Esperienze
Sono un socio dell'Associazione Psicologo Fuori Studio in cui mi occupo della presa in carico di adolescenti e giovani adulti con problematiche di ritiro sociale, ansia, conflittualità nelle relazioni.
Mi sto formando come terapeuta familiare e di coppia presso la prestigiosa Scuola di Psicoterapia Mara Selvini Palazzoli di Milano.
Credo che "Anche la più cupa delle tenebre può essere rischiarata da un singolo raggio di luce" , poichè ognuno di noi ha le risorse per riattivare la propria luce interiore. Se dai una speranza a te stesso (o alla tua relazione), possiamo lavorarci insieme!
Esperto in:
- Psicoterapia sistemico relazionale
Indirizzi (3)
Pazienti con assicurazione sanitaria e pazienti senza assicurazione sanitaria
Consulenza psicologica (descrizione) • 50 €
Consulenza di coppia (descrizione) • 80 €
Sostegno alla genitorialità (descrizione) • 80 € +2 Altro
Sostegno psicologico adolescenti (descrizione) • 50 €
Terapia familiare (descrizione) • 80 €
Pazienti con assicurazione sanitaria e pazienti senza assicurazione sanitaria
Consulenza psicologica (descrizione) • 50 €
Consulenza di coppia (descrizione) • 80 €
Sostegno alla genitorialità (descrizione) • 80 € +1 Altro
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L.B.
Mi sono sentita capita e ascoltata, cosa purtroppo non scontata. Pensavo avrei avuto più difficoltà ad aprirmi, invece mi sono sentita a mio agio ed è stato molto naturale per me parlare della mia ansia e dei miei problemi familiari.
Francesca
La prima visita e' stata conoscitiva ma siamo rimasti molto soddisfatti, perciò proseguiremo il percorso. Ragazzo giovane ma molto professionale.
Risposte ai pazienti
ha risposto a 2 domande da parte di pazienti di MioDottore
Salve, ho da poco concluso una relazione tossica con una ragazza, all'interno della quale mi sono ritrovato -a detta delle persone che mi sono accanto e della mia psicoterapeuta- ad essere manipolato.
Dopo aver analizzato mentalmente tutti i litigi, sono arrivato anch'io alla medesima conclusione, l'unica cosa che mi impedisce di andare avanti è l'impellenza che attualmente ho di avere chiara la dinamica attraverso cui questa ragazza ha compiuto quella che a posteriori sembra essere stata un'opera di annullamento della mia personalità.
In almeno un caso, esasperato dalle continue osservazioni contrare di lei, a cui cercavo di rispondere a tono, ebbi una reazione esplosiva urlando: "BASTAAAAAAAAAAAAAAA!!!!!!!!!!!!!!!!!!" talmente forte che mi girò la testa e la percezione delle cose attorno a me si rallentò, stavo guidando e cominciai ad essere seriamente spaventato perché mi resi conto che era una situazione pericolosa e se non mi fossi centrato nuovamente su me stesso avremmo rischiato un incidente (eravamo in macchina).
Mi zittii, e lei smise di piangere.
Guidai fino all'uscita dell'autostrada e lei era come sfinita e non parlava più, io mi sentivo colpevole, sentivo di essere responsabile per quello che era successo, accostai e cercai il dialogo ma lei era come in trance e non rispondeva alle mie domande, le chiedevo se stesse bene, se dovevo preoccuparmi ma lei non rispondeva e io ero in apprensione perché mi sembrava fosse svenuta, non parlava più.
Poi si riprese, non so se facesse finta, fatto sta che io mi sentivo responsabile e in colpa, soprattutto per il fatto di averle urlato, pensavo che fosse stato quell'urlo a renderla non più recettiva.
Comunque a questo episodio drammatico seguono altri -con esiti fortunatamente non più così spiacevoli- in cui io continuo a risponderle con quelle che lei definisce "brutte risposte"
E queste mie "brutte risposte" che altro non erano che delle risposte a tono, rappresentavano per lei motivo di sofferenza.
Ma cosa dovevo fare? Era il mio carattere!
Provavo a reprimerle ma ogni tanto uscivano.
E allora lei decide, perché a suo dire quelle mie brutte risposte le provocavano dolore e la facevano soffrire, che io avrei dovuto andare da uno psicologo per correggerle, perché a suo dire non erano normali, che io ad una affermazione che non mi piaceva non potevo rispondere contrattaccando.
"Le tue risposte mi fanno soffrire, se la tua ragazza soffre con queste risposte tu dovresti correggerle, altrimenti vuoi che io soffro"
" rispondi in modi brutti a causa di problematiche tue interne che devi risolvere, se una persona ti dice una cosa che non ti piace non devi prenderla sul personale e rispondere male a tua volta, devi correggere questa cosa"
Io comunque mi sentivo in colpa, mi sentivo il motivo della sofferenza di una persona che amavo, e siccome a livello logico quelle risposte non erano effettivamente il massimo della gentilezza, erano un po' sprezzanti, un po' da stronzo, pensai che se soffriva così tanto valesse la pena di correggerle per non farla soffrire.
Ma allo stesso tempo sentivo che mi si stava in qualche modo vietando di essere me stesso.
Ero in conflitto.
Alla fine però dalla psicologa ci andai, per correggere "i miei modacci" come lei li definiva, la amavo e non volevo perderla.
Dottori, chiedo a voi delucidazioni. Vorrei capire se si è trattato di manipolazione. Potreste darmi un parere?
Caro paziente buon pomeriggio. Da ciò che è possibile constatare dal suo breve racconto, mi sento di dire che sicuramente nella vostra relazione era in atto una dinamica disfunzionale. Inoltre se lei sente di aver subito una manipolazione e una limitazione dell'espressione della sua personalità, questo suo vissuto dovrebbe essere ascoltato.
Secondo me la domanda che dovrebbe porsi è come mai è arrivato ad accumulare e accumulare fino a "esplodere" , oppure chiedersi il perchè rispondeva da "stronzo" e perchè (mi è parso di intravedere) ha verso di sè un senso di colpa eccessivo. Cosa ha permesso l'incastro tra una figura manipolatoria e la sua? Potrebbe portare queste domande alla sua psicoterapeuta.
Salve.
Sono un ragazzo di 23 anni, secondo anno di università, ho una relazione a distanza da 2 anni ed ho un lavoro part time giusto per arrotondare. Sono alla settima seduta di un percorso psicologico.
Nel 2020 ho iniziato a soffrire di ansia periodica fino a che la situazione si è fatta invalidante poichè ad essa man mano si associavano sentimenti di angoscia e tristezza.
Sono alla settima seduta dallo psicologo e stiamo rivalutando alcuni ambiti della mia vita che possono farmi sentire insoddisfatto e quindi possibili causa/e di questo malessere.
La cosa strana che mi sta capitando è che l'ansia è da 1 mese che è svanita e si è inserita in me una situazione di malessere che però è altalenante, quindi magari non tutti i giorni ma mi capita qualche settimana senza motivo(nei giorni in cui non mi capita mi comporto normalmente, in realtà anche quando sto male ma ci convivo)
-mi sveglio stanco con mal di schiena
-a volte ho poca voglia di uscire anche se poi mi impongo di farlo
-mangio un pò di più
La mia psicologa mi ha rassicurato che non sono sintomi depressivi ma uno stato di malessere(anche se non capisco cosa significa di preciso)
Come già ho detto a lei come è possibile che all'inizio solo con l'ansia riuscivo a vivere più serenamente?
Come mai l'ansia è svanita ed è comparso questo malessere?
Cosa rappresenta questo malessere, può diventare depressione? Questo mi terrorizza.
Stiamo valutando insieme se l'ambito universitario o quello affettivo mi stia veramente troppo stretto ora.
Aspetto un vostro parere, non perchè non abbia fiducia del mio terapeuta ma poichè ho molta paura di questo malessere. Inoltre potrebbe essere meglio il consulto di uno psichiatra?
Grazie a tutti.
Caro utente buongiorno. Dato il limitato numero di informazioni in mio possesso (ovviamente non è possibile fare un'analisi approfondita avendo a disposizione solo un breve testo), posso solamente azzardare un'ipotesi.
Molto spesso l'ansia si manifesta senza che il paziente sia realmente a conoscenza dei vari aspetti della sua vita che gli generano angoscia e preoccupazione. Grazie al tuo psicologo ti sei addentrato maggiormente e consapevolmente negli aspetti della tua vita e della tua personalità che ti fanno stare male. Questa nuova realizzazione può generare tristezza. Vedere cosa ti fa soffrire e magari pensare che per questo la tua vita non è soddisfacente può portare a sentirsi male e senza motivazione. Il mio consiglio è quello di continuare con fiducia. Fiducia in te stesso e nel tuo psicologo. Come siete riusciti a comprendere (più o meno in larga misura) i motivi della tua ansia, ora affronterete il passo successivo, vale a dire l'elaborazione e la migliore gestione della tua sofferenza. Forza! Fluctuat nec mergitur!!!! :)
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