi sento in un loop. Mi sento un suo oggetto, che attira a sé tramite queste cose senza alcun briciolo di amore ma solo con cattiveria per ferirmi e basta.
L'ultima cosa ? Adesso si trova a Venezia con le amiche, un viaggio che dovevamo fare insieme poiché io ho sempre sognato di andarci, me lo aveva anche fatto come regalo una volta perché sapeva quanto mi piaceva. (Però abbiamo dovuto disdirlo per il Covid)
Adesso mi ritrovo scioccata da questa sua vacanza, ma nessuno mi sta accanto dicendomi " cavolo quanto fa schifo", più che altro mi ritrovo una specie di amica che mi dice " non so cosa dirti" o che non vuole più parlarne . un padre che mi dice " e quindi? Può andare dove vuole.".
Solo a me sembra una cosa viscida e cattiva ? Forse ne ho subite troppo?
E perché mi arrabbio se fa delle cose senza di me? Perché in un qualche modo mi manca? Alle volte arrivo addirittura a pensare che dovevo stare solo zitta e a quest'ora sarei con lei.
Ma soprattutto come ha fatto lei Ad andare così velocemente avanti, fare tutte queste cose ? Mentre io mi sento ferma.
Mi dicono continuamente le mie amiche che in realtà lei è sempre andata avanti quando ci lasciavamo, faceva cose e viveva, come ora.
Chiedo aiuto a voi, nella speranza di un qualche conforto o risposta o spiegazione.
Grazie

Gentile utente,
Mi dispiace del dolore che sta vivendo.
Nel messaggio descrive una lunga relazione costellata da dinamiche conflittuali e dolorose da cui, tuttavia, sembra le sia molto difficile uscire, facendo inoltre riferimento a una precedente relazione problematica.
Ritengo perciò che sarebbe opportuno che lei potesse dedicarsi uno spazio tutto suo in cui cercare di approfondire e comprendere meglio queste dinamiche relazionali e la sua difficoltà ad uscirne.
Le auguro di poter intraprendere un percorso che la porti a stare meglio.
Cordiali saluti.

Dott.ssa G. Toresi

Dott.ssa Giorgia Toresi
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