Dott.
Gabriele Lungarella
Psicologo,
Psicologo clinico
Terapeuta
Altro
Roma 1 indirizzo
Esperienze
Lavoro in ambito clinico privato con singoli e coppie in età adulta. Svolgo attività di docenza e formazione in gruppo integrando aree e settori differenti. Mi alterno con passione tra le attività di psicologia clinica, formazione, consulenza e fotografia nella convinzione che la comprensione della natura umana richieda flessibilità, adattabilità e conoscenza olistica. Ricevo privatamente in studio a Roma e online.
Mi sono laureato nel 2007 in Psicologia con indirizzo Clinico e di Comunità, successivamente diplomato al Master annuale di Counseling Psicologico e Tecniche di Coaching presso l’Aspic e al Master Triennale di Fotografia della Fondazione Studio Marangoni. La mia formazione continua con la specializzazione in psicoterapia all’ASPIC. Dal 2005 lavoro in ambito sociale con cooperative e associazioni e dal 2010 nel campo della formazione.
Esperto in:
- Psicologia clinica
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16 recensioni
Punteggio generale
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Luisa
In passato ho approcciato alla terapia psicologica tre volte. In momenti e fasi diverse della mia vita ho sentito il bisogno di un sostegno. Mai come stavolta, però, ciò è accaduto con la stessa proficui. Il Dott. Lungarella, con semplicità e naturalezza ha saputo pormi nelle miglior condizioni per accogliere e accettare emozioni e situazioni impreviste e complicate. Ci sono incontri fortunati e il mio con lui è uno di questi. Nessuna condanna, nessuna critica solo comprensione e aiuto e le sue parole, a distanza anche di mesi, ristorano le ferite. Davvero una persona con uno speciale dono.
Federica L
Molto attento, calmo e professionale. Riesco a parlare di tutto con lui e ogni volta esco con degli spunti di riflessione nuovi.
Nonostante sia solo l’inizio del percorso penso ci siano tutti i presupposti per raggiungere gli obiettivi prefissati
Giulia
Ringrazio il dottor Lungarella per la sua professionalità, disponibilità e gentilezza fin da subito mi sono sentita a mio agio lo consiglio a chiunque abbia un problema oppure una situazione da superare per sentirsi meglio.
Maddalena G.
Il dottore Lungarella è una persona molto disponibile e cortese che mette sin da subito il paziente a proprio agio.
Durante la seduta sembra di parlare a me stessa con il vantaggio di avere delle risposte e la certezza che ogni pensiero riceva la giusta accoglienza.
Da molti mesi il dottore mi aiuta a capire e migliorare quella parte di me alla quale ho dato poca voce negli anni indirizzandomi ad una maggiore autostima.
Per tutte queste cose gli sono molto grata.
Grazie Doc.
Manuela Ermellino
Gabriele è un professionista serio con un approccio pratico e profondo allo stesso tempo. Ha un'ottima capacità di stimolare il ragionamento ed è orientato alla soluzione del problema con risultati già dopo i primi incontri.
Marta Pagetti
Preparato e sensibile è riuscito a mettermi a mio agio accogliendomi senza giudizio e permettendoti di entrare in contatto in modo sicuro e protetto con le mie emozioni. Sono grata del percorso intrapreso.
Alberto Buono
Ottimo professionista; per me è stata la prima esperienza e nel dottor Lungarella ho trovato un’eccellente professionalità; mi ha saputo trasmettere sin da subito fiducia grazie ai suoi consigli puntuali che hanno avuto una grande efficacia quando li ho applicati nelle mie esperienze di vita reale; puntuale, cortese e disponibile
Risposte ai pazienti
ha risposto a 7 domande da parte di pazienti di MioDottore
Buongiorno, mi chiamo Angela, ho 28 anni e sono lesbica, dagli amici mi faccio chiamate Angelo.. ho avuto due storie serie sino ad ora, con due donne. Al lavoro ho conosciuto un uomo di circa 15 anni più grande di me, è nata una simpatia e stiamo sempre assieme, lui ha dichiarato di avere un debole per me, dice che è attratto dalla mia anima ma sta al posto suo nel senso che sebbene sia sempre felice in mia compagnia rispetta il mio orientamento, come se aspettasse un mio cenno. Perché scrivo a voi? Perché mi sta facendo riflettere su alcuni miei comportamenti, nel senso che c'è un altro collega che mi fa il filo, in modo più diretto ci ha provato, e mi ha fatto notare che se a quest'ultimo storco il naso per le sue modalità a volte disgustata, a lui tendo invece a compiacere il suo corteggiarmi e che se non è lui a cercarmi sono io che lo cerco sul lavoro. Inoltre mi ha fatto notare che i pensierini che mi fa, me li conservo sempre tutti e in effetto ci tengo molto, anche una dedica sciocca su un bigliettino o un cuore sulla giacca di lavoro, per fare un esempio. I primi tempi quando ci stavamo conoscendo arrossivo, se prova ad abbracciarmi io non riesco ad evitarlo anzi me lo stringo con piacere, o se è capitato a volte che lui non mi calcola perché abbiamo avuto un battibecco, i giorni successivi mi sento tutta accigliata. A lui ho gia detto di essere lesbica e parlo sempre di donne che mi piacciono, però non so dare una risposta oggettiva al mio comportamento. Accetto qualsivoglia consiglio per conoscermi meglio. Grazie infinite!
Cara Angela,
grazie per aver condiviso la tua storia. Da quello che racconti, stai vivendo una situazione complessa e interessante, che ti sta portando a riflettere su alcuni tuoi comportamenti e sentimenti. Questo è già un passo molto importante, perché dimostra la tua voglia di conoscere te stessa più a fondo.
Da ciò che descrivi, sembra che questo collega abbia un ruolo significativo nella tua vita attuale. La connessione che senti con lui, il piacere di stare in sua compagnia e il valore che attribuisci ai suoi gesti possono indicare che c’è qualcosa che va oltre un semplice rapporto di amicizia, anche se il tuo orientamento è chiaramente definito come lesbico. È del tutto normale avere sentimenti o legami che non sempre rientrano nei confini rigidi di una definizione: le emozioni sono fluide e non sempre seguono schemi predefiniti.
Alcuni aspetti su cui potresti riflettere:
Cosa provi davvero quando sei con lui? Cerca di esplorare le emozioni che emergono: è solo affetto? Stima? Un senso di sicurezza? Oppure c’è anche una forma di attrazione, magari diversa da quella che provi per le donne?
Come ti senti rispetto alla tua identità? Parlare apertamente del tuo orientamento e della tua attrazione per le donne è importante, ma non c’è nulla di male se stai sperimentando emozioni che sembrano sfidare le etichette. Non significa che devi ridefinire te stessa, ma può essere un’occasione per capire meglio la tua complessità emotiva.
Come interpreti il tuo desiderio di compiacere lui? Potrebbe esserci un bisogno di sentirti vista, apprezzata e valorizzata, che in qualche modo lui soddisfa. Questo non toglie nulla alla tua identità, ma può offrirti uno spunto per esplorare i tuoi bisogni emotivi.
Il fatto che tu senta la necessità di capirlo meglio è già un segno di grande maturità. Ti suggerirei di prenderti del tempo per ascoltarti senza giudizio. Una domanda che potresti porti è: "Cosa mi fa sentire bene in questa relazione?" Non tanto per cercare risposte definitive, ma per accogliere i tuoi sentimenti per quello che sono, in questo momento.
Se senti che questa riflessione ti crea confusione o desideri un supporto più approfondito, un percorso con uno psicologo potrebbe essere un’occasione per esplorare queste emozioni in modo più strutturato e privo di pressioni. A volte, parlare di queste cose in uno spazio sicuro e dedicato aiuta a fare chiarezza.
Spero che queste parole ti siano d’aiuto per guardare a te stessa con curiosità e gentilezza. Rimango a disposizione per ulteriori riflessioni.
Gabriele
Salve Dottori, avrei bisogno di un vostro consiglio su un tema che mi affligge abbastanza. Sono in crisi con il mio compagno e siamo prossimi alla convivenza, dopo un fidanzamento di 5 anni... perché lui ha comprato casa davanti ai suoi genitori, a cui lui è particolarmente legato, specialmente alla mamma. Il mio compagno ed io inoltre un giorno vorremmo mettere su famiglia, ma la vicinanza con i suoceri mi terrorizza! Io li tollero ma non simpatizzo per loro eccessivamente. Sono molto invadenti, specialmente la mamma. Inoltre è una donna che ad oggi si trova in un centro di disintossicazione per sistemare una dipendenza da alcol e farmaci. Il papà è un uomo grezzo, semi allettato per problemi fisici, pretenzioso e abituato solo ad essere servito. Mi sento tentennare. Non me la sento di andare avanti perché temo di non riuscire ad avere una famiglia con lui, anche perché non accetto i miei suoceri... però non vorrei perdere il mio compagno. Avete qualche consiglio o parere per me? Per il mio compagno, di vendere quella casa che ha comprato (senza il mio appoggio tra l'altro) non se ne parla, vuole stare vicino a sua madre e continua a rassicurarmi che andrà tutto bene. Ora che le cose si stanno facendo serie tra di noi sono molto turbata. Grazie per il vostro ascolto!
Grazie per aver condiviso il tuo vissuto, che appare ricco di emozioni complesse e riflessioni importanti sul tuo futuro e sulla relazione con il tuo compagno. È evidente che ti trovi di fronte a una decisione cruciale che tocca temi profondi: la coppia, la famiglia e il rapporto con i suoceri. Provo a offrirti alcuni temi e riflessioni che spero possano esserti utili.
.Chiarire i tuoi bisogni e confini
È fondamentale che tu rifletta sui tuoi bisogni nella relazione di coppia e nella vita futura insieme. Quali sono le cose per te imprescindibili per sentirti serena e appagata in una convivenza? Spesso, l’autenticità con noi stessi aiuta a prendere decisioni più lucide. Ad esempio:
Hai bisogno di uno spazio fisico e mentale di autonomia rispetto ai suoceri?
Quali confini desidereresti stabilire nel rapporto con loro?
.Dialogo aperto con il tuo compagno
La relazione di coppia si basa sulla capacità di affrontare insieme le difficoltà, ed è importante che il tuo compagno possa ascoltare e comprendere la tua prospettiva. Potreste provare a discutere:
Come lui immagina la dinamica tra voi, i suoi genitori e la futura famiglia che vorreste creare.
Come pensa di proteggere la vostra coppia da eventuali intrusioni o situazioni stressanti.
Quali soluzioni concrete potrebbe adottare per garantirti serenità, considerando che non vuoi negargli la vicinanza alla madre.
.Affrontare la preoccupazione per i suoceri
La tua preoccupazione per la vicinanza ai suoceri è comprensibile, soprattutto alla luce delle dinamiche che descrivi. Ti invito a chiederti:
C’è spazio per negoziare con il tuo compagno una gestione equilibrata dei rapporti con i suoi genitori?
Potresti trovare strategie per mantenere un rapporto cordiale ma delimitato, senza sentirti sopraffatta?
.Valutare il futuro insieme
Una relazione è una scelta quotidiana e spesso le decisioni importanti, come la convivenza o la creazione di una famiglia, necessitano di solide basi. Alcune domande:
Riesci a immaginarti serena e felice accanto a lui, nonostante le sfide che la situazione attuale comporta?
Quali compromessi sei disposta a fare, e quali no?
.Valutare il supporto professionale
Se il dialogo con il tuo compagno non ti porta sollievo o se le tensioni con i suoceri diventano troppo pesanti, potresti valutare il supporto di un terapeuta di coppia. Questo percorso potrebbe aiutarvi a esplorare insieme le vostre paure, bisogni e aspettative, costruendo soluzioni che vadano incontro a entrambi.
Il tuo disagio è un segnale prezioso: ascoltarlo ti aiuterà a chiarire cosa è giusto per te. A volte, trovare un punto di equilibrio richiede un po’ di tempo e molta comunicazione. Tuttavia, è importante che le tue paure e insicurezze non vengano ignorate, né da te stessa né dal tuo compagno.
Spero che queste riflessioni possano darti qualche spunto per affrontare questa fase delicata della tua vita. Qualunque scelta farai, è importante che tu senta di rispettare te stessa e i tuoi bisogni.
Ti auguro il meglio per il tuo percorso, Un caro saluto!
Tutti i contenuti pubblicati su MioDottore.it, specialmente domande e risposte, sono di carattere informativo e in nessun caso devono essere considerati un sostituto di una visita specialistica.
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