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Pazienti senza assicurazione sanitaria


Colloquio psicologico • 60 €

Consulenza online • 60 €

Colloquio di coppia • 60 € +2 Altro

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Parent training • 60 €


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Dott. Ciampone Emanuele
Via Solferino 17, Brescia


Pazienti senza assicurazione sanitaria


Presso questo indirizzo visito: adulti, bambini di qualsiasi età
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Prestazioni e prezzi

I prezzi indicati sono quelli per pazienti senza assicurazione sanitaria

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il colloquio psicologico domiciliare viene proposto e attivato qualora sussistano condizioni di impossibilità nel raggiungere lo studio



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La durata può variare in base alla soggettività del paziente oppure la divisione oraria della seduta può variare.

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Esperienze

Sono il dott. Emanuele Ciampone e sono uno psicologo. Ricevo in studio a Brescia in via Solferino 17, oppure online ( skype, whatsapp, meet). Mi sono laureato all'Università Cattolica del Sacro Cuore nella sede di Brescia e sono iscritto all'Ordine degli psicologi della Lombardia.

Ho avuto modo di lavorare con diverse fasce d'età e tipologia d'utenza: ho sperimentato diversi contesti, quali la comunità terapeutica, la comunità educativa e il contesto ospedaliero; inoltre lavoro come psicologo domiciliare, occupandomi principalmente di minori con varie fragilità e sostegno psicologico inerente alle cure palliative. Svolgo interventi di consulenza e sostegno psicologico rivolti al singolo e alla coppia, in particolare mi occupo di adolescenti, giovani adulti, adulti e terza età. Al momento sto conseguendo un master relativo ai Disturbi specifici dell'apprendimento (DSA) e sono iscritto alla scuola superiore di specializzazione in psicoterapia dell'istituto di analisi immaginativa.

Il percorso di supporto psicologico proposto è rivolto a chi sta vivendo difficoltà relative a diversi ambiti della vita ( relazioni sociali e interpersonali, lavoro o scuola, stress, gestione delle emozioni) o a chi desidera conoscersi più a fondo. Il percorso psicologico è caratterizzato da uno spazio di condivisione, in cui sentirsi accolti, non giudicati e in cui poter comprendere la natura del disagio psichico. Non si tratta di percorsi standard, ma cuciti addosso al paziente e costruiti insieme, sulla base delle esigenze e degli obiettivi emersi.
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N
Presso: Dott. Ciampone Emanuele colloquio psicologico

Attento, disponibile. Ascolta in modo autentico. Puntuale. Ha dato spiegazione delle problematiche portate e mi ha aiutato a trovare soluzioni possibili.

R
Presso: Dott. Ciampone Emanuele colloquio psicologico

Visita accurata, professionale ed empatico, ambiente confortevole , lo consiglio

P
Presso: Dott. Ciampone Emanuele colloquio psicologico

Il dottore mi ha aiutata molto. Mi sono sentita a mio agio e non giudicata.


F
Presso: Dott. Ciampone Emanuele sostegno psicologico

Il dottor Ciampone è un professionista eccezionale, ma anche una persona molto umana e comprensiva. Riesce a creare un ambiente sicuro eaccogliente, dove mi sento libero di esprimere le mie emozioni. La sua passione per il suo lavoro è contagiosa e mi dà molta speranza per il futuro.


D
Presso: Dott. Ciampone Emanuele consulenza psicologica

Dott. Ciampone giovane, bravo e molto professionale. Consigliatissimo


F
Presso: Dott. Ciampone Emanuele colloquio psicologico

Professionale e molto disponibile. Attento al paziente ed empatico; caratteristiche che mi hanno permesso di sentirmi da subito a mio agio. Consiglio vivamente il Dottor Ciampone Emanuele a chiunque sia alla ricerca di un professionista preparato e cortese.


G
Presso: Dott. Ciampone Emanuele sostegno psicologico

Mi son sentito accolto ,ha un carattere gentile e paziente ,posto ben curato ,mi sono trovato bene


F
Presso: Dott. Ciampone Emanuele colloquio psicologico

Mi sono trovato molto bene, è un ottimo professionista. Lo consiglio!


M
Presso: Dott. Ciampone Emanuele colloquio psicologico

Mi sono trovata a mio agio, professionalità ed empatia, sono molto soddisfatta


L
Presso: Dott. Ciampone Emanuele Altro

Professionale, rispettoso e molto rispettoso.
Ambiente pulito, profumato.
Il dottor Ciampone molto educato ed empatico.


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Risposte ai pazienti

ha risposto a 6 domande da parte di pazienti di MioDottore

Buongiorno,
Sono un ragazzo di 34 anni, sono una persona molto ansiosa e cerco di gestirmi l'ansia come posso.
Ultimamente sto avendo seri problemi a mangiare con persone con cui non mi sento a mio agio (es. pranzi con colleghi o di lavoro in generale o anche semplicemente qualche amico\a) mi trovo in una situazione molto brutta in quanto questa problematica porta a "isolarmi" o a cercare una via di uscita durante le ore dei pasti.
In passato ho sofferto di una situazione simile sempre legata ai momenti dei pasti non riuscendo a deglutire naturalmente quasi dovevo sforzarmi e in questo periodo mi succedeva anche quando mangiavo da solo per poi risolversi da solo dopo un paio di mesi.
Ad oggi riporto episodi legati solo a situazioni lavorative o generiche dove non mi sento a mio agio.
Vorrei poter risolvere e affrontare questo problema in quanto sono convinto che non sia legato al cibo ma alla mia ansia che spesso mi sovrasta e si sfoga in questo modo sul cibo.
Grazie delle risposte.

Gentile utente, la ringrazio per aver condiviso quest0 suo vissuto. è possibile percepire in maniera chiara ed evidente la sua sofferenza e la sua difficoltà relativa al momento dei pasti e, dalla sua descrizione, può trattarsi di una forma di ansia sociale o fobia sociale, essendo che si declina nei momenti conviviali con amici o a pasti sul posto di lavoro. Da quanto ha riportato è possibile evincere che questa sintomatologia, per quanto sia legata principalmente alla socialità, può manifestarsi anche quando è da solo, diventando pervasiva. Le consiglio di trattare questa sua problematica in due modi: iniziare un percorso psicologico/psicoterapeutico allo scopo di indagare le radici profonde correlate all'insorgenza della sintomatologia ansiogena e, in secondo luogo, utilizzare tecniche di respirazione o di mindfulness, che possono essere sicuramente utili per ridurre l'intensità della sintomatologia, favorendone la gestione. Un caro saluto, Dott. Ciampone Emanuele

Dott. Emanuele Ciampone

Sento che il mio ragazzo sia troppo legato a sua madre. Buonasera Dottori, sono una ragazza di 29 anni e sono fidanzata da 4 anni con un ragazzo di 33 anni. Ho sin quasi da subito sofferto del suo modo di includere la madre in ogni, o quasi, nostra cosa di coppia. A partire dal fatto che passiamo sempre tantissimo tempo a casa di lui con i suoi genitori, perché ancora vice con i suoi e si dice non pronto per una convivenza, poiché sua mamma ha avuto problemi di salute e vuole starle vicino, per poi proseguire negli anni con diversi episodi, ad esempio: litigavamo spesso per cose nostre, spesso dentro casa sua e con i suoi genitori presenti anche se in un altra stanza, perché si rifiutava di uscire di casa a discutere, e appena il gioco "si faceva duro" andava dalla mamma a dirle che stavo esagerando e di parlare lei con me, quindi io finivo a parlare delle nostre cose con sua madre. Piano piano questa cosa della madre è diventata sempre più pesante, un'estate l'ha portata in vacanza con noi anche se solo per pochi giorni, dicendomelo all'ultimo e passando gran parte del tempo con sua madre, gli avevo detto che non mi andava bene ma mi ha detto "o così o te ne stai a casa, mia madre viene con noi, punto". Da lì ho deciso di non frequentare più casa sua e dato che loro hanno una sorta di depandance vicino casa, semmai di incontrarci li. Mi faceva pesare che venivo a casa sua e non passavo a salutare la madre. Tante volte, mi fermavo a dormire da lui e lui magari usciva il pomeriggio con amici dicendomelo all'ultimo, scusandosi con "starò via massimo un paio di ore, tu intanto magari fai compagnia a mia madre". Ha girato sempre tutto troppo intorno a lei, e ho iniziato a prendere male la cosa, nutrendo antipatia per la madre, anche molto invadente se devo dire come persona. Ora la mamma è ricoverata per alcuni accertamenti da qualche mese (nulla di grave), e lui non fa altro che parlarmi di lei più volte a settimana, rievocandola in qualsiasi discorso e dicendomi "quanto mi manca mia madre, non vedo l'ora che torni". Io non so se sto esagerando, ma sento di stare a stufarmi di questo suo essere così "mammone". Ho provato a parlargli di questo fastidio e sa solo dirmi che sono insensibile e che non voglio bene a sua madre, che sono irriconoscente perché lei mi ha sempre trattato come una figlia. Da qualche mese si parla di convivenza, ma lui guarda caso ha declinato le mie proposte e ha scelto un appartamento vicino casa della madre, per poter stare vicino a lei. Lui inoltre, apparte il fatto che io sono sì molto legata alla mia famiglia ma non così morbosa, ogni qualvolta mi è capitato di parlare con i miei o di palesargli la voglia di trascorrere un pò di tempo con loro, mi ha sempre schernita dandomi della bambina infantile che ancora sta sotto l'ala di mamma chioccia. Sento che questo suo attaccamento sta minando seriamente dopo anni la mia visione di lui come uomo con cui poter avere un futuro. Vorrei avere qualche parere su questa situazione, se sono io esagerata e su come potermi comportare, perché non c'è verso di aprire il discorso "mamma" con lui, che si offende e mi da addosso dandomi dell'insensibile. Grazie a tutti per la vostra attenzione.

Gentile utente, grazie per aver condiviso il suo vissuto. Indubbiamente è una situazione che crea numerose difficoltà: il rapporto che il suo partner ha instaurato con sua madre influisce negativamente sul vostro rapporto, delegittimandola nel suo vissuto e provocando l'insorgenza di problematiche comunicative che minano la vostra relazione di coppia. Ritengo che sia molto importante che lei si conceda la possibilità di indagare ed esplorare le emozioni che prova rispetto alla sua situazione relazionale e le motivazioni che la spingono a restare all'interno di essa. Una modalità comune di pensiero riguarda la necessità di raggiungere dei compromessi per instaurare e mantenere una sana e funzionale relazione di coppia, ma quanto si è disposti a rinunciare oppure a cambiare per mantenere la coppia unita? Molte volte queste dinamiche portano ad annullare sé stessi e a non ascoltarsi, mettendo da parte i propri bisogni in favore dell'altro. In una relazione di coppia è fondamentale un equilibrio tra le proprie necessità, quelle del partner e della coppia, oltre che nel rapporto con il contesto familiare e sociale. Un percorso psicoterapeutico/psicologico individuale o di coppia potrebbero sicuramente aiutarla nell'affrontare questi interrogativi. Un caro saluto, Dott. Ciampone Emanuele

Dott. Emanuele Ciampone
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