Esperienze
Il mio approccio operativo prevede un primo appuntamento, inteso come un momento di accoglienza e di analisi della domanda per poter definire insieme il percorso terapeutico più appropriato.
Gli obiettivi, la durata e la frequenza delle sedute del percorso psicologico o psicoterapeutico possono dipendere da molti fattori che vanno discussi insieme nei primi colloqui. “Insieme” significa che la persona, come esperto di sè e della sua storia, e il Professionista, come esperto della psicologia, delle sue teorie e delle sue tecniche, si confrontano sulla decisione rispetto al percorso più opportuno da intraprendere e agli obiettivi da perseguire.
Mi sono laureata in Psicologia Clinica e di Comunità all'Università degli Studi di Torino nel 2018. Sono specializzanda in Psicoterapia ad orientamento cognitivo presso la Scuola "Centro Clinico Crocetta" di Torino.
Mi dedico con empatia e professionalità a tutti coloro che avvertono l’esigenza di affrontare un disturbo mentale o problematiche di natura personale, lavorativa e/o sociale.
Esperto in:
- Psicologia clinica
- Psicologia cognitiva
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16 recensioni
Punteggio generale
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Denis
Ti fa sentire a tuo aggio, molto brava e capisce subito il problema. Consiglio
RP
Molto disponibile ed empatica, sa metterti a proprio agio
M.B
Impatto eccellente, molto accogliente. Il percorso inizia benissimo….
Giada
Disponibile, capace di mettere a proprio agio, scrupolosa e molto attenta
Barbara Lombardi
Mi sono trovata molto bene
Una persona solare, attenta e felice di proseguire con lei questo cammino
Anna P.
Dottoressa molto gentile e disponibile , tutto perfetto consiglio assolutamente. Puntuale, mette il paziente a proprio agio. Molto attenta a percepire il problema e a capire come parlare molto professionale .
SF
ho trovato un’ottima professionista,con molta empatia!
C
Dottoressa molto professionale ma anche molto umana. Mi sento totalmente a mio agio e supportato. Il percorso è iniziato da poco ma mi ha già dato alcuni punti di vista per me totalmente nuovi che mi stanno aiutando ad affrontare un momento difficile.
C.
Molto carina, disponibile e professionale; ho intrapreso con lei un percorso da poco e non vedo l’ora di vedere i prossimi risultati!
Risposte ai pazienti
ha risposto a 8 domande da parte di pazienti di MioDottore
Panico ed Emetofobia acuta
Sono un ragazzo di 20 anni. Ho cominciato a soffrire di attacchi di panico due anni fa in concomitanza con lo sviluppo di una malattia da reflusso gastroesofageo. Inizialmente il panico era legato semplicente al mangiare con gli altri ma a casa non avevo problemi, poi è diventato più persistente e ha cominciato ad esserci anche a casa. Ormai dopo il percorso con vari psicologi ed essendo io stesso uno studente al secondo anno di psicologia ho capito molte cose del panico e di come agisce su di me. Ho avuto periodi più intensi e periodi più tranquilli, occasioni in cui sono riuscito a gestire gli attacchi e ho capito qual'è la strada verso la cura, l'affrontare le situazioni che provocano panico con tranquillità. Nonostante conosca la strada e non abbia mai preso farmaci qualcosa mi blocca. Visto che gli attacchi si manifestano sempre mentre mangio e non ho altre preoccupazioni che non siano l'attacco in sé, la mia paura è non riuscire a mangiare e quindi di conseguenza stare fisicamente male. La mia paura è dovuta al fatto che mentre l'attacco si presenta mi si blocca la gola, ho crampi lanciati e anche dopo pochi morsi di qualunque cibo mi salgono forti conati e spesso vomito. Questo ovviamente non fa che peggiorare il reflusso e creare un circolo vizioso in cui non capisco se è l'ansia che provoca il reflusso o il reflusso che provoca l'ansia. C'è stato un momento l'anno scorso in cui mi sono sentito come se non avessi mai avuto nulla ma dopo qualche mese ho avuto un altro attacco e non sono riuscito a gestirlo. Questo mi ha portato a stare a casa per giorni sforzandomi di mangiare ogni pasto e i sintomi del reflusso sono diminuiti in concomitanza all'ansia, ho solo mantenuto una tosse secca che nonostante non fossi in ansia avevo ad ogni pasto, ho anche smesso di bere caffè o mangiare pasti pesanti. Una reazione fisica così forte ai sintomi è normale o devo scavare più a fondo, ho fatto una gastroscopia due anni fa e i risultati dicevano che non avevo problemi organici quindi mi sono convinto che fosse tutto mentale, il problema potrebbe essere peggiorato? Come posso uscirne? Ho frequentato diversi terapeuti (Cognitivo comportamentali e breve strategici) e letto molto sul problema ma dopo anni non mi sento ancora sicuro nonostante penso di aver capito molto di più di prima sul problema, dovrei scavare più a fondo nel passato magari il vomito lo utilizzo come meccanismo di difesa. Non ho idea di come fare non ce la faccio più.
Buongiorno, mi dispiace molto per la sua situazione. Comprendo quanto ciò che sta affrontando stia influendo negativamente su diversi contesti e ambiti della sua vita, peggiorandone la qualità. Credo che lei possa trarre giovamento da un consulto psicologico attraverso cui esplorare ed elaborare pensieri, vissuti emotivi, sensazioni fisiologiche e aspetti che rischiano di farla sentire bloccato in una sorta di circolo vizioso. Potrebbe inoltre così trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente difficili ed evitare che la situazione possa aggravarsi. Nonostante i precedenti tentativi a cui ha accennato, credo che un percorso terapeutico che le permetta di comprendere meglio le ragioni sottostanti la sua sintomatologia possa permetterle di raggiungere un maggiore benessere psicofisico. Credo che anche un consulto, rispetto a come si è evoluta la situazione, con il suo medico di base sia utile per eventualmente rivalutare eventuali componenti organiche. Resto a disposizione, anche online. Cordialmente, dott.ssa Cerri Eleonora
Buongiorno, sono un uomo di 30anni, attualmente in cura da una psicologa per dipendenza da cocaina e gioco, slot-machine principalmente.
Attualmente è 1 anno che non faccio più uso di sostanze ne di ricadute nel gioco.
Nonostante il successo della terapia per le dipendenze mi è stato consigliato di continuare la terapia psicologica.
Vorrei porre gentilmente questa domanda nella speranza di capire perché dopo l'ultima seduta mi è successo, una volta a casa di sentire un ansia molto forte addosso quasi un tremore interno e trovarmi a fissare un punto in uno stato di semi paralasi. Mi scuso per la descrizione ma non trovo un altro modo per descrivere quella sensazione, vorrei aggiungere che al
risveglio da questo stato ho avvertito come una sensazione di benessere, come se mi fossi tolto un peso di dosso. Non la vedo come una cosa negativa però mi piacerebbe avere un parere in merito se possibile anche solo per una rassicurazione personale, anche perché la psicologa la vedo fra 2 settimane. Vi ringrazio
Buongiorno, la ringrazio per la condivisione e per aver cercato di descrivere i meglio possibile come si è sentito. Purtroppo non è possibile collegare quanto le è successo ad una causa precisa. Quanto ha sperimentato potrebbe essere dovuto ad una forte attivazione ed un successivo rilassamento in risposta a quanto trattato in seduta con la sua psicologa. Le consiglio di annotarsi pensieri, emozioni e sensazioni per parlarne poi in seduta e poterlo utilizzare come materiale utile al suo percorso.
Un saluto, Dott.ssa Cerri Eleonora
Tutti i contenuti pubblicati su MioDottore.it, specialmente domande e risposte, sono di carattere informativo e in nessun caso devono essere considerati un sostituto di una visita specialistica.
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