Dott.ssa
Elisa Vecchio
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Esperienze
Il percorso che mi ha portata a diventare psicologa l'ho scelto da giovanissima, mossa dal desiderio di poter aiutare gli altri grazie all'uso della Parola. Mi iscrivo, quindi, alla facoltà di scienze e tecniche psicologiche e continuo i miei studi alla magistrale in neuroscienze cognitive, laureandomi con una tesi sulle dipendenze affettive. Durante la mia formazione svolgo diversi tirocini, in particolare, nel post-laurea presso Villa L'Ulivo, polo di riabilitazione multi specialistico, in cui acquisisco competenze in campo psicodiagnostico (i.e. colloquio anamnestico, somministrazione di test) e riabilitativo (riabilitazione cognitiva). Dopo l'abilitazione, inizio a lavorare nelle scuole come educatrice per adolescenti e bambini con diagnosi di autismo, e in parallelo continuo a formarmi frequentando un master in sessuologia clinica, con cui ottengo la qualifica di consulente di sessualità tipica e atipica.
Ciò che mi ha da sempre incuriosita durante la mia formazione è il potere che le relazioni hanno nell'influenzare la nostra vita e le nostre emozioni. Scelgo, dunque, una scuola si specializzazione in psicoterapia sistemico relazionale, che sto attualmente frequentando.
Ad oggi opero come libera professionista nel mio studio in via della regione 267 San Giovanni La Punta (CT) e online. Ciò che intendo offrirti è uno spazio accogliente fatto di ascolto e comprensione, in cui poterti esprimere in completa libertà. Credo fortemente nel potere trasformativo della terapia, nella sua capacità di fornire strumenti utili per affrontare, superare le difficoltà, conoscere sé stessi e le proprie potenzialità.
Se sei interessato/a prenota pure la tua consulenza, sarò lieta di accoglierti :)
7 recensioni
Punteggio generale
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A.l.
Ho iniziato un percorso di sostegno psicologico con la dottoressa vecchio a causa di un periodo di forte confusione emotiva . In genere ho difficoltà ad aprirmi, ma la dottoressa si è mostrata subito empatica e disponibile, mi ha messo a mio agio e con le sue domande mi sta guidando verso una migliore consapevolezza di me stesso e delle mie emozioni. La consiglio vivamente!!
Maria M.
Elisa è una dottoressa molto preparata nonostante la giovane età ed è in continuo aggiornamento professionale. Mi ha sorpreso la sua capacità di farmi sentire subito a casa e per questo la consiglio vivamente!
Maria
Elisa è una dottoressa molto preparata nonostante la giovane età e mi ha subito fatto sentire a casa. Ottima impressione, la consiglio vivamente!
Giuseppe
Ho iniziato un percorso con la dottoressa Elisa Vecchio e dire la mia su questa professionista mi sembra doveroso. La dottoressa ha subito creato una situazione di fiducia ed empatia, persona competente e professionale che già, in poche sedute, è riuscita a farmi stare meglio. So che il percorso è ancora lungo ma, con il suo contributo, ci riuscirò.
L.B.
Ho iniziato il percorso di terapia da qualche mese e già da subito mi sono sentita a mio agio con Elisa. Mi sento libera di parlare di qualunque cosa senza essere giudicata e sto facendo dei passi avanti nel mio percorso di crescita personale grazie a lei.
M.C.
La Dottoressa Vecchio è una professionista molto preparata, attenta e riesce con la sua empatia a mettere a proprio agio. La consiglio vivamente.
Risposte ai pazienti
ha risposto a 3 domande da parte di pazienti di MioDottore
Buona sera,
non so bene da dove iniziare, ma diciamo che dall’anno nuovo, la mia vita si è stravolta un poco ed è come se non sapessi più davvero cosa voglio e desidero per essere felice. Prima però di porre il quesito, ho bisogno di spiegare certi avvenimenti accaduti in questi mesi passati.
A febbraio di quest’anno, mio padre viene ricoverato d’urgenza.. Si scopre che ha un tumore ed io e mamma ne rimaniamo addolorate.
In tutta la mia vita non avrei mai pensato potesse succedere proprio a me, ho sempre idealizzato tutto sarebbe andato liscio come l’olio, sarebbe stato rose e fiori.
Realizzo in quel momento che nessuno di noi è invincibile, nemmeno il papà che ho sempre pensato lo può essere e che nella vita purtroppo anche a sè stessi possono toccare certe cose e non solo agli altri.
Inspiegabile è il dolore provato, tanto da averne i conati e il mal di testa, e da voler pensare che piuttosto di star male così per un qualcuno a cui voglio bene, piuttosto avrei preferito averlo io quel tumore.
A Marzo vado a trovare mia zia in un’altra regione, anche essa ha un tumore da quattro anni, stava poco bene ma nessuno di noi si sarebbe aspettato che due settimane dopo essere stata per un po’ di giorni sotto il suo tetto, lei ci avrebbe lasciato.
Il dolore provato era indescrivibile, l’idea che nel ventunesimo secolo una donna giovane, tenace e determinata a lottare con le unghie e con i denti a vivere la vita, se ne sia andata per me è tutt’oggi impensabile.
Non sto qui a raccontare tutti i dettagli dietro a questa storia, ma per me è stato difficile da accettare sapendo che potrebbe essere ancora qui, che due settimane prima l’ho salutata dicendole: “mi raccomando zia, continua ad essere forte, non mollare” senza nemmeno sapere quella sarebbe stata l’ultima volta in cui l’ho potuta abbracciare e vedere.
I mesi successivi sono stati deleterio, nonostante continuassi a vivere la mia vita, dare gli ultimi esami, e fare tutto ciò che sapevo di non poter mollare, dentro di me vivevo buio, sofferenza, rabbia e pensieri costantemente negativi.
Non dico che le cose siano cambiate enormemente, semplicemente attualmente mi sembra di vivere la vita procrastinando e anestetizzando pensieri, sofferenze, salute mentale.
Spesso mi sento come se vivessi la vita, sorridendo, studiando, allenandomi ma mettendo questo aspetto in standby, rendendomi conto che questa cosa esiste dentro di me come una sorta di mostro, ma semplicemente lo ignoro.
Patisco il fatto che le persone non si accorgano che io sia “spenta”, soprattutto mia madre ho l’impressione che mi sopravvaluti, che ai suoi occhi io sia forte e possa affrontare tutto.. ma io sono umana e questa volta faccio fatica a rialzarmi come le altre.
Il quesito arriva a questo punto: questo mostro che nomino, è ricco di pensieri, insicurezze su tanti aspetti e dettagli della vita.
Tra questi spesso mi sento un’inetta, nonostante so perfettamente non sia così.
Sono discalculica, e nella vita io ho affrontato inconsciamente un sacco di sfide e persone che mi hanno sottovalutata.
Dal mio punto di vista, non ho mai mollato perché per me concludere un qualcosa iniziato è un obbligo. Come detto precedentemente sto per laurearmi in lingue, sto scrivendo la tesi.. ma è da un po’ di mesi a questa parte che mi passa per la testa l’idea di studiare infermieristica.
In questi mesi ho sempre procrastinato questa idea, essendo negata in materie scientifiche ma soprattutto suscettibile ad aghi, sangue ecc.., però qualche giorno fa è uscito il discorso con mia mamma e una sua amica infermiera e questa idea ha iniziato ad avere più valore, ho iniziato a valutarla. Il punto è che adesso, mi ritrovo a scegliere cosa fare. Se effettivamente scegliere questa strada oppure no. Ed è assurdo perché non è poi così difficile dire “sì, mi piace questo”, “no, non mi piace quest’altro”… eppure mi ritrovo a non capire davvero cosa voglio, non capisco se io mi stia influenzando a voler scegliere questa strada e magari non mi piace seriamente oppure semplicemente non l’avevo mai valutata prima.
In tutta la mia vita non avrei mai pensato di optare per un lavoro del genere, ma ultimamente dentro di me sento che tutto quel dolore che porto dentro sente l’esigenza di fuori uscire aiutando gli altri, come se questo potesse aiutarmi ad alleviare il mio di dolore.
Quando penso a bambini che muoio di tumore, piango.
Quando penso a mia zia, o persone come lei piango.
Sono spesso all’ospedale per le terapie di papà, e cerco di guardare attorno chi ci lavora.. cerco di immedesimarmi.
Ma non capisco davvero se mi piaccia o no, devo scegliere al più presto prima che esca il bando.. e prepararmi davvero in poco tempo.. ma più ci penso e più mi sento pressata, confusa e come se tutto questo fosse assurdo.
Mi sento come se stessi cambiando, e non riconosca più cosa davvero mi piace e cosa no.
A volte mi sento più convinta, altre volte per niente.
E so che mia mamma ha ragione nel dirmi che se scelgo di intraprendere questo percorso ne devo essere sicura al 100%, non posso tornare indietro.
È un percorso tosto, e sicuramente affronterei avversità, ma se solo capissi davvero se potrebbe piacermi davvero.. mi impegnerei con tutta me stessa.
Come faccio a capirlo? Mi sembra tutto assurdo al momento, mi sento persa e spaesata
Cara utente,
leggendo le sue parole ho percepito questo dolore molto forte, quasi incontenibile. L'immagine che mi è arrivata è quella di un vaso che viene così tanto riempito d'acqua che ad un certo punto trabocca. Quando ha scritto questo: "mia madre ho l’impressione che mi sopravvaluti, che ai suoi occhi io sia forte e possa affrontare tutto", mi chiedo se della sofferenza legata al lutto della zia e alla situazione del papà se ne parli in famiglia, quindi se c'è condivisione del dolore e come state affrontando il tutto. Questi due eventi dolorosi sembrano essersi presentati in modo ravvicinato e in breve tempo, e non le avranno lasciato spazio e modo di metabolizzare. Probabilmente questo la porta a compartimentalizzare il dolore e ad andare avanti in maniera passiva: "questa cosa esiste dentro di me come una sorta di mostro, ma semplicemente lo ignoro".
Per risponde alla sua domanda sul percorso di studi riprendo l'immagine del "vaso". Probabilmente sta cercando un nuovo contenitore in cui poter lasciar fluire quest'acqua, ovvero il suo dolore. Molte scelte che prendiamo sono imprevedibili e influenzate dalle esperienze che facciamo. Possibilmente quello che sta passando l'ha spinta verso questa decisione, e il fatto che abbia sentito di farci questo preambolo su ciò ha vissuto e continua a vivere, lo spiega.
Mi sembra di aver capito che quando lei intraprende qualcosa "obbligatoriamente" deve portarla a termine, come una regola rigida che si autoimpone. Presumibilmente lei sarà una persona determinata in ciò che fa, ma pensare che c'è un obbligo a portare le cose a conclusione le crea ancora più confusione e la vincola in scelte come questa sul percorso di studi; che sicuramente è importante, ma si può tornare indietro.
Le posso offrire delle alternative: Intanto potrebbe fare l'iscrizione (visto il poco tempo rimasto), dare un occhiata al programma, informarsi e nel frattempo valutare. Potrebbe anche prendersi quest'anno per pensarci e iscriversi l'anno successivo, oppure semplicemente iscriversi, viversi il percorso e capire se fa per lei. Spero che quello che le abbia detto sia plausibile per lei. Rimango a disposizione, un saluto!!
Salve,
Volevo esporre qui una problematica molto particolare che non ho mai raccontato a nessuno in quanto la vergogna di parlarne è troppo alta. Sono una ragazza adolescente, quindi non ho ancora mai esplorato davvero la mia sessualità e, forse questa può essere una delle maggiori cause di questo problema, insieme al fatto che nella nostra casa non parliamo praticamente mai davvero di sessualità, soprattutto in prima persona. C'è molto imbarazzo a riguardo, quasi come fosse un tabú. Mi è capitato diverse volte, però, di sentire i miei genitori mentre lo fanno ed ho notato che il mio corpo ha reagito in modo particolare. Mi agito improvvisamente, il cuore mi batte fortissimo, mi sento quasi tremare, provo una sensazione di svenimento ed irrequietezza. Li sentí la prima volta verso i miei 14 anni, in modo totalmente inaspettato, in quanto, a essere sincera, loro sono sempre stati abbastanza attenti nel farlo mentre dormo, chiudendo la porta anche a chiave, ma è capitato anche che fossi sveglia (e lo sapevano), e, nonostante la porta chiusa, non si rendono conto che li senta benissimo (anche perché non chiudono mai le porte, quindi appena sento la loro porta chiudersi capisco subito). Sono consapevole che questo è un buon segno, e non fanno assolutamente nulla di male, ma le sensazioni di irrequietezza e ansia che mi crea non le sopporto e soprattutto non riesco davvero a capire il perché di queste reazioni estreme. Mi è capitato anche di sentire mio fratello maggiore (con cui ho un rapporto bellissimo) con la sua ragazza, ma, a parte una piccola irrequietezza iniziale, non ho avuto tutti questi problemi ed è capitato solo una volta. Mi imbarazza parlarne con chiunque, proprio perché in casa non ne parliamo mai, ma dall'altra parte non capisco perché io debba reagire così, nonostante sappia che sia tutto normale. Dopo averlo sentiti le prime volte, ho iniziato ad avere ansia di risentirli, perciò ogni volta che sento un minimo rumore, o che sento le porte chiuse o accostate, mi metto subito in allerta ed inizio ad avere questa inspiegabile ansia. Vorrei più che altro capire se questa problematica può essere normale, oppure se dipende dall'approccio che ho con la sessualità, o del rapporto poco aperto che ho con loro. Scusate per la domanda particolare. Ma ci sto pensando da diverso tempo.
Vi ringrazio
Saluti
Buongiorno carissima!!
In ciò che provi non c'è nulla di anormale. I figli generalmente tendono a riconoscere i genitori esclusivamente in questo ruolo, dimenticandosi che, dopotutto, sono anche una coppia; di conseguenza, ci sta che abbiano i loro momenti di intimità, e tu di questo ne sei perfettamente consapevole. Crea comunque molto imbarazzo, perché la sessualità culturalmente è ancora un tabù, qualcosa di "sporco". Questo rende difficile a molte famiglie parlarne, anche perché affrontare l'argomento significa pure riconoscere che ambedue le parti (genitori/figli) possano avere una vita sessuale. insomma, sono quelle verità che sai esistono ma che preferiresti non affrontare. In questo caso, invece, ti stai ritrovando a farci i conti direttamente. I tuoi genitori, inconsapevolmente, ti hanno "coinvolto" in una dimensione intima che dovrebbe riguardare soltanto loro. Sentirli probabilmente ti da come la sensazione di essere "di troppo" o fuori luogo, l'imbarazzo e il disagio che ne scaturiscono diventano incontenibili, quasi angoscianti, e sfociano in ansia. Considerando pure la tua giovane età, sei in una fase in cui inizi ad approcciarti ed esplorare la sfera sessuale, e ci sta che tu possa sentirti imbarazzata ad affrontare l'argomento. Di certo una buona educazione sessuale, come se ne parla in famiglia, se se ne parla, l'idea che viene trasmessa della sessualità, sono tutti fattori che incidono sulle nostre sensazioni e percezioni in merito. Probabilmente un messaggio positivo potrebbe aiutare a ridurre il tuo senso di disagio. In ogni caso, ciò che provi è comune in situazioni come la tua e non c'è da sentirsi sbagliata. Per qualsiasi cosa non esitare a contattarmi. Resto a disposizione. Un saluto!!
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