Dott.ssa Fiorella Monteduro

Psicoterapeuta , Psicologo clinico, Psicologo Altro

Figline E Incisa Valdarno 1 indirizzo

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CENTRO STUDI E RICERCHE SUL COMPORTAMENTO STP
Via Pisacane, 18, Figline E Incisa Valdarno

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Esperienze

Sono specializzata in psicoterapia cognitivo comportamentale ed ho un'esperienza trentennale.Questo approccio è considerato uno tra i più efficaci nel trattamento di vari disturbi psicologici, ma si è dimostrato scientificamente, che la capacità di creare una buona relazione terapeutica è la chiave principale di tutti i cambiamenti e l'esperienza è sicuramente un aspetto rilevante. Sono anche formatore di psicologi e psicoterapeuti avendo insegnato in scuole di formazione post laurea cognitivo-comportamentali. Ho svolto migliaia di ore in qualità di formatore degli insegnanti. Notevole anche la mia esperienza nella conduzione di gruppi di abilità sociali e parent training. Ho pubblicato diversi articoli scientifici sullo stress, abilità sociali e sui disturbi comportamentali e continuo la mia attività di ricerca al fine di sviluppare trattamenti sempre più efficaci per migliorare il benessere. Il mio studio si occupa anche neurobiofeedback con applicazioni a varie problematiche di ansia e disturbi post traumatici da stress.
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ha risposto a 1 domande da parte di pazienti di MioDottore

Domande su Sindrome da deficit di attenzione e iperattività

Buongiorno
Il mio ragazzo soffre di ADHD. Purtroppo questa malattia non lo ha abbandonato nemmeno da adulto, un po' per la malattia, un po' per pigrizia.. agrapparsi alla malattia è una buona scusa su parecchi punti di vista, purtroppo. Spesso soffre di depressione ed è soggetto a dipendenze di ogni tipo. La mia domanda però è un'altra. Lui ha paura ad avere figli perchè non vuole che anche loro possano passare quello che ha passato lui. È possibile prevenire la malattia in gravidanza? Quante possibilità ci sono che i nostri figli ereditano l'adhd?

Gentile sig.ra, capisco le preoccupazioni individuali e come coppia, ma il problema va focalizzato in modo diverso. L'ADHD è un disturbo che si estende per tutto lo span di vita ed è difficile da diagnosticare, perchè si correla a tanti altri. Come esperto di ADHD, anche in età evolutiva,ritengo che il problema da porsi non è l'ereditarietà, ma l'ambiente educativo in cui il bambino crescerà. Le variazioni temperamentali, che sono tratti geneticamente predefiniti (livello di attività, regolazione ritmi biologici, ricerca o evitamento di situazioni nuove, adattabilità, umore prevalente, livello di attenzione, intensità delle reazioni emotive, distraibilità, soglia di attenzione sensoriale) variano normalmente su un continuum dal positivo al negativo. Il problema si pone quando alcuni tratti temperamentali “difficili” incontrano un ambiente familiare, che mal gestisce queste situazioni. Alcuni studi (in Carey, 2004) hanno evidenziato come la variabile che prediceva l’invio allo specialista di bambini (40 del gruppo sperimentale e 30 del gruppo di controllo) con tratti fortemente iperattivi era la difficoltà dei genitori di gestire il comportamento dei figli, i problemi emozionali, i problemi scolastici, lo stile educativo permissivo. L’eziologia dell'ADHD, appare complessa ed implica più componenti, in cui gli aspetti biologici e quelli ambientali interagiscono in maniera circolare. Diversi studi epidemiologici (in Masi et al., 2005) rilevano che fattori di svantaggio socioeconomico e problemi familiari si trovano spesso associati con l’ADHD, così pure fattori familiari e sociali più adeguati, potrebbero essere un “fattore protettivo”, di questa “vulnerabilità” biologica individuata nell’ADHD. Allo stato attuale, però, non è ancora chiaro come interagiscano tra di loro tutte queste componenti nel determinare il disturbo .La ricerca ha individuato tra i fattori protettivi nell’infanzia per lo sviluppo di disturbi del comportamento, che divengono la base per il futuro sviluppo deviante nell’adolescenza, i seguenti elementi ( Hastings et al. 2000 ):L’interesse per gli altri;L’empatia; Una relazione positiva, calda ed empatica madre-figlio;Le competenze sociali;i comportamenti prosociali. La relazione madre- figlio, così come lo stile educativo genitoriale è fondamentale per lo sviluppo dell’empatia, nonché del comportamento prosociale nei bambini e ragazzi. Fondamentale accanto all’empatia la capacità di autocontrollo, come modalità di gestione e modulazione delle emozioni negative, quali per esempio la collera, che spesso rappresentano la miccia d’innesco dei comportamenti aggressivi (Salfi e Monteduro, 2003). Tra le caratteristiche dei soggetti antisociali si è individuata una strutturazione cognitiva “di minaccia”, che ben spiegherebbe la frequente risposta aggressiva (Goleman, 1999; Fedeli, 2005 ). Nel senso che la realtà circostante viene percepita come ostile e aggressiva.
La ricerca, sempre più concorda nell’indicare dei chiari percorsi di azione per queste problematiche: Attivare programmi d’intervento precoci e preventivi; Elaborare e realizzare programmi educativi nell’infanzia che prevedano l’insegnamento di abilità quali l’empatia e l’autocontrollo;
Educare alla prosocialità. Attivare programmi precoci di formazione per i genitori per migliorare la loro competenza educativa; Formare gli insegnanti, realizzare programmi educativi e formativi già dalla scuola dell’infanzia. Non è sola presenza del comportamento aggressivo ad essere necessariamente un precursore di un futuro infausto, ma il deficit di abilità prosociali (Rutter, 1994), (Loeber, 1997, in Kokko e Pulkinen 2000). Il comportamento aggressivo e quello prosociale non vengono più visti come poli opposti in continuum, ma come caratteristiche che possono coesistere nello stesso individuo (Feshbach e Feshbach, 1986, in Kokko e Pulkinen 2000). I soggetti potrebbero non avere una solida continuità nei comportamenti, quindi alternare quelli aggressivi ai prosociali. (Tratto da Monteduro F..(2012).Percorsi prosociali per iperattività, deficit di attenzione e disturbi del comportamento. Il trttamento multilivello. Franco Angeli)

Dott.ssa Fiorella Monteduro

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