Esperienze

Sono diventata psicologa perché ho affrontato diverse difficoltà e non posso fare a meno di pensare che chiunque può farcela, esiste una strada per ciascuno di noi, per quanto in salita.
Prima o poi si arriva, e tutto sommato il processo è avvincente. L’esperienza e la conoscenza sono quello che posso offrire a chi voglia intraprendere un percorso di sostegno psicologico con me.
L'avvio del percorso inizia facendo il punto sulla situazione individuale, raccolgo informazioni accurate per comprendere bene i reali bisogni del futuro paziente. Cerco di coinvolgere il più possibile la persona nel percorso che sta per intraprendere: è importante che gli obiettivi vengano compresi, che siano condivisi, e che vi sia una reale motivazione per ogni passo che faremo insieme.
Il paziente deve sapere cosa sta’ succedendo, quali sono le sue difficoltà e quali le prospettive ed è fondamentale che sia consapevole dei suoi punti di forza e del protagonismo che ha nel processo di cambiamento.
Credo che sia importante anche calare l’intervento nella vita reale, nel qui e ora, tenendo cioè in considerazione le risorse di natura ambientale, sociale e personale.
Accanto ad un approccio narrativo, per dare nuovi significati, elaborare, dare senso alla propria storia e alle problematiche riportate, ho un approccio anche pragmatico, che insegni cioè a gestire meglio le difficoltà che quotidianamente possono presentarsi.
Le fragilità si possono affrontare da più punti, in modalità “bottom up” (dal basso verso l’alto) e al contempo “top down” (dall’alto in basso).
Combinando queste strategie il cambiamento sarà profondo, a lungo termine, “alla radice” ma anche immediato e tangibile. I piccoli feedback positivi sono importanti risultati intermedi per non desistere e mantenere alta la motivazione.
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Studio Dottoressa Enrica Todisco
Via Casale degli Inglesi 44, Roma

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Risposte ai pazienti

ha risposto a 5 domande da parte di pazienti di MioDottore

Cari dottori, vi scrivo spesso perché trovo in voi tanta professionalità, conforto e cordialità e so di poter fare tesoro dei vostri consigli.
Mi presento, sono una ragazza di 20 anni, soffro di ovaio policistico ed insulino resistenza anche se è molto migliorata in seguito ad una dieta che in un anno mi ha aiutata a perdere 15 chili. Partivo da 65 chili e sono arrivata a 50 per 1,61 di altezza. Non ho mai avuto tanti problemi nel gestire la mia alimentazione. Tuttavia nel giro di due mesi ho ripreso 4 chili perché non sono più riuscita a controllarmi. Ecco il mio problema. Mi sveglio la mattina e vado a dormire la sera con il pallino fisso delle calorie e del cibo in testa. Prima del cambiamento fisico non badavo a quel che mangiavo, mangiavo dolci senza problemi, prendevo due piatti di pasta, non pensavo minimamente a cosa e a quanto stessi mangiando, non mi importava di ingrassare o di dimagrire. Mi godevo il cibo, mangiavo se avevo fame, smettevo quando non la sentivo più. Ora è tutto cambiato. Premetto che per un periodo è andato tutto bene, mi piaceva l'idea di mangiare sano e di fare attività fisica perché sapevo che stavo solo facendomi del bene. Tuttavia sono circa quattro mesi che sto iniziando a prendere il controllo. La mia situazione di insulino resistenza non mi permette di mangiare dolci come prima e mi costringe a contare i carboidrati. Ecco, tutto questo mi provoca un forte stress e una forte paura di ingrassare di nuovo andando a vanificare tutti i progressi ottenuti dal punto di vista della resistenza insulinica. Mi costringe a dover controllare di più la mia alimentazione rispetto a persone che invece possono stare un po' meno attente. Inoltre sto vivendo un periodo molto stressante, per lo studio, per la noia e la solitudine che la pandemia ad oggi porta un po' a tutti e mi sento sempre stanca. Sono sempre di malumore e tutti questi fattori insieme al dover controllare la mia alimentazione mi portano poi ad abbuffarmi di cose come dolci, pizza, e tutto quel che mi piace e di cui non dovrei abusare nella mia situazione. Ciò mi spaventa. Cerco di mangiare di tutto, di mettere sempre proteine, verdure e carboidrati nei miei pasti per non farmi mancare nulla e per sentirmi sazia eppure avverto questo desiderio incontrollato di mangiare fino a scoppiare. Inizio la mattinata con i buoni propositi e il pomeriggio mi vengono queste voglie che cerco di placare pensando ad altro ma non ci riesco mai. E la cosa che mi preoccupa di più è che so che si tratta di un vero e proprio disturbo e infatti dopo aver mangiato così tanto, spesso di nascosto per la vergogna, e in maniera compulsiva, vado in bagno e rigetto tutto e mi rimane sempre la paura di non essere riuscita a tirare fuori tutte le calorie ingerite, dato che credo sia impossibile fare sì che ciò accada. E mi sento in colpa. So che questo mi fa male. Ho provato in tutti i modi a cercare di superarlo impegnandomi con tutta me stessa. Mi sono detta anche "ora non conto più nulla e provo a mangiare come prima" sperando che potesse aiutarmi a trovare un equilibrio senza privarmi di dolci, pizza o altro che ho evitato per lunghi periodi. E invece mi abbuffo ancora di più. Mi sono detta "provo a diminuire l'attività fisica" dato che comunque la fatica che ne deriva è un poco stressante, ma niente. Ho cercato di ritornare alla vita di prima ma non ci riesco. Ho sempre il pallino fisso delle calorie e del cibo e la paura che se un giorno non faccio attività fisica, ingrassi di nuovo. La mia paura di ingrassare è dovuta più che alla mia forma fisica, alla paura di peggiorare l'insulina resistenza per la quale ho lottato tanto. Ho provato ad affidarmi ad un nutrizionista che mi ha dato una dieta da 1500 calorie al giorno per il mantenimento e mi sono sentita sazia solo per un periodo e credo che comunque per me fossero poche. Mi ha detto che non poteva aiutarmi dal punto di vista psicologico e di affidarmi a qualcuno che potesse farlo. Ma in questo momento dato il pericolo per il coronavirus e per la mia impossibilità ad affidarmi ad un esperto, non posso mettermi in contatto con nessuno. Per questo scrivo a voi e spero che possiate aiutarmi.
Vi ringrazio per l'ascolto e per i consigli che mi darete

Buonasera. Leggendo la sua storia trapela molto dolore e la fatica di una situazione che sente fuori controllo. Credo che sia davvero importante che riesca ad intraprendere un percorso psicologico adeguato. I disturbi alimentari possono iniziare in modo insidioso e poi prendere il posto della propria vita. Si agganciano in dei punti di fragilità personale e diventano pervasivi, esprimendosi al posto della propria vitalità. Se vuole sono disponibile per consulenza, ho un sito internet da cui mi può contattare e ricevo anche online. Le lascio ad ogni modo un grande in bocca al lupo.

Dott.ssa Enrica Todisco

Buongiorno, sono una donna di 42 anni. Ho partorito 15 mesi fa, e da allora sono diventata ipocondriaca, anche visto un periodo molto difficile. Nel giro di un anno sono venuti a mancare entrambi i miei suoceri. Ora, sono molto consapevole del perché di questo mio malessere. Per un periodo sono stata anche meglio, ma come subentra una nuova preoccupazione la sensazione di tensione generale, leggerezza alla testa e brutti pensieri tornano. All'occorrenza prendo qualche goccia di Xanax che mi aiuta un po'. La domanda che vorrei porre è se, con una terapia psicologica, posso andare a risolvere questo problema che non mi fa vivere la mia felicità! Grazie

Buonasera. Certamente, sono convinta che un percorso psicologico adeguato possa andare a rintracciare le cause e risolvere i problemi "alla radice". Ci sono degli eventi scatenanti come da lei descritto, che hanno generato l'espressione di una serie di sintomi ansiosi, ma certamente è possibile comprenderne l'origine. I farmaci possono aiutare ma ovviamente non rappresentano la soluzione in assoluto. Sono disponibile per consulenza gratuita, ho un sito internet sul quale mi può contattare online. In ogni caso in bocca al lupo e un caro saluto

Dott.ssa Enrica Todisco
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