Esperienze

Mi chiamo Giacomo Caiani, psicologo e psicoterapeuta
Dopo aver concluso la laurea triennale in Scienze Psicologiche della Personalità e delle Relazioni Interpersonali all'Università degli Studi di Padova ho conseguito, sempre a Padova, la laurea magistrale in Cognitive Neuroscience and Clinical Neuropsychology con una tesi sulle funzioni cognitive superiori nell'arco di vita.

Ho successivamente svolto il tirocinio professionalizzante presso l'Azienda Ospedaliera dell'Università degli studi di Padova occupandomi della valutazione Neuropsicologica dei pazienti affetti da problematiche epatiche.
Mi sono poi specializzato in Psicoterapia ad indirizzo Cognitivo Neuropsicologico.

Il mio intervento si rivolge ad adolescenti, adulti ed anziani, le problematiche trattate vanno dalla psicopatologia alle forme di disagio e sofferenza più lievi.
La mia attività clinica segue il modello Cognitivo Neuropsicologico, che, ponendosi come naturale evoluzione della Psicoterapia Cognitivista, coniuga i recenti sviluppi delle neuroscienze e della psicologia in un quadro teorico che ponga l'individualità, la storia e l'esperienza del paziente al centro dell'intervento.
Il cammino di cambiamento parte dall'analisi dell' esperienza del paziente, da come essa emerge nel suo racconto, tenendo conto anche del contesto storico-culturale di appartenenza, per far emergere i significati sottostanti al comportamento.
Compito del professionista è accompagnare e guidare il paziente in questo cammino, nel rispetto del suo vissuto e dei suoi obiettivi.
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Mi sono sentita subito a mio agio. Mi ha aiutato molto.

Dott. Giacomo Caiani

Grazie mille

A
Presso: Studio Privato - Dott. Giacomo Caiani colloquio psicologico clinico

Per la prima volta mi sento ascoltata. Dal primo incontro si è creata una linea di fiducia che mi permette di parlare liberamente. Professionale e attento.

Dott. Giacomo Caiani

Grazie mille, sono lieto di esserle d'aiuto

G
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Altamente consigliato, preciso, empatico, ottimo professionista gentile e accomodante riesce a mettere a proprio agio

Dott. Giacomo Caiani

Grazie mille

A
Presso: Studio Privato - Dott. Giacomo Caiani Altro

Ho conosciuto il dott. Caiani in ambito professionale e posso riconoscergli competenza e grande professionalità. Svolgendo una professione di aiuto, ricorro alla sua consulenza per inquadrare situazioni complesse ottenendone sempre una prospettiva illuminante ed indicazioni utili.

A
Presso: Altro Altro

Medico disponibile ed estremamente cortese, chiaro nelle valutazioni delle problematiche esposte e di grande aiuto nel superare le difficoltà

Dott. Giacomo Caiani

Grazie mille, felice di esserle stato d'aiuto

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Risposte ai pazienti

ha risposto a 72 domande da parte di pazienti di MioDottore

Buongiorno,
mi trovo a scrivere qui in quanto sento la necessità di ricevere un aiuto. Sono una ragazza di 27 anni e sono fidanzata da 4 anni. Convivo da 3 anni e mezzo circa e sono sposata da 3 mesi.
Mio marito ha 32 anni e fin da subito abbiamo sempre sognato una famiglia insieme; abbiamo sempre fantasticato sul nostro futuro e il desiderio di avere dei bambini è sempre stato forte in noi. Purtroppo fino ad oggi non abbiamo ancora mai provato ad avere un bimbo (causa instabilità del mio lavoro). Abbiamo sempre rimandato per aspettare che il mio lavoro diventasse stabile. Dopo il matrimonio, avvenuto a Luglio 2024, abbiamo finalmente deciso che da Maggio 2024 avremmo provato ad allargare la famiglia.
Mio marito prima del nostro matrimonio ha però intrapreso un'altra strada, facendo il concorso per diventare vigile del fuoco. Premetto che lui ha una casa di sua proprietà e un lavoro fisso che gli permette di vivere in maniera dignitosa con 3 giorni di riposo e 2 turni mattina, 2 pomeriggio e 2 notti. Premetto inoltre che proviene da una famiglia in cui il padre e il fratello sono vigili del fuoco, pertanto anche loro fanno la loro parte spingendolo a diventare vigile. Lui ha sempre saputo il mio pensiero al riguardo. Provò a fare il concorso anche due anni fa, senza passarlo. Questo scatenò già una fortissima discussione tra di noi in quanto io non ero d'accordo poiché avevamo preso un grande impegno a mio parere, ovvero quello della convivenza. Ripeto, quest'anno a Giugno, quindi un mese prima del nostro matrimonio, ha ben pensato di partecipare nuovamente al concorso. Io non gli ho detto nulla in quanto lui già era a conoscenza del mio pensiero. Ho solo passato i mesi pregando che non passasse la prova e invece, la settimana scorsa è arrivata la notizia più brutta di sempre: HA SUPERATO QUESTA MALEDETTA PROVA. Io ho provato a parlare con lui ma ogni volta nasce sempre una discussione. Ho espresso le mie perplessità, ovvero il fatto di non poter realizzare i nostri progetti come avevamo pianificato, il fatto di restare sola per almeno 1 anno in cui lui starà fuori a fare il corso, il fatto di mettere tutto in discussione; una volta terminato il corso di un anno, gli verrà assegnata una destinazione e a quel punto cosa faremo? Lui andrà in un'altra città e io cosa farò? A quasi 30 anni dovrò cambiare città, lasciare la mia famiglia e cercare un nuovo lavoro, una nuova casa ecc.... per cosa??? per stare con una persona che lavorerà anche di notte e io mi ritroverò spaesata in una città che non conosco e senza un aiuto. Non riesco nemmeno a pensare a una gravidanza in queste condizioni, in cui io passerei 9 mesi sola, senza l'appoggio dei miei familiari. Il punto è che, parlandone con lui, mi ha solo dato contro dicendomi che o accetto questa cosa o me ne posso andare. La ritengo una scelta davvero egoistica da parte sua. Non si è minimamente preoccupato della nostra relazione e del nostro futuro. Per di più io, nel corso di questi anni, mi sono ritrovata anche a perdere il lavoro e ho dovuto iniziare da capo, cercando un nuovo impiego con una convivenza in atto. Nel mentre cercavo un nuovo lavoro (con molte difficoltà, in quanto vivo in una piccola città che offre poco), avevo anche ipotizzato di iscrivermi all'università per un corso che tanto amavo e per il quale, una volta laureata, avrei dovuto partecipare a dei concorsi per entrare in ospedale. Bene, lui in quell'occasione, come in altre, mi ha ribadito più volte che se io avessi dovuto cambiare città per lavoro, lui non mi avrebbe seguita e sarebbe finita la nostra storia. Sono davvero in confusione, non so cosa fare. Dentro di me so che non riesco proprio ad accettare questa sua scelta e mi sento messa da parte. Ritengo che, una volta che si è sposati, le scelte debbano essere prese insieme e valutate insieme e sono certa che se fosse capitato a me, mi sarei già ritrovata fuori la porta di casa con la serratura cambiata. Chiedo un vostro parere e vi ringrazio in anticipo.

Buongiorno,
mi dispiace per il momento di difficoltà che sta vivendo: purtroppo da quanto riporta è evidente che i progetti suoi e di suo marito sono abbastanza distanti, resta da capire se è vostro interesse cercare di convergere su qualcosa che possa andare bene ad entrambi oppure da parte di suo marito c'è solo il proprio progetto e la conseguente necessità di lei di adeguarsi oppure dividervi. Le suggerirei di confrontarsi con suo marito rispetto a questa cosa ed eventualmente affidarvi ad un professionista di coppia.

Cordialmente
Dott. Giacomo Caiani

Dott. Giacomo Caiani

Buongiorno a tutti. All'incirca 2 anni fa ho iniziato un percorso con una psicologa in quanto, in quel periodo, mi sono ritrovato a fare da caregiver ad un famigliare. Col tempo, le sedute si sono sempre più diradate, l'ultimo colloquio è stato prima dell'estate. Sarei dovuta tornare dalla psicologa in questione dopo l'estate ma, contattandola per tempo, ho cortesemente chiesto di cancellare l"appuntamento in quanto, al momento, non sento più il bisogno di andarci. Dall'altra parte ho avvertito una resistenza alla sospensione della psicoterapia (nonostante, ad oggi, la situazione sia oggettivamente sotto controllo), al punto che mi è stato richiesto di posticipare il colloquio, anziché annullarlo, in quanto chiedere un percorso terapeutico con un colloquio finale sarebbe "più deontologicamente corretto". Lì per lì ho accettato, però più la data dell'appartamento si avvicina, più non ho voglia di andarci, in quanto personalmente non ne sento il bisogno. Secondo voi cosa dovrei fare? Andare controvoglia, oppure dire in tutta sincerità alla professionista in questione che, al momento, non ne sento la necessità? La vita quotidiana è frenetica e le spese sono tante, onestamente preferirei investire tempo e soldi in qualcosa in cui credo maggiormente, al momento. Secondo voi la sua "insistenza" è giustifica, oppure no?
Grazie a tutti coloro che mi daranno il loro parere. Buona giornata. Marco.

Buongiorno,
Non è semplicissimo rispondere alla sua domanda, in linea di massima credo che la collega non pensi che un'ultima seduta di chiusura di un percorso durato 2 anni possa "essere eccessiva" e preferirebbe, anche nel suo interesse, chiudere la vostra relazione terapeutica nel modo più formalmente corretto.
Ciò detto, personalmente ritengo che il paziente abbia l'ultima parola rispetto a questo genere di cose, per cui se davvero per lei quest'ultima seduta è eccessiva, ne discuta direttamente con la sua psicologa.

Cordialmente
Dott. Giacomo Caiani

Dott. Giacomo Caiani
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