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Esperienze
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G.D
Ho concluso da poco un percorso di psicoterapia con la Dott. ssa Di Nardo. Soffrivo di attacchi d'ansia che mi impedivano addirittura di svolgere serenamente il mio lavoro. Ho imparato finalmente a gestirli e, in generale, mi sento molto più tranquilla.
D. Martini
Sono stata dalla Dott.ssa Di Nardo perché ho iniziato a soffrire di attacchi di panico a causa di una situazione delicata in casa. Lei con dolcezza e capacità, ha saputo trovare la soluzione adatta a me e adesso sto molto meglio. Non finirò mai di ringraziarla.
C.Z.
Competente ed empatica. Mi sono trovata sempre a mio agio e mi ha aiutato nell'affrontare un momento molto difficile. E' stata un ottimo sostegno!!!
Risposte ai pazienti
ha risposto a 8 domande da parte di pazienti di MioDottore
Salve 2 anni fa mi sono curata con daparox e xanax per panico depressione... Stavo male ero convinta di avere qualche malattia mi inventavo 2 o 3 malattie al giorno.. Avevo debolezza facevo fatica a respirare ero sempre stanca, e anche dimagrita. Ho fatto 2 elettrocardiogramma in due ospedali diversi poi ho fatto un eco cuore da un cardiologo privato dove tutto risultava nella norma.. Ho fatto esami del sangue erano perfetti ma niente mi convinceva... Poi ho fatto questa cura e sono rinata... Sono rimasta incinta e ho sospeso la cura... Adesso sono ricaduta di nuovo mi vergogno andare girando per gli ospedali a fare controlli anche petche ho partorito da poco e ho fatto analisi ecc... Però la fissazione ce e per stare calma ogni tanto vado a misurare la pressione che risulta sempre buona e stabile. Che devo fare per questi capogiri? Soprattutto quando mi piego o lavo i piatti. Ma la cosa che mi fa più paura è questa debolezza che si Accentua quando vado in bagno o mangio poco.
Mi associo ai colleghi, dicendole che, dati i suoi sintomi tutti riconducibili allo spettro ansioso, sarebbe meglio che intraprendesse un percorso di psicoterapia. I farmaci alleviano i sintomi si, ma non vanno a curare la causa che scatena tutto il dolore mentale. un saluto, Dott.ssa Eleonora Di Nardo
Salve gentili dottori, mi presento.
Sono un ragazzo di 23 anni, sempre stato allegro solare e sereno ma anche un po’ ansioso, ed ultimamente sto vivendo un periodo molto duro, cerco di spiegarvi un po’.
Guardando al passato posso dire di aver avuto una bell’infanzia, ma ad ogni modo cosparsa di vari episodi familiari non molto piacevoli che crescendo ho capito avermi segnato profondamente, come ad esempio frequenti litigi tra i miei genitori e tra mia madre e mia Zia, anche molto accesi. All’età di soli 11 anni, ho visto morire tra le mura di casa mia, giorno dopo giorno la mia nonna paterna, a causa di un brutto tumore celebrale, durante il decorso della malattia ne sono successe e ne ho viste di tutte, anche a causa della malattia sempre più aggressiva che stava progredendo.
Ma veniamo alla parte centrale della mia richiesta, in pratica alcuni mesi fa la mia nonna materna alla quale sono legato in maniera fortissima è finita in ospedale a causa della rottura del femore, è stato un periodo molto duro per tutte le vicissitudini legate ad episodi di questo tipo, ma ancora di più lo è stato da quando dopo 2 mesi è stata mandata a casa (quella in cui vivo anche io insieme ai miei genitori).
Il ritorno a casa è corrisposto maledettamente a una mia settimana di ferie, in cui ho dovuto praticamente prendermi cura io di mia nonna, in quanto i miei genitori durante il giorno si trovavano a lavoro. Ho dovuto far di tutto, ma la cosa peggiore è stata trovarsi a pulirle letteralmente il sedere, non pensavo che mi sarei mai trovato a una cosa del genere, notti insonni a causa dei suoi lamenti e svariate altre cose. In seguito a tutto ciò si è riaccesa dopo molto tempo la colite nervosa che da qualche anno mi affligge, gravando ulteriormente sul mio già precario umore, scatenando lamentele da parte dei miei datori di lavoro che mi trovavano meno sorridente del normale.
Ho provato più volte a spiegare che non era un buon periodo per me, ma insomma, a seguito anche di alcuni banali battibecchi dopo 2 anni di sacrifici e sforzi, il 31 Luglio scorso, il mio contratto non è stato rinnovato, per motivazioni economiche aziendali, cosa a cui non ho mai creduto visto che mi era stato promesso il mio tanto ambito contratto a tempo indeterminato.
Inizialmente l’ho vista come una liberazione, vista la costante pressione a cui ero sottoposto nell’ultimo periodo, ma l’aver trovato un nuovo negozio in cui lavorare invece che migliorare la situazione l’ha fatta precipitare ulteriormente. Ho trovato un ambiente estremamente disorganizzato, caotico e veramente demoralizzante, tanto che ho iniziato a rimpiangere fortemente il mio precedente posto di lavoro. Ho deciso di licenziarmi dopo nemmeno un mese visto che ogni giorno era una tortura anche solo pensare di doverci tornare, ma la nostalgia estrema per il vecchio lavoro rimane li.
Insomma dottori, vi ho scritto perchè penso continuamente al vecchio negozio in cui lavoravo, ai miei colleghi con i quali avevo un ottimo rapporto, organizzavamo cose anche al di fuori del lavoro come partite a tennis e calcetto, cene e qualsiasi altra cosa, inoltre durante i momenti “morti” ero io quello che faceva ridere gli altri e ci divertivamo davvero tanto e tutto questo adesso mi manca terribilmente. Non mi va giù che a causa della situazione che mi son dovuto trovare a vivere debba aver perso il lavoro per il quale ho lottato e fatto tante rinunce, ogni volta che ci penso provo un vuoto immenso. Purtroppo in questo periodo i pochi amici “veri” che avevo sono scomparsi, con la mia fidanzata ne posso parlare poco, dato che ha sempre odiato quel posto a causa della fortissima gelosia provata nei confronti di una mia ex collega, quindi mi trovo a dovermi logorare l’anima da solo giorno dopo giorno. Stavo pensando di far passare un po’ di tempo e approfittare del cambio di direttrice per tentare un riavvicinamento.
Adesso ho paura anche se lo so, son molto giovane, a ripartire da capo, penso continuamente al mio vecchio lavoro.
Secondo voi che mi sta succedendo? È preoccupante come cosa? Riuscirò ad uscirne?
Vi ringrazio, una buona serata.
Salve, il periodo che sta vivendo non dev'essere facile, sembra ci sia proprio una difficoltà di adattamento, di adattarsi alla nuova realtà (lavorativa) che sta vivendo. In più mi sembra di capire che si sente solo, non ascoltato o supportato, e tutto questo rende più triste e difficile la sua esistenza. Un buon percorso di psicoterapia potrebbe aiutarla a guardarsi meglio dentro e a rafforzare i punti di forza interiori, per potersi quindi adattare alla sua "nuova vita". Un saluto, Dott.ssa Eleonora Di Nardo
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